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Post n°44 pubblicato il 05 Febbraio 2015 da marci1987

per chi volesse continuare a seguire i miei viaggi

sto spostando i vecchi racconti su un nuovo blog , seguiranno nuovi racconti!

 

http://marcyinwonderland.altervista.org/

 

buona lettura!

 
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Thailandia terra del sorriso? ne dubito (SECONDA PARTE)

Post n°43 pubblicato il 31 Agosto 2013 da marci1987
 
Foto di marci1987

22 nov

Altra giornata di totale ozio misto a noia aspettando il primo pomeriggio per prendere un taxi e cercare di negoziare il prezzo di della tratta fino all’aeroporto dove ho il volo alle 17 per tornare a Bangkok. In aeroporto leggo sul tabellone che molti voli partono in ritardo e tra me e me dico “per fortuna che il mio non è tra questi”. Ultime parole famose perché dopo un po’ si sente l’annuncio all’altoparlante che anche il mio volo partirà dopo 2 ore. Il volo di circa un’ora è pieno di leggere turbolenze e quando inizia l’atterraggio piango lacrime di sollievo da tutto quello stress. Non avevo mai avuto paura di volare: negli ultimi due anni avrò preso una trentina di voli, e pensare che uno dei miei lavori ideali sarebbe stato proprio l’assistente di volo! Ma da quando ho sudato freddo e paura su un volo Perth-Singapore (giugno 2012) con forti turbolenze che preoccupavano perfino le hostess di volo, da allora non vedo l’ora di scendere dall’aereo il prima possibile.

Arrivata a Bangkok chiedo come raggiungere il centro città e mi viene detto di prendere il bus 59 da uno dei marciapiedi segnalati. Come al solito non ci sono orari segnati, non so a che ora passerà e se passerà. Finalmente dopo circa mezz’ora appare il bus e bisogna salire quasi al volo perché l’autista si ferma a malapena e una volta a bordo chiedo alla donnina addetta ai biglietti quanto costa e se è diretto al centro città, lei semplicemente mi zittisce e fa cenno di sedermi. Cerco di capire dove siamo, cercando qualcosa di familiare, un edificio, un centro commerciale, una fontana per potermi collocare nel tempo e spazio. Chiedo alla donnina quanto manca, giusto per curiosità e lei mi fa cenno con la mano come per dire “ehhhh ancora tanto”. Circa un’ora dopo finalmente riconosco la zona fuori dal finestrino, ci sono passata a piedi nelle mie passeggiate quidni l’ostello non deve essere lontano. La donnina sparisce e non posso chiederle quale sia la fermata giusta così scendo seguendo il mio intuito. So di essere vicina all’ostello ma non capisco da che lato del quartiere, tutta colpa dell’enorme rotonda da attraversare che mi scombussola l’orientamento. Chiedo ai passanti che mi danno indicazioni opposte, sono stanca dal viaggio, accaldata e voglio solo quel maledetto ostello che finalmente raggiungo dopo circa un’altra ora di camminare a vuoto. Solitamente mi piace perdermi e scoprire nuove strade, nuove zone, ma deve capitare nel momento giusto, non in tarda serata , stanca dal viaggio e con un caldo soffocante.

Le isole

isola Kho Tao.

aspettando il traghettoAlle 19.30 parte da Bangkok il bus notturno diretto al sud e raggiungere in 12 ore Surat Thani, punto di partenza per il catamarano che mi porterà all’isola di Kho Tao. Qui cielo nero e pioggia torrenziale, l’ostello è nel nulla immerso nella jungla a 10 minuti di taxi (fuori strada enormi dove ci si siede fuori insieme ai bagagli, anche sotto la pioggia). Non c’è nemmeno una reception per i nuovi arrivi e tantomeno la wifi per internet e tutti gli altri ragazzi se ne stanno sdraiati nella zona comune in religioso silenzio, chi legge, chi scrive sul diario, chi dorme. Solo fango, mosche e zanzare. Nella mia stanza trovo 3 gattini di pochi giorni che riescono a farmi tornare un po’ il sorriso dopo tutte queste peripezie.

ostelloi tre gattinie la pioggia continuala spiaggia

Avevo prenotato 2-3 isole nella speranza di trovare sole, spiagge e abbronzatura, non il diluvio universale. Nel primo pomeriggio smette di piovere e provo a fare un giro al villaggio e a vedere la spiaggia, tempo di rientrare in ostello che torna la pioggia. Credo sia il giorno più triste in assoluto con l’accumularsi del nervoso e delusione per questa vacanza andata male. Verso sera esco per vedere il tramonto in spiaggia ma torna il diluvio cosi mi riparo in un ristorante dove ordino pad thai che non riesco a mandare giù per il nodo alla gola di tristezza. Torno in ostello ed è pure saltata la corrente fino all’indomani.

isola Kho Samui

spiraglio di sole?Diluvia ancora. Il taxi-fuoristrada torna a prendermi e portarmi al porticciolo dove aspetto il ferry per l’isola Kho Samui. Si prevede brutto tempo per tutta la settimana su questa costa. Phi Phi Island e Phuket, che sono sull’altra costa, saranno meglio. Spero.

Per il mare mosso il traghetto arriva in ritardo. Non ci sono posti per tutti al coperto, cosi ci mandano di sopra, nella zona all’aperto dove ci sono degli sgabellini di palstica. Il mare è mossissimo e ci danno sacchetto per il vomito. Gli sgabellini scivolano da una parte all’altra, ho davvero paura di saltare fuori dal traghetto visto che non ho possibilità di attaccarmi a niente cosi preferisco stare in piedi attaccata alla ringhiera della scala per due infinite ore di navigazione. Tanta gente che vomita. Veniamo ancora una volta smistati nei vari pullmini che ci aspettano all’arrivo e vengo portata all’alloggio con 6 stanze senza finestre dove all`entrata ci sono bandiere italiane. Il proprietario è un giovane ragazzo italiano, mi sento un po’ piu rassicurata forse perche c’è un compatriota. Faccio un giro nei dintorni, negozi, ristoranti e un festival in riva al lago di fronte alla guesthouse.

festival in riva al lagofestival in riva al lagola spiaggia finalmente

In piena notte sento un paio di persone vomitare in bagno, qualcuno deve aver fatto baldoria. Il giorno dopo una pioggia torrenziale mi costringe a restare all`alloggio. Vado alla reception per connettermi a internet perche` la wifi non funziona nella mia stanza, troppo lontana. La reception la trovo misteriosamente ancora chiusa e mi viene detto che il motivo è perche il ragazzo italiano ha bevuto troppo e non si e` ancora svegliato. Torno a letto fino a quando smette di piovere e posso andare a vedere la spiaggia che con questi nuvoloni e scrosci di pioggi non sembra niente di che. Noia tutto il giorno e la sera ceno ai banchetti del festival in riva al lago per soli 50centesimi. Durante la notte piove a dirotto e inizia a piovermi sul letto dal soffitto. Devo mettere il cestino sul letto ed un asciugamano per attutire il rumore delle gocce che scendono. Non ho piu parole.

