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L'antipasto non è fondamentale nella nostra cucina, anzi, di solito lo possiamo trovare durante cene importanti o pranzi preparati per eventi particolari.
Ormai fa parte della nostra abitudine alimentare e quanti voi a ristorante non vedono l’ora di gustarsi un delizioso antipasto?

 

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Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene

Post n°163 pubblicato il 10 Marzo 2008 da ykarusteam
 
Foto di ykarusteam



Il vitigno

La viticoltura nelle colline di Conegliano-Valdobbiadene è molto antica tanto che il lavoro dell’uomo ha scolpito, nei secoli, i versanti più soleggiati dei colli.
Il Prosecco è presente in queste colline da più di due secoli.
A partire dal XIX secolo, con la fondazione a Conegliano della Scuola di Viticoltura ed Enologia e della Stazione Sperimentale per la Viticoltura, gli studi sul prosecco si sono molto sviluppati, promuovendone la diffusione in tutta l’area.
L’origine di questo vitigno è misteriosa; per alcuni era addirittura già conosciuto ai tempi dell’Impero Romano con il nome di Pucino, da cui si otteneva un vino particolarmente apprezzato dall’imperatrice Livia Augusta.
Quel che è certo è che da oltre due secoli questo vitigno ha trovato nelle colline di Conegliano-Valdobbiadene l’habitat ideale di coltivazione, dove si sono diffusi diversi biotipi di cui uno ancora oggi coltivato, opera di una selezione fatta nella seconda metà del secolo scorso dal conte Balbi Valier: il Prosecco Balbi.
A questa selezione, la prima di cui si abbia notizia, è seguito negli ultimi 30 anni un grande lavoro dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura, finalizzato alla salvaguardia della tipicità di un prodotto che deve adattarsi alle diverse condizioni presenti nelle colline di Conegliano-Valdobbiadene.
Il Prosecco è rustico e vigoroso, con tralci color nocciola e grappoli piuttosto grandi, lunghi, spargoli ed alati, con acini di un bel giallo dorato immersi nel verde brillante delle grandi foglie.


Il Prosecco è il vitigno che garantisce la struttura base al vino di Conegliano-Valdobbiadene, ma Verdiso, Perera e Bianchetta, vitigni considerati minori utilizzabili per un massimo del 15% nella produzione del Prosecco DOC, possono, in alcune annate ed in alcune zone, contribuire con le loro specificità a mantenere l’equilibrio organolettico del vino.

Il Verdiso è coltivato nella zona di Conegliano dal 1700; nel XIX secolo era già molto diffuso, superando per produzione ogni altro vitigno della zona. Viene oggi impiegato nella vinificazione del Prosecco per aumentarne l’acidità e la sapidità ed equilibrare la componente acida nelle annate calde.

La Perera, varietà citata come coltivata nella Provincia di Treviso già nel XIX secolo, era utilizzata in piccole percentuali nella vinificazione del Prosecco, soprattutto nella zona di Valdobbiadene, per aumentarne il profumo e l’aroma.
Il nome è dovuto forse al gusto particolare (di pera appunto) della polpa o, più probabilmente, alla forma dell’acino simile ad una pera rovesciata.

La Bianchetta, citata fin dal ’500 e da alcuni autori e ritenuta originaria del Trevigiano, è utilizzata per “ingentilire” il Prosecco soprattutto nelle annate fredde poichè matura prima: per questo è coltivata spesso nelle zone più alte e difficili insieme al Verdiso.
 


Ma quali vitigni concorrono alla produzione del Prosecco di Conegliano–Valdobbiaddene spumante conosciuto e apprezzato in tutto il mondo?

Tipologie e abbinamenti

Le diverse tipologie

Il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene DOC nasce da precise regole che ne garantiscono l’unicità e l’autenticità e da una tradizione che, pur adeguandosi ai cambiamenti avvenuti, ha conservato nel tempo un’identità precisa ed inconfondibile.
Tranquillo, Frizzante o Spumante, il Prosecco DOC di Conegliano Valdobbiadene si riconosce per il colore paglierino leggero, per la moderata corposità, per l’esclusivo profumo fruttato e floreale.
Ecco una breve descrizione delle caratteristiche dei diversi tipi di vino prodotti.

