Creato da viscontina17 il 30/06/2012

Bisbigli d'onde

dolci richiami d'essenze

Messaggi di Maggio 2014

SPUGNA CARAIBICA

Post n°243 pubblicato il 31 Maggio 2014 da viscontina17

Le spugne costituiscono un gruppo zoologico ben conosciuto grazie ad alcune specie utilizzate dall’uomo fin dagli albori della civiltà. Questi organismi hanno fatto la loro comparsa sul pianeta circa 600 milioni di anni fa. Non possiedono una forma ben definita e trascorrono tutta la loro esistenza fissati ai fondali marini. La loro forma, generalmente, si adatta a quella del substrato su cui si fissano. Le spugne che si possono incontrare sott’acqua presentano diversi tipi di morfologia: ramificate, incrostanti, globose, a forma di calice o di cuscinetto, solo per citarne alcune. Possono presentare colorazioni quanto mai varie, pallide o molto vivaci. Alcune specie si possono riconoscere a occhio, per altre specie invece l’identificazione è problematica perfino per gli specialisti e può essere ottenuta solo osservando al microscopio le spicole, i microscopici elementi scheletrici che costituiscono l’apparato di sostegno di questi animali. A differenza di tutti gli altri animali inoltre non possiedono alcuna simmetria, le loro reazioni agli stimoli provenienti dall’ambiente circostante sono molto limitate in quanto non hanno né organi di senso né cellule nervose. Le loro dimensioni possono andare da pochi millimetri per arrivare ai circa due metri delle gigantesche spugne tropicali del genere Xestospongia. Nel Mediterraneo sono presenti circa 600 specie di spugne. Sono organismi che si possono incontrare a qualsiasi profondità in tutti i mari del globo.  (WEB)

                                 

 
 
 

ELBA AUMENTANO GLI AVVISTAMENTI DI BALENE E DELFINI

Post n°242 pubblicato il 25 Maggio 2014 da viscontina17

Intensa giornata di Lavoro all’ Elba a bordo di Goletta Verde con i bimbi elbani che hanno parlato di Santuario internazionale dei mammiferi marini con l’equipaggio e le guide ambientali e gli insegnanti.

I bimbi di Portoferraio hanno dimostrato curiosità e conoscenza grazie al materiale informativo fornito prima dagli organizzatori dell’iniziativa e al lavoro di preparazione svolto dagli insegnanti e dalle guide del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Vittorio Alessandro, il presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, l’Area protetta marina e terrestre capofila dell’iniziativa, ha sottolineato l’importanza dell’Arcipelago Toscano, al quale lo lega il suo passato di comandante della Capitaneria di Porto di Portoferraio, nel Santuario Pelagos ed ha detto che il successo dell’iniziativa “Alla scoperta del Santuario dei cetacei In viaggio con Goletta Verde per conoscere i mammiferi marini” verrà presentato presto al ministero dell’ambiente come esempio per continuare l’opera di valorizzazione e conoscenza della più grande area marina protetta europea.

Assenti per motivi di salute sia la direttrice che il presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, è toccato ad Umberto Mazzantini, come co-organizzatore per Legambiente della tappa elbana del Santuario dei cetacei, fare gli onori di casa, ricordando la stranezza di un Santuario internazionale dei Mammiferi Marini, dove intorno a 5 isole ci sono aree marine affidate al Parco ma anche dove dal 1982 non si riesce a fare un’Area marina protetta prevista da 3 leggi e che ci viene richiesta dall’Unione europea e dai trattati internazionali firmati dall’Italia.

Intanto l’equipaggio di Goletta Verde racconta ai bimbi elbani gli incontri con balene, delfini e capodogli di questi giorni lungo la rotta che dalla Liguri ha portato l’imbarcazione ambientalista all’Elba e poi verso la Sardegna. Un mare che per i giovanissimi elbani è già “tutto attaccato” e non capiscono perché i “grandi” non difendano di più e meglio i loro amici delfini e le grandi balene che li fanno sognare e continuino a sporcare ed inquinare il mare dei cetacei e degli uomini. (web)

                           

 
 
 

SCALPELLUM

Post n°241 pubblicato il 19 Maggio 2014 da viscontina17

La classe cirripedi comprende crostacei sessili, cioè che vivono attaccati al fondo o a oggetti vari. Il loro corpo si è molto modificato durante l’evoluzione come adattamento alla vita sessile. I balani, detti anche denti di cane, hanno un guscio conico aderente al fondo o a oggetti che si spostano (il carapace delle tartarughe, la chiglia delle imbarcazioni), da cui fuoriescono le zampe, trasformate in cirri, che con movimenti ritmici catturano il plancton di cui si nutrono. Le lepadi hanno una conchiglia ovale al termine di un peduncolo molle e sovente aderiscono a oggetti galleggianti. Nonostante la vita sessile e l’impossibilità di spostarsi, come tutti i crostacei anche i cirripedi hanno fecondazione interna. Questo comporta il possesso di un pene lunghissimo, in grado di raggiungere e fecondare gli individui attaccati nelle vicinanze.  (WEB)

