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Un blog creato da cornell2 il 24/05/2009

0744 Il Velino

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Messaggi di Giugno 2014

"Campioni del mondo".

Foto di cornell2

"Il calcio è stupendamente rappresentato dalla nostra nazionale: si vedono undici ragionieri in mutande allo sbaraglio, senza nessuna remora, senza nessun decoro. È il nostro governo e il nostro sottogoverno in mutande". (Carmelo Bene)

Or dunque, anche per l'Italia è tempo di Mondiali di Calcio, che dire? 

Beh, se non altro che siano passati parecchi anni dai tempi in cui noi altri, ci fissavamo davanti al teleschermo, a tifare la Nazionale per antonomasia. Anni ruggenti e spensierati, in cui perlomeno avevamo la speranza che il nostro futuro, in quanto Paese, potesse risultare meno gramo di quanto ahinoi sarebbe stato e continui ad essere; nei quali parlare di "Azzurri" non faceva rima con una schiera di "Berlusconiani doc" e in cui non era proibito dal pudore, prima ancora che dalla Par Condicio, urlare a squarciagola "Forza Italia".

Dal gol di Tardelli del 1982, che ancora oggi, assieme alle "rapine in area" di Paolo Rossi e all'esultanza di Sandro Pertini (ultimo Presidente della Repubblica degno di nota, ndr) ci graffia l'anima e ci emoziona, in quel "replay infinito" che è la Storia, al rigore "alto" di Roberto Baggio, che, dal lontano 1994, continua invece ad addolorarci... Dalle decisioni "maledette e imboccate" dell'arbitro Moreno, che, in quell'infausto 2002, ci fece ripetere, volenti o nolenti, la grama figura con la "seconda" Corea, al trionfo in pompa magna contro i presuntuosi cugini d'Oltralpe, guidati dal "testardo" Zidane, nel 2006.

Insomma, da Bearzot al "Trap", passando per Sacchi e per finire con Lippi, è innegabile che questi cuori non si siano risparmiati, in quanto a "tachicardie", eppure...

A pesare come un macigno sul nostro lento, inesorabile e oramai pressoché totale distacco dal "mondo pallonaro", c'è un po' di tutto: prima le vicende di doping messe a tacere in maniera subdola e facendole apparire ben poca cosa rispetto a quanto continui ad accadere, per esempio, nel ciclismo; poi quelle di "Calciopoli", per cui, ciclicamente, si viene a sapere che giocatori, dirigenti e arbitri si organizzino in Associazioni per delinquere, un po' come capiti con la Mafia, giusto per vendersi al miglior offerente in denaro...

In mezzo, com'è logico che sia, la persistente ed indubbia considerazione che i miliardi di Euro che girino in quel mondo siano esageratemente troppi, visti i meriti, o meglio, i demeriti di troppi presunti "campioni". Per noi, che ci saremmo accontentati di goderci una partita di Coppa in santa pace, al Mercoledì, che avremmo preferito perseverare nel "riempire" una schedina del Totocalcio e magari di fare un salto allo stadio evitando tornelli, identificazioni e perquisizioni (perché certi di non aver nulla da nascondere, ndr), il fatto di esser costretti a veder girare, impotenti, una "lavatrice di denaro" di dubbia provenienza, per di più in "pay per view" era ed è davvero troppo. Meglio dunque "guadagnare tempo" per questioni più virtuose, interessanti e benemerite.

Ciò premesso, alla domanda se ci sentiamo o meno rappresentati da undici ragazzini viziati, con "improbabili" tagli di capelli, tatuaggi sconsiderati e saccenteria propria di una capra, la risposta non può non essere che "No".

Dichiariamo dunque, fieramente, che non faremo parte di quella parte di connazionali che (ignorando in gran parte, i luoghi, i personaggi e le gesta dell'Italico Risorgimento, ndr) si accingano a riscoprire il solito, scialbo e sciagurato amor patrio "quadriennale", sventolando un Tricolore "Bianco, Rosso e Verde" (il che la dice tutta, sulla media culturale di un popolo, ndr) e canticchiando con la mano sul cuore, magari con parole improvvisate, un Inno Nazionale d'altri tempi, che richiama alla memoria ben altri "incontri", combattuti da veri eroi.

