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Un blog creato da cornell2 il 24/05/2009

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Messaggi di Giugno 2015

"Reconquista". Oltre la rabbia e l'orgoglio.

Foto di cornell2

"Intimiditi come siete dalla paura d'andar contro corrente cioè d'apparire razzisti (parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza, è su una religione), non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata alla rovescia. Abituati come siete al doppio gioco, accecati come siete dalla miopia, non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All'annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci. Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po' più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri […]". (Oriana Fallaci).

Incipit. Se c'è una cosa di cui sono assolutamente certo è che soltanto i morti e gli stolti non siano soliti cambiare opinione. I primi, perché non più in grado, causa ovvie ragioni di trapasso ultra-terreno; i secondi, perché la stupidità, ahimé, è un "lusso" a cui non si rinuncia facilmente. Parimenti, sono certo che la Virtù e la vera forza dell'uomo risiedano anche nella capacità di chinare umilmente in capo, senza flagellarsi, per chiedere "semplicemente" scusa. 

Proprio facendo perno su queste mie convinzioni, posso, devo e voglio chiedere scusa ad Oriana Fallaci

Scusami Oriana. Scusa per aver pensato che le tue irose e cieche parole di Rabbia, dedicate anni fa al "nemico mussulmano", fossero esagerazioni verbali indotte da "dolorosi sentimenti" post-11Settembre. Scusa per aver immaginato che avessi voluto cavalcare l'onda dell'indignazione popolare, soltanto per regalarti un nuovo "best-seller". Scusa per aver messo in dubbio la tua professionalità di giornalista, costruita nel tempo su infiniti fronti di guerra, a rischio della vita. Scusa per aver ritenuto che, in fin dei conti, al di là delle situazioni del momento, la Democrazia fosse in grado di prevalere, sempre e comunque, a dispetto delle tue arcigne sicurezze. Scusa per aver pensato che le tue sentenze sputate in faccia al mondo, fossero soltanto gli incubi mortali di una donna incancrenita dal proprio presuntuoso, saccente e superato Orgoglio, prima ancora che dalla malattia provocata dai "campi di tabacco" inspirati ingordamente e a pieni polmoni, nel corso dei decenni. 

Il Jihad. La cronaca racconta che l'Islam moderato sia soltanto una creazione di certa parte della nostra Politica incapace; un'artificiosa speranza della nostra insulsa Diplomazia; un demenziale auspicio delle frotte d'insolenti buonisti che osservano il mondo con "occhi a forma di cuore", che si muovono con lo spirito di un soldato dell'Esercito della Salvezza e che rifiutano di considerare che la Realtà sia ben altro. Come dire: mentre ci si arrovella e si filosofeggia, non su cosa siano il Bene e il Male, ma su quali siano le ragioni che spingano il Male ad agire contro il Bene e su altre sciatte discussioni di tal risma, noi altri, figli del mondo occidentale, siamo diventati dei facili bersagli di chi, ergendosi a portatore della Fede (la propria, ndr), punti dritto alla nostra gola.

Proprio io, che avevo in odio la Tirannia che affliggeva il Medio Oriente e il Nord Africa e che aspettavo con ansia la fine dei regimi totalitari dei Talebani in Afghanistan e di Saddam Hussein in Iraq (sebbene criticassi aspramente l'azione di guerra preventiva patrocinata dalle Cancellerie Occidentali, ndr) e che vedevo con speranza il "vento delle Primavere Arabe" che spingevano al tracollo Bashar al-Assad in Siria (attualmente cristallizzato, in attesa degli eventi, ndr), di Hosni Mubarak in Egitto e di Muammar Gheddafi in Libia, ho finito per capire, molto pragmaticamente, che la cura proposta a base di princìpi democratici, fosse in realtà peggiore del male causato dalle costrizioni dittatoriali, necessarie a tenere a bada i primordiali istinti di tali Nazioni.

Sulla carta, in questo sciagurato mondo, viviamo tutti nel ventunesimo secolo. Tuttavia, per oltre un miliardo di persone (numero tendente inesorabilmente ad un'inarrestabile crescita, ndr) il tempo si è fermato al "Profeta". La sola legge si chiama Sciaria e le sole ragioni di vita sono il rispetto del Corano e il suo insegnamento, imposto anche con la forza della spada, agli infedeli. 

Questioni talmente risapute e dibattute da sfiorare l'ovvietà. Eppure, troppo spesso quelle stesse questioni finiscono per essere dimenticate. Allo stato, a fronte delle mani insanguinate dello Stato Islamico, tali ovvie considerazioni hanno assunto il valore di irrinunciabili Verità.

