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Messaggi di Agosto 2016

La Guerra di Religione, ai tempi del Jihad.

Foto di cornell2

«Perbacco, su questo pianeta nessuno difende la propria identità e rifiuta d'integrarsi come i musulmani. Nessuno. Perché Maometto la proibisce, l'integrazione. La punisce. Se non lo sa, dia uno sguardo al Corano. Si trascriva le sure che la proibiscono, che la puniscono. Intanto gliene riporto un paio. Questa, ad esempio: "Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia con gli infedeli. L'amicizia produce affetto, attrazione spirituale. Inclina verso la morale e il modo di vivere degli infedeli, e le idee degli infedeli sono contrarie alla Sharia. Conducono alla perdita dell'indipendenza, dell'egemonia, mirano a sormontarci. E l'Islam sormonta. Non si fa sormontare". Oppure questa: "Non siate deboli con il nemico. Non invitatelo alla pace. Specialmente mentre avete il sopravvento. Uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Assediateli, combatteteli con qualsiasi sorta di tranelli". In parole diverse, secondo il Corano dovremmo essere noi ad integrarci. Noi ad accettare le loro leggi, le loro usanze, la loro dannata Sharia (...) Basta ricordare ciò che Boumedienne (dal quale Ben Bella era stato destituito con un colpo di Stato tre anni dopo l'indipendenza dell'Algeria) disse nel 1974 dinanzi all'Assemblea delle Nazioni Unite: "Un giorno milioni di uomini abbandoneranno l'emisfero sud per irrompere nell'emisfero nord. E non certo da amici. Perché vi irromperanno per conquistarlo. E lo conquisteranno popolandolo coi loro figli. Sarà il ventre delle nostre donne a darci la vittoria" (...) Una Religione (l'Islam, ndr) che si identifica con la Politica, col governare. Che non concede una scheggia d'unghia al libero pensiero, alla libera scelta. Che vuole sostituire la Democrazia con la madre di tutti i totalitarismo: la Teocrazia. Come ho scritto nel saggio "Il nemico che trattiamo da amico", è il Corano non mia zia Carolina che ci chiama "cani infedeli" cioè esseri inferiori poi dice che i cani infedeli puzzano come le scimmie e i cammelli e i maiali. È il Corano non mia zia Carolina che umilia le donne e predica la Guerra Santa, la Jihad. Leggetelo bene, quel "Mein Kampf", E qualunque sia la versione ne ricaverete le stesse conclusioni: tutto il male che i figli di Allah compiono contro di noi e contro sé stessi viene da quel libro. È scritto in quel libro. E se dire questo significa vilipendere l'Islam, Signor Giudice del mio Prossimo Processo, si accomodi pure. Mi condanni pure ad anni di prigione. In prigione continuerò a dire ciò che dico ora. E continuerò a ripetere: "Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere"». (Oriana Fallaci).

Incipit. Ogni veleno abbisogna di un antidoto. Qualunque malattia necessita di una cura. Il cancro va estirpato dal corpo del paziente, prima che il corpo stesso sia afflitto e sconfitto dalle metastasi... E se occorre, ben venga l'accanimento terapeutico, quando la speranza non sia del tutto venuta meno. "Preservare la vita" (e possibilmente anche il proprio stile di vita, ndr): ecco l'unico, indiscutibile e obbligato intendimento.

Guerra sovranazionale di popoli e di Religione. Eccoci qua, dunque, ad affrontare nuovamente la cronaca senza tempo di questo sciagurato presente. Un presente che in un crescendo di terrore, tra un attentato riuscito e dieci altri impediti da chi lavora nell'ombra per la nostra Sicurezza, ci vede prigionieri in casa nostra. Un presente che tra aggressioni di cani sciolti e azioni mirate di gruppi votati al Jihad, vede una conta crescente di decine di morti dilaniati e mutilati e di centinaia di feriti nel corpo e nell'anima. 

Un presente che, nonostante i forzati dinieghi e le false rassicurazioni di taluni (siano essi Papa Francesco, Sergio Mattarella o Laura Boldrini, ndr) che dall'alto dei loro scranni si attardano a farci credere il contrario, non è altro che una Guerra di Religione. Anzi, "di religioni". Una guerra che non fa prigionieri. Una guerra che tra carichi di armi e barili di petrolio parte da Wall Street e giunge fino alle città Europee che grondano sangue, passando per le madrase Pakistane, per Tora Bora, per Baghdad, per Aleppo, per Sirte... E che al Dio Dollaro contrappone Allah e il suo Profeta.

Eccoci qua, a guardare con gli occhi sempre più assuefatti immagini strazianti e ad ascoltare racconti angoscianti, impauriti a ragionare col dolore del cuore, nell'attesa di sapere se la lista delle vittime di turno sveli o meno il nome di un nostro caro, di un amico, di un conoscente. Eccoci qua, a soffrire nostro malgrado e della "sindrome dell'Assedio permanente", sulla falsariga di quanto accade da sempre nel fin troppo vituperato Israele.

