Creato da: domenicomolinini il 09/02/2010
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Tempo vivente

Domenico Molinini - Tempo vivente

Concerto per Flauto e Pianoforte
Flautista Michele Bozzi
Pianista Gianni Saponara
29 Giugno 1980 - Corato

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Ildebrando Pizzetti, Concerto dell'Estate

 

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Requiem di memore raccoglimento...

Requiem di memore raccoglimento e devota solidarietà alla lezione di un martirio Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e le loro scorte

Il 23 maggio 1992 è un sabato. Una giornata luminosa e solare come ci si aspetta siano quelle di maggio, ancora più se si tratti di un sabato.

Sarà un sabato da ricordare. Un sabato da non dimenticare, da non potere né dovere dimenticare.

Albeggia quando dopo il risveglio bevo il mio "caffè". La sera precedente ho preparato la mia attrezzatura subacquea, controllato i fucili, riempito una bottiglietta con una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio (le immersioni in apnea e la permanenza in acqua anche per 7-8 ore possono dare un po' di acidità di stomaco). Alle 6, mentre guido, il sole è già sorto e lo guardo riflettersi nel calmo mare, lungo la costa che da Margherita di Savoia porta a Zapponeta e a Manfredonia.

La nostra meta è la Baia di Porto Nuovo, una splendida spiaggia sul Gargano a pochi chilometri da Vieste, dove solitamente, dopo essermi allontanato a nuoto di circa 400 metri dalla costa, inizio le mie solitarie e proficue immersioni.

La giornata si annuncia meravigliosa. La lunghissima spiaggia è deserta e quando mi immergo sento quanto sia fredda l'acqua sulle poche parti del corpo che la muta non copre. Ma già inizio a pinneggiare per allontanarmi dalla costa, trainando la mia fida plancetta e scrutando il fondo ancora sabbioso, pur sapendo che nel tragitto difficilmente potrò imbattermi in pesci degni di nota, ma incapace di resistere al fascino dei fondali.

Quando torno a riva, verso le 15, sono stanchissimo, ma soddisfatto. Ho trascorso ore in compagnia di me stesso nell'elemento che mi affascina e attira fin da adolescente e sono tornato, come al solito, con il retino pieno di polpi, gronghi, scorfani, altri pesci da zuppa, saraghi e un paio di spigole, mentre il capiente gavone della plancetta è colmo di ricci e cozze di fondo.

Mi godo il pranzo quando gli altri (la spiaggia si è modestamente popolata) ormai sonnecchiano da un paio d'ore. Poi faccio una breve passeggiata lungo l'arenile, la voglia di rientrare in acqua già riaffiora, ma per oggi può bastare, mi dico, ci saranno altri giorni. Con calma inizio i preparativi per tornare a casa, dove prepareremo una buona cena e trascorreremo la serata con gli amici per fare onore al pescato.

Il viaggio di ritorno è più lento. Il sole arroventa una fila chilometrica di auto che si snoda lungo le curve e i tornanti del Gargano. Si procede a passo d'uomo (trascorreranno anni e anni per vedere realizzate le gallerie che adesso permettono di evitare Mattinata e giungere già nei pressi della baia di Mattinatella). Ascolto distrattamente la radio. Sono quasi le sei di pomeriggio quando danno notizie dell'attentato di Capaci.

Quando arriviamo a casa, accendo subito il televisore. Non si parla d'altro. Le immagini potrebbero essere quelle di Beirut, di una guerra, di un bombardamendo.

Sono un grande ammiratore di Giovanni Falcone e quella sera decido che il 23 maggio del 1993 dirigerò un concerto per commemorare le vittime della strage di Capaci.

Il mare è il mio grande sogno. Chi mi conosca sa quanto io soffra a starne lontano e quanto mi basti semplicemente stare a guardarlo per sentirmi appagato. La pesca subacquea, poi, è il modo per congiungermi conil mio elemento ideale.

Il 19 luglio 1992 è una domenica. Tutto si ripete come meno di due mesi prima. Questa volta le notizie sono precise nella loro tragica dimensione già nelle prime ore del pomeriggio.

Dopo la strage di via D'Amelio la mia decisione diventa un fermo proposito. Da quel giorno comincio a pensare a quale opera dirigere il 23 maggio e il 19 luglio 1993.