Disperata inizio a pensare che non ce la posso fare di farmi altri due viaggi in barca (per visitare le prossime due isole gia` prenotate) con il tempo che c`e` e perdere altri 10 anni di vita dopo l’esperienza del traghetto in mare mosso. Penso di prenotare un traghetto che da quest`isola mi porta direttamente alla mia ultima destinazione, Phuket, senza passare da Phi Phi Island, spendendo qualche giorno in piu a Phuket. Però il fatto di aver gia sprecato abbastanza soldi con il taxi del primo giorno ecc, e dover perdere i soldi del traghetti, mi fa pensare e ripensare. Ci penso a lungo. Nel frattempo smette di piovere e il tempo migliora, chissà che le tratte in mare con il traghetto siano meno pesanti? Phi Phi Island sia allora.

Mi godo l’unica ora di sole che esce fuori e faccio un giro in spiaggia e le mie gambe iniziano pure ad abbronzarsi. Serata in ostello chiacchierando con italiani amici del proprietario e imposto la sveglia per la mattina dopo alle 6 quando passera il bus per portarmi al porto.

Phi Phi Island

Per caso, mi sveglio nel cuore della notte e guardo l’ora, scopro che il mio cellulare è andato, non si accende piu. E come mi sveglio la mattina senza perdere il bus?? Sento voci dalla reception e fortuna che Luigi, il ragazzo italiano è ancora li e gli chiedo se ha una sveglia perche’ non voglio perdere il bus. Gentilissimo mi presta il suo cellulare e imposta la sveglia per le sei, anche se non riesco piu a riaddormentarmi. Lascio il telefono sul letto con un post it per ringraziarlo infinitamente del suo aiuto.

Il minivan arriva in ritardo perche non sapeva dove fosse l’accommodation e stavo gia iniziando a preoccuparmi di aver perso il transfer al porto. Qui mi viene detto di pagare il traghetto anche se mi era stato detto che era gia` incluso, ma decido di non pormi piu altre domande. Traghetto fino alla terra ferma, bus fino all`altro lato della penisola per prendere un altro traghetto fino a Phi Phi Island. Nel frattempo mi viene anche l’illuminazione per l’idea di un tatuaggio pieno di significato dopo tutte queste disavventure di viaggio ma non solo, “never give up”(mai arrendersi) sulla spalla. L’idea c’è, i soldi no, quindi ci ripenserò una volta tornata a Perth.

meraviglia su Phi PhiFinalmente arrivo sulla famosa aPhi Phi Island, piccolo villaggio turistico pieno di ristoranti, negozietti, zanzare e caldo soffocante. Il cellulare torna misteriosamente a funzionare. Appena scesa dal traghetto mi viene detto che il mio ostello è lontano da qui, forse 25 minuti, non ci sono taxi né bici, si cammina e le valigie te le trasportano con dei carretti, gli stessi con cui vedo trasportare in giro giovani ragazze svenute forse dal troppo caldo o dal troppo alcool della sera prima. Scopro alla fine che l’ostello è a soli 10 minuti, probabilmente hanno una concezione delle distanze totalmente diversa.

tramonto su Phi PhiPhi Phi

Ultimi giorni.

spettacooIl cellulare muore di nuovo, e per sempre. Passo finalmente due bellissime giornate di sole in spiaggia, temperature perfette e panorami da cartolina. Con qualche ora di sole mi abbronzo un sacco ma mi ustiono di brutto spalle e petto con tanto di vesciche che mi provocano un dolore infinito, da lacrime agli occhi, nel portare lo zaino in spalle dall’ostello al porto, dove aspetto il traghetto per Phuket.

Arrivata a Phuket altre lacrime, ma di gioia e sollievo questa volta: tutta questa disavventura tailandese è finalmente agli sgoccioli e mancano solo tre giorni al mio ritorno a Perth.

L’ostello è grande e pulito e vengo accolta in un modo molto positivo e amichevole. Proprio quello che mi ci voleva per concludere questa vacanza in bellezza.

Decido di visitare Patong Beach, il bus passa proprio davanti all’ostello, ad ogni fermata il mezzo si riempie sempre di piu e siamo strettissimi quasi uno in braccio all’altro come una scatola di sardine. Un’ora a passo d’uomo per percorrere una ripidissima salita seguita da una ripidissima discesa e finalmente si intravede il mare. La spiaggia è un po’ come la nostra Rimini, solo tanti ombrelloni, lettini e negozi. Pranzo in un ristorante dove al momento del conto cercano di farmi pagare 30baht in piu ma glielo faccio notare e si scusano dicendo che mi era stato dato un vecchio menu con prezzi non aggiornati. Concludono comunque restituendomi la differenza. L’indomani visito Karon Beach che non si differenzia molto da Patong se non per qualche albero in piu vicino alla spiaggia.

Phuket, busPatong Beach


Altre piccole curiosità prima di volare a PerthVedo tanta gente locale con infilato un flaconcino di qualcosa di misterioso nel naso; c’è un traffico incredibile, nessuno si ferma o si sposta per far passare, nemmeno quando il semaforo per i pedoni diventa verde. Per rispondere “prego” ad un mio grazie usano la parola “TUTTO BENE”, in italiano vero e proprio. Chissà chi gliel’ha insegnato.

si torna a Perth

 

 
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Thailandia terra del sorriso? ne dubito (PRIMA PARTE)

Post n°42 pubblicato il 31 Agosto 2013 da marci1987
 
Foto di marci1987

Si dice che la thailandia sia la terra del sorriso, tutti sarebbero sorridenti e cortesi. Io ho trovato solo sfortuna, persone scorbutiche e di sorrisi ne ho incontrati davvero pochi. Questa terra mi ha strappato piu lacrime che sorrisi. Ed eccovi, a distanza di 9mesi, le mie disavventure. Mi scuso in anticipo se il racconto si dilunga ma direi che ne vale la pena di leggere la mia odissea