Né prenderemo parte a quella farsa teatrale, in base alla quale ci si stringa in un tutt'uno, si acclami e si festeggi quando di vinca (come dire: "abbiamo vinto", ndr), citando a memoria i nomi dei "sette re di Roma", fianco degli Imperatori, mentre ci si rinfacci il "campanile", rinverdendo minacciose e vivaci rivalità, proprie dell'Italia dei Guelfi e Ghibellini o delle Repubbliche Marinare, quando invece si perda (come dire: "hanno perso", con aggiunta di epiteti e sproloqui vari, ndr).

In effetti, per quel che ci riguardi, se dobbiamo scegliere la squadra che c'infiamma l'animo e che confidiamo riesca nei propri intendimenti vittoriosi; che veste di nero e che non scende sui campi erbosi ma si batte tra quattro mura e che più che "giocare" fa da arbitro delle "partite" a cui prende parte, secondo una legge che non è certo quella del gol, ci schieriamo con un team che si chiama Magistratura. Una Nazionale "doc" che meglio rappresenta l'Italia che abbiamo nel cuore, a dispetto di qualsivoglia squadra di calcio! 

Un Organo e un Potere previsti dalla Costituzione, a salvaguardia di tutto noi e che, nonostante i vergognosi tentativi di metterle i bastoni tra le ruote, propri di certa Politica ladra, arraffona ed interessata (non ultimo il voto sulla Responsabilità Civile dei Magistrati, avvenuto in Parlamento) cerca sempre e comunque, anche all'ultimo minuto, di "estrarre il cartellino rosso" che dia l'attesa svolta ad un match "combinato" da altri, non ascoltando i fischi di un pubblico insolente e distratto, ma godendo degli applausi di un popolo desideroso di Giustizia.

Già! Non c'è proprio partita. I nostri ideali "Campioni del Mondo" sono coloro che nel silenzio del proprio lavoro, con dignità e dedizione, si facciano in quattro ogni giorno, allenandosi a tirar calci alla Corruzione, alla Concussione, al Falso, al Peculato e a qualunque altra denominazione penale data alla Malversazione pubblica e privata, ovvero agli effetti collaterali del Potere di Casta.

Basti pensare  alla rediviva aria di "Tangentopoli" che ha preso a spirare (in Italia in generale e a Milano e Venezia in particolare, ndr) e alle reminiscenze dell'inchiesta Mani Pulite che ciò comporti in noi. Cose che capitano, non ogni quattro anni come la Coppa del Mondo del pallone, ma a scadenze variabili, specie quando si scelga d'impelagarsi in eventi sciagurati, insensati, sproporzionati, ed esageratamente costosi come l'EXPO2015, o in opere mastodontiche, inutili e "sanguisuga" del Bilancio Pubblico come il MOSE.

Guarda caso, sarebbe stato sufficiente citare l'esempio di Italia '90 (ma anche quello dei Mondiali di nuoto del 2009, o, perché no, quello del G8 della Maddalena, mai tenutosi da quelle parti e spostato a L'Aquila a suon di miliardi di Euro, ndr) per capire che il nostro Paese non sia in grado di aspirare a null'altro che uno sperpero di denaro dei contribuenti; ad un fiume di mazzette utile ad "abbeverare" i soliti noti, a scapito dei cittadini onesti e ad un'ovvia lamentela, allorché non vi sia più trippa per gatti (leggi: fondi pubblici, ndr), per completare lavori ed opere, la cui consegna avvenga comunque sempre in ritardo, rispetto alle date previste.

E pensare che ci saremmo accontentati di relegare certe notizie all'epoca di Bettino Craxi, in quella che tanti si affannano a chiamare "Prima Repubblica"...

Insomma, perché negarlo? Grandi Opere vogliono dire "Grandi mazzette". E per fortuna che ci sia stata risparmiata l'assegnazione e l'organizzazione delle Olimpiadi del 2020 e che sia messo da parte il folle progetto del Ponte sullo Stretto di Messina...

Ora, ben oltre le idee e gli intendimenti propri del Governo di Matteo Renzi, riteniamo che se lo Sviluppo e l'Economia dell'Italia non possano prescindere dallo spartir Tangenti, all'arresto dei ladri, dei riciclatori e di tutti i furfanti in doppiopetto e colletto inamidato, debba far da doveroso contraltare lo Stop a progetti faraonici, spesso inutili alla gente comune (ovvero a chi dell'Onestà e della Legalità faccia un vanto, prima ancora che un'imposizione) e che tuttavia, si trovi a dover finanziare un gigantesco "furto" orchestrato alle sue spalle e nelle sue tasche, che nelle Istituzioni nasce, cresce e finisce per ingrassare i soliti noti e amici al seguito.