La mia scelta cade sul Requiem in Do minore per coro e orchestra di Luigi Cherubini. Una scelta per nulla casuale. In quel grandioso affresco non ci sono ruoli per le voci soliste: l’autore ha voluto che sia il coro, da solo, a rappresentare la parte dell’umanità dolente.
Compiuta la scelta, dopo aver studiato la partitura, mi occupo di insegnare le parti al coro e curo gli aspetti extra musicali del progetto. Mio principale interlocutore è l’Associazione Nazionale Magistrati. Ad aprile il progetto è esecutivo e sono fissate le date del 22 maggio a Corato, 23 maggio a Bari e 19 luglio a Trani.
Intanto, accetto di dirigere due esecuzioni straordinarie del Requiem: una il 1° maggio a Corato, nella Chiesa Matrice, a favore dell’Unicef (per il quale ho già tenuto dei concerti), l’altra l’8 maggio, su invito dei Frati Cappuccini del Santuario di S. M. delle Grazie di San Giovanni Rotondo, nell’ambito delle celebrazioni per il XXV anniversario della morte di Padre Pio. I due concerti hanno grande successo. A San Giovanni Rotondo il pubblico è una marea impressionante, della quale fa parte una foltissima delegazione di coratini.
Giunge il 22 maggio. Nel frattempo al coro si sono aggregati elementi del Coro del Teatro Petruzzelli (che da quel momento ne faranno parte stabilmente) e all’orchestra si sono aggiunti altri miei colleghi professori al conservatorio.
Così riporta il numero di giugno de “Lo Stradone”:
”23 maggio 1992–23 maggio 1993! Trascorso un anno da quella data che ha segnato a sangue la vita italiana: Manifestazioni a Palermo e in tutta Italia. Corato ha fatto la sua parte. Sabato 22 nella Chiesa matrice alle ore 21.00 l’Orchestra e Coro Civico di Corato ha eseguito la messa di Requiem in do minore di Luigi Cherubini diretta dal Maestro Domenico Molinini […] Pubblico numeroso. […] presente una folta rappresentanza di magistrati. Dal Foro di Trani sono intervenuti il Consigliere Pretore Dirigente Dott. Salvatore Paracampo, il Sostituto Procuratore Dott. Saverio De Simoni. Erano presenti l’Ispettore Generale di Grazia e Giustizia giudice Dott. Vincenzo Nardi, il Pretore di Corato giudice Dott. Michele Nardi, i Vice Pretori Onorari Dott. Lucio Barile e Dott. Domenico Tandoi. Larga rappresentanza delle forze di Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani. Prima dell’inizio del concerto ha preso la parola il giudice Michele Nardi […] Il concerto è stato seguito dal pubblico in religioso silenzio. La perfetta esecuzione ha riscosso applausi prolungati per molti minuti. […]

Domenica 23 maggio l’Orchestra e Coro Civico di Corato ha eseguito il medesimo concerto […] a Bari […] presenti il Sindaco di Bari, S. E. il Primo Presidente della Corte di Appello di Bari, il Procuratore Generale della Repubblica, il Questore di Bari, il Vice Prefetto in rappresentanza del Prefetto, il Presidente del Tribunale, dirigenti della Procura Distrettuale Antimafia, i comandanti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, numerosissimi magistrati, personalità del mondo della cultura. Erano presenti la madre e la fidanzata dell’agente Rocco Di Cillo, facente parte della scorta del giudice Falcone […] L’esecuzione è stata preceduta da due brevi interventi del giudice Giovanni Battista Gabrielli, Presidente Sezionale dell’A.N.M. e del Sindaco di Bari Avv. Pietro Leonida La Forgia […] L’esecuzione è stata ripresa in TV e mandata in onda nel TG3 delle ore 14 del lunedì successivo […].”

Non dimentico ciò che accade al termine dell’esecuzione barese del Requiem: il pubblico, del quale fanno parte anche numerosi colleghi, professori al Conservatorio e all’Università, che applaude lungamente; il Sindaco di Bari che mi si avvicina e mi stringe lungamente la mano (è la conferma di una grande stima, unita all’invito a superare definitivamente un incidente diplomatico, che pochi giorni prima mi ha fatto andare in escandescenze nei corridoi del Palazzo di Città barese, quando scopro che, per la serie “anche le pulci vogliono starnutire”, qualche personaggio – a me rimasto ignoto - ha da ridire sulla presenza della pubblicità della Pasta Granoro sull’ultima di copertina del programma di sala del concerto); i parenti dell’agente Rocco Di Cillo che mi si fanno incontro per ringraziarmi.

Tutto questo si ripete a Trani, il 19 luglio, nella Cattedrale, gremitissima, dove è il Dott. Salvatore Paracampo a prendere la parola prima dell’inizio del concerto...