16-17-18 novembre 2012

cartelli

Dopo un giorno di voli e scali arrivo finalmente atterro a Bangkok con il suo inconfondibile odore di umidità misto a cibo thailandese e smog mi penetrano nel naso. Ancora confusa e stanca dal viaggio esco dall`aeroporto per prendere un taxi, un signore locale, apparentemente addetto allo smistamento taxi, non mi fa nemmeno finire la domanda “taxi per il centro?” che gia mi indica quello sul quale salire. In auto, do le direzioni per l`ostello all`autista che nel frattempo mi da un listino dei prezzi prestabiliti: 2500baht (50euro) per la citta perché l’aeroporto è lontano e con il traffico delle sette di sera ci si impiega piu di un`ora. Avevo letto su internet che costava intorno ai 500baht massimo, ma sono troppo stanca per lamentarmi cosi mando giu l`amaro di aver gia speso 5 volte piu del previsto. E poi non posso mica chiedergli di farmi scendere, siamo nel mezzo di una super trafficata tangenziale/autostrada a 4 corsie. Dopo una decina di minuti accosta in una specie di piccola stazione di servizio e mi dice che proseguirò con un'altra macchina, una macchina qualsiasi, non un taxi. Mi chiedo perchè e dove mi porteranno con questo sistema, spero solo di arrivare sana e salva all`ostello. Per strada, donne che vendono un particolare tipo di abre magique alle macchine in coda, ovvero mazzi veri e propri di orchidee da appendere al volante; moto con 3-4 persone a bordo che superano da tutte le parti; moto con casse enormi che non si sa come facciano a stare in equilibrio.

lavaggio nel canaleuna delle vie principali pad thai buonooo

Arriviamo nella via del mio ostello ma il tassista non sa dove si trovi esattamente, cosi gli do il numero di telefono segnato sulla prenotazione per avvisarli che siamo in zona, ci rispondono che a breve verranno a prendermi. Passano i minuti e non arriva nessuno, il tassista e` nervoso e sembra che voglia abbandonarmi li in mezzo alla strada e arrangiarmi ma cambia idea, chiama di nuovo l`ostello che gli da indicazioni su come arrivare, cerca poi di spiegarmi con le poche parole che sa di inglese, che dovrò aspettare qui e qualcuno passera` a prendermi, ma come fanno a capire che sono io? Come faccio a capire chi sono quelli dell`ostello? Il tassista deve andare cosi mi lascia a un omino che guida uno dei tipici tuk tuk tailandesi. Questo capisce ancora meno di inglese, gli mostro l’indirizzo dell’ostello, che non dimenticherò mai per tutte le volte che l’ho dovuto ripetere quella sera: 218 Charkrapong Street. Non lo conosce, chiediamo ai suoi colleghi parcheggiati al lato della strada, c’è chi dice che è dall’altro lato della città chi invece dice che siamo proprio in zona ma nessuno riconosce il nome dell’ostello. Con il suo tuk tuk continuiamo a girare e rigirare le stesse vie, entro pure in un ostello a chiedere se lo consocono e la signora mi chiede in qualche modo se voglio pernottare li, “no, ho gia la prenotazione per tre notti in questo maledetto ostello che non si trova, sa dirmi dov’è??”, non mi capisce cosi la lascio finire di mangiare la sua zuppa in santa pace e me ne vado. L’omino del tuk tuk si ferma davanti ad altri ostelli ed hotel dicendomi “è questo no?”,

“noooooo il mio si chiama FEEL AT HOME BACKPACKERS (che tradotto significa “sentirsi a casa” ed è proprio il colmo). Ho le lacrime agli occhi, stanca morta dal viaggio, umidità pazzesca, gente che non capisce una parola di inglese, due ore che giriamo nella stessa zona a vuoto, comincio anche a pensare che l’ostello in realtà non esista e sono abbandonata chissà dove in una trafficata via di Bangkok. Troviamo finalmente un collega del mio omino col tuk tuk, dice che sa dov’è, lascio 50Baht al primo omino e mi trasferisco sull’altro tuk tuk scoprendo che il mio ostello è proprio dove il tassista mi aveva lasciata due ore prima, senza insegna, nascosto da impalcature di restauro.

 Odio tutti in quel momento, ma finalmente ho un letto.

Il giorno seguente, dopo aver recuperato un po’ di sonno e relax, esco per una visita nei dintorni. Appena fuori l’ostello ci sono dei mercatini con cibo locale, mi vengono sforzi di vomito per gli odori intensi a cui non ero abituata e prima di provare la cultura thailandese, preferisco cominciare con una colazione occidentale: cappuccino e brioche da Starbucks.

Per strada scopro piccole curiosità: la raccolta differenziata a quanto pare la fanno gli spazzini con le mani, tirando fuori dai bidoni quello che vogliono separare, disgustoso. Mangiare alle bancarelle in strada significa anche aspettarsi di trovare nel piatto capelli della signora che prepara il cibo o rametti caduti dagli alberi. Gruppi di anziani riuniti a guardare box tailandese nei vecchi televisori preparati sulla soglia di casa, altri che lavano nel fiume.

Fa caldissimo, bella idea camminare sotto il sole cocente del mezzogiorno. Raggiungo il palazzo reale dove ci sono vari templi con sommità dorate, cortili e ornamenti vari e un’enorme statua di Buddha sdraiato. Finita la visita al palazzo mi avvio verso l`ostello e per strada un`anziana signora mi porge 3 sacchetti di mais da dare ai piccioni come fossimo in piazza San Marco, ma rifiuto l’offerta e proseguo il cammino. Lei insiste, mi appoggia perfino le buste sulla borsa cosi le prendo e gliele restituisco ma lei furba tira indietro la mano cosi restano a me. Nella speranza di farla contenta e liberatmene, svuoto i sacchetti per terra senza fermarmi. Lei mi raggiunge e nelle poche parole di inglese che conosce mi fa sapere che ``3 sacchetti sono 450baht`` (ca. 10euro). ``Cosa?? 3 sacchetti 450? Ma nemmeno li volevo``. Insiste e mi si mette davanti per bloccarmi la strada. Inizio a preoccuparmi e per un attimo penso che possa tirare fuori un coltello o che mi aggredisca in qualche modo. Arriva pure un altro uomo a spiegarmi che ho usato 3 buste e sono 150 ciascuno. Le do solo 300 (e che se li faccia bastare! )e la mando letteralmente a...quel paese.

