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LA SALMONELLOSI

Post n°354 pubblicato il 04 Luglio 2015 da un_uomonormale

SIAMO NELLA STAGIONE CALDA....

Le salmonellosi cosiddette minori, o enterocoliti da salmonelle, sono infezioni acute di origine alimentare, causate da batteri del genere  Salmonella e caratterizzate da diarrea, dolori addominali, febbere e talvolta vomito.

Ha un'incidenza elevata nel periodo estivo; col grande caldo e può diffonderesi spesso in piccole epidemie familiari. Queste infezioni colpiscono soggetti di qualunque età  anche se i quadri clinici più gravi si manifestano nei lattanti, nelle persone anziane e nelle persone con grave deperimento organico. Pollami, bovini, ovini, maiali, cani e gatti sono importanti serbatoi di salmonelle che le presentano nel loro tubo digerente e che non hanno manifestazioni cliniche.. Questo serbatoio è in continua espansione, a causa del sempre più frequente ricorso a mangimi ottenuti da scarti di macellazione spesso inquinati. Importanti veicoli di infezioni, dunque, sono gli alimenti( carne, uova, latte), contaminati direttaemnte o durante la loro manipolazione: le salmonelle infatti, non resistono all'ebollizione, alla pastorizzazione, e all'irradiazione dei cibi, ma non vengono distrutte dai metodi di insaccatura e salatura e da una cottura rapida e superficiale. Anche i portatori fecali umani giocano un ruolo importante per la diffusione diretta o indiretta dell'infezione. In tal senso, particolarmente contagiosi si rivelano essere le gravide che possono contaminare il neonato e contemporaneamente l'isola neonatale; ovverosia, il luoghi dove giunge il neonato per essere accolto: la culla termica, dove gli vengono prestate le prime cure subito dopo il parto, nonchè, similmente le sale parto. Una frequenza notevole di salmonellosi è stata osservata negli ultimi anni tra omosessuali maschi, legata a particolari pratiche sessuali. Le forme epidemiche sono favorite dal sovraffollamento, e dalle misure igieniche scadenti: non scandalizzi, ma di ferquente si verificano in comunità chiuse come enti assistenziali e ospedalieri.

I primi sintomi compaiono 12-48 ore dopo l'ingestione dell'alimento contaminato: l'esordio è acuto con diarrea, dolori addominali, e talvolta anche vomito(gastroenterite) e tenesmo rettale; ovvero, la sensazione di defecare, in assenza di vera necessità. Nei casi gravi si può associare anche la febbre, e pure con picchi alti(38-39°C). I fenomeni diarroici possono toccare punte di 30-40 scariche di feci liquide al giorno con crampi addominali accentuati, in altri casi scarse evacuazioni non accompagnete da sintomi dolorosi. Le feci si presentano spesso con muco e talvolta con minime quantità di sangue. All'esame palpatorio addominale, viene evocato un certo dolore da parte del paziente.

Per la diagnosi, i comuni esami di laboratorio non presentano alterazioni di rilievo. La conferma diagnostica si attua attraverso la coprocultura, mentre l'emocultura risulta positiva solo nei casi con batteriemia.

Il quadro clinico, anche se all'inzio è impegnativo, si attenua progressivamente e si risolve spontaneamente generalmente entro una settimana; talvolta, e in certi casi, la febbere e le alterazioni intestinali(diarrea) possono prolungarsi anche per 2 settimane. I lattanti, gli anziani e i soggetti defedati, trascorrono un decorso molto più impegnativo e, talvolta potenzialmente letale se non si è intervenuti con tempestiva terapia, per disidratazione, per acidosi e alterazioni elettrolitiche( tachicardia, ipotensione, oligoanuria). Se la batteriemia si prolunga oltre tempo, possono insorgere segni di dimagrimento, anoressia, raramente anemia.

In conclusione, l'escrezione fecale del microrganismo Salmonella termina in un paio di settimane e solo in circa il 40% dei casi alla coprocultura si ha presenza del microrganismo ad un mese dall'esordio dei sintomi.

La più importante misura terapeutica è rappresentata dalla correzione degli squilibri elettrolitici e dell'equilibrio acido-base; ovvero, quel meccanismo omeostatico, importante a mantenere il pH intorno a 7,4, al fine di influenzare positivamente l'attività enzimatica quindi l'attività metabolica.

 attraverso un trattamento di reidratazione e di risalificazione, e non dalla terapia antimicrobica. Anzi, quest'ultima è sconsigliata salvo nei casi gravi e con complicate, non tanto per la benignità dell'infezione quanto per la dimostrata possibilità di prolungare il periodo di escrezione fecale delle salmonelle, probabilmente dovuta alle modificazioni della normale flora batterica intestinale indotta dall'antibioticoterapia, favorendo, quindi, resistenza antibiotica. Nei casi di batteriemia e localizzazioni extraintestinali, la terapia dve avvalersi dell'impiego antimicrobico, guidata da antibiogramma, a motivo delle frequenti rsistenze agli antibiotici usati.

I farmaci sono gli stessi utilizzati nella febbre tifoide; ovvero, fluorochinoloni, cefalosporine, ampicillina, cotrimoxazolo.

 
 
 
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