Scrive Lorenzo Fico il giorno dopo commentando l'evento:

"[…] il Requiem in do minore di Cherubini, un grandioso affresco corale affidato per l’occasione all’Orchestra e Coro Civico di Corato, sotto l’attenta direzione del Maestro Domenico Molinini […] particolarmente felice il primo e soprattutto l’ultimo brano dove, in sorta di sintesi estrema di tutti i sentimenti conosciuti durante l’opera, coro ed orchestra hanno avuto modo di esaltarsi in un quarto d’ora di vera grande musica. Un elogio particolare al Maestro Molinini […] una interpretazione sempre intensa la sua, e capace di momenti di commossa partecipazione.

A lui il merito di aver saputo cogliere il senso della manifestazione e di averci guidato tra le note di un grande capolavoro”.

I documenti audio che seguono sono registrazioni live effettuate durante il concerto tenuto nella cattedrale di Trani.


 
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Commenti al Post:
cateviola
cateviola il 23/05/10 alle 22:10 via WEB
Caro Domenico, grazie
Sto ascoltando l'Introitus e non commenterò l'esecuzione ... mi prenderò tempo per i pensieri e la memoria, accolta dall'abbraccio della musica, capace come il mare di farci stare in contatto con noi stessi immersi in qualcosa che ci affascina e innalza sopra noi stessi.
Ora, semplicemente, grazie per il racconto e la testimonianza
Un abbraccio
(Rispondi)
 
 
ilike06
ilike06 il 23/05/10 alle 23:11 via WEB
Cara Cate, questo è il coro nel quale ho cominciato a cantare. E riascoltarlo è un'emozione.... nonostante la qualità vocale dell'ensamble non sia delle migliori (era un coro amatoriale le cui voci non erano tecnicamente impostate a cui si erano aggiunti un po' di elementi professionisti). Il Requiem di Cherubini, però, è così bello che compensa questo piccolo difetto ;-)))
(Rispondi)
 
Tesi89
Tesi89 il 24/05/10 alle 00:32 via WEB
Ricordo perfettamente il 23 maggio del 92,quando dettero la notizia della strage: ero in un letto della maternità di Firenze,la sera prima era nato mio figlio..come potrei scordarlo?Ricordo il senso di sconforto,d'impotenza e di rabbia misto a stupore e incredulità, e quando vedo le immagini tragiche del tuo video e ascolto la stupenda musica riesco a rivivere le stesse sensazioni di allora e mi commuovo...Grazie!
(Rispondi)
 
massimocoppa
massimocoppa il 24/05/10 alle 11:31 via WEB
credo sia stato uno dei modi più originali per ricordare Falcone
(Rispondi)
 
sottoilsette
sottoilsette il 24/05/10 alle 15:37 via WEB
Il potere della musica, in ogni sua forma, di accompagnare le emozioni, di cullarle, accoglierle, è semplicemente straordinario. L'iniziativa idem. Caro Domenico, pur non conoscendoti, ammiro lo sforzo che sicuramente avrai dovuto affrontare in un contesto quanto mai difficile, magari combattendo persone che poi, pubblicamente, saranno state lì a sostenerti, come ipocritamente succede spesso in italia...
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 24/05/10 alle 15:47 via WEB
Hai colpito nel segno e non immagini quanto.
Grazie.
(Rispondi)
 
dodici_scatti
dodici_scatti il 24/05/10 alle 17:31 via WEB
Bellissimo post, un onore al ricordo chi con tanta serietà, onestà e rettitudine ha lavorato per tutti noi e per la vera democrazia e per questi valori ha sacrificato la propria vita! Quel giorno piansi come se avessi perso una persona di famiglia e, soprattutto,perchè, poco meno che ventenne, provai la disperazione di chi rinuncia per sempre ad un sogno! Per me, con il cuore di ragazza, con Giovanni Falcone moriva la speranza di sconfiggere la mafia. Ora dopo tanti anni, ho imparato a sognare e sperare con ancora maggiore veemenza! Meravigliosa la musica. Grazie Maestro.
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 24/05/10 alle 17:42 via WEB
La Mafia riusciremo a sconfiggerla.
Ci riusciremo quando in questa terra bella e complicata che chiamiamo Italia ci sarà un risveglio delle coscienze civili e ancora una volta riusciremo a scacciare la bruttezza che oggi regna dovunque sovrana e incontrastata.
Questo lo dobbiamo ai tanti uomini onesti e probi, ché altrimenti le loro vite sarebbero state spese invano.
(Rispondi)
 