"I Turchi hanno già preso Vienna". Non mi perderò a "pescare nel recente passato", per rammentare le ragioni che abbiano condotto a temere un nuovo Califfato da Baghdad a Rabat e chissà, dal Caucaso al Kosovo. Non serve più fermarsi a ragionare su chi abbia causato cosa: il colonialismo; l'imperialismo "a stelle e strisce"; la CIA e altre amenità simili, varie ed eventuali.

Mi limito perciò a guardare all'Italica "quarta sponda" e a puntare il dito contro i motivi che ne abbiano causato il crollo. Non foss'altro che per le grane che provochi al nostro Paese il suo essere porto di partenza di decine di migliaia di persone allo sbando. Fatto enormemente amplificato dalla perdurante assenza di una severa Politica nazionale, in materia d'immigrazione.

Indubbiamente, nelle vicende che hanno condotto l'ex-colonia Fascista nelle mani del Terrorismo Islamista, possono essere identificati due responsabili principali.

Il primo è Nicolas Sarkozy, reo di aver deciso di sua sponte, nel 2011, la fine del Regime del "Colonnello" (troppo frettolosamente e senza un programma preciso riguardo a "cosa fare dopo”, ndr) giusto per placare la sete di Dollari e di Petrolio, oltreché la nota "grandeur” della Francia, di ieri e di oggi. 

Il secondo è Barack Obama, che dopo il riuscito attentato contro l'ambasciatore USA, Chris Stevens, morto a Bengasi nel 2012, è rimasto letteralmente immobile, capace al massimo di ciondolare nell’indecisione e di buttare un occhio, di quando in quando, su Tripoli e dintorni, senza mai interessarsi veramente dell'avanzata dell'ISIS / ISIL, su quella terra lontana. 

Quanto al nostro Governo, o meglio, agli Esecutivi che si sono susseguiti negli ultimi anni, la sola espressione che mi viene in mente è: non pervenuto. In particolare, quello attualmente in carica, presieduto da Matteo Renzi, appare perennemente stordito riguardo al da farsi. Da una parte, i Ministri Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti che più volte hanno ribadito la propria disponibilità ad "armare le truppe". Dall'altra un Presidente del Consiglio arrendevole e attendista e un Ministro degli Interni, Angelino Alfano, che, disperso tra un discorso sulla Sicurezza e l'altro, sembra tuttalpiù impegnato in una sorta di sempiterna campagna elettorale, tendente a far dimenticare tutte le falle della sua guida, in capo a quell'importante dicastero.

E mentre il "pantano" si allarga e continua a circondarci (come dimostrato dalla nuova strage compiuta nella vicina Tunisia e dagli attacchi portati qua e là, in seno all'Europa, ndr), nel ciarlare dei Governi "Alleati", è d'obbligo una nota citazione di Douglas MacArthur che così recita: "La storia di insuccessi bellici può riassumersi in due parole: troppo tardi. Troppo tardi nel comprendere il proposito micidiale di un potenziale nemico; troppo tardi nell'accorgersi del pericolo mortale; troppo tardi nel prepararsi; troppo tardi nell'unire tutte le forze possibili per la resistenza; troppo tardi nello stabilire un'intesa con i propri amici“. Ecco, in attesa del divenire degli eventi, il rischio è che la sua "profezia" si avveri ancora una volta, con la possibilità, Dio non voglia, che sia quella definitiva...

Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo. Per quanto sia difficile dover decidere e scegliere in senso assoluto tra bianco e nero, in tutta onestà, tra mantenimento della Libertà e suo totale annientamento, non ho tentennamenti a preferire la prima opzione.

E' un obbligo assoluto quello di rifuggire la prona accettazione che "noi si debba"... Ed è un dovere quello di dire, chiaramente, che se qualcuno creda di poterci rendere stranieri in Patria, sia totalmente fuori strada. Ergo, la soluzione non può non passare per una moderna "Reconquista" di ciò che eravamo e di ciò che siamo, affinché non ci sia imposto ciò che saremo. E se per giungere a tale traguardo sarà ritenuto lecito emendare la Costituzione liberale che unisce il Vecchio e il Nuovo Continente, non sarò certo io a mettermi di traverso.