                     

 
 
 

SPIROGRAFO

Post n°240 pubblicato il 14 Maggio 2014 da viscontina17

Si tratta di Anellidi, ossia animali con corpo cilindrico con il corpo diviso in segmenti. Vivono in tubi rigidi o molli costruiti dall’animale stesso o infossati nel sedimento, in canali scavati sul fondo. Sono caratterizzati dal possedere un ciuffo branchiale di colore talvolta molto vivace, a forma di imbuto, costituito da una corona di tentacoli piumati. Si nutrono per filtrazione attiva di particelle sospese, che intrappolano grazie al ciuffo branchiale, che è anche coinvolto anche negli scambi gassosi dell’animale. Le forme più conosciute dai subacquei si possono ascrivere a due famiglie: la famiglia dei Sabellidi (cui appartengono gli spirografi – Sabella spallanzanii, il più grande sabellidi del Mediterraneo), che vivono in tubi costruiti con particelle di sabbia e detriti vari intrappolati nel muco prodotto dall’animale; ed i Serpulidi, che vivono in tubi rigidi di carbonato di calcio. [ WEB)
                         

 
 
 

LO SQUALO CAPOPIATTO

Post n°239 pubblicato il 08 Maggio 2014 da viscontina17

 Lo squalo capopiatto, Hexanchus griseus della famiglia Hexanchidae è conosciuto anche come “blunt-nose sixgill shark”, “mud shark” o in francese “requin griset”. La parola “Hexanchus”, in Greco significa “sei bande” e si riferisce alle sei aperture branchiali caratteristiche di questo squalo, “griseus” si riferisce al colore grigio particolare di questo squalo, anche se alcuni esemplari tendono al marrone, o al nero sulla schiena e al bianco nella zona ventrale.

Altra caratteristica particolare è il fatto che abbiano solo una pinna dorsale, la maggior parte degli squali ne hanno due. Gli squali capopiatto sono distribuiti in tutto il mondo nei mari temperati e possono raggiungere lunghezze al di sopra dei 5 metri. Allo stadio immaturo vivono in prossimità dei fondali. Le femmine sono ovovivipare e danno alla vita da 22 a 108 piccoli, alla nascita sono lunghi circa 60 cm. Si nutrono di una infinità di diverse prede, soprattutto pesci tra cui altri squali, aringhe, merluzzi, e perfino pesci spada, calamari, granchi e anche foche. Vengono pescati, la carne è commestibile e anche sono usati anche per la produzione di oli. Sono squali piuttosto aggressivi, in genere non attaccano l’uomo se non molestati, ma vi sono stati casi in cui, per esempio a San Francisco in California, hanno aggredito un uomo che passeggiava col cane in spiaggia, possono avvicinarsi molto alla riva. I pescatori sportivi riportano che lo squalo capopiatto una volta issato sulla barca continui ad essere pericoloso e cerchi di mordere anche al di fuori del suo elemento naturale.

Vive anche nei nostri mari… e ben lo sanno Alberto Romeo e la moglie Lucia noti fotografi e subacquei. Nel 1978 Alberto e Lucia stavano facendo un immersione a Ustica presso “la secca della Colombara”, posto conosciuto per esserci spesso una notevole corrente e mentre fotografavano le meraviglie del mare sono stati aggrediti da un esemplare piuttosto “grossino” di squalo capopiatto.(web)

                        

 


 

 
 
 

CRATENA

Post n°238 pubblicato il 03 Maggio 2014 da viscontina17

I nudibranchi sono spesso gli attori principali di molte immersioni, anche a scarsa profondità. Nei mari italiani si conoscono fino a questo momento circa 180 specie, ma molte altre sono sicuramente da descrivere. In questo un grande aiuto alla scienza proviene dalla fotografia subacquea, la quale permette di immortalare il ritrovamento di specie molto rare o mai descritte. Considerando inoltre che gli attuali metodi di conservazione non permettono di mantenere le caratteristiche ed appariscenti colorazioni dei nudibranchi, allora si può valutare il grande ruolo della fotografia subacquea. Sono molluschi con conchiglia presente solo allo stato larvale. Si nutrono per lo più di invertebrati coloniali, come spugne o celenterati. In quest’ultimo caso, le cnidocisti (le cellule urticanti dei celenterati) non sono digerite, ma conservate nei cerati (appendici dorsali visibili in molte specie) o nell'epidermide. Spesso conservano anche le spicole delle spugne di cui si cibano. Sono tutti ermafroditi ed elaborano nidamenti dalla struttura complessa e molto colorata (WEB)

                         

 
 
 

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