Non comincia per niente bene questa vacanza in Thailandia. Il tassista che si intasca 2500 , questa che me ne prende altri 300, l’ostello che non si trovava ed era sempre li dove eravamo. Tanta amarezza e ci si mette anche il meteo con temporali tropicali ogni giorno.

palazzo grandeBuddha sdraiatoBuddha sdraiato

Nel pomeriggio, sotto una pioggia torrenziale, entro in un‘agenzia viaggi per organizzare un po’ le mie tre settimane di viaggio. Avevo visto filiali anche in Australia, almeno so che e` un`agenzia conosciuta e i ragazzi che ci lavorano, capiscono l`inglese.  Faccio sapere al consulente le mie priorita`: mercato galleggiante, incontro ravvicinato con gli elefanti e godermi qualche spiaggia. Per 250 euro mi vende un tour di 2 giorni con visita al mercato, bagno con gli elefanti, aggiunta di visita al tempio delle tigri, un museo di storia e tutti i trasporti inclusi.

a bordo del tuk tukLa mattina seguente visito il mercato Chatuchak che raggiungo in bus con 13baht (0,nienteuro). Enorme, grande forse come uno stadio ma alla fine sono tutte bancarelle uguali: animali in gabbia, acquari, borse vestiti, cibo. Troppo grande e caotico, dopo un po’ mi annoio e in mezzora voglio uscire. Peccato che mi perda e chiedo una cartina del mercato al chiosco informazioni (evidentemente sanno che ci si perde in quell’enorme mercato) e mi ci vuole un`altra mezzora per capirmi e raggiungere la stazione metro con la quale voglio andare nella zona business con i palazzoni moderni e il Baiyoke Sky Tower, quello alto e famoso dal quale si può vedere tutta la città. In stazione c’è la coda alle macchine automatiche che accettano solo moneta. Quindi ci si mette in coda per lo sportello con persona umana dove penso di poter fare il biglietto ma in realtà cambia solo le banconote e con la moneta ci si rimette in coda alle macchine automatiche. 10 minuti di treno e arrivo nella zona business talmente caotica che mi passa la voglia di girare e voglio tornare allo’ostello. Cosi allo sportello informazioni a lato della stazione chiedo come tornare in Khaosan Road, la zona del mio secondo ostello e la signorina mi dice di prendere il bus 503. Scendo in strada e le fermate non hanno orari o numeri delle linee, non so nemmeno da quale lato della strada prendere il bus. Chiedo a un addetto alla sicurezza seduto li accanto, se sa del bus per Khaosan road ma non credo mi capisca, un suo collega mi dice di prenderlo proprio dalla fermata li davanti. Salgo sul primo bus e chiedo alla donnina che rilascia i biglietti se il bus e` diretto a Khaosan road, lei tutta impaziente e frettolosa mi fa segno che è dall`altra parte cosi appena posso scendo e cerco di attraversare quella strada a 4 corsie super trafficata. Arrivo all`altro lato della strada ma non capisco dove sia la fermata, chiedo ad un signore seduto sul suo scooter e lui mi offre un passaggio (sara` tipo un tassista illegale) rifiuto l’offerta e sfinita decido di salire sul primo vero taxi che mi porta direttamente alla maledetta Khaosan Road.


Cena thailandese ai mercatini di strada. Con 50 baht (1,50euro) si e` sazi. Lo stesso cibo, nei ristoranti poco piu avanti, costerebbe quasi il triplo. 

traffico mercatocarretti templi

19-20 nov

Oggi comincio il tour di 2 giorni. Un mini bus passa a prendermi con mezz’ora di ritardo e mi porta all’agenzia dove avevo prenotato. Ci sono altri 7-8 minivan e altri turisti in attesa di salire. In base alle destinazioni dei tour ci danno un adesivo colorato da attaccare alla maglietta e con quello gli autisti dovrebbero sapere/capire su quale van smistarci. Continuano a farci scendere e salire su altri mini van, non si decidono e si urlano tra di loro chissà cosa in thailandese. Con tutti i sali e scendi da un van all`altro il mio zaino è su uno degli altri ma mi assicurano che arriverà comunque all’accomodation in serata.. Spero.

Partiamo circa un‘ora dopo e arriviamo per le 10 al mercato galleggiante dove abbiamo a malapena un‘ora libera per visitarlo per conto nostro. Con delle barchette locali ci fanno poi fare una visita del villaggio. Veniamo smistati su altri camioncini e nessuno ci dice mai niente, in base al colore capiscono, ma anche noi vorremmo capire, noi turisti ci guardiamo l’un l’altro “dove siamo capitati, dove ci stanno portando”, “è questo il bus per il tour di due giorni e una notte?” “è questo quello per il tempio delle tigri?”. Dopo un’ora scendiamo in un ristorante per un pranzo al volo, neanche il tempo di finire il piatto che dobbiamo ripartire.

mercato galleggiantemercato galleggiantemercato galleggiante

Arriviamo al museo dove ci fanno pagare l’entrata ma io faccio notare alla guida che ho gia pagato tutti gli spostamenti ed entrate varie all’agenzia viaggi, quindi non voglio pagare due volte. La guida mi dice che mentre fa qualche telefonata per controllare posso andare a vedere il ``ponte storico`` perché con la visita al museo e il ponte abbiamo solo un’ora a disposizione. Concedo dieci minuti a questo ponte e torno al museo pensando di trovare l’omino con una risposta ma non lo trovo e il tempo passa. Nel caso lui tornasse non avrei piu comunque il tempo per visitare il museo. Non è tanto il fatto di entrare al museo, che nemmeno mi interessava ma era incluso nel tour, era il fatto di regalare soldi per niente nel caso avessi dovuto pagare di nuovo. La guida arriva tranquilla dalla sua pausa pranzo e mi dice che compresa nel prezzo che ho pagato era l’entrata ad un museo che  visiteremo domani, non quello di oggi, quindi devo pagare. Non sono sicura di quello che mi dice perché nel programma del tour non c’era nessun altro museo a parte questo. Ok Marcy non disperare, una volta tornata a Bangkok torni all’agenzia a chiedere il rimborso dell`entrata ad un museo mai visitato.