Estremismo per estremismo. Laddove non vi sia "Reciprocità" di trattamento, è necessario ribadire con Rabbia che non siamo disposti a veder calpestare il nostro "essere", morale, etico o religioso che sia e dire con Orgoglio che le nostre radici sono ben salde nel fertile terreno della Cristianità, a dispetto delle immancabili ed insulse accuse di servilismo bigotto verso il pur sempre discutibile Potere Vaticano. 

O prendiamo atto di ciò, o tra qualche lustro, la nostra Società si troverà a fare i conti con "usi e costumi" imposti con la forza delle armi. E allora, le insipide discussioni sull'universalità dei Diritti Civili, sull'emancipazione femminile, sulla Legge, sulla Giustizia, sulla laicità dello Stato e financo su cosa sia giusto o sbagliato, saranno soltanto un lontano ricordo del bel tempo ormai andato... 

D.V.

P.S. Scusami Oriana. Scusa ancora per non aver compreso prima la tua lungimiranza di donna inquieta, di cittadina del mondo e di conoscitrice dei fatti. Il Presente passa per il Passato della tua penna, piena d'illuminata Rabbia e di consapevole Orgoglio: lo scontro finale è in atto e noi siamo pericolosamente nel mezzo...

 
 
 

La Verità oltre la Fede.

Foto di cornell2

«Nos igitur circa modum ostensionis huiusmodi, ad omnem erroris et ydolatrie materiam submovendam, de oportuno remedio providere curantes, volumus et tenore presencium auctoritate apostolica statuimus et ordinamus quod, quotienscumque contigerit, decanus et capitulum predicti et alie persone ecclesiastice huiusmodi figuram seu representacionem ostendentes et in huiusmodi ostensione presentes, quandiu ostensio ipsa durabit, capis, superpelliciis, albis, pluvailibus vel aliis quibuslibet indumentis seu paramentis nullatenus propterea induantur, nec alias solemnitates faciant, que fieri solent in reliquiis ostendendis; quodque preterea torticia, facule seu candele minime accendantur, nec luminaria quecumque ibidem adhibeantur; quodque ostendens dictam figuram, dum maior ibidem convenerit populi multitudo, publice populo predicet et dicat alta et intelligibili voce, omni fraude cessante, quod figura seu representacio predicta non est verum sudarium Domini nostri Jhesu Christi, sed quedam pictura seu tabula facta in figuram seu representacionem sudarii quod fore dicitur eiusdem Domini nostri Jhesu Christi». (Clementis VII Pontifex Maximus - Avignon, 6 Ianuarius 1390)

Incipit. Indubbiamente, ogniqualvolta si abbia a che fare con le "cose di Religione", i credenti non possono far altro che riporre la propria Ragione e porgere orecchio alle parole altrui, siano esse quelle della Bibbia e dei Vangeli Canonici, o siano esse quelle declamate in Chiesa ogni Domenica, dalla "Voce di Cristo" di turno. 

Ciò, confidando ovviamente che la propria Fede sia ripagata dalla Verità e che, parimenti, la Verità sia quella "vera" in senso assoluto. 

Per quanto arduo, in tempi di Relativismo dominante, dove tutto finisce per assumere l'insipido sapore di un discutibile punto di vista, la Virtù dell'individuo sta proprio nella ricerca della Verità oltre la Fede, non tanto per confutare le Scritture e la Catechesi, quanto per dare risposta alle proprie domande interiori, nella speranza di colmare il senso di vuoto e di solitudine trasmesso dalla Vita in generale e da questo folle mondo in particolare. 

"I want to believe". Insomma, la Virtù è un "dogma" che non sta nel cieco laicismo sbandierato come retaggio dell'Illuminismo, né nella sorda accettazione di tutti gli insegnamenti "piovuti dal Cielo" mediante l'umano verbo, ma nella curiosità di trovare il modo e la maniera per congiungere due assiomi (Verità e Fede, per l'appunto, ndr), apparentemente inconciliabili. 

La Storia racconta che la Dottrina Cattolica sia stata "costruita", Concilio dopo Concilio, Bolla (Papale, ndr) dopo Bolla, Enciclica dopo Enciclica e ovviamente, Papa dopo Papa... Come dire: porta il marchio "made in Vaticano", a prescindere da tutto ciò che, "forse sì o forse no", fu detto e fatto in principio. 

E' forse per questo che la massima difficoltà stia proprio nella "scissione" tra Verità delle origini e Verità decisa dall'uomo (per interesse, per auto-referenzialità, per saziare la sete di fama e la fame di gloria, o, addirittura, per ripicca, ndr) e pertanto, di per sé fallibile. Ed è proprio per questo che, ai nostri occhi, oggi, dopo secoli di autoritarie storpiature Istituzionalizzate, parlare di Fede e Verità, è un po' come immaginare Don Chisciotte lanciarsi al galoppo contro i mulini a vento.

