Creato da viscontina17 il 30/06/2012

Bisbigli d'onde

dolci richiami d'essenze

Messaggi di Maggio 2015

GOBLIN SQUALO DELLA PREISTORIA

Post n°296 pubblicato il 29 Maggio 2015 da viscontina17

Uno squalo Goblin è stato catturato da un pescatore lo scorso gennaio al largo della località di Eden e ora consegnato all’Australian Museum di Sydney. Questa rara specie di squalo preistorico è soprannominata «l’Alien degli abissi» perchè, nell’attaccare la sua preda, le mascelle retrattili si protendono fino ad assomigliare a una seconda testa.

L’animale vive nelle acque profonde degli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano, ha un enorme naso piatto, rosa, il corpo flaccido, i denti a forma di chiodo e misura circa 3-4 metri di lunghezza. Anche se poco si sa su questo squalo, il cui nome scientifico è Mitsukurina owstoni, è considerato un fossile vivente, che risale a circa 125 milioni di anni fa.Visualizza la video sul sito ilsecoloxix.it(WEB)

 
 
 

L'IDEA DEL LEONE MARINO PER FUGGIRE DALL'ORCA

Post n°295 pubblicato il 22 Maggio 2015 da viscontina17

La caccia dell’orca al leone marino è un momento drammatico, dove la preda cerca di salvarsi dal predatore. In questo caso il leone marino, fisicamente in difetto rispetto all’orca, usa l’intelligenza “tuffandosi” nella rete a strascico di una barca in movimento prendendosi” un passaggio” che sembra risultare fondamentale per sopravvivere.(WEB)

 

 
 
 

LA REGINA DELLE BELUGA

Post n°294 pubblicato il 14 Maggio 2015 da viscontina17

Ha sfidato le rigide temperature immergendosi nuda per un 'corpo a corpo' con le balene bianche. Protagonista dell'impresa è Natalia Avseenko, esperta sub russa di 36 anni che si è tuffata nelle acque a -1 C° abitate dalle beluga (delphinapterus leucas) e ha stabilito con gli animali un contatto fisico diretto, senza alcun materiale artificiale addosso, come la muta. Nelle immagini Matrena and Nilma sembrano gradire l'incontro con Natalia, con la quale scambiano alcune 'coccole'. L'esperta è riuscita ad avvicinare i due esemplari di beluga grazie alle tecniche di respirazione yoga che le hanno permesso di sostenere lunghe apnee. L'esperimento è avvenuto nell''oblast' di Murmansk, regione nel lontano nord-ovest della Russia sulla riva del Mar Bianco, vicino al circolo Artico, ramo del Utrish Dophinarium dove i mammiferi marini vengono intercettati e 'domati' dagli istruttori prima di essere trasferiti negli acquari.
 (WEB)

 
 
 

MUTO COME UN PESCE

Post n°293 pubblicato il 09 Maggio 2015 da viscontina17

L'ambiente acquatico non è un mondo silenzioso come si crede, se proviamo ad ascoltare il mare quando abbiamo la testa sott'acqua sentiremmo un crepitio continuo di fondo e tanti altri rumori. In mare i suoni sono di origine climatica, di origine antropica e di origine biologica.

  
 

Le sorgenti di origine biologica sono numerosissime, sono sicuramente noti i suoni dei cetacei, ma pochi sanno che anche crostacei e pesci possono essere molto rumorosi.

Il verso o il rumore prodotto da un animale è definito "suono" quando è intenzionale e comunicartivo, mentre tutte le produzioni sonore derivanti da casualità o da attività proprie dell'organismo sono definite "rumore".

La comunicazione acustica si è sviluppata in acqua perché è la più rapida e la più efficace in molte situazioni in cui invece quella per esempio visiva non lo sarebbe. La maggiore densità dell'acqua velocizza e facilita la propagazione delle onde sonore (circa 1500 m/s) che possono in ogni caso superare la torpidità dell'acqua o il buio dato dalla profondità e dalla notte. Inoltre per gli organismi marini le onde acustiche sono segnali direzionali facilmente individuabili.

Qualcuno potrebbe obiettare che noi umani sott'acqua in realtà non percepiamo la direzione dalla quale arrivano i suoni. Questo è vero in quanto il nostro orecchio è adattato a percepire i suoni in aria dove viaggiano 5 volte più lenti e quindi il nostro cervello riesce a distinguere se i suoni arrivano prima all'orecchio destro e poi al sinistro o viceversa. Sott'acqua, invece, questo lasso di tempo è troppo breve affinché venga percepito e quindi tradotto nella direzione della provenienza del suono.

Quindi il detto "muto come un pesce" non è vero! (WEB)

 
 
 

CIRRIPEDI

Post n°292 pubblicato il 05 Maggio 2015 da viscontina17

Un famoso zoologo americano di origine svizzera, Louis Agazzon, vissuto nel XIX secolo, definì questi curiosi animaletti come dei "piccoli gamberetti appesi alla roccia con la testa, chiusi in una casa calcarea e che a calci buttano il cibo nella propria bocca".

Effettivamente i Cirripedi, anche se a prima vista possono sembrare simili a molluschi, come cozze o patelle, sono in realtà crostacei parenti di granchi e gamberi. La classe di Cirripedi comprende forme esclusivamente marine che per la loro maggior parte conduce vita libera (si fa per dire!) attaccata agli scogli o su oggetti galleggianti, mentre una piccola parte comprende forme evolutesi nel commensalismo e nel parassitismo. Tali specie sono per lo più parassite di altri grossi crostacei come granchi o aragoste, ma non si può non citare l'epica lotta senza fine tra questi piccoli crostacei e i più grandi animali del mondo, cioè le balene.

Una lotta non certo combattuta con violenti colpi di coda, al contrario tutto si gioca sul reciproco tasso di crescita: le balene cercano di togliersi di dosso i loro parassiti cambiando velocemente pelle, mentre i Cirripedi accelerano il loro tasso di crescita per potersi riprodurre e quindi ricolonizzare la superficie cutanea del grosso mammifero.

Ma andiamo a conoscere un po’ meglio questi organismi. La larva di un Cirripede dopo aver vagato qua e là per il mare, decide che è ora di metter su casa e si sceglie una bella roccia dove sistemarsi. Spesso questa roccia è già popolata di numerosi suoi conspecifici, anzi sono proprio loro che, attraverso messaggi chimici, attirano il nuovo inquilino. Il perché di tale comportamento lo vedremo più avanti. La larva si fissa quindi al substrato e per fare ciò utilizza delle speciali ghiandole adesive situate sulle antenne. A questo punto la parte anteriore del corpo dell'animale si riveste di una robusta carenatura formata da una serie di piastre calcaree (di solito 5 o 6). La carenatura può essere chiusa separando così ermeticamente l'animale dall'ambiente esterno grazie ad altre 2 piastre che fungono da opercolo. Gli arti invece si sviluppano in appendici pennate dette cirri (da qui il nome Cirripedi) che possono essere estroflesse dalla corazza e che svolgono la funzione di alimentazione filtrando piccoli organismi planctonici che poi vengono convogliati all'interno della bocca.

(WEB)

 


 

 

 
 
 

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