 
 
dodici_scatti
dodici_scatti il 24/05/10 alle 19:26 via WEB
Ben detto!! Perché al di là della corruzione, del marciume molle e lento, dell’ambiguità diffusa, di certi mafiosi che fanno i politici, c’è una Italia desiderosa di giustizia e di cose belle, ma belle sul serio.
(Rispondi)
 
mara2003
mara2003 il 25/05/10 alle 06:29 via WEB
Ho i brividi quando leggo questo tuo ricordo...e il tuo desiderio, il risveglio delle coscienze civili, è anche mio...che non sia solo utopia!
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 25/05/10 alle 07:46 via WEB
Le coscienze civili potrebbero risvegliarsi anche con la conoscenza dell'arte e della grande musica.
Peppino Impastato ha scritto:
Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.
All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre.
È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.

E io dico che l'isolamento del sapere musicale, in particolare, forse appartiene a un bieco e sordido disegno: fare in modo che siano solo e sempre in pochi quelli capaci di discernere il grano dal loglio e pensare. Pensare con la propria testa.
(Rispondi)
 
ilike06
ilike06 il 25/05/10 alle 13:50 via WEB
bei commenti :)
(Rispondi)
 
pittricedisinistra
pittricedisinistra il 26/05/10 alle 16:15 via WEB
FINO A QUANDO LO STATO LE ISTITUZIONI SARANNO CONNIVENTI CON LA MAFIA ..NULLA CAMBIERA, CIAO THEA
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 26/05/10 alle 17:25 via WEB
Appunto.
Tutto finisce. Finirà anche l'immoralità o, per lo meno, si farà strada nella gente il senso del civismo. Quel senso che per ragioni (per trattare le quali occorrerebbe tanto tempo) che sembrano essere congenite alla "razza italica", è così duro a stabilirsi nella penisola che definisco sempre alla stregua di entità geografica e non ancora politico sociale.
(Rispondi)
 
Odette292
Odette292 il 26/05/10 alle 17:36 via WEB
Il '92 fu un anno difficilisimo per noi che viviamo al di là del mare. Ho ricordi ancora vivi. Riesco a sentire persino le voci e le sirene.
Sei ottimista, se riesci ancora a credere che la mafia sarà sconfitta. Non è questione di coscienza civile ma di scelte: ad un sacco di gente sta bene così. Credimi.
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 26/05/10 alle 20:55 via WEB
Sono, devo essere ottimista. Le scelte che tu additi sono compiute da soggetti che non sanno di civiltà, privi come sono di senso etico e morale.
Io mi riferisco agli altri, ai tanti, tantissimi che forse sono recuperabili.
Voglio sperare che le loro coscienze siano solo torpide, assopite, e possano destarsi in un momento di rinascita sociale, civile e democratica.
(Rispondi)
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 27/05/10 alle 12:50 via WEB
Ho appena terminato la lettura de "Le due guerre" di Giancarlo Caselli. E' messo ben in luce come gli attentati furono compiuti dopo che Falcone e Borsellino osare scavare nelle zone d'ombra della mafia, quelle connesse con l'amministrazione della cosa pubblica. Fino a quando si erano occupati del braccio armato, di sbattere in galera i potenti boss mandanti di stragi e omicidi, erano tutti dalla loro parte. Perfino il popolo. Dopo ...
Sono morti e sono morte con loro la consapevolezza e la lucidità mentale della gente che per alcuni anni hanno sostenuto il loro lavoro. Ne è prova la situazione politica che viviamo. Complimenti per l'iniziativa. Davvero una sensibilità speciale.
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 28/05/10 alle 00:21 via WEB
Grazie per i complimenti.
Continuo a sperare che presto ci sia il risveglio delle coscienze civili.
Spes ultima dea, si dice.
(Rispondi)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 06/06/10 alle 20:40 via WEB
Ricordo anche io lo sgomento...(e d'altronde come potrei dimenticare che, con la mia famiglia, sono passata su quel tratto di autostrada solo qualche ora prima?). Come dimenticare la sensazione che non ci fosse più "un limite", sensazione resa più forte dalla morte scioccante "pure" di Borsellino?...Ho ascoltato la bellissima musica e penso a come deve essere magnifico avere la capacità di rendere omaggio a figure così eccezionali nel panorama italiano con la propria perizia e bravura. Chapeau!
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 07/06/10 alle 10:19 via WEB
Lo sgomento è rimasto.
Adesso è rinnovato e alimentato dalla consapevolezza del sottile e insinuante veleno che sta ottundendo la capacità di pensare della maggior parte degli italiani.
(Rispondi)
 