La liceità del dubbio. Un "caso di scuola", giustificato dalla nostra premessa, è quello della Sindone. Il dibattito sul suo essere Sacra (avendo per taluni avvolto il corpo di Gesù, come sudario, dopo la sua crocifissione, ndr) si riaccende ogni volta che se ne annunci un'ostensione.

Per quanto la Scienza abbia già dato il proprio responso mediante la prova del Carbonio 14, determinandone una data di "produzione" posteriore all'anno 1000 d.C. e nonostante la contrapposizione apparentemente ideologizzata di alcuni studiosi, ostinatamente schierati in difesa della sua originalità, non è sulla Scienza che vogliamo porre le basi del nostro "castello di dubbi", bensì, molto semplicemente, sulla Storia. 

Somma Eresia. E proprio facendo perno sulla Storia, una cosa dovrebbe essere ribadita, ovvero che la Sindone non rappresenti il volto del Messia. 

In effetti, vi è almeno un atto ufficiale della Chiesa in grado di supportare l'ipotesi che il "divino lenzuolo" sia soltanto una delle tante mistificazioni religiose giunte sino a noi, da un’epoca, quella Medioevale, in cui tra vendita delle indulgenze, trafugazione delle reliquie e Concili Ecumenici “ad personam”, il Potere Spirituale soverchiava impunemente le anime in pena. 

Mistificazioni che, è bene ricordarlo, furono parte delle ragioni che, poco più di un secolo dopo, condussero alla Riforma Protestante patrocinata da Lutero.

Partendo dall'estratto in Latino con cui abbiamo scelto di aprire questa nostra riflessione, è d'obbligo rammentare che Papa Clemente VII, il 6 Gennaio 1390, dichiarò la "non autenticità" del telo, emanando una Bolla che imponeva di dire ad alta e chiara voce, durante ogni ostensione, che la Sindone non fosse il vero sudario di Gesù, ma una figura o una sua rappresentazione.

Per completezza informativa, va ricordato che tale Pontefice fosse in realtà un Anti-Papa (il Clemente VII "ufficiale", ossia Giulio de' Medici, diventerà Primate di Cristo solo nel 1523) e che Roberto da Ginevra (questo il suo vero nome) assurse al Soglio di Pietro, nel 1378, essenzialmente col solo favore dei Cardinali Francesi. Ciò, in contrapposizione ad Urbano VI (nato Bartolomeo Prignano) consacrato Papa alla morte di Gregorio XI, dagli altri Elettori Cardinalizi.

Ora, sebbene la classifica di Papi ed Anti-Papi sia quanto mai opinabile e incerta e nonostante che per il Diritto Canonico la Bolla di un Anti-Papa non abbia un gran valore giuridico, cotanta contestazione di autenticità non può essere sottaciuta.

Una soluzione dignitosa. A nostro avviso, per tirar via quel velo d'illusione che adombra la Fede e propone una Verità di comodo (se non del tutto artificiosa, ndr), sarebbe utile, financo necessario, che prima, durante e dopo ogni sua esposizione, si tornasse a leggere, con voce ferma, chiara e decisa, quanto imposto nel '300.

Taluni, probabilmente, vedranno in tale proposta una scelta azzardata, o una vera e propria rivoluzione. Tuttavia, per quanto attenga alla nostra visione di Cristiani dubbiosi, è assai più deprecabile che a Roma, "al di là del Tevere", si preferisca continuare ad abusare della Fede di milioni di persone - persi dietro ai mille rivoli della moderna "dannazione terrena" - scegliendo di rimanere nel vago, piuttosto che svelare definitivamente, un potenziale falso storico e teologico, che non fa altro che rinvigorire arcaici istinti iconoclasti. 

Una scelta ardua. Le Sacre Scritture dicono: “la Verità vi renderà liberi”! Sarà poi vero? Alle Alte Gerarchie Ecclesiastiche l’ardua sentenza... 

D.V.

Ci auguriamo che il vento del cambiamento che ha preso a spirare nei "mummificati" Palazzi Vaticani, grazie a Francesco (un "Papa del popolo", prima ancora che un Papa popolare, ndr), possa essere d'aiuto a ristabilire "ciò che deve essere".

 
 
 
 
 
 
 

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