Per concludere, tornando all'inizio di questa sentita riflessione, piuttosto che perdere tempo e sonno, passando notti in bianco a vedere correre sgrammaticati e presuntuosi, Patrioti "pane e salame", preferiamo continuare ad aprire i giornali, al mattino, tifando per ben altri rappresentanti dell'Italia impegnata, per davvero, per il bene di tutti: i Magistrati della Repubblica, per l'appunto.

D.V.

P.S.: ringraziando la Magistratura per l'impegno profuso, affinché la Legge, la Legalità, la Giustizia e l'Onestà non passino di moda, confidiamo nel fatto che qualche solerte Procuratore della Repubblica, apra quanto prima (sempre che non l'abbia già fatto, ndr), un fascicolo d'inchiesta anche sulle vere "ragioni" che spingano a desiderare tanto ardentemente sia la TAV, sia gli F35. Il cittadino ligio e probo sentitamente ringrazia

 
 
 

Un "Obiettivo Comune" chiamato cambiamento.

Foto di cornell2

"La migliore politica è far Politica". (D.V.)

Incipit. Come tanti cittadini dei nostri tempi, quando penso alla Politica sono sempre combattuto: da un lato l'importanza della Partecipazione e dell'impegno in favore del proprio Paese; dall'altro, un innegabile senso di vero e proprio schifo.

Tutto è cominciato laddove l'acqua nasce, scorre e (nonostante la Crisi) arricchisce la comunità...

Era l'inizio di Aprile, quando quasi per caso, mi fu messo fra le mani un volantino come tanti... Di quelli, per intenderci, che finiscono per intasare la cassetta delle lettere e che io, usualmente, accartoccio distrattamente senza leggere. In effetti, odio la pubblicità!

Stranamente però, in quest'occasione feci un'eccezione - magari per volere del fato, o magari, per il suo insolito colore Verde "speranza" - e lessi da cima a fondo le parole, le riflessioni, le proposte che ivi erano elencate e soprattutto, accettai l'invito che riportava.More...

L'idea di fondo era semplice: partecipare ad un'assemblea pubblica, per decidere se e come costituire una lista civica, da opporre all'Amministrazione uscente (emanazione del PD, ndr), alle successive elezioni del 25 Maggio 2014.

Messo da parte il mio consueto scetticismo e la polemica sterile, limitata alle mura domestiche e ai "dibattiti da bar" con gli amici, con "armi, bagagli e buone intenzioni" inviai un'e-mail all'indirizzo segnalato e dopo qualche ora ricevetti una risposta.

Il mittente era G.M., noto imprenditore del mio Comune, di cui avevo sentito parlare ma che non conoscevo, se non per l'esser stato a capo della Minoranza, in seno al Consiglio Comunale dell'ultima Legislatura. Egli mi disse subito, che avrebbe avuto piacere d'incontrarmi per discutere del progetto.

Un po' titubante, mi presentai alla prima riunione, il giorno stabilito, all'orario prefissato. I punti fermi su cui avrei appoggiato la mia disponibilità? Né Matteo Renzi, né Silvio Berlusconi sono mie fonti d'ispirazione. Ergo: se costoro fossero stati i "fari" dell'iniziativa, per quanto in ambito locale, mi sarei tirato indietro. Nessuna remora invece, ad accettare un impegno col M5S.

Varcata la soglia della sala conferenze, uno sparuto gruppo di persone era in attesa che altri "coraggiosi" si facessero avanti. Feci pochi passi e mi presentai. Subito si alzò in piedi il fautore della riunione che mi venne incontro e mi porse la mano con un sorriso sulle labbra. In poche parole, spiegai le ragioni della mia adesione. Poi mi sedetti ad ascoltare. Dopo tutto sono uno scrittore, buon uditore e non proprio un grande oratore (idea che, con sommo piacere, di lì a qualche giorno avrei visto ribaltare).