Prosecco DOC di Conegliano-Valdobbiadene Spumante
Il Prosecco Spumante esprime pienamente il suo carattere agile ed al tempo stesso energico ed è prodotto prevalentemente in due versioni, l’Extra Dry ed il Brut. Nella prima la rifermentazione si interrompe quando ancora rimane una piccola percentuale di zuccheri (12-20 gr/l) nella seconda è condotta quasi alla fine (15 gr/l massimo) in modo che lo Spumante diventi più secco e asciutto.

Brut
È il Prosecco più moderno ed ha un grande successo internazionale.
Si caratterizza per profumi più ricchi di sentori di agrumi e di note vegetali, che si accompagnano con una piacevole nota di crosta di pane, unita ad una bella e viva energia gustativa. Il perlage fine, assicura la persistenza del sapore e la pulizia del palato, rendendolo a tavola, lo spumante per eccellenza.
Da apprezzare servito a 7-9° C su antipasti di pesce e verdure anche elaborati, primi con frutti di mare e piatti di pesce al forno o, come è in uso nella zona di produzione, a tutto pasto.

Extra dry
È il Prosecco “classico”, la versione che combina l’aromaticità varietale con la sapidità esaltata dalle bollicine.
Il colore è paglierino brillante ravvivato dal perlage.
L’aromaticità è fresca e ricca di profumi di frutta, mela, pera, con un sentore di agrumi che sfumano nel floreale.
In bocca il vino è morbido e al tempo stesso asciutto grazie ad una acidità ben presente. Ottimo come aperitivo, è ideale servito ad 8-10° C,
su minestre di legumi e frutti di mare, paste con delicati sughi di carne, formaggi freschi e carni bianche soprattutto pollame.

Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Frizzante
È il Prosecco più facile ed immediato: nato per incontrare i giovani e per avvicinare il consumatore meno esperto.
Nella versione a rifermentazione in bottiglia (Sur lie) è l’autentico ambasciatore della tradizione del vignaiolo, un vino essenziale, asciutto, digeribile e leggero.
Nella fermentazione più diffusa, in autoclave, il Prosecco frizzante armonizza la fragranza dei profumi varietali dell’uva con il pizzicare delicato dell’anidride carbonica, in una unione che da grande freschezza.
Il colore è il caratteristico paglierino, al naso l’aroma è ricco di sentori florali e fruttati con un prevalere di mela acerba e limone.
Perfetto servito a 8-10° C, come aperitivo, su antipasti e primi non elaborati.


Il Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze
È un perfetto suggello ai momenti belli della vita.
Già il colore rimanda ad una maggiore intensità, che si manifesta con una complessità di profumi invitanti ed ampi, dalla mela alla pera, dall’albicocca agli agrumi, alla rosa, con una gradevole nota di mandorle glassate al retrogusto. Prodotto quasi esclusivamente nella versione Dry (residuo zuccherino 17-35 g/l), questo spumante si accompagna ai dolci della tradizione, dalla pasta frolla alle crostate di frutta e alle focacce.
Ottimo non solo alla fine di ogni pranzo importante, ma per ogni brindisi augurale, per rendere più festosa ogni cerimonia.




Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Tranquillo
È la versione meno conosciuta al di fuori della zona di produzione.
Si ottiene dai vigneti più fitti e poco produttivi e da uve ben mature.
La vinificazione prevede una breve macerazione a freddo sulle bucce dell’uva, in modo da arricchire il vino in aromi e struttura.
Il colore è paglierino delicato, i profumi ricordano mela, pera, mandorla e miele di mille fiori. La struttura è soave e persistente, con un retrogusto talvolta gradevolmente amarognolo che lo rende più articolato e complesso.
Anche se non è un vino da invecchiamento, lo si può apprezzare fino al secondo anno di vita.
Va bevuto a 10-12° C su antipasti delicati di mare e di terra, ed in abbinamento con i bocconcini marinati della tradizione veneta.


 
 
 
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