L'Europa prende coscienza, giorno dopo giorno, che il suo presente e il suo futuro siano fatti di paura e insicurezza, a causa di un passato per nulla lungimirante, nei confronti della "questione Islamica"

In principio furono i "Mori". La Storia racconta che l'Europa, specie quella affacciata sul Mediterraneo, abbia da sempre avuto a che fare con le smanie di conquista delle popolazioni Arabe e Ottomane, spinte dal vessillo della mezza Luna. Dallo scontro di Poitiers, combattuto dall'eroe Carlo Martello, alla lotta secolare tra regni cristiani e califfi di Spagna. Dalle scorribande piratesche contro la penisola Italica, alla battaglia di Lepanto. Dall'assedio di Costantinopoli, a quello di Vienna.

D'altro canto, la Storia racconta che nel corso di secoli a noi più vicini, le Corti occidentali prima e i Governi "moderni" poi, abbiano rinfocolato lo scontro mai sopito tra due mondi antitetici, per assecondare le ragioni del Potere coloniale e per accrescere il dominio delegato loro dalla "diplomazia delle sfere d'influenza", azzerando sul nascere ogni possibilità di conciliazione e di pacifica convivenza.

Detto ciò, siamo onesti: se Lawrence d'Arabia fosse stato ancora tra noi, dopo essersi guardato attorno, con l'occhio fisso verso Calais, scosso dagli infausti eventi in divenire, avrebbe votato per la Brexit, "alzato muri" e messo mano alla fondina. E ovviamente avrebbe maledetto quanto fatto ad Aqaba, in passato, per conto di Sua Maestà...

Comunque sia, qualunque siano i personali punti di vista e ovunque si annidino le ragioni, la realtà dei fatti è che oggigiorno, il Vecchio Continente si trovi a dover reagire in casa propria ad attacchi sferrati al proprio interno, sia da cittadini "acquisiti" da un paio di generazioni, sia da forze migratorie dirompenti, etichettate ipocritamente come "ondate di rifugiati in fuga da guerra e miseria e in cerca di un futuro migliore"...

Dalla politica coloniale alla politica "delle braccia conserte", per vedere l'effetto che fa. Se è vero che Nazioni con un passato imperiale e imperialista come Regno Unito e Francia si trovino a soffrire le conseguenze della dismissione dei propri domini d'oltre-mare; che altre, come la Germania, ancora stordite dai postumi del "male assoluto" soffrano la sconsiderata apertura agli "asilanten" degli ultimi sessant'anni e che altre, come in Paesi Scandinavi, abbiano finito per pagare la politica delle porte aperte allo straniero, perorata da troppi decenni di Socialdemocrazia, è vero anche che altre Nazioni, come l'Italia, si trovino a soffrire l'impreparazione e l'incapacità di Governo, esplosa all'inizio degli anni '90 con l'attracco della Vlora nel porto di Bari...

La cecità delle Istituzioni Nazionali e di quelle comunitarie e la disorganizzazione nel prevedere e nel gestire un fenomeno destabilizzante lo status quo sociale ed economico, fa accapponare la pelle. I libri racconteranno, un giorno, che mentre un moderno "limes" ideologico e geografico cadeva, nelle Cancellerie Occidentali si discuteva sul nulla, lasciando a quell'aborto politico chiamato UE, il compito di prendere decisioni. Decisioni, per inciso, insensatamente vuote nei presupposti, negli atti e nei risultati.

L'invasione del Bel Paese. Vi era un tempo in cui, in Patria nostra, la massima espressione umana dell'esotismo era il "marocchino" che insistentemente, ma educatamente, da "ospite riconoscente" quale si sentiva, cercava di appioppare occhiali di plastica e orologi contraffatti a divertiti bagnanti accalcati sulle spiagge. Un tempo in cui, quasi come una vergogna, si raccontava che le percentuali di stranieri alberganti sulla Penisola, fossero cosa esigua, ad esempio, rispetto a quelle dei nostri vicini d'Oltralpe.

Poi venne l'oggi. Oggi, in cui al degrado dei centri d'accoglienza, alla spartizione di risorse sotto banco e agli abusi del caporalato agricolo, fa da contraltare il sottobosco delle frotte di clandestini che, presunti rifugiati o meno che siano, scriteriatamente sparpagliati sul territorio, vivono il proprio status in tutta "legalità", finendo per essere "tutelali" da norme sempre meno efficaci, dall'impossibilità di reazione delle Forze dell'ordine, dalla manica larga di taluni esponenti della Magistratura e dallo sguardo distratto dei politicanti di Governo.

