Creato da Amarizia1962 il 11/10/2009

lavocedelsilenzio

premetto che ho solo bisogno di parlare dei miei pensieri piu' profondi ..uomini non me ne servono ce ne sono troppi in giro ....ma se qualcuno ha qualcosa da dire senza altri fini benvengano....

 

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Post n°300 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da Amarizia1962
 

Basta passare di sera, nella centralissima zona di Corso Concordia, per scorgere un serpentone umano. Tutti lì, in fila, in attesa di un pasto caldo. La crisi economica morde e aggredisce anche il ceto medio. E, come nel film di Muccino, ‘La ricerca della felicità’, che racconta l’odissea di un venditore di macchine sanitarie, ritrovatosi povero, con un figlio a carico e senza una casa dove poterlo crescere, ci trovi di tutto. Soprattutto, ormai, italiani: padri separati, pensionati che non ce la fanno a tirare avanti con la pensione e, questo è il dramma maggiore, anche coppie giovani, «dove solo uno dei due lavora ma che comunque non ce la fanno a pagare l’affitto e a riempire il frigorifero». Sono loro, i nuovi poveri. È per loro, per mantenere la loro dignità ed evitare che provino vergogna, che è stata allestita una sala.
A raccontarlo è padre Clemente Moriggi che in materia di accoglienza, integrazione, aiuto e assistenza è una vera autorità a Milano. Dirige la onlus Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi, un colosso nel mondo del volontariato meneghino con oltre 500 volontari di cui 100 medici. Settecentocinquanta i posti letto e più di tremila al giorno i pasti serviti agli indigenti. E mentre le altre otto mense presenti in città turnano, in via Saponaro, al Gratosoglio, sono sempre aperti. «Non posso lasciare senza cibo le persone che ospitiamo nel dormitorio — spiega padre Clemente —. Abbiamo intere famiglie, soprattutto di bassa soglia. Per la prima volta, a dicembre scorso, abbiamo ospitato al pranzo di Natale 28 nuovi nuclei familiari italiani. Tanti anche i padri separati che pur avendo un lavoro con 1.200 euro al mese non riescono a sopravvivere né a pagare l’assegno di mantenimento dei figli. Gli anziani ci chiedono pranzo e cena. Ma si vergognano. Così noi, oltre ad aver creato una saletta riservata per loro, in modo che non entrino in contatti con altri qualora decidano di consumare il pasto da noi, cerchiamo di distribuire la spesa a casa. Per aiutarli a conservare la dignità». Barbara Orseniga da sei anni fa la volontaria per il Corpo italiano soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom) e con l’Unità di strada ne ha viste di tutti i colori. Notti intere passate a distribuire cibo e coperte. «La situazione è decisamente peggiorata in questi ultimi anni segnati dalla crisi economica — racconta Barbara —. Prima c’erano più clochard, adesso in strada trovi anche l’operaio e il pizzaiolo che accetta di andare al dormitorio e poi la mattina va a lavorare».
D’altronde anche Luciano Gualzetti, vicedirettore della Caritas Ambrosiana lo conferma: «La crisi ha aggravato la situazione dei già poveri e ha spinto verso l’impoverimento gente che si è trovata improvvisamente senza un reddito. Nei Centri di ascolto mentre prima l’80% dell’utenza era straniera, oggi abbiamo un 50% di italiani. E il ceto medio si è affacciato per la prima volta». Nelle città i problemi sono acutizzati ma non va meglio nei centri minori come dimostrano i tre suicidi, provocati dalla crisi, di Civitanova Marche.

Stefania Consenti
fonte: ilgiorno.it



 
 
 
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