villaggio galleggianteponte ferroviarioalloggio galleggiantetratta in treno

Prima di salire sul bus e raggiungere il tempio delle tigri, la guida fa sapere che le donne devono avere pantaloni sotto le ginocchia e spalle coperte, io pensando che questo fosse nella seconda giornata del tour, oggi sono vestita in canotta e pantaloncini ben sopra le ginocchia viste le temperature, così voglio chiedere chiarimenti “il mio zaino è su qualche altro vostro pulmino, non ho i vestiti per cambiarmi” “si il tuo zaino è già all’alloggio”, “si ma non ho i vestiti per il tempio!” lui da uno sguardo veloce all’adesivo colorato che ho sulla maglietta e mi dice “no, tu fai il treno”, cerco di mantenere la calma, oggi non è giornata, tour iniziato con le guide che ci fanno salire e scendere dai pulmini, non sappiamo dove siamo diretti, il mio zaino è da qualche altra parte, devo pagare un museo che ho gia pagato e finisce pure che non lo visito nemmeno, la guida che mi da risposte incomprensibili e non crea una frase completa. Qui appena chiedi spiegazioni ti zittiscono. Conto fino a 10, lo fermo e gli dico “ascolta, il tempio lo visito oggi o domani?”, “domani” “ok, bene, a posto”. Non mi stavo godendo il tour per niente. saliamo finalmente sul pullmino per arrivare al tempio delle tigri e far scendere quelli che devono visitarlo oggi, gli altri vengono portati alla stazione ferroviaria “death railway” per fare un tratto di viaggio in treno. All’arrivo finalmente trovo il mio zaino ad aspettarmi su un altro dei pullmini, mi brillano gli occhi quando lo vedo. Veniamo smistati un`ultima volta per portarci ai vari alloggi in case galleggianti sul fiume, 18.30 cena tipica in gruppo, poi tutti si ritirano nelle proprie stanze galleggianti. Serata di noia e solitudine totale.

bagno con l'elefanteL`indomani è previsto per le 7.30 un bagno con gli elefanti. Tra i partecipanti al tour solo io prendo parte a questa attività, gli altri stanno ancora dormendo. Un omino thailandese mi dice di portare con me solo la fotocamera e nient`altro perché molto probabilmente mi bagnerò. Con una barchetta percorriamo il fiume per una decina di minuti raggiungendo un piccolo villaggio di persone ed elefanti. Credo sia la prima volta che vedo un elefante a distanza così ravvicinata ed è un’emozione ancora più bella salirci sopra e toccare la pelle ruvida. Accompagnata da un abitante del villaggio, scendiamo in riva al fiume dove l’elefante inizia ad immergersi nell’acqua tiepida e torpida del fiume, l’omino del villaggio nel frattempo scatta foto con la mia fotocamera. La cosa che non capisco è che che ordina all’elefante di immergersi gridandogli MUTLONG o qualcosa del genere, ma penso proprio che l’elefante sappia quando immergersi !! Comunque emozione molto bella fare il bagno con questo enorme pachiderma. Arriva un altro omino del villaggio con una macchina fotografica professionale e mi scatta un paio di foto, forse una foto ricordo per gli abitanti del villaggio quando vedono qualche turista? Dopo circa mezz’ora di bagno risaliamo al villaggio e mentre “parcheggiamo” l’elefante mi dicono che se mi è piaciuta l’esperienza, potrei lasciare una mancia e mi vorrei sotterrare quando dico che non ho soldi con me (visto che mi è stato detto cosi) e lo stesso vorrei fare quando una ragazza si avvicina con la foto professionale incorniciata chiedendo 100baht (2,50 euro). Un po’ dispiaciuti mi salutano e uno di loro mi riporta alla base dove dopo aver fatto colazione salgo sul pullmino insieme agli altri turisti per riprendere il viaggio. In strada, l’autista spericolato per evitare un motorino a bordo strada centra in pieno una mucca che stava attraversando.. fortunatamente aveva rallentato e non ha causato danni al povero animale che sarà andato subito a cambiarsi i pantaloni….

bagno con gli elefantibagno con l'elefante

in posa ?Sosta di circa un ora al suggestivo parco delle cascate Erwan e infine raggiungiamo il tempio delle tigri, in realtà non ero interessata ma il ragazzo dell`agenzia dove avevo prenotato il tour mi ha incluso anche questa visita. Si tratta di un canyon con un recinto e all’interno una decina di tigri sparse per il canyon... legate a delle catene! All’entrata c’è un monaco seduto al quale le donne non possono rivolgere parole, non possono toccarlo e devono abbassarsi per non superarlo in altezza. Le tigri sono sdraiate, tranquille, credo siano sedate ma all’entrata c’è un cartello che spiega che le tigri in realtà sono cosi tranquille perché fin da cuccioli sono state abituate a convivere con l’uomo quindi non hanno problemi. Mah, fidiamoci. All’entrata ci sono due tipi di code d’attesa per fare le foto con le tigri, chi vuole fare una foto di gruppo per massimo 6 persone alla volta deve pagare 1000 baht, gratis invece per chi entra singolarmente. Per entrare bisogna aspettare ovviamente il proprio turno che equivale al momento in cui ben DUE addetti al parco mi si avvicinano, uno prende la mia fotocamera per scattarmi le foto, l’altro mi tiene per mano (per motivi di sicurezza) avvicinandomi alle tigri.

Erawan waterfallsErawan waterfallsErawan waterfallstigri

Il mio tour finisce e dopo circa 3 ore di bus veniamo riaccompagnati alle varie accomodation a Bangkok dove arriviamo in tarda serata. Faccio il check-in un terzo ostello gestito da simpatici ragazzi indiani . I letti sembrano galleggiare in aria quando ci si sale, non credo siano tanto stabili le 4 gambe, ed il materasso è duro come fosse legno e la finestra da proprio su una delle vie principali trafficate a tutte le ore. L’indomani diluvia, quindi mi dedico a relax e nullafacenza e faccio un salto in agenzia a farmi rimborsare il costo del museo che non ho visitato. Mi restituiscono i soldi scusandosi perché ogni tanto capita confusione e disorganizzazione tra le varie guide. Ah, bene!

la bontà infinitaAlle 18 prendo il pullman notturno diretto al nord, Chiang Mai, dove arriviamo intorno alle 7 della mattina successiva. Il check in all’ostello è alle 13 quindi lascio i bagagli e faccio una passeggiata mattutina per il centro città sotto un sole cocente e finalmente inizio a prendere un po’ di colore. La città non mi attira più di tanto, in realtà è un punto di partenza per chi prende parte ai tour dell’estremo nord della Tailandia, non previsto nel mio programma di viaggio perché non ho abbastanza tempo. La cosa che mi colpisce veramente è la cena che faccio al mercato notturno: riso con gamberi e verdure , il tutto presentato all’interno di una mezza ananas. Bontà infinita.

..segue nella prossima pagina..

