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« ImperativoSulla pazienza »

Piccola considerazione

Post n°275 pubblicato il 05 Settembre 2014 da gaza64
 

Quando si arriva a considerare un

privilegio ogni esperienza vissuta,

si perde il concetto di confronto e con esso

il margine grandissimo che separa

la possibilità di essere in pace con se stessi

e con gli altri.

 

Esserne parte totalmente,

infatti,

azzera le distanze così come le differenze insite

nella suddivisione di ogni singola cosa.

 

Il dito di una mano non potrebbe essere

considerato tale senza l'unghia,

l'osso,

il tendine e

tutto quanto il resto che lo compone.

E lo stesso rispetto alla mano

e al corpo a cui appartiene.

 

L'unicità è data sempre da una somma

dove è inevitabile disperdersi, ma altrettanto

inevitabile riconoscersi.

 

Laddove esista un'unica condizione riconosciuta

in virtù di un'altra ad essa antitetica,

non può esservi armonia se non nell'accettazione

di entrambe come indispensabili a

determinarne la somma.

 

Perché la scomposizione priverebbe

al senso stesso

la stessa ragione di essere.

 

E un dito,

senza una mano,

non sarebbe niente.

 

 

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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> L' Efemera su Sunset Boulevard
Ricevuto in data 08/09/14 @ 10:07
L&rsquo;efemera (o effimera) è una farfallina di fiume. Capita di vederle volare a sciami al tram...

 
Commenti al Post:
shangri.la
shangri.la il 05/09/14 alle 20:27 via WEB
Il molteplice e l'Uno. Sono due livelli di comprensione e sono necessari entrambi. Siamo programmati per avere consapevolezza del primo e per solo intuire il secondo. La vita è sottile gioco di equilibrio...
 
 
gaza64
gaza64 il 08/09/14 alle 17:17 via WEB
Considero l'intuizione già un grande risultato, perché da quel momento è possibile l'elaborazione che, certo, non garantisce la comprensione tutta, ma ce l'avvicina.
Se poi penso a quanto io stessa ami ricredermi rispetto a pregiudizi o verità date per scontate, fatico a credere a quella "programmazione" come ad un vincolo rigido al quale è impossibile sottrarsi: la disobbedienza è stata la prima forma di affrancamento senza la quale, molto probabilmente, gli essere umani non avrebbero avuto l'opportunità di percorrere l'arduo sentiero a ritroso verso la fonte divina.
 
   
shangri.la
shangri.la il 08/09/14 alle 20:11 via WEB
Nell'allegoria di un antico libro i primi disobbedienti sono stati un angelo e una donna.
 
     
gaza64
gaza64 il 09/09/14 alle 11:25 via WEB
Anche le verità si evolvono.
 
woodenship
woodenship il 06/09/14 alle 17:28 via WEB
Lucida e razionale come non mai,il tutto per dirci quanto sia imperdonabile un tutto che tralasci il particolare,o un particolare che trascenda il tutto.Ma si sa che la consapevolezza stenta a decollare,a maggior ragione,quando si ha necessità di apprezzare alternativamente l'uno o l'altro in base alle esigenze...Insomma,quanto è difficile essere flessibili,quando a fatica si riesce ad avere le dimensioni del fluire del tempo,del nostro tempo.E dunque a renderci conto come ogni cosa abbia un'importanza labile e precaria,tanto da acquisirla o perderla a seconda che si consideri un dito o una mano,per non dire con tutto il braccio,la spalla e persino il collo col torace e gli arti inferiori,ma senza dimenticare la testa e i piedi,dove spesso risiede il cervello dei molti che tendono a guardare il dito confondendolo con la luna...Sì,credo anch'io che non possa esservi armonia,se non nell'accettazione...........Splendida poesia che,filosoficamente,stringe con logica irresistibile..................Un abbraccio di petali vellutati ed un sorriso di luna crescente......W.....
 
 
gaza64
gaza64 il 08/09/14 alle 18:41 via WEB
La flessibilità è ciò che permette di protenderci assumendo una posa non rigida nei confronti degli altri, ma anche di noi stessi.
E l'equilibrio, in fondo, non è che la possibilità di ritornare allo stato primario: base di partenza e, magari, di decollo.
L'eccessiva staticità, al contrario, disarticola i movimenti rendendoli goffi o, peggio, maldestri: l'armonia è la giusta misura con la quale accingersi ad occupare uno spazio che, seppur infinitesimamente piccolo, confina con infiniti altri nei quali è inevitabile accedere.
Considerarli parte di noi è il motivo per accettarli nonostante, a volte, ci appaiano inospitali o, addirittura, inadeguati alla nostra natura.
Perché anche il nostro corpo, così come il mondo, può avere un difetto inaccettabile: ciò che conta, però', è l'insieme delle parti e la sua funzionalità a scopi più alti che, spero, siano maggiormente ed universalmente perseguiti.
Grazie infinite, mio caro Signor W....
 
