Tra Magia e Mistero

Il fantasma di Azzurrina

Chi di voi non ha mai sentito parlare del fantasma di AZZURRINA?

Tutto cominciò nella metà del XIV secolo nel castello di Montebello in provincia di Rimini. A quel tempo il castello era abitato dal conte Ugolinuccio Malatesta, dalla moglie e dalla sua splendida figlia Guendalina Malatesta. La piccola aveva una particolarità: era albina ed a quel tempo questa caratteristica non era ben vista in quanto associata alla stregoneria e al demonio. I genitori preoccupati per la sorte della figlia la tenevano sempre rinchiusa nel castello, guardata a vista da alcune guardie che avevano il solo compito di proteggerla. Più volte la madre aveva cercato di tingere i capelli della figlia con erbe speciali, ma i suoi bianchi capelli, privi di pigmentazione, non trattenevano la tinta assumendo una tonalità azzurra ( da qui il soprannome Azzurrina).

Si narra che un giorno, particolarmente scuro e piovoso,la piccola stesse giocando, felice e sorridente, con la palla che ,d'improvviso, le scivolò dalle mani rotolando giù dalle scale verso la ghiacciaia. Azzurrina corse dietro la palla nel tentativo di afferrarla e scese le scale verso i sotteranei. Tutto normale, se non fosse che da quel momento la bimba scomparve. Le guardie responsabili della piccola inizialmente non fecero caso a quello che stava accadendo , finchè non sentirono le urla della bambina. Le ricerche della piccola Azzurrina cominciarono subito e seguirono per altri interminabili giorni ma nulla venne trovato, la piccola era scomparsa. Non poteva essere uscita dal castello ma allora che fine aveva fatto.....nessuno lo sapeva e forse nessuno lo scoprirà mai. L'unica cosa certa è che il fantasma di Azzurrina è ancora lì e negli anni che finiscono per " 0" e per "5" torna a far sentire la sua voce. Molti sono stati gli studi e le registrazioni fatte in questo castello tra le quali una in cui nitidamente si sentono i rimbalzi della palla , le risate della bambina e una sottile voce che chiama "MAMMA". Azzurrina è ancora lì e chissà che un giorno non ci racconti che cosa le accadde quel giorno.