 
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marzo'12 Nuova Zelanda isola SUD: mari, monti e ghiacciai, colline e laghi

Post n°41 pubblicato il 06 Gennaio 2013 da marci1987
 
Foto di marci1987

 

 

 

(segue post precedente, isola del Nord)


16- 17 marzo. Christchurch

Christchurch, edifici abbandonatiPrendo il volo per Christchurch e mi godo il bellissimo panorama fuori dal finestrino: pianure sconfinate con campi perfettamente delineati da siepi, monti, laghi e fiumi. Dopo il terremoto del 2011 il centro città è ancora chiuso e segnalato come "zona rossa" sulle cartine, sono pochi i negozi che hanno riaperto e quindi pochi anche gli ostelli a disposizione. Decido quindi di alloggiare in ostello sulla spiaggia di New Brighton a 20 minuti dal centro, cosi colgo l’occasione del bel tempo per recuperare un po’ di tintarella persa nelle ultime settimane.  Riesco a dormire qulache ora in più rispetto al solito e alle 9 vengo svegliata da martelli pneumatici al piano di sotto. Dalla finestra un bel sole caldo quindi indosso il costume e mi fiondo in spiaggia per qulache ora. Ero in crisi d’astinenza.  Nel tardo pomeriggio prendo il bus per il centro città e vedere quel che ne è rimasto. Ho la pelle d’oca nel camminare per le strade e vedere ancora gli edifici abbandonati, pericolanti. Per le strade passano solo gru e camion. Alcuni negozi sono stati riaperti in grandi container per riprendere pian piano le attività.

in volo verso christchurchin volo verso christchurchChristchurch

 

New Brighton BeachNew Brighton BeachChristchurch, negozi riaperti in containerChristchurch giardino botanicochristchurch

18 – 20 marzo. Kaikoura - Nelson

In tarda mattinata salgo sul Magic bus per Kaikoura dove arrivo intorno alle 16 con una bellissima giornata di sole. Il paese mi piace, con i monti (le cime leggermente innevate) che finiscono in mare. Faccio una passeggiata di un’ora per attraversare la collina vedere l’altra spiaggia. Il sole inizia a scendere, vorrei godermi il tramonto ma una volta buio sarei rimasta bloccata su questo lato della collina non essendoci lampioni lungo il percorso. cosi abbandono l’idea del tramonto e me ne torno in fretta all’ostello. Arrivando a Kaikoura avevo prenotato per l’indomani tramite l’autista/guida il tour per avvistare le balene (volevo vederle in Australia ma non arrivavo mai nel periodo adatto). La mattina dopo però mi sveglio e mi giunge all’orecchio il rumore di macchine che corrono sotto la pioggia. Dalla finestra vedo solo un cielo grigio e del sole neanche l’ombra. Come immaginavo il tour è stato anche annullato quindi decido di passare l’intera giornata a letto visto che non c’è tanta alternativa.

in viaggioostello inquietante, KaikouraKaikourapasseggiata Kaikoura

La mattina dopo salgo sul bus per Nelson. Alcuni viaggiatori devono prendere il traghetto per andare sull’isola nord ma per la tempesta in arrivo è stato annullato o ritardato. Aspettiamo 4 ore al porto perché il bus deve comunque recuperare i passeggeri che arrivano dal traghetto per l’isola sud.

Sono stata fortunata ad aver scelto di non prendere il traghetto bensi l’aereo, dicono che a nord ora ci siano tempeste e allagamenti. Spero che non influiscano troppo sul resto della mia permanenza in Nuova Zelanda. Lunghe ore di viaggio in bus ma il paesaggio è bellissimo con continuo alternarsi di monti colline pianure, verdi , giallo paglierino, pecore e mucche.

in viaggioin viaggioin viaggio in viaggioNelsonNelson. e io che prima di attraversare ho pure guardato a dx e sx

21-22 marzo.  Nelson – Greymouth - Franz Josef

Dopo aver pernottato a Nelson riparto in direzione Greymouth con una bellisima giornat di sole. Tante soste lungo la strada per fotografare il paesaggio tra cui le formazioni rocciose Pancake Rocks, e una piacevole camminata di un’ora sulla costa.

Nelson tramontoin viaggio verso Greymouth, Pancake Rocksin viaggio verso Greymouthverso Greymouthverso Greymouth

Arrivo al ghiacciaio Franz Josef dove ho prenotato in precedenza la camminata di mezza giornata. Per la legge di Murphy a quanto pare, quando ci sono attività da fare c’è bruttissimo tempo. Ci vengono dati scarponi, ramponi, pantaloni impermeabili e spolverino. La pioggia incessante rende scivolose le rocce che si spostano in continuazione. Raggiungiamo poi la superficie completamente ghiacciata e facciamo pure un’arrampicata con tanto di corde, catene e picozze. Mi chiedo per un attimo perché cavolo abbia deciso di far parte a questa camminata faticosa ma allo stesso tempo sono contenta di averla fatta, è un’esperienza incredibile! La guida è eccitata “sentite quel rumore da laggiù, è il ghiacciaio che collassa per il surriscaldamento globale” , dentro di me penso “bene grazie allora ho visto abbastanza possiamo anche lasciare questo ghiacciaio tornare indietro sani e salvi”. Per la pioggia non possiamo continuare a salire e facciamo un percorso alternativo passando attraverso fessure strettissime. C’è la possibilità di entrare in un cunicolo sotterraneo dove rifiuto gentilmente l’offerta e aspetto in superficie insieme ad altri 2 ragazzi. Continuavano a scendere pietre mosse dalla pioggia e non volevo apparire sui giornali l’indomani perché rimasta incastrata in un buco ricoperto da rocce. Era già abbastanza quello che avevo visto. Dopo 4 ore di camminata fredda e bagnata, non c’era niente di meglio che rilassarsi e riscaldarsi nelle hot pools da 36 a 40 gradi.

camminata al ghiacciaio Franz Josefghiacciaioscale di ghiaccioghiacciaioghiacciaio

23 marzo. Wanaka

Lascio il ghiacciao per raggiungere Wanaka con varie soste lungo il percorso per fotografare i panorami, cascate e laghi con fantastici riflessi dei monti circostanti. Prima di arrivare all’ostello è prevista una visita al puzzling world, con labirinti e giochi di ingegno stanze con illusioni ottiche.

Lake MirrorcascateWanakalake wanakapuzzling world, labirintopuzzling worldlake wanaka

24 – 25 marzo. Queenstown

bunji jumpySulla via per Queenstown ci fermiamo al centro di Bunji jumping per quelli che hanno il coraggio di lanciarsi, io mi accontento di guardare, sempre per la serie preferisco vivere, ho sempre il terrore che la corda si spezzi. Arrivo in città sotto la pioggia ma provo ugualmente a fare un giro dei dintorni, alla fine è molto piccolo il centro ma carino. In precedenza avevo prenotato per l’indomani il giro in battello lungo i fiordi e cascate del Milford Sound e ovviamente c’è brutto tempo e il sole inizia ad uscire proprio quando stiamo tornando al porto.

