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In principio fu Patch Adams

Post n°41 pubblicato il 26 Marzo 2018 da Andrea_8685
 
Foto di Andrea_8685

E’ considerato il padre della comico terapia. Oggi ha superato la soglia dei sessantanove e va in giro per il mondo a fare visita ai bambini negli ospedali.
Hunter Patch Adams esiste davvero, non solo sullo schermo cinematografico che l’ha reso famoso grazie all’interpretazione di Robin Williams.
La sua storia reale comincia proprio da un ospedale psichiatrico, dove Patch, ancora adolescente, viene ricoverato dopo aver tentato il suicidio. Anche su di lui si è abbattuto il male oscuro della depressione. Qui aiuta un malato, suo compagno di stanza, a superare le fobie ricorrendo a un gioco divertente. Improvvisamente capisce di avere un dono: sa aiutare chi soffre creando un rapporto fatto di allegria e complicità.
Decide allora di studiare medicina al Medical College in Virginia, da cui esce diplomato nel 1971. Sono anni difficili per lui quelli universitari, perché il mondo accademico non accetta il modo rivoluzionario con cui Patch Adams intende curare i pazienti.
“La medicina è uno scambio d’amore, non un business. L’antidoto a tutti i mali è l’umorismo” ha dichiarato in un’intervista.
Animato dalla volontà di mettere in pratica questo suo ideale, Patch Adams dopo la laurea trasforma la casa dove vive in una clinica aperta a chi soffre. Assieme a un gruppo di volontari riesce, in dieci anni, a prestare cure gratuite a circa 15000 malati e nel ’77 compra un terreno nel North Carolina, dove progetta di costruire una clinica vera e propria.
Vista dall’alto la costruzione, nelle intenzioni di Patch Adams, deve riprodurre la sagoma di un clown. A questo scopo fonda l’associazione Gesundheit1(in tedesco significa salute) Institute, che raccoglie fondi destinati alla realizzazione della clinica. Si tratta di un progetto ambizioso, anche dal punto di vista economico, 15 milioni di dollari il costo previsto. Progetto che non ha mancato di sollevare polemiche. I suoi detrattori, infatti, lo accusano di essere inconcludente, perché pare che dal 1983 Patch Adams non abbia più visitato un paziente per dedicarsi anima e corpo a cercare i finanziamenti(mancherebbero ancora 7 milioni di dollari).

 
 
 

Un’infermiera rivela le 5 cose di cui tutti i pazienti si pentono poco prima di morire

Post n°40 pubblicato il 26 Marzo 2018 da Andrea_8685
 
Foto di Andrea_8685

L’articolo originale è stato scritto da Bronnie Ware, un’infermiera che per molti anni è stata responsabile delle persone che hanno scelto di morire in casa.

Per molti anni ho lavorato in cure palliative. I miei pazienti erano quelli che andavano a casa a morire. Abbiamo condiviso alcuni momenti speciali.

Stavo con loro per le ultime 3-12 settimane di vita. La gente matura molto quando si scontra con la propria mortalità. Ho imparato a non sottovalutare la capacità di una persona di crescere. Alcuni cambiamenti sono stati fenomenali. Con ognuno di loro ho sperimentato una varietà di emozioni straordinaria. La speranza, il rifiuto, la paura, la rabbia, il rimorso, la negazione e, infine, l’accettazione. Tuttavia, ogni paziente ha trovato la pace prima di lasciarci.

Alla domanda su quali rimpianti avessero avuto o su qualsiasi altra cosa che avrebbero fatto in modo diverso, sono emersi alcuni argomenti costanti. Questi sono i cinque più comuni:

1. Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele a me stesso, non la vita che gli altri si aspettavano da me: questo è stato il rimpianto più comune di tutti. Quando le persone si rendono conto che la loro vita è quasi finita e guardano indietro, si ritrovano davanti tutti i sogni rimasti insoddisfatti. La maggior parte delle persone non aveva ancora realizzato la metà dei propri sogni e doveva morire sapendo che ciò era causato dalle scelte che aveva fatto, o non fatto.

E’ molto importante cercare di concretizzare almeno alcuni dei propri sogni. Perchè la salute a un certo punto va via, ed è troppo tardi. Stare bene porta una libertà di cui pochissimi si accorgono, finchè non ce l‘hanno più.

