Il vero sè

Sentire percepire guardare oltre..

 

 

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« SOLITUDINIPARAVENTO INCONSCIO »

COME CAPIRE IL SE' E LA PERSONALITA'

Post n°326 pubblicato il 03 Agosto 2011 da morbida1dgl

La personalità nel suo stato ordinario percepisce ovunque scarsità; ogni cosa verso cui essa si tende (l’attenzione di una particolare persona, la ricchezza, il successo, il potere, ecc.) diminuisce man mano che è divisa; e siccome ognuno cerca di prendersi una fetta più grande possibile, ce n’è sempre meno per tutti gli altri. Quest’orientamento porta tendenzialmente alla competizione e all’isolamento. Il Sé invece esiste in un mondo dove condividere è un impulso spontaneo.

Passaggi

  1. In questa dimensione tra un individuo e l’altro cadono le barriere, ed ognuno percepisce se stesso come parte di un tutto organicamente solidale; quindi ogni desiderio di competizione e di accaparramento è percepito come non necessario. Finchè si è al livello della personalità, si sarà interessati ai vari eventi della vita quali arricchirsi, fare carriera, farsi una famiglia, eliminare le preoccupazioni e così via, seguendo il calcolo dualistico del successo e del fallimento.
  2. Le persone che entrano in contatto col Sé invece sono meno interessate ad un evento in particolare e più alla qualità generale della vita; sono più interessate al modo e meno al contenuto; fanno più attenzione all’armonia, alla bellezza e al piacere intrinseco delle loro azioni che a ciò che ne possono ricavare. Essendo approdate al mondo delle qualità, danno la priorità a queste più che all’universo mutevole degli eventi, pur agendovi con impegno e competenza.
  3. Ma per pervenire a questo stato si devono passare vari stadi di maturazione; ad esempio bisogna avere imparato a conoscere i propri limiti e avere quindi una chiara consapevolezza della nostra individualità distinta da quella degli altri; se non vi si fosse pervenuti il sentirsi parte di un tutto renderebbe i nostri confini personali ancora più fluttuanti ed incerti, e costituirebbe una regressione.
  4. Una volta che ci si sia definitivamente assestati nella nostra personalità e questa sia ben salda, si può procedere verso la dimensione del Sé, in quanto la personalità, necessaria come base, è però caratterizzata da un perpetuo senso di insoddisfazione che chiede alimento continuo.
  5. Se ciò non si verifica, ha l’impressione che la propria esistenza sia messa a repentaglio. Al livello della personalità cerchiamo di controllare la nostra vita, di determinarne il corso secondo ciò che ci appare più vantaggioso. Si vuole che le cose vadano in un determinato modo, e ci si ribella di fronte a qualsiasi evento che non corrisponde alle nostre aspettative. Diversamente, l’espressione di base del Sé è il servizio; un servizio che è libero e non ha niente in comune col cercare di ‘essere buoni’ o di aiutare, ma che proviene da una viva consapevolezza e da un controllo oculato.
  6. Queste distinzioni potrebbero dare l’impressione che il livello della personalità sia negativo, e quello del Sé positivo. In realtà, la personalità e il Sé sono due aspetti diversi di un’unica evoluzione. La farfalla non è migliore del bruco, ma semplicemente un suo successivo stadio di sviluppo. Non ci sarebbe una farfalla senza il bruco, né si potrebbe pervenire al Sé senza lo stadio antecedente della personalità. In questa evoluzione si possono distinguere delle fasi.
  7. Le persone, in genere, tendono ad accettare i valori della personalità acriticamente, e, come si è visto, la lotta per la sopravvivenza, la limitazione e la competizione costituiscono la sostanza della loro vita. Possono aver imparato queste regole con successo e quindi essere pervenuti a dei riconoscimenti sociali. Ad un certo punto tuttavia qualcosa comincia a sgretolarsi, e si può cominciare ad avvertire un senso di irrealtà e di nonsenso in tutti gli sforzi che si fanno; si avverte un senso di disagio diffuso, di irrequietezza o anche di disperazione. In persone che si trovano a questo stadio, la personalità, o ego, percepisce sé stesso come fondamentalmente isolato dagli altri, che gli appaiono estranei.