cio.van
cio.van il 08/06/10 alle 13:12 via WEB
maestro, non c'entra nulla col post, ma ho pensato a te e a Ili mentre guardavo il galà dell'Opera Areniana andato in onda su RAIUno, mi chiedevo se lo stavate guardando.. :-))
(Rispondi)
 
 
ilike06
ilike06 il 09/06/10 alle 18:05 via WEB
cara Paola, per fortuna ce lo siamo perso... e ne ho fatto un post...
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 10/06/10 alle 18:17 via WEB
Effettivamente non abbiamo visto il polpettone nazional popolare.
La Musica è una forma d'espressione straordinaria. Ahimè più sfortunata della Pittura, ad esempio.
Chiunque sa distinguere tra un buon imbianchino e uno mediocre e uno pessimo. Figurarsi se possa confondersi un imbianchino, seppure eccellente, con un ritrattista o paesaggista, in una parola con un pittore.
E il frutto dell'imbianchino non sarà mai confuso e trattato alla stregua di un'opera d'arte.
Bene.
All'Arena, l'altra sera, c'erano tantissimi imbianchini e tra questi molti anche mediocri.
Pittori pochi e non degli eccelsi.
(Rispondi)
 
 
 
cio.van
cio.van il 11/06/10 alle 12:16 via WEB
ecco! figuriamoci, io che poi "tifo" per uno considerato "imbianchino" per eccellenza... ma che vuoi mai, non ho avuto forse un orecchio allenato alle eccellenze della "pittura" vera... e ti dirò di più, in dialetto veronese imbianchino si dice " pitor " ! :-))))))))))))) Scusami. :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 11/06/10 alle 18:51 via WEB
C'è stata musica, cosiddetta colta, che al primo ascolto (e talvolta anche dopo più ascolti) mi è sembrata ostica, incomprensibile. In alcuni casi ho dovuto attendere anni per comprendere certe composizioni.
Allora, tutto si riduce (si fa per dire) ad una domanda da farsi:
"A" mi piace, "B" no. E' giusto che io mi fermi a questo giudizio?
Ci sono imbianchini che piacciono anche a me. Non trovo nulla di male nel fatto che possa piacerci un qualsivoglia prodotto, quindi anche un brano musicale a prescindere che l’autore discenda o meno da opimi lombi.
Quello che critico è la chiusura verso tutto ciò che, per natura e costituzione risulta più complesso e per questo meno facile da recepire (secondo, come solitamente avviene, un processo che è più o meno passivo e coinvolge più il sentire che l’ascoltare).
Avevo aperto questo blog con l’intenzione di trattare proprio questi argomenti, ma mi sono accorto di non riuscire a trovare il tempo necessario per farlo. Adesso, ad esempio, sto lavorando alla quarta ristampa del mio libro e sto scrivendo la risposta al tuo commento mentre cerco di mettere assieme pezzi di teoria modale medioevale… :-)
(Rispondi)
 
dianavera
dianavera il 14/06/10 alle 20:29 via WEB
…è impossibile liberarsi della nostalgia perchè è impossibile liberarsi dalla memoria. E’ impossibile liberarsi di ciò che si è amato. Trilogia sporca dell’Avana Pedro Juan Gutierrez
(Rispondi)
 
dianavera
dianavera il 06/07/10 alle 23:52 via WEB
Sempre c'è un domani e la vita ci dà un'altra opportunità per fare bene le cose, ma se sbaglio e oggi è tutto ciò che mi resta, mi piacerebbe dirti che ti voglio bene, e che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato a nessuno. Mantieni coloro che ami vicino a te, di loro all'orecchio quanto ne hai bisogno, amali e trattali bene. ......Dì alle persone che ami, che l'ami. Prenditi tempo per dirgli "mi dispiace", "perdonami", "grazie" e tutte le parole d'amore che conosci....
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 07/07/10 alle 07:08 via WEB
Noi viviamo alimentandoci della certezza del domani.
Per questo, molto spesso, non riusciamo a cogliere tutta la ricchezza che è nell'attimo fuggente. Così, accede che rimandiamo a domani quel che oggi pensiamo di dire e di fare. Tante volte, poi, scopriamo con amarezza che quel dire e quel fare non ci sono più concessi, poiché i battiti di un tempo hanno finito il loro segnare.
(Rispondi)
 
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