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cun sa limba e sa cultura sarda - de Frantziscu Casula.

 

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« Le origini sarde di Jean...Vietnan »

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Post n°812 pubblicato il 28 Dicembre 2014 da asu1000

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"Letteratura e civiltà della Sardegna" 1° e 2° Volume

di Francesco Casula

Ho avuto l'onore di essere interpellata su quest'opera e ritengo che il Pensiero di Francesco Casula, in modo palese rimette al centro degli obiettivi di noi sardi, la nostra storia e l'esigenza di riappropriarci del nostro ruolo di protagonisti.

E' curioso che Francesco Casula apra questo grande lavoro con una provocazione e cioè sul dilemma secondo cui i sardi abbiano avuto oppure no una storia propria. Secondo alcuni, noi sardi non abbiamo avuto una storia, secondo altri è la storia di un popolo vinto, per non parlare di alcune interpretazioni snob di certi francesi, che forti di una visione colonialistica delle relazioni tra i popoli, non esitano a sentenziare: "La Sardegna è rimasta ribelle alla legge del progresso, terra di barbarie in seno alla civiltà che non ha assimilato dai suoi dominatori altro che i loro vizi ". Così scriveva nel 1861 in Ile de Sardaigne, Gustavo Jourdan, un uomo d'affari francese, dopo il fallimento di un suo progetto che mirava a coltivare nella nostra Isola gli asfodeli per la produzione di alcool.

Se il Popolo sardo ha una Preistoria straordinaria e unica: la civiltà nuragica, come può non avere una sua Storia? La nostra è semplicemente una storia negata e sepolta dalle dominazioni coloniali. A noi sardi è stata tagliata la lingua e imposta quella del dominatore. E' stata occultata la nostra storia per sradicare la nostra identità e farci dimenticare chi siamo, impoverirci e indebolirci per renderci più dominabili. Anche a Popoli africani, sotto pressione coloniale, hanno fatto dimenticare chi fossero e da dove arrivassero, cancellando dalla loro memoria persino la storia dei loro potenti Imperi Neri, che nulla avevano da invidiare all'Impero romano e alla cultura del Rinascimento sia militarmente, che come produttori d'arte e di culture raffinate.

Non esistono popoli senza storia. Esistono popoli sotto un dominio coloniale, con una storia da disseppellire e liberare. L'opera di Casula è uno strumento di orientamento all'interno di un processo di liberazione della storia e della identità sarda.

L'Autore inserisce i più illustri testimoni della nostra storia: scrittori, storici, scienziati e poeti, come porte aperte a cui accedere per riscoprire il valore e la bellezza della nostra identità. La Costante Resistenziale a cui fa riferimento Lilliu, il senso di appartenenza e di difesa delle nostre radici, ci ha reso forti e resistenti come alberi nati su terreni difficili. Penso ai ginepri del Supramonte con le radici fossili che sprigionano dalla roccia. Questi siamo noi sardi. La nostra resistenza ha fatto sì che si conservasse il nostro ricco patrimonio identitario, dalla musica con i suoi strumenti, alla poesia, all'arte e all'archeologia, alla gastronomia, alla biodiversità della nostra natura e al nostro bene ambientale, alla cultura orale di inestimabile valore, riconosciuta spesso come patrimonio materiale e immateriale dell'Umanità. Noi non abbiamo mai rinunciato a tutto ciò nonostante i violenti attacchi dall'esterno.

Sull'ironia di Casula, nel raccontare che nel 2005 la Biblioteca del quotidiano La Repubblica stampò un volume di 800 pagine sulla Preistoria italiana escludendo la civiltà nuragica, ritengo che non sia una dimenticanza o un'omissione. Gli autori italiani, che noi sardi ringraziamo per l'onestà culturale, non possono aver dimenticato la preistoria sarda. Essi hanno preso atto che quella cultura così diversa, non poteva appartenere all'Italia, riconoscendo al di là di ogni artefatto politico che sa Sardigna no est Italia. E' dalla cultura nuragica che trae spunto la critica di Eliseo Spiga alla società della crescita che non rispetta l'ambiente, che consuma le risorse della Terra, senza garantire il benessere ai popoli, al concetto di "città che fagocita i territori". Di questo Pensatore, Casula riporta un concetto di grande attualità: "E' la civiltà della sovranità comunitaria, che non costruisce città ma villaggi, perché la città è ostile alla terra, agli alberi, agli animali e inselvatichisce gli uomini, pretende tributi insopportabili per accrescere le sue magnificenze... crea i funzionari del tempio e del sovrano... i servi e gli schiavi".

Quest'opera è una bussola per i nostri giovani in un mondo globalizzato. E' uno stimolo per "disseppellire" la nostra storia e a riappropriarsi del patrimonio identitario, per giustizia, per missione e per necessità. Questa è la forza che permette a noi sardi di camminare e di confrontarci nel mondo, senza stampelle, senza la necessità di mediazione da parte di Stati dominatori o di tutori.

Claudia Zuncheddu


 

 
 
 
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Un blog di: asu1000
Data di creazione: 12/06/2007
 

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Questo blog, bilingue ( in Sardo e in Italiano) a disposizione, in modo particolare, di tutti i Sardi - residenti o comunque nati in Sardegna - pubblicherà soprattutto articoli, interventi, saggi sui problemi dell'Identità, ad iniziare da quelli riguardanti la Lingua, la Storia, la Cultura sarda.

Ecco il primo saggio sull'Identità, pubblicato recentemente (in Sardegna, university press, antropologia, Editore CUEC/ISRE, Cagliari 2007) e su Lingua e cultura sarda nella storia e oggi (pubblicato nel volume Pro un'iscola prus sarda, Ed. CUEC, Cagliari 2004). Seguirà la versione in Italiano della Monografia su Gramsci (di prossima pubblicazione) mentre quella in lingua sarda è stata pubblicata dall'Alfa editrice di Quartu nel 2006 (a firma mia e di Matteo Porru).

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