2. Vorrei non aver lavorato così tanto: questo pensiero è stato ammesso da tutti i pazienti di sesso maschile di cui mi sono presa cura. Si sono persi la giovinezza dei propri figli e la compagnia della propria moglie. Anche le donne hanno parlato di questo rimpianto, ma dato che la maggior parte di loro era di una vecchia generazione, molti dei pazienti di sesso femminile non erano state educate come capifamiglia. Tutti gli uomini che ho curato erano profondamente pentiti di aver vissuto una vita di solo lavoro.

Semplificando il tuo stile di vita e facendo scelte consapevoli, potresti accorgerti di non aver bisogno dello stipendio che desideri. E concedendoti più spazio nella vita, sarai più felice e più aperto a nuove opportunità.

3. Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti: molte persone sopprimo i propri sentimenti  al fine di mantenere la pace con gli altri. Come risultato, si stabilizzano in un’esistenza mediocre e non diventano mai quello che erano veramente in grado di diventare. Molte malattie si sviluppano come un risultato relativo all’amarezza e al risentimento che provoca questa consapevolezza.

Non possiamo controllare le reazioni degli altri. D’altra parte, però, anche se le persone possono inizialmente reagire quando si comincia a parlare loro onestamente, alla fine il rapporto raggiunge un livello completamente nuovo e più profondo. O questo, o eliminare i rapporti malsani. In entrambi i casi, si vince.

4. Vorrei aver avuto più contatti con gli amici: spesso ci si rende conto realmente dei benefici che portano i vecchi amici solo dopo settimane di convalescenza, e non sempre è possibile trovarli. Molti erano così presi da se stessi che avevo abbandonato le amicizie, scomparse tra gli anni che passano. A tutti mancano i propri amici quando si sta morendo.

E’ comune per chiunque abbia uno stile di vita frenetico lasciare che amicizie scompaiano. Ma quando si trovano di fronte alla morte, i dettagli fisici della vita scompaiono. La gente vuole avere i loro affari finanziari in ordine ,se possibile. Ma non è il denaro ciò che conta veramente per loro. In realtà, vogliono solo mettere le cose in modo più a vantaggioso per coloro che amano. Di solito, però, sono troppo stanche per gestire questo compito. Alla fine tutto si riduce ad amore e relazioni. Questo è tutto quello che si lascia nelle ultime settimane, l’amore e le relazioni.

5. Vorrei aver permesso a me stesso di essere più felice: questo è un rimpianto sorprendentemente comune. Molti non si rendono conto fino alla fine che la felicità è una scelta. Rimasti bloccati in vecchi schemi e abitudini – il cosiddetto ‘comfort’ della famiglia – e bloccati dalla paura del cambiamento, hanno vissuto per gli altri negando a se stessi la felicità.

 Non è mai tardi per cominciare a cambiare le cose che dobbiamo cambiare 

 
 
 

Perché fare volontariato? Ecco 9 buoni motivi

Post n°37 pubblicato il 28 Aprile 2014 da Andrea_8685
 
Foto di Andrea_8685

Decidere di impegnarsi gratuitamente per gli altri può dare una svolta alla vita, sia in campo lavorativo che personale. Non ci credete? Date un’occhiata a questa mini-guida per indecisi. E forse cambierete idea

Agli americani, si sa, piacciono le guide. Sono pratici, adorano la sintesi e gli schemi. Davanti alla domanda “perché mai dovrei fare volontariato”, dunque, sono pronti a buttare giù un elenco di nove buoni motivi. 
E’ bene fare volontariato perché….

1. Sviluppa competenze
Fare volontariato permette di mettere alla prova sul campo i propri talenti, e di apprendere nuove competenze. Se si agisce insieme ad altri, come spesso capita, si possono mettere in comune le esperienze e imparare da chi già sa fare cose per voi nuove. Ovviamente le competenze acquisite si possono spendere poi nel resto della vita, sul lavoro,nel percorso di studi e in qualunque campo.

2. Dà un esempio ai ragazzi
Le nuove generazioni devono imparare il valore della gratuità, e voi potete contribuire a questo insegnamento. Facendo volontariato con i giovani, soprattutto con i bambini, potrete contribuire a migliorare il loro futuro concretamente; chi riceve aiuto gratuito è poi molto più propenso a fare qualcosa per gli altri, una volta diventato adