Creato da cajen.1972 il 23/09/2011

Informarsi meglio...

... per evitare le cavolate e correggere le bufale che si leggono in giro

 

 

Le scuse del cavaliere

Post n°71 pubblicato il 25 Giugno 2012 da cajen.1972

 

"Voglio chiedere scusa agli italiani: nel '94 li ho illusi", chiedendo loro i voti "per modernizzare il Paese e per una rivoluzione liberale che non sono riuscito a fare e che non ho mai fatto, in buona fede". Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando ai giovani del Pdl a Fiuggi.

 

 

"'MI RICANDIDO PER IL BENE DEL PAESE, AHAHHAH... AHHAHAHAH... "

 


Quante volte avrete gia sentito la frase "Il diavolo fa le pentole ma senza fare il coperchio"? Oppure: "Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino". Milioni di volte. In una sola dichiarazione del cavaliere, tutti gli elettori del PDL si sono ritrovati presi in giro non solo nelle promesse non mantenute ma persino nell'animo di convinti liberisti. Niente rivoluzione liberale, solo un due di picche per chi ha creduto nell'uomo della svolta. Eppure quante volte
questi berluscones si sono sentiti dire dagli altri che erano stati presi in giro da un bontempone come il cavaliere? E questi berluscones, capaci solo di fare orecchio da mercante, non hanno ascoltato nessun consiglio, anzi, lo hanno ancora difeso da tutti i suoi casini. Adesso è normale che questi berluscones rappresentino solo il 15% degli aventi diritto al voto, persino un comico come Beppe Grillo riesce a far di meglio quando discute di politica.

Chiedo ai berluscones: le accettate le sue scuse?

 

 

 
 
 

Trova la differenza: Imprenditore pubblico e privato

Post n°70 pubblicato il 28 Maggio 2012 da cajen.1972

 

Questo post lo dedico a quei burini che non hanno nulla da insegnare. La differenza tra un imprenditore che lavora in un ente pubblico e l'imprenditore privato che lavora per conto suo. Gli ho chiesto se invece di perdere tempo ad insegnare il nulla, avesse pagato i suoi dipendenti, non mi ha risposto. Gli ho chiesto se fosse d'accordo che se non si manda a casa i manager corrotti nella pubblica amministrazione, lui da povero scemo continuerà a fare la coda anche se, ribadisco, il suo problema non è perdere tempo a fare la coda ma semmai come far passare la giornata davanti al suo computer! Poi ci sono gli imprenditori pubblici, quelli che sprecano i soldi dello Stato ma anche quì poche parole e futili precisazioni, a lui interessa il termine delle parole non i contenuti. Il vero problema, per il burino fancazzista, non sono i manager corrotti e gli imprenditori pubblici che sprecano, sono gli impiegati della pubblica amministrazione perché a detta dagli stolti come lui, sono tutti comunisti!!!

La riforma della Fornero è iniqua perché colpisce sempre i dipendenti lavoratori (non solo gli assenteisti) e mai i vertici che sprecano le risorse dello Stato.

 


L'attuale situazione di crisi economica ci impone oltre che ricercare nuovi e più incisivi metodi di sviluppo, di metter mano a riforme strutturali che consentano di vincolare le già poche risorse pubbliche all'ottenimento dei risultati attesi. Si tratterebbe in sostanza di attuare una prassi consolidata nell'economia privata dove investimenti di risorse economiche e umane sono prima programmate e successivamente analizzate in termini di risultati.

Certo, l'impresa pubblica differisce da quella privata non solo per la provenienza delle risorse, per lo spirito dell'intrapresa, per la sua connotazione e oggetto sociale, ma anche (e questo è il punto) per il cosiddetto rischio d'impresa.

Un'impresa pubblica, che utilizza quindi risorse della collettività, non solo non “rischia” alla pari di quella privata, ma spesso gode di benefici che falsano la concorrenza del libero mercato. La siderurgia, la chimica, l'alimentare, ci hanno insegnato quanto il pubblico riesca ad essere fallimentare al di là delle più pessimistiche previsioni e aggiungerei della umana decenza.

Ma è curioso, (forse il termine esatto è vergognoso), il modo con cui la nostra società distingue l' imprenditore pubblico da quello privato di fronte all'insuccesso.

Il primo viene nominato in altra società di pari o maggior importanza, gratificato con una congrua buona uscita e i debiti dell'impresa vengono ripianati, nella speranza che il successore sappia fare meglio (leggi sia più fortunato).

Quando un imprenditore privato, fallisce nel suo progetto, non solo perde tutto quello che ha, ma è additato dall'opinione pubblica come un “fallito”, gli viene preclusa una “seconda possibilità” e da quel momento in poi porterà il marchio del suo fallimento.

Emblematica la cronaca degli ultimi mesi dove un manager, un artigiano e un piccolo imprenditore, si sono tolti la vita non sopportando l'idea di licenziare i loro dipendenti, consci che la società moderna non concede sconti, ed è pronta ad acclamare falsi miti, ma al tempo stesso a giudicare senza riserve.

Non è quindi ora, di riconoscere il ruolo che hanno avuto quelle migliaia di imprenditori piccoli e grandi, nel far crescere il paese prima di doversi arrendere ?

Non è quindi ora, di verificare come le risorse pubbliche vengono impiegate, impedendo agli incapaci di continuare a fare danni? E se proprio insistono... LO FACCIANO CON I LORO SOLDI!

Enrico Mattinzoli (10.03.2010)

http://www.enricomattinzoli.it/riflessioni/31.html

 

Ecco, se si parla di sprechi cominciamo dall'alto, non dal basso!

 

 


 
 
 

Imprenditori burini

Post n°69 pubblicato il 26 Maggio 2012 da cajen.1972

 

"'ZZO C'HAI DA GUARDARE... C'HAI PROBLEMI... DAI VIENI QUA CHE TI ORGANIZZO UNA RISSA IN VISO!!"

 


Seppur non ho parlato di impiegati ma di pubblica amministrazione per qualcuno avrei citato la categoria dei colletti bianchi, e vabbè i burini possono concedersi di dire ciò che vogliono. Il fancazzista burino si è arrabbiato molto perché come imprenditore lo faccio sentire atipico. Lui, a differenza di chi lavora, cazzeggia dalla mattina alla sera sul suo computer, assomiglia molto all'assenteista che detesta nei suoi post tritti e ritritti. Da minimalista, sostiene le parole della Fornero quando si discute di licenziamenti facili perché fa pan-dan con le sue idee neoliberiste. Non avendo idee, si associa. I licenziamenti facili non sarebbero poi così preoccupanti se interessassero solo gli assenteisti ma il fancazzista non ci sta a capire, niente sorprese. Quando ci sarà la possiblilità di licenziare anche nel pubblico impiego, lui dirà che finalmente non si faranno più code agli sportelli ma vista la sua onnipresenza sul suo blog, dubito che il problema per lui siano le code, il suo vero problema è come far passare la giornata davanti al computer. Se gli assenteisti sono raccomandati dai politici, nessuno oserà fare osservazioni e lui si arrabbierà ancora di fare la coda perché non avrà capito un cacchio. Dice anche che non esistono imprenditori pubblici, a questo punto mi chiedo che lavoro fa perché non sa nemmeno quello che dice. Siccome che da imprenditore, così come dice di essere, si sente onorato di appartenere alla categoria dei 'self made men', e spero per lui che sia così, vorrei parlare di quelli che invece riescono a mandare in fallimento intere aziende magari facendosi pagare dalla azienda i lavori di casa propria, chissà se anche il burino è uno di questi e le fatture non sono quelle per l'azienda ma per i lavori dell'idraulico per la sua villetta. Imprenditori che poi chiedono allo Stato i soldi per la cassa integrazione per i suoi dipendenti perché le aziende non hanno più i soldi per pagare stipendi e TFR. Il burino, così solerte nelle parole, avrà pagato gli stipendi ai suoi dipendenti o aspetta lo Stato? Insomma, di gente che non fa una mazza ce n'è in giro e mica solo nella pubblica amministrazione. Che sia questa la ragione per la quale quasi tutti gli imprenditori disonesti detestano l'articolo 18? Una regola per avere la possibilità di licenziare come e quando si vuole e per imporre i sacrifici ai lavoratori. Per me va benissimo licenziare chi non lavora ma mi va altrettanto bene mandare in galera certi imprenditori.

 

Totò Truffa (a prescindere come direbbe il Maestro)

Pare oramai una bieca tradizione quella dell'imprenditoria truffaldina tanto ben radicata nel terriotorio italiano: cessioni lampo di intere aziende, mirabolanti trasformazioni da s.p.a ad s.r.l, manovre economico-finanziarie degne di autentici Copperfield del tfr; soldi spariti come rolex in un fazzoletto rosso. Peccato solo che non si tratti di uno spettacolo di magia e che, ciò che viene fatto sparire, poi non compaia nuovamente per essere restituito al proprietario.

Metafore a parte e per dirla in numeri e poche parole, a seguito della cessione della società Eutelia Spa alla Agile srl, circa 2000 dipendenti sono costretti a vivere in condizioni lavorative insostenibili: stipendi non pagati, piano aziendale inesistente e mancanza di confronto con l'alto management sono solo alcuni degli ingredienti oramai tristemente noti di realtà aziendali deviate e purtroppo sempre più diffuse nel nostro paese.

I piani di messa in mobilità degli ignari e non tutelati dipendenti, sembrano infatti seguire un filo comune nelle diverse casistiche: una società grande e virtuosa che acquista diverse altre società più piccole (di solito holding) che vengono utilizzate per riciclare denaro e/o per spudorate operazione di speculazione economica. Risultato: centinaia ed in taluni casi migliaia di famiglie che si ritrovano in brevissimo tempo senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e, soprattutto, senza un motivo valido al quale attribuire il nuovo stato di disoccupazione.

Intanto le istituzioni latitano o fanno orecchie da mercante. “Abbiamo scritto anche ad Annozero e a Report ma nessuno ci ha dato ascolto”, lamenta poi Alessandra Lerro; anche lei, come tanti altri, costretta a subire clamorose ed intollerabili ingiustizie a causa di chi, più che imprenditore, dovrebbe definirsi semplicemente speculatore senza scrupoli. Nell’intervista che trovate allegata a questo articolo, è proprio la signora Lerro a descrivere dettagliatamente la grave e fin’ora sottovalutata “questione Agile”.

http://www.julienews.it/notizia/istruzione-e-lavoro/agile-srl-altro-clamoroso-caso-di-malaimprenditoria/34654_istruzione-e-lavoro_6_1.html

 


 
 
 

Non toccate i 'manager' raccomandati!

Post n°68 pubblicato il 25 Maggio 2012 da cajen.1972

 

"SVILUPPO E CRESCITA"

 

 

 

La Fornero:

"Quello dei dipendenti pubblici non è un mercato perché le regole sono diverse, ma auspico che qualcosa di simile a quello che abbiamo fatto per i dipendenti privati relativamente alla possibilità di licenziare sia inserito nella delega al ddl anche per i dipendenti pubblici".

 

L'imprenditore fancazzista:

APRITI CIELO !!!

Pensare di l-i-c-e-n-z-i-a-r-e “un’impiagato” assenteista?

Misurare la p-r-o-d-u-t-t-i-v-i-t-à di uno scaldasedie ?


 

Facile prendere come esempio gli assenteisti, parlare di loro non deludono mai le aspettative, con questi esempi da burini demagoghi si può recriminare tutto quello che si vuole e nessuno ci darebbe torto ma la pubblica amministrazione non è fatta solo di assenteisti, c'è chi lavora sodo e fa i turni di notte. Pensiamo solo per un'attimo a quello che può succedere nell'intera notte al pronto soccorso di una città di media grandezza, mentre altri (imprenditori inclusi)  se ne stanno davanti al computer a scrivere i pensierini della notte.

Per questi diversamente nullafacenti, le regole esistono solo per i dipendenti, ma non per i manager corrotti messi a dirigere grazie ai favori di qualche politico. Non importa che nella P.A. ci siano incompetenti o corrotti pagati da noi cittadini, l'importante è poter licenziare tutti e comunque in nome del progresso e dello sviluppo ma di quale sviluppo parlano? Del proprio! E' ovvio che una riforma di tale portata interessa molto a quel tipo di imprenditore sia pubblico che privato che vorrebbe poter licenziare e assumere, ricattare il lavoratore per renumerare guadagni sulle spalle dei lavoratori. Oggi si fanno dei contratti persino settimanali. Questi sono gli imprenditori che per salvare i loro profitti negano i diritti degli altri e scrivono sui loro blog i loro compitini da prima elementare per distrarre un po' chi li legge, non hanno grandi pretese.

 

 

 
 
 

Debiti pubblici a confronto

Post n°67 pubblicato il 17 Maggio 2012 da cajen.1972

 

"ECONOMISTI DE NOANTRI"

 

 

Questi economisti de noantri ci vogliono svelare i misteri del debito pubblico. Il Giappone, seppur con un debito pubblico doppio del nostro, non è "sorvegliato speciale", l'Italia invece sì, e  qualcuno scrive nel suo compitino da prima media (inferiore):

La Spagna nel 2011 aveva un debito del 66% del Pil, la Francia 85% e la Germania 83% … l’Italia viaggia da sempre oltre il 100% e nel 2011 ha raggiunto il 120% … il Giappone ha un debito del 240%.

Logica vorrebbe che “sic stantibus rebus” la Spagna dovrebbe essere “affidabilissima” e via, via, Germania, Francia e Italia sempre meno “affidabili” … fino al Giappone che dovrebbe essere ormai fallito!

NON E’ COSI’ !!!

Orco Can e com'è? Questo se la canta e se la suona!

Misteri della finanza, Italia e Spagna sono “sorvegliate speciali”, la Germania è la prima della classe e il Giappone finanzia il proprio debito all’interesse ridicolo dello 0,5%.

Ciumbia, anche per questi economisti de noantri rimane un mistero e allora si ritorna per la trecentocinquantaduesima volta alla solfa - la stessa solfa - che ormai tutti conosciamo:

nessuna misura contro la  spesa corrente, nessuna misura contro la casta politica e bancaria e i poteri cosiddetti forti, nessuna riforma strutturale, solo qualche balletto sulle privatizzazioni, bolle di sapone, bufale mediatiche  … e una montagna di tasse!

Che due palle. Ma a parte le tasse - che con Monti sono raddoppiate grazie anche ai disegni di legge del governo precedente - vi pare che un tal Berlusconi abbia mai preso delle misure contro la casta politica? E' notizia di questi giorni che il PDL sta facendo perdere tempo sulla legge che vede l'inasprimento delle pene per il falso in bilancio grazie ad innumerevoli emendamenti e quì si parla ancora di  deboli misure contro la casta arrivando da chissà quale pianeta... E le privatizzazioni di Berlusconi dove sono? Le riforme? Aria fritta! Bufale mediatiche? Se parliamo di bufale ne abbiamo appena lasciato un repertorio. Insomma, un po' di onestà intellettuale. Ma veniamo al dunque, io non sono economista, non leggo Adam Smith, non scrivo in latino ma faccio una cosa che certi economisti all'arrembaggio non fanno, informarsi.

 

~~~~

 

Perchè il Giappone ha una moneta forte… con un debito pubblico quasi del 250%, mentre noi con “solo” il 120% di debito pubblico e i tassi di interesse sui nostri Buoni del Tesoro ci stanno mandando in crisi?

Semplice, perchè i giapponesi (cittadini privati, aziende, istituzioni pubbliche, banche nazionali) possiedono oltre il 90% di tutto il debito “pubblico” nazionale, mentre noi italiani, (che siamo più furbi), il nostro debito pubblico lo abbiamo ceduto volentieri agli stranieri, per circa il 35%, mentre un altro 45%, circa, è posseduto da banche, assicurazioni, fondi comuni.

Pertanto, mentre in Giappone i detentori del debito pubblico sono molto patriottici e si accontentano di avere dall’1% al 1,5% di interesse, qui da noi i detentori pensano solo al proprio tornaconto e chiedono interessi sempre più alti, minacciando di non acquistare i titoli di stato. E noi cittadini italiani, ne paghiamo le conseguenze in termini di aumento del costo del denaro.

Ah, tra coloro che non vogliono più acquistare i nostri titoli c’è anche la Deutsche Bank, che ha messo sul mercato in agosto 2011 oltre 7 miliardi di titoli italiani, dando il “via” all’attuale crisi degli “spread”.

 

VOGLIO ANTICIPARE I RIVALi, E' TUTTO MATERIALE TROVATO SUL WEB, NON SOLO,  CONSIGLIO AI RIVALI DI COPIARSI LE FRASI CHE MI APPARTENGONO, NON QUELLE CHE NON MI APPARTENGONO PERCHE' NELL'ULTIMO POST SPAZZATURA DI LORO PUBBLICAZIONE  A ME DEDICATO, IL SECONDO COMMENTO NON E' MIO!!! :-)

 

 

 
 
 
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