amore_nelcuore1
amore_nelcuore1 il 07/09/14 alle 21:28 via WEB
Ogni sera sarai con me nei pensieri lungo la strada tortuosa della vita.Ogni sera il momento di salutarci è come un addio.Ogni sera il volto tuo si tinge del colore della luna argentea che fa capolino tra una nube. Ogni sera allora mestamente avvio i miei passi solitari lungo il viale deserto. Ogni sera la vita mi regala un sospiro, il tuo amore.(Alessio Fabretti ) una meravigliosa e dolce domenica Sera Cara Gabriella e una felice Nuova settima che sia piena di tenerezze e d'amore Nel Cuore un caro saluto con affetto...Nunzio... Clicca
 
 
gaza64
gaza64 il 09/09/14 alle 09:37 via WEB
Buongiorno Nunzio:)
Come ogni sera sembra nascondere ancora di più l'immagine delle persone a noi care, così il giorno ce le rivela sotto una nuova e fiammeggiante luce...
Grazie anche per la bella foto e per il dolce augurio che ricambio con affetto per la giornata di oggi.
 
IlCantoDellOmbra
IlCantoDellOmbra il 08/09/14 alle 12:36 via WEB
Egoismo e presunzione solo l'assieme dei privilegiati...
 
 
gaza64
gaza64 il 09/09/14 alle 09:57 via WEB
Privilegiati, dici?
Secondo me si perdono, piuttosto, il privilegio di conoscere il meglio...
 
   
IlCantoDellOmbra
IlCantoDellOmbra il 09/09/14 alle 11:19 via WEB
esattamente! Buona giornata :)
 
     
gaza64
gaza64 il 09/09/14 alle 11:29 via WEB
Grazie...anche a te:)
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 08/09/14 alle 19:00 via WEB
A prescindere che si tratti di particolare o di globale, è l'esitenza stessa ad essere assurda, "dolorosamente" assurda.
E' sufficiente che la parolina "io sono" appaia appena velatamente dal Nulla, che questa si propaghi a dismisura come una delle peggiori erbe infestanti.
L'Esistenza è un veleno di cui ancora non esiste antitodo, e quando non trova più tempi e spazi da infettare, prima li crea e poi subito dopo li ammazza.
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 08/09/14 alle 19:02 via WEB
Perché l'importante è che alla fine di questa assurdità dell'essere, il Nulla resti invariato.
 
   
gaza64
gaza64 il 09/09/14 alle 10:54 via WEB
Esatto.
 
 
gaza64
gaza64 il 09/09/14 alle 10:54 via WEB
Lo so, ma hai visto il musetto di questa meravigliosa creatura qui sopra?
Non credo sia così dannatamente pericolosa l'identità individuale: pericolosa, semmai, è la convinzione di poter assoggettare una qualsiasi identità alla propria al fine di ingigantire un ego che, nella realtà, non esiste.
Perché se esistesse, com'è giusto e naturale che sia, nessuno avrebbe bisogno dell'ego di qualcun altro, per esistere.
E questo, sì, assomiglia al Nulla.
 
   
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 09/09/14 alle 21:40 via WEB
I cuccioli fanno tutti molta tenerezza.
E' un adattamento naturale ed un comportamento istintivo di autodifesa, comune sia alle prede che ai predatori.
Anch'io da piccolo facevo tenerezza...
 
     
gaza64
gaza64 il 10/09/14 alle 11:29 via WEB
Il bello è che alcune persone, pur crescendo, rimangono tali.
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 09/09/14 alle 12:03 via WEB
...un musetto così è sotto la mia diretta osservazione ed ogni giorno vive esperienze nuove donate da infiniti particolari, che lei, con la sua innocente visione del contesto unitario in cui vive, mai immagina possano costituire "privilegio" ...anche se, in effetti, lo è in quanto a tanti altri "musetti" non è permessa la stessa possibilità ...perchè disomogenei sono i contesti ...magari mutilati di "quasi_infiniti" particolari. Un caro saluto, M@.
 
 
gaza64
gaza64 il 09/09/14 alle 17:57 via WEB
Il privilegio dei privilegi è quello di poter essere considerati nella propria individualità, che è poi la ragione stessa che permette all'Uno di essere equiparato ai Tanti.
La disomogeneità è causata dalla mancanza di quel privilegio e dalla perpetuazione coatta a ricercarlo altrove in una sorta di appropriazione indebita che, invece che essere punita nelle conseguenze nefaste che sempre provoca, andrebbe sanata o meglio ancora, scongiurata.
Grazie, Mario, per la splendida riflessione...
 
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