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cun sa limba e sa cultura sarda - de Frantziscu Casula.

 

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ABOLIRE IL 25 APRILE?

Post n°794 pubblicato il 23 Aprile 2014 da asu1000

25 APRILE:ROBA VECCHIA?

di Francesco Casula

Un’orgia e un’onda revisionista, storica, politica e ideologica, montante oramai da anni, vorrebbe abrogare la ricorrenza del 25 Aprile o, per lo meno, una volta sterilizzata, ridurla a rito unanimistico, puramente celebrativo e retorico.

   C’è di più: qualche falsario e cialtrone, autoaccreditatosi  storico, vorrebbe persino cancellare e azzerare l’olocausto e i lager, negandone addirittura l’esistenza. Evidentemente Primo Levi, nei suoi deliri onirici si è inventato Auschwitz e tutti gli storici – dico tutti – hanno fantasticato su ben 900 campi di sterminio e di concentramento disseminati soprattutto in Germania e nell’Europa orientale ma anche in Italia (Fossoli, Bolzano, Trieste, Borgo San Dalmazzo <Cuneo>).

   Si dirà che è roba vecchia, consegnata ormai al passato remoto; che il Fascismo è morto e dunque serve solo all’antifascismo per vivere di rendita, parassitariamente.

   Può darsi. Ma pensiamo veramente che siano morte e sepolte le coordinate ideologiche, culturali e persino economiche e sociali che hanno fatto nascere, alimentato e fatto crescere e vivere il fascismo? Pensiamo sul serio che la cultura – o meglio l’incultura - della guerra e della violenza, del sopruso, della sopraffazione e dell’intolleranza, dell’ipocrisia e del perbenismo, del servilismo e dell’informazione addomesticata e velinara, sia morta per sempre?

  Si dirà che comunque il Fascismo ha realizzato opere meritorie e importanti, ad iniziare dalla Sardegna: può darsi che sia vero anche questo. Ma – a tal proposito – ecco quanto sostiene nella sua bella e interessante “Storia della Sardegna” (pag.914) Raimondo Carta-Raspi:”Anche della Sardegna appariranno, in libri e riviste, descrizioni e fotografie delle” opere del regime” durante il ventennio. Favole per l’oltremare, per chi non conosceva le condizioni dell’Isola. V’erano sempre incluse la diga del Tirso, già in potenza dal 1923, le Bonifiche d’Arborea, iniziate fin dal 1919 e perfino il Palazzo comunale di Cagliari, costruito nel 1927. Capolavoro del fascismo fu invece la creazione di Carbonia, per l’estrazione del carbone autarchico, che non doveva apportare alcun beneficio all’Isola e doveva costare centinaia di milioni e poi miliardi che tanto meglio si sarebbero potuti investire in Sardegna, anche per la trasformazione del Sulcis in zona di colonizzazione agraria…più volte Mussolini aveva fatto grandi promesse alla Sardegna e aveva pure stanziato un miliardo da rateare in dieci anni. Era stato tutto fumo, anche perché né i ras né i gerarchi e i deputati isolani osarono chiedergli fede alle promesse”.

   Che si continui dunque nella celebrazione del 25 Aprile come Festa della Liberazione ma soprattutto come momento e occasione di studio, di discussione sul nostro passato che non possiamo né rimuovere, né recidere né dimenticare. Dobbiamo anzi disseppellirlo, non per riproporre vecchie divisioni e steccati ormai anacronistici e superati ma per creare concordia e unità: però nella chiarezza.

   Per i morti, per tutti i morti non possiamo che nutrire e riversare tutta intera la nostra pietas cristiana: ma per favore senza metter sullo stesso piano oppressi e oppressori; chi si batteva per la libertà e chi invece ce  la voleva togliere ed eliminare. Tener viva la memoria, la verità significa ricordare a chi lo dimentica e a chi non l’ha mai saputo che la RSI fu uno stato fondato sulla tortura, sulla persecuzione razziale e politica, sulla distruzione fisica degli avversari, sulla delazione: Né sessanta né cento anni bastano a cancellare tutto questo.

   Soprattutto disseppelliamo e valorizziamo tutta la pluralità antifascista, le molte componenti del movimento antifascista, il suo carattere plurale e internazionale. Alla guerra di Spagna per esempio parteciparono anche antifascisti americani che formarono il battaglione “Lincoln” (Claudio Natoli) senza ridurla alla Sinistra: quella –ad iniziare da quella giovanile espressa nell’ambito della Chiesa cattolica e della chiesa protestante sturziana e quella liberale di Gobetti, l’intellettuale lucido e brillante morto a Parigi per i postumi di un’aggressione fascista a colpi di bastone; quella azionista dei fratelli Nello e Carlo Rosselli, colti e suggestivi intellettuali, eroi della libertà, ugualmente massacrati da sicari di Mussolini in Francia il 9 Giugno 1937..

   Ma in modo particolare disseppelliamo e studiamo gli eroi sardi della libertà e dell’antifascismo: da Gramsci a Lussu, da Bellini a Puggioni, a Efisio Melis, il primo martire sardista antifascista che – scrive Salvatore Cubeddu in “Sardisti, vol.1°, pag.552” – “Il 26 Novembre del 1922 viene ferito a morte da un fascista a cavallo, che gli conficca nel petto la lancia del gagliardetto, davanti al quale il giovane di Monserrato si era rifiutato di togliersi il capello”.

O questa storia dobbiamo dimenticarla, magari per giustificare e avallare la miseria politica e partitica del presente? 

 

 

 

 
 
 
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Data di creazione: 12/06/2007
 

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Questo blog, bilingue ( in Sardo e in Italiano) a disposizione, in modo particolare, di tutti i Sardi - residenti o comunque nati in Sardegna - pubblicherà soprattutto articoli, interventi, saggi sui problemi dell'Identità, ad iniziare da quelli riguardanti la Lingua, la Storia, la Cultura sarda.

Ecco il primo saggio sull'Identità, pubblicato recentemente (in Sardegna, university press, antropologia, Editore CUEC/ISRE, Cagliari 2007) e su Lingua e cultura sarda nella storia e oggi (pubblicato nel volume Pro un'iscola prus sarda, Ed. CUEC, Cagliari 2004). Seguirà la versione in Italiano della Monografia su Gramsci (di prossima pubblicazione) mentre quella in lingua sarda è stata pubblicata dall'Alfa editrice di Quartu nel 2006 (a firma mia e di Matteo Porru).

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