  8. Avendo temporaneamente trasceso i propri bisogni abituali, il loro ego galleggia tra il mondo della personalità e quello del Sé, al quale non riesce però a pervenire. Il risultato è un vuoto esistenziale, in cui tutto viene percepito come indifferente. Nella letteratura questa condizione è stata descritta come ‘nausea’ ‘noia’ e ‘malinconia’. Ma, una volta che si sia riusciti a superare questo stadio, si perviene alla dimensione del Sé, che dà l’effetto di svegliarsi da un lungo sonno in un mondo nuovo, più vasto, pieno di possibilità insospettate.
  9. In corrispondenza a questo risveglio si può sentire un maggior senso di responsabilità sociale e di desiderio di lotta contro l’ingiustizia, o un’ondata di creatività e ispirazione artistica, o di ricerca scientifica, o un senso di forte solidarietà alla sofferenza universale; compaiono insomma interessi che trascendono la sfera individuale.
  10. La personalità, naturalmente, in un primo momento capisce ed interpreta questo sviluppo nei termini che le sono propri. Il Sé è percepito come qualcosa da possedere e consumare, qualcosa che aumenterà il suo benessere e il suo prestigio. Di conseguenza si sente forte e piena di fiducia, e crede che tutti i suoi problemi siano risolti. Ma, non avendo tenuto conto che questa dimensione non può rimanere senza un’effettiva trasformazione, la personalità dopo un po’ ricadrà indietro, con sua grande disillusione, e per un lungo periodo sperimenterà un altalenare tra questi due stati di luce ed ombra.
  11. Poco a poco la personalità capisce che non potrà eliminare semplicemente i periodi negativi, come le piacerebbe, e che deve optare per un lavoro radicale di riorientamento. Questo processo richiede tempo e comporta un notevole attrito, in quanto c’è un’oscillazione tra i valori vecchi e quelli nuovi che entrano in conflitto tra loro. Affrontando situazioni inedite ci si può scoprire dei limiti dei quali prima non si era consapevoli, e quindi vedersi in termini peggiori di prima. La cosa non risponde a realtà, ma è causata dal fatto che, essendoci più luce, tutte le proprie difficoltà, assieme ad altre che prima non si vedevano, vengono evidenziate.
  12. Ma una volta che si capisca il fenomeno, ci si rende conto che, vedendole chiaramente, si ha infine l’opportunità di superare tutto questo una volta per tutte. Allora il Sé prende il sopravvento e i vecchi atteggiamenti vengono abbandonati per essere sostituiti in termini reali dalla nuova dimensione. Questo è il percorso che partendo dalla personalità ci fa pervenire alla dimensione del Sé; non è facile, ma teniamo presente che si tratta del nostro stadio di sviluppo successivo.
  13. Tutti, prima o poi ci dovremo approdare; ma vi sarà molta differenza se lo si faccia in termini incoscienti, dove a causa dell’irrigidimento e del rifiuto il tragitto può essere lunghissimo e tormentoso, oppure essendo consapevoli, capendo ciò che sta accadendo ed evitando queste reazioni; in questo caso si riuscirà a procedere più veloci e sicuri, riducendo notevolmente il disagio e le difficoltà.

 

 

Sri Aurobindo: La Vita Divina

 

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Commenti al Post:
into_the_wild
into_the_wild il 06/08/11 alle 17:58 via WEB
e che ca...volo !!!! Scusa Ant...volevo dire Namaste' .... Sei tornata e non ne sapevo niente !!!! Ora dovro' rimettermi in pari con quanto hai scritto ....... bentornata Antonella , bentornata .
 
 
morbida1dgl
morbida1dgl il 06/08/11 alle 18:18 via WEB
:-) Namastè Doctor!
 
lenteris
lenteris il 11/08/11 alle 10:13 via WEB
l'importanza del conoscere i nostri limiti, di dar loro ascolto e significato è il primo passo per la guarigione e per l'accoglienza verso i limiti altrui, quelli verso i quali puntiamo il dito con sguardo severo... grazie morbida, buona giornata
 
 
morbida1dgl
morbida1dgl il 11/08/11 alle 14:10 via WEB
Per conoscere i propri limiti è necessario cominciare il lavoro su di sè, quando si inizia a percorrere quel" sentiero" la comprensione verso gli altri emerge gradatamente... Grazie della visita e del commento lenteris, Namastè!
 
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