Queenstownqueenstown..coloriqueenstownmilford soundmilford soundmilford sound

in viaggioin viaggiolake mirrorin viaggio


26-28 marzo. Ultime tappe del viaggio prima di volare in Australia

Dunedin, vecchia stazione ferroviariaDa Queenstown scendo a Dunedin cittadina universitaria piena di giovani studenti internazionali e non. La mattina successiva partenza in direzione Lake Tekapo ma prima una sosta alle Moeraki Boulders, rocce sferiche in riva alla spiaggia. L’ostello è un rifugio in mezzo al bosco in riva al lago. Immortalo un fantastico tramonto e vado a letto e non vedo l’ora di svegliarmi il giorno dopo per raggiungere di nuovo Christchurch da dove parte il volo delle 20.45 per Melbourne. Qui passo la notte in aeroporto e riparto la mattina del 29 per arrivare finalmente nella mia adorata a Perth, Australia.

 (..è in arrivo il racconto del recente viaggio in Thailandia - novembre 2012 !!!)

boulders boulders

 

Lake TekapoLake TekapoLake Tekapo, tramontoLake Tekapo, tramonto

Perth sto arrivando

 
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marzo'12 Nuova Zelanda isola NORD: città, spiagge, maori, hobbits e zolfo

Post n°40 pubblicato il 06 Gennaio 2013 da marci1987
 
Foto di marci1987

 

A quasi un anno di distanza ripesco tra le varie cartelle del mio pc questo file impolverato, una bozza del meraviglioso e coloratissimo viaggio in Nuova Zelanda risalente a marzo 2012. Riprendo così a raccontare un altro dei miei viaggi pubblicandolo solo ora, purtroppo gli ultimi giorni del racconto saranno meno dettagliati perché non ho piu avuto modo di finire questa bozza e sono passati troppi mesi per ricordare i dettagli.

(se alcune foto non riuscite a vederle, cliccate e aprite in una nuova scheda, consiglio di non perdervele, ci sono panorami e colori fantastici!)

4 marzo. Partenza

Commossa attraverso la sliding door delle partenze all’aeroporto di Sydney, lasciandomi alle spalle la mia amica e compagna di viaggio Valentina, con la quale ho condiviso in Australia gli ultimi 4 mesi quasi 24 ore insieme. Una nuova, anche se breve, avventura ha inizio, 3 settimane in Nuova Zelanda alla scoperta di panorami mozzafiato, visite al set del film Il Signore degli anelli, greggi di pecore e chissà quanto altro ancora.

Avventura che sembrava dover iniziare male per la mia ingenuità e disattenzione. Era da mesi che sapevo di dover fare questo viaggio e non mi sono preoccupata di cercare informazioni quantomeno sulla parte burocratica per entrare in Nuova Zelanda. Infatti, al momento del check in mi viene chiesta la data del volo di rientro, che io non avevo volutamente prenotato perche volevo essere piu flessibile con il mio viaggio, senza limiti di date. Non avevo pensato al fatto che bisognasse dimostrare di avere un biglietto di ritorno per poter entrare nel paese e ho dovuto comprarlo “al volo” poche ore prima della partenza prevista. Attimi di adrenalina, al bancone mi dicono di fare il biglietto con loro ma io preferisco cercare qualche offerta su internet ma non riesco a fare la prenotazione dal mio cellulare. Torno al bancone chiedo di fare il biglietto con la compagnia  ma verrebbe a costare 100dollari in piu rispetto ai prezzi online. Cerco quindi nell’aeroporto l’area con i computer e internet gratis e riesco a prenotare il ritorno per il 29 marzo!  Torno di nuovo al check in dove finalmente mi registro e non mi resta che aspettare la partenza che nel frattempo era stata posticipata di un’ora.

Il volo di 3 ore circa non è nemmeno tanto pesante. Arrivo ad Auckland mezzanotte e scopro che la mia sim australiana non funziona, neanche a farlo apposta all’arrivo in aeroporto c’è il chiosco informazioni dove offrono gratuitamente sim neozelandesi che bisogna semplicemente ricaricare. Dopo un po’ non funziona più nemmeno quella e come arrivo in ostello , sono ormai le 2 di notte, chiamo il servizio clienti per avere info ma senza successo. Rimando tutto all’indomani quando posso andare con calma in qualche negozio di telefonia e mi butto a letto vestita ancora dal viaggio, per non disturbare troppo i compagni di stanza che stano dormendo.

porto di Aucklandparco di Auckland

5-6 marzo.  Auckland

 idromassaggio in ostelloFaccio un primo giro per la città dove mi trovo un po’ spaesata come succede spesso in nuove località. In un negozio di telefonia e mi viene detto che il mio numero australiano a quanto pare non è abilitato per chiamate e messaggi fuori dall’Australia e devo quindi attivare e ricaricare quella neozelandese ricevuta in aeroporto. Auckland mi piace, è carina e tenuta bene. E’ curioso l’accento neo zelandese, certe frasi devo chiedere di ripeterle perché non si capisce la pronuncia.

L’ostello è molto pulito e c’è pure l’idromassaggio in terrazza. Edificio grande ma la cucina troppo piccola per tutte le persone che si riuniscono all’ora di cena, così mi passa la voglia di cucinare ed esco. L’indomani visito la spiaggia nonostante il cielo nuvoloso e aria fredda e con una passeggiata di 45 minuti torno in città.

Sky tower , AucklandPrima di partire per la Nuova Zelanda, avevo prenotato tramite un’agenzia di viaggi, un pacchetto  hop on/off con Magic bus. Il bus fa determinate soste in varie città e il viaggiatore decide dove scendere in base ai propri programmi di viaggio, può decidere di fermarsi in una città per un paio di giorni e aspettare il pullman successivo, oppure restarci settimane. Lungo il percorso il bus può fermarsi in vari luoghi di interesse turistico per poter scattare qualche foto e l’autista può aiutare a prenotare l’ostello per le destinazioni successive. Sul Magic Bus c’è anche la connessione wifi (quando funziona), cosi possiamo organizzarci il percorso, prenotare ostelli eccetera. Inoltre una volta a bordo l’autista, che è anche la nostra guida, fa passare un foglio con le varie tappe previste per la giornata, dove spuntiamo le attività che ci interessano (pagamento extra) e l’alloggio. L’autista/guida provvederà a prenotare il tutto durante le varie soste lungo la strada per il pranzo o per andare in bagno, infatti è possibile chiedergli informazioni solo mentre è alla guida perché una volta fermo è impegnato in tutte le prenotazioni. Ma non era vietato parlare al conducente?!