A tal proposito, fa davvero sorridere il fatto che in tempi recenti il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, probabilmente spinto dai sondaggi che vedono crescere il disappunto dei suo connazionali sul tema dell'immigrazione, abbia avuto modo di affermare che i migranti debbano "stare in Italia per lavorare e rendersi utili e non per bighellonare". Bene. Preso atto di quel che tutti vorrebbero, siamo ancora in attesa di una soluzione concreta che svuoti le strade dalle ciurme di perdi-tempo che vivono di espedienti e che magari, sedotti dal richiamo delle Huri promesse dal Corano, studiano e si addestrano per compiere prima o poi, il proprio martirio sulle nostre strade.

"Vogliono soltanto andare nel Nord Europa". Ci hanno illuso per anni che il nostro Paese fosse soltanto una meta di passaggio, necessario approdo per chi cercasse la strada la "parte alta" del continente. Ora che l'intento di sprangare gli ingressi pare essere diventato un obbligo, tanto a Londra quanto a Copenaghen, passando per Budapest e Vienna, cresce il "tappo" messo in conto a Roma. Anziché aprire le caserme per dar spazio alle decine di migliaia di persone che quotidianamente sbarcano in Sicilia o che attraversano la frontiera della Venezia-Giulia, sarebbe il caso di riaprirle per istruire le nuove leve di giovani Italiani alla difesa del suolo patrio. 

Visto e considerato che in Italia‬ il reato di Clandestinità‬ sia venuto meno, la Politica‬ dovrebbe rapidamente adeguare la Legge‬ per evitare che il Paese diventi una sciagurata "terra di nessuno", piena zeppa di troppi "indesiderati ed indesiderabili qualcuno"… Molto pragmaticamente, si potrebbe cominciare col prendere esempio dal Codice Penale Canadese, laddove recita: “Commette reato di Vagabondaggio chiunque, non avendo apparenti mezzi di sostentamento, sia colto a vagare all’aperto o ad alloggiare in baracche o capanni o in qualunque edificio abbandonato o non occupato o in veicoli o carri, vagoni ferroviari o automobili o stazioni ferroviarie, e non sia in grado di dare contezza di sé. Commette altresì reato di vagabondaggio chiunque, non avendo visibili mezzi di sostentamento, non svolga attività lavorativa”. 

Senza leggi che regolino i flussi e che sappiano "discriminare" chi possa e chi non possa attraccare in Europa, non v'è modo di evitare la catastrofe. Non possiamo né dobbiamo attendere che Africa e Medio-Oriente si riversino in un imbuto che porta dritti da questa parte del Mediterraneo. Quando sento parlare di rifugiati, mi viene il voltastomaco. Un rifugiato con fisico da atleta, smart phone e strafottenza da vendere per me è un soltanto un furbastro pronto a vendere sua madre per raggiungere i propri scopi. Donne incinte che decidano d'imbarcarsi verso l'ignoto con tutto il propri fanatismo nascosto da un velo nero, non sono sinonimo di speranza, ma di pericolo.

Se è vero com'è vero che l'ISIS sia un potentato economico, è ovvio che la scelta di minare l'Occidente dal proprio interno passi per il proselitismo via Internet da un lato e per l'invio di "cellule dormienti" già sapientemente edotte del proprio "scopo di morte", dall'altro.

E che dire poi dei bambini istruiti tra AK-47 e corpetti esplosivi, tra Raqqa, Ramadi e Mosul? O del fatto che, stando a un fresco rapporto di Medici Senza Frontiere, il 60% dei "migranti" soffrirebbe di disturbo post-traumatico da stress o di vera e propria patologia mentale? Dovremmo forse garantire loro sedute psico-analatiche vita natural durante, per evitare che prima o poi vestano una cintura esplosiva, agguantino un coltello, o impugnino una pistola?

Perché noi dovremmo accollarci tutto e tutti? Possibile che vi sia ancora chi non voglia capire il rischio che stiamo correndo? Un rischio fatto di contrapposizione etica, morale, culturale, familiare, sociale e spirituale. E parimenti, un rischio fatto di vero e proprio favoritismo economico. Ad esempio, pensi all'Italia e vedi che a fronte di risorse economiche sempre più esigue, si preferisca spendere denaro in favore di un forestiero anziché di un cittadino che paghi le tasse, finendo per discriminare proprio quest'ultimo. Pensi all'Italia e leggi storie di discussioni sul Diritto al Wi-Fi e alla bicicletta, sbandierato da "ospiti" pretenziosi e insolenti (il recente caso che ha visto l'encomiabile "niet" del Prefetto di Monza è alquanto indicativo al riguardo, ndr). E se alzi la voce contro certe vergogne, finisci per essere additato come "cittadino capriccioso", come "nostalgico" o peggio, come un "razzista dell'ultim'ora". Troppo comodo! 

