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E' MILANESE LA PRIMA ASTRONAUTA ITALIANA NELLO SPAZIO

Post n°1465 pubblicato il 03 Luglio 2012 da amazzoneperforza

La milanese volante va nello spazio

SAMANTHA è minuta, piccola, graziosa e fa l'astronauta. Milanese di nascita, Samantha Cristoforetti è la prima donna italiana selezionata dall'Agenzia Spaziale Europea per compiere una missione sulla stazione spaziale internazionale. Scelta tra oltre 8.500 astronauti, di cui 1.430 donne, è ingegnere aerospaziale e pilota di aerei militari; ha ricevuto il titolo di volo di "BestWingman", perché "wingwoman" non esiste.

ASPETTANO seimesi di dura vita in orbita, ma questo avverrà non prima del 2013 «perché ora ho appena finito i primi 18 mesi di training a Colonia, e mancano gli addestramenti più tosti, perlopiù tra Houston, Mosca e in Canada» spiega Samantha Cristoforetti in una pausa della sua lezione di vita nello spazio impartita a un centinaio di bimbi delle elementari Stoppani.
In un paio d'ore la giovane astronauta (34 anni, ma ne dimostra dieci in meno) spiega ai piccoli come si mangiano i cibi disidratati, mostra con un video i simulatori in piscina, e racconta quanto si suda sotto la tuta spaziale da 100 chili. «E la prima volta che parlo a bimbi così piccoli emi sento quasiadisagio, come se non fossi all'altezza della situazione».

Tuta blu da meccanico di volo, inizia subito mettendo in guardia il suo pubblico: «Se volete diventare miei colleghi dovete sapere l'inglese, il russo e magari qualche altra lingua».
Dal fondo si alza una mano: «Io sono russo» come dire sono già avanti, e lei ne approfitta per raccontare le imprese di Yuri Gagarin.

Ma se il primo astronauta della storia qualche bimbo dice di conoscerlo è sulla fisica che la scolaresca casca: «Perché nello spazio si fluttua e non si riesce a stare fermi in piedi?». «Perché c'è assenza di gravità» urlano tutti, freschi di sussidiario. «No, si tratta di assenza di peso» precisa l'astronauta sotto gli occhi atterriti delle maestre che ci tenevano tanto a fare bella figura.
La prima italiana che andrà nello spazio è dolce con i bimbi quanto rigida nel parlare di sé.
Da vero militare non si racconta "al femminile". «Non parlo mai come donna, ma come persona» e se le si fa notare che le signore che volano tra le stelle non sono molte, spiega che è solo un'anomalia italiana. Non sembra troppo attenta al look ma si lamenta della tuta spaziale: «Non riescono a farle della mia misura, mi tocca riempirle di gommapiuma».
E sotto il quintale di scafandro, spalle allenate da tanta palestra, quasi quotidiana: ginnastica da maschi, ma senza esagerare.
Cittadina del mondo e della sua orbita, non è sposata e il suo lavoro le piace così tanto da non desiderare nemmeno le vacanze.

Se proprio deve scegliere un hobby va sul complicato, la speleologia: «Nel prossimo anno di training psicofisico è previsto un periodo nelle grotte in Sardegna» spiega. La psiche, a proposito, come regge durante un viaggio nello spazio? «Ci scrutano e analizzano molto prima di considerarci idonei.
Nel mio corso la maggior parte di noi viene dall'esperienza sugli aerei da guerra. Questo ci forgia e ci consente una certa forza d'animo».
«Gli astronauti dicono tutti che volevano fare questo mestiere fin da piccoli e anch'io devo dire che non faccio eccezione» dice.
Niente Barbie, dunque, anche perché la "Barbie astronauta" la facevano solo negli anni '60, ai tempi del primo sbarco sulla luna. La famiglia Cristoforetti sta a Treviso, mentre lei abita in Germania, ma agli spostamenti è abituata: primi passi a Milano, liceo aTrento, università a Monaco, qualche mese di Erasm us a Tolosa, Samantha ha vissuto a Moscaun anno per un dottorato «e aver imparato il russo in quell'occasione mi ha messo nella situazione di poter partecipare alle selezioni dell'Esa».
Nella vita, ammette, ci vogliono anche dei colpi di fortuna per diventare quello che sei, «per esempio quando ancora ero all'università avrei voluto arrolarmi in Aeronautica ma la vita militare ci era ancora preclusa spiega.
In seguito hanno ammesso le donne sotto i 21 anni, e io mi sentivo già tagliata fuori coi miei 23. Caso vuole che, una volta laureata, la legge è cambiata e hanno permesso anche alle over 23 di entrare in Aeronautica. Piccoli colpi di fortuna mi hanno portata dove sono». Guadagna 6mila euro al mese e anche gli astronauti hanno le loro battaglie sindacali: «Forse ci daranno in più un'indennità per le missioni nello spazio», del resto la trasferta, e che trasferta, sarà impegnativa.

http://www.leprotagoniste.org/la-milanese-volante-va-nello-spazio

 
 
 
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