C’era una super offerta con la quale prenotando il biglietto per il bus che percorre l’isola nord a 400$ avrei avuto gratuitamente il giro dell’isola sud risparmiando altri 400-500.

7 marzo. Auckland-Rotorua

foto di gruppo con la bevanda giganteInizio la prima tappa con il Magic bus che passa a prendere i viaggiatori ai propri alloggi. Una prima sosta nella località dove producono la tipica bevanda neozelandese Lemon Paroea  e una foto di gruppo con la bottiglia gigante di questa bibita al gusto di limone e soda. Arrivo a Rotorua nel primo pomeriggio e dopo la registrazione in ostello esco a fare una perlustrazione del piccolo centro formato alla fine da due vie parallele e altre 2 traverse. È famosa per la puzza di uova marce nell’aria, essendo zona vulcanica, la puzza è dovuta in realtà allo zolfo presente nel Lago rotorua, una delle attrazioni turistiche oltre a rafting e villaggi maori e tanto altro.

La sera mi unisco alla visita del villaggio maori con tanto di buffet di tipico cibo maori. Serata interessante con simulazioni di vita al villaggio, canti e balli. L’autista che ci riporta in città è super esaltato e bravo intrattenitore , imita perfettamente l’accento di forse 50 lingue del mondo per ringraziare “KIA ORA”.

Rotorua, villaggio maoriRotorua, villaggio maorilago Rotorua, tramonto

Rotorua, area geotermica fumo dalle stradelago Rotorua, area geotermica

8-9 marzo. Rotoura- Hobbiton

Hobbiton, sul set del signore degli anelli/lo HobbitTour di mezza giornata a Hobbiton con una visita di 4 ore al set del film Il Signore degli anelli. L’area è enorme, un pullmino ci porta dall’entrata alla zona principale del set che poi percorriamo a piedi insieme alla guida che ci racconta fatti e notizie in merito alla registrazione del film. Sembra quasi che da un momento all’altro escano dalle proprie casette gli hobbits per salutarci!

Finito il tour , sono di nuovo a Rotorua dove faccio una passeggiata per vedere il tramonto , o meglio inseguirlo visto che cammino semplicemente in direzione del sole che scende, senza sapere dove sto andando. Colori fantastici e un’emozione incredibile quando realizzo che davanti a me ho il tramonto e alle mie spalle l’arcobaleno. Realizzo anche di essermi persa ma grazie al gps sul cellulare ritrovo la retta via ..ero a 40 minuti dall’ostello! Qui passo la notte e tutto il giorno successivo in puro relax.

Hobbiton, sul set del signore degli anelli/lo HobbitHobbitonHobbitonHobbitonRotorua, tramonto. i colori in foto non danno la stessa emozioneRotorua, arcobaleno al tramonto

10 marzo. Rotoura-Taupo

parco Wai o tapuOggi  prendo il bus per scendere un po’ più al sud e lungo la strada visitiamo il parco geotermale  Wai o Tapu con colori stranissimi e un Geyser che erutta ogni giorno puntuale alle 10.15. Mi chiedevo come potesse fare e pensavo pure allo zampino di qualcuno per guadagnare un po’ di soldi con quest’attrazione. Poco dopo arriva l’addetto del parco a spiegare che butterà una sostanza nel buco per far eruttare il geyser,come avevano scoperto tanti anni prima, i prigionieri versando per caso del sapone all’interno di questa cavità. Di nuovo a bordo per arrivare a Taupo , carina zona lacustre che attira turisti per skydiving e paragliding sul lago grande quanto Singapore. Passeggiando vicino al porto, vengo colta da un’improvvisa voglia di navigare e prenoto l’uscita di due ore e mezzo in barca a vela sul lago. La sera in ostello, dei ragazzi ubriachi fanno saltare l’allarme antincendio e tutti dobbiamo uscire in strada in pigiama e scalzi, fino all’arrivo dei vigili del fuoco che riordinano la situazione.

Lady Knox geyserparco Wai o tapuparco Wai o tapu

parco Wai o tapuparco Wai o tapu

Lake Taupo, navigazione, sculturescampato incendio per colpa di idioti ubriachiLake Taupo navigazione

11-13 marzo. Taupo – National Park - Wellington

Due giornate piovose passate praticamente sul bus con 8 ore di viaggio per arrivare al National Park dove passo solo la notte, mentre altri visitatori si sarebbero fermati più giorni per fare varie camminate tra cui la visita al vulcano usato nel film del Signore degli anelli. Altre 8 ore di bus sotto una pioggia incessante per raggiungere Wellington dove ad accoglierci c’è il sole! La città mi piace, circondata dal mare e dai monti, per le strade un mix di “antico” e moderno e sculture particolari un po’ dappertutto. Piove quindi passo la maggior parte del tempo a letto riposando dopo le varie levatacce degli ultimi giorni.

Da Wellington c’è chi decide di scendere all’isola settentrionale via mare, io invece preferisco fare prima il giro completo dell’isola nord e risalire ad Auckland e prendere un volo, più economico del traghetto, per Christchurch e fare il giro completo dell’altra isola.

Wellington, panorama dall'altoWellingtonWellingtonWellington, antico e modernosimpatia nelle toilettewellington

14-15 marzo. Wellington-Taupo –Auckland

magic bus

Un altro lungo noioso viaggio sul bus per risalire a Taupo. Lungo il percorso ci fermiamo per vedere le Huka falls (che avevo già visto all’andata) e un centro dove ospitano una particolare specie di kiwi..l’animale..il kiwi bianco e altre varietà di animali. Non ho voglia di unirmi ad altre 20 persone per fare la foto ad un kiwi, così aspetto fuori a godermi il sole che finalmente inizia a farsi vedere. Il viaggio diventa meno noioso quando percorriamo la strada che attraversa il deserto in mezzo a due parchi nazionali  sempre parte del set del signore degli anelli. Raggiungo Taupo dove passo solo la notte in ostello e l’indomani prendo il bus per Auckland dove, troppo stanca mi butto a letto fino al giorno dopo dove mi aspetta il volo per Christchurch.

(segue nel prossimo post)

Huka FallsHuka Falls

tornando a Taupotornando a Taupotornando a Taupotramonto sul Lake Taupo

 

 
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