Quando fu chiaro che non si potesse andare oltre le due dozzine di presenti, fatte le opportune premesse, fu avviato un civile dibattito. Ciascuno espose la propria idea, sul perché fosse giusto mettere assieme una formazione davvero trasversale, che evitasse sul nascere l'ipotesi che gli elettori si presentassero innanzi all'urna, con un unica scelta.

Alla fine, microfono alla mano e voce tremante, espressi il mio pensiero: "abbattere il muro che separa la gente dall'Istituzione Comunale; dire basta al nulla fattuale e al clientelismo; dare un futuro alla cittadina e speranza ai giovani"... E citando prima il "fu" Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e poi (senza dire il suo nome, ndr) un Gianfranco Fini d'annata, aggiunsi: "Ad altri cinque anni di questa Amministrazione incapace, io non ci sto (...) Facciamo in modo che ognuno dei nostri voti, rappresenti una picconata al Sistema". Applausi... Addirittura!

Quella sera, furono piantati i primi paletti: Si, ad un'alternativa da presentare all'elettorato e si all'indicazione del candidato Sindaco (individuato come logica voleva, in G.M., con l'appoggio di tutti i presenti).

Dopo qualche giorno, visti i tempi strettissimi, ci ritrovammo nello stesso luogo (una bellissima chiesa sconsacrata, trasformata in sala multimediale, in pieno centro storico, ndr), per definire sia il nome da dare al gruppo, sia i dodici cittadini da "mettere" in lista, chiarendo immediatamente che non ci sarebbe stato spazio per posizioni estremiste, tanto di Destra, quanto di Sinistra, né per individui aventi carichi pendenti con la Giustizia.

Con metodo degno della più "vera" Democrazia, non ci fu designazione diretta da parte del candidato Sindaco, bensì un voto incrociato tra i potenziali eleggibili. Alla fine, anch'io fui della partita, combattuto tra un sentimento di orgoglio e il timore di non essere all'altezza.

Con l'occasione, fu approvata la proposta di realizzare un Simbolo recante l'effige stilizzata dell'Arcobaleno, in ragione dei suoi molteplici e variegati significati: speranza, rinascita e trasformazione su tutti.

Mentre i giorni passavano e la piazza (quella principale, ndr) si riempiva, la competizione cresceva. E poiché il Paese è piccolo e come è ovvio (seppure illogico) che sia, la gente mormora, dall'opposto schieramento non tardarono ad arrivare "note di biasimo", a me indirizzate, del tipo: "ma come? Non eri di Sinistra"? La mia risposta, ribadita a più riprese, molto semplicemente fu: "Perché, secondo te il PD è un Partito di Sinistra? Se ne sei convinto davvero, credo che Antonio Gramsci ed il compianto compagno Enrico Berlinguer, si stiano rivoltando (per l'ennesima volta, ndr) nella tomba (...) E comunque sia, sì, sono di Sinistra come può esserlo soltanto il secondogenito di una coppia in cui il marito era operaio e la moglie casalinga. E certamente, lo sono più di te". Insomma, fu un po' come dire: sciacquati la bocca...

Dopo altri due incontri, fu aperta anche la sede del nostro Comitato, il quale avrebbe avuto il compito di promuovere tra la gente, il Programma della nuova formazione politica. Insomma, le cose ingranavano e le cose parimenti giravano nel verso giusto, nella migliore tradizione della (rara) Partecipazione dal basso, priva d'ingombranti sovrastrutture di Partito.

Il Programma. Strano ma vero, l'intero testo fu messo nero su bianco dagli esponenti di lista, oltreché da qualche volenteroso, capace ed impagabile "simpatizzante", via internet. Ciascuno era libero di dire la sua, integrando, correggendo il testo e perché no, contestando civilmente l'altrui aggiunta, ora per ora, sfruttando il proprio tempo libero e una semplice connessione web.

Una volta che fu stesa la versione definitiva, venne il tempo di presentarlo agli elettori, assieme a noi candidati. Di lì a poco, avrei dovuto mettere da parte la paura che stringe lo stomaco e vestire i panni di un "Cicerone" fra tanti, con l'obbligo di non sbagliare, di dire il vero e di convincere i potenziali elettori. La parola d'ordine con cui mi davo coraggio era: "spirerà aria nuova, in questo Paese deserto e senza vento"...