Dalla xenofilia alla xenofobia. A causa della colpevole, connivente ed ideologizzata "disattenzione" della Politica, in pochi lustri il mito "Italiani brava gente" ha lasciato il posto ad una realtà fatta di avversione verso gli stranieri. L'odio nazionalista che in passato era limitato a poche teste calde, si è fatto largo tra i ceti più istruiti e benestanti (anche se parlare di benessere, pare oramai una presa in giro, ndr). E mentre si continua ad "importare" manodopera a basso costo non richiesta, si lascia che la "meglio gioventù Italica" scappi altrove, in cerca di quelle fortune che, nel Paese senza meritocrazia, sono destinate ad altri. Gli unici corridoi umanitari da realizzare non sono certo quelli che accrescerebbero il flusso di altre genti verso questa terra sciagurata, bensì quelli in grado di far tornare a casa i "cervelli in fuga".

Piuttosto che lasciarli elemosinare risorse in casa nostra, è necessario aiutare i profughi in casa loro, partendo dal principio che ciascuno sia padrone in casa propria. Ma ciò non potrà accadere finché i Governi non prenderanno atto che sia necessario ridare senso alla  Cooperazione, parola piena di significati concreti che, per quanto riguarda l'Italia, è caduta in disgrazia oltre vent'anni or sono in qualche sconosciuto porto della Somalia...

Non credo alla favola dell'Islam "moderato" e non credo alle sceneggiate inter-confessionali. E' indubbio che il numero di connazionali colpiti cresca di anno in anno, da Tunisi a Nizza, passando per Parigi, Bruxelles e Dacca... Così come è indubbio che sia soltanto una "questione di tempo", affinché si verifichi uno "spiacevole evento" all'interno dei nostri confini.

Mi pare assurdo che alcuni si attardino ancora a sproloquiare di integrazione, sbandierando la follia dello "Ius Soli" come soluzione contro ogni male! Nonostante sia un fiero difensore dei dettami della Costituzione Repubblicana, credo che se i Padri Costituenti avessero potuto vedere la situazione che ci troviamo a vivere, avrebbero tenuto ben strette le maglie dell'art. 3, sul tema religioso.

Già perché, dopo tutto, nonostante si tenti ancora di negare l'evidenza, tanto l'Italia quanto l'Europa hanno innegabili radici Giudaico-Cristiane. Che errore commisero, i burocrati di Bruxelles e tutte le forze di Sinistra, allorché rifiutarono di riconoscerle nel progetto di Costituzione Europea! Già, che errore. Anche in considerazione del fatto che quando si parli di Islam si parli di Stati Confessionali e di Teocrazie, in cui la reciprocità non esiste e in cui lo sfoggio di una croce sia sinonimo di apostasia, ovvero di un reato da pagare con la vita.

La Laicità vi seppellirà. Mi pare assurdo anche che certi "estremisti dei diritti civili" si trovino a lamentare la militarizzazione delle città, la restrizione del Diritto alla Riservatezza e ovviamente, un "eccesso di sorveglianza" da parte delle Forze di Polizia. Quelli che con le proprie battaglie sciagurate (combattute in nome del "laicismo" e con l'idea che i principii democratici siano universali, ndr) hanno fatto in modo che il problema di convivenza assumesse dimensioni di vero e proprio scontro di civiltà, prostrandosi ad accettare l'inaccettabile e che, rifuggendo la propria Fede, hanno spalancato le braccia alle cantilene del Muezzin, si trovano a protestare per le conseguenze delle loro "malefatte". E' assurdo! E' puerile! E' vile!

E mentre cresce la paura e l'insicurezza verso il futuro e tramonta il sogno di unità in un'Europa sigillata da muri di autodifesa che non voglio affatto biasimare, non posso che confidare, ancora un volta, che si decida presto di avviare una moderna "Reconquista" della nostra terra, dei nostri valori, delle nostre tradizioni e del nostro Credo.

Nell'attesa, conscio che in questa Guerra sporca la carneficina sia soltanto all'inizio, non devo far altro che sperare... Di non essere la prossima vittima della barbarie ad avere il proprio nome scritto su una lista; di non essere la prossima vittima in grado di listare a lutto la bandiera, meritandosi chissà, delle esequie solenni; di non essere la prossima vittima a spingere le Autorità dello Stato a perdersi nel finto dolore, nelle frasi fatte, nei discorsi ripetuti e in mari e monti d'insulse promesse. Non devo far altro che sperare, di non essere la prossima vittima capace d'ingombrare la chiesa con la propria bara...

Che il "nostro" Dio me la mandi buona. E che la mandi buona anche a te. Amen!

D.V. 

 
 
 
 
 
 
 

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