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I folletti

Il folletto è un personaggio fantastico della tradizione popolare che vive nelle fiabe e nelle leggende. E' una minuscola creatura magica del folklore, mediterraneo, europeo e nordico. Il termine deriva per sincretismo linguistico tra i volgari  folle, e forse folata, e l'arabo farfar.
Si presenta come un essere buffo, veloce e sfuggente, piccolo e agile, ma anche come un turbine di vento, un misterioso burlone.
Ha un viso da fanciullo, capigliatura lunga e ricciuta, coperta da un berrettino a sonagli. Indossa un saio scarlatto e scarpe di cristallo.
Abita in tane, nei boschi di conifere o presso le case degli uomini, nei cortili e nei granai. Non ci tiene a farsi vedere ed è bravissimo a nascondersi e sa rendersi invisibile. Ha un carattere terribilmente dispettoso e si offende con facilità. Esce quasi sempre solo di notte per divertirsi a fare dispetti, in quanto ama giocare scherzi alle bestie delle stalle, come intrecciare le criniere ai cavalli, poi scompigliare i capelli delle belle donne, strappare le coperte a chi dorme, disordinare gli utensili e gli oggetti delle case e molestare le persone povere di spirito. Ama gli animali e si diverte a cavalcare le rane.

 
Creato da: amigdala.t il 28/04/2008
UNA FIABA PER OGNI BIMBO

 

 
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Il sole e la luna... un misto tra fantasia e poesia

Post n°4 pubblicato il 24 Settembre 2008 da amigdala.t
Foto di amigdala.t

Quando il sole e la luna si incontrarono per la prima volta, si innamorarono perdutamente e da quel momento cominciarono a vivere un grande amore.

Dopo la creazione del mondo, Dio si accorse che mancava qualcosa di essenziale e decise che il sole avrebbe illuminato il giorno e la luna la notte, obbligandoli senza volerlo a vivere separati. I due si intristirono molto quando capirono che non si sarebbero mai più incontrati.

La luna diventava sempre più triste e malgrado la luninosità che Dio le aveva donato, soffriva di solitudine. Il sole, si era meritato il titolo di re degli astri, ma anche questo non lo rendeva felice.

Dio li chiamò e disse loro: "non avete nessun motivo di essere tristi, possedete una brillantezza che vi distingue l'uno dall'altra. Tu luna, illuminerai le notti fredde e calde, sarai motivo di poesia per gli innamorati e tu sole, porterai questo nome perchè sei il più importante degli astri, illuminerai la terra durante il giorno, sarai fonte di calore per gli esseri viventi e la tua semplice presenza renderà le persone più felici".

La luna si instristì molto per il suo terribile destino e trascorreva le notti piangendo.
Il sole soffriva per la tristezza della luna, ma non poteva lasciarsi andare perchè doveva darle la forza di accettare il loro destino.
La sua preoccupazione era tanto grande che pensò di chiedere a Dio un favore: "ti prego, aiuta la luna, lei è più fragile di me, non sopporterà la solitudine..." e allora Dio creò le stelle, per tenere compagnia alla luna.

Ma il sole e la luna vivono così.. separati.
La luna doveva essere piena e luminosa, ma lei non riusciva ad esserlo, perchè è una donna e una donna se è felice riesce ad essere piena e luminosa, ma quando è infelice è calante e non è possibile vedere la sua luminosità.
La luna ed il sole seguono il loro destino, lei in compagnia delle stelle, lui solitario, però infelici.

Allora Dio decise che nessun amore in questo mondo sarebbe stato del tutto impossibile e creò l'Eclisse. Sole e luna vivono nell'attesa di questo istante, unico momento raro che è stato loro concesso.

Quando guarderemo il cielo e vedremo il sole nascondere la luna è perchè stendendosi su di lei si amano e da questo gesto d'amore si ha l'Eclisse.
Il brillare della loro estasi è così grande che si consiglia di non guardare in cielo in quel momento, si potrebbe rimanere abbagliati nel vedere tanto amore...

A.E. Cavagliato

Noi due caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparare a vedere e a rispettare nell'altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro complemento  Hermman Esse

 
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BAMBINI PER UN MONDO MIGLIORE

Se il bambino vive nella critica, impara a condannare.

Se vive nell'ostilità, impara a litigare.

Se vive nella paura, impara ad essere apprensivo.

Se vive nel ridicolo, impara la timidezza.

Se vive nei capricci, impara l'intolleranza.

Se vive nella superficialità, impara l'indifferenza.

Se vive nella lealtà, impara la correttezza.

Se vive nella condivisione, impara la generosità.

Se vive nell'incoraggiamento, impara la fiducia.

Se vive nella tolleranza, impara la pazienza.

Se vive nell'onestà, impara la giustizia.

Se vive nell'amore, impara ad amare

e a costruire per tutti un mondo migliore.

(Dorothy L. Nolte)

 

Gli gnomi


Gli gnomi sono creature benevole e sagge, simili a uomini minuscoli. Sono baffuti e barbuti, vecchi e burberi, alti poco più di un palmo e vivono a lungo. Sono piccoli e tozzi con una forza ben 7 volte superiore a quella dell'uomo. Corrono molto veloce e i loro salti sono enormi. Indossano caratteristici cappelli a cono, spesso di colore rosso e sono (come fate, nani ed elfi) strettamente legati alla natura in cui abitano. Dimorano nei boschi, in miniere, grotte cristalline, nei  tronchi degli alberi e nelle caverne, vivono sotto terra e custodiscono tesori.
Come quasi  tutti gli abitanti del piccolo popolo, gli gnomi hanno un legame molto intenso con la natura che li circonda, tanto da arrivare a vivere in simbiosi con essa. Nutrono un profondo rispetto per la flora e la fauna e intervengono in suo aiuto quando se ne presenta l’occasione.
Il loro nome deriva dalla radice greca gnosis cioè “conoscenza”: essi conoscono e comprendono il linguaggio degli animali, si dedicano a curare gli animali della foresta, conoscono gli usi medicinali delle erbe, allevano capre e preparano biscotti. L’attività lavorativa degli gnomi è principalmente legata al mondo dell’artigianato. Ogni gnomo ama costruire con le proprie mani tutto ciò che gli serve: dagli utensili più minuti a strumenti più elaborati.

La compagnia, la birra ed il raccontarsi storie sono spesso accompagnate da un’usanza definita dagli gnomi “rilassante”, quella di fumare la pipa. Ogni gnomo ha una pipa personale ricavata dalla lavorazione di un tronchetto di noce o di faggio.

 

 

 

 

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