In vista del mio primo "comizio", definii pian piano i punti su cui avrei fatto leva. Ciò mi aiutò non poco e l'impatto con la platea fu migliore di quanto avessi potuto immaginare, specie perché, avendo dovuto parlare per ultimo, la tensione aveva finto per raggiungere dei picchi assai elevati; "stellari" anzichenò!

Alla seconda occasione, d'altro canto, non avendo avuto sentore di dovermi nuovamente appellare alla "bontà del pubblico", improvvisai con successo un discorso degno del miglior "politicante" della prima ora (con la "piccola differenza" di essere veramente onesto, ndr) e con il peso, non secondario, di doverlo esporre davanti alla telecamera.

I giorni seguenti furono frementi. Prima giunsero i "santini", poi i pieghevoli da consegnare alle persone. Senza contare la necessità di mettere da parte un po' della propria dignità, andando a chiedere il voto casa per casa, sulla falsariga dei troppi, insopportabili, professionisti della Politica.

E proprio mentre la "carriera di potenziale Amministratore" cresceva, bisognava fare i conti con la carriera professionale, mettendo in fila impegni ed orari... Uno stress non da poco.

E che dire, poi, dell'incontro con gli abitanti del mio quartiere, nel centro sociale di zona? A parte qualche voce dissonante (che edotta della mia iniziativa, aveva bollato il tutto come una velleitaria impresa legata a chissà quale interesse e proclamato il proprio appoggio ai "professionisti" della Politica, ndr), sulla carta sarebbe stata un'occasione unica per riallacciare legami e per rivedere facce di un tempo lontano, più vecchie e raggrinzite, ma di certo sempre battagliere.

Peccato che, nella migliore tradizione Italica, tra il dire (leggi "partecipazione prevista all'evento") e il fare (leggi "partecipazione effettiva"), ci sia di mezzo il mare... Del tipo: io ci metterò la faccia (pronto nel caso, a saltare sul tuo carro), prima però, mettici la tua e vedi se riesci a vincere.

Comunque sia, settimana dopo settimana, giorno dopo giorno, venuto meno il tempo utile, trascorse le infinite ventiquattro ore di silenzio elettorale, si era giunti finalmente al dunque. Dopo aver riempito le altrui cassette della posta, come mai avrei pensato di fare; dopo aver stretto mani; ricevuto appoggio e attestati di stima; ecc. ecc. era tempo di raccogliere i frutti. L'emozione era palpabile, così come era viva e sincera la consapevolezza di poter vincere, in virtù dell'aria nuova che si respirava.

Proprio per questo, la Domenica delle elezioni evitai di recarmi al seggio al mattino presto (come sono fare da sempre, ndr), deciso a presenziarlo nelle ore serali di massimo afflusso, assieme agli altri amici della lista. Rividi facce di un passato più o meno lontano, con la speranza che un cenno con la mano, una strizzata d'occhio e una pacca sulla spalla avrebbero avuto, di lì a poco, un conseguente risvolto sulla scheda. Invece...

Invece, il giorno successivo, finito lo spoglio delle schede, la "sentenza" fu disarmante: la "vecchia Politica", seppure con uno scarto bassissimo, aveva nuovamente prevalso. La nostra lista era giunta seconda e il mio risultato non fu affatto soddisfacente. Due colpi al cuore, nel giro di qualche secondo, amplificati dal modo scomposto con cui gli avversari avevano avuto l'ardore e la faccia tosta di festeggiare...

Or dunque, laddove l'acque nasce, scorre e (nonostante la Crisi) arricchisce la comunità, tutto era finito, inesorabilmente, così come era cominciato. Ancora una volta, un nuovo progetto, un obiettivo comune, era stato scansato...

La doppiezza delle persone, il clientelismo incancrenito, la diffidenza per la novità e la propositività, avevano nuovamente raggiunto l'apice, garantendo altri cinque anni di discussioni futili e inutili, ravvivate dalla promessa che: "però, la prossima volta"...

Cose che succedono, in parecchi "dove", in Italia.

D.V.

P.S. Passati i giorni, sbollite a fatica la rabbia e la delusione, la promessa che mi sento di fare è questa: "qualcosa di mio lo lascerò, in questo mio tempo" (cit. Timoria, ndr). Perché la sconfitta è formativa; è un insegnamento... E di certo non non è un punto d'arrivo, bensì un trampolino verso il cambiamento!

 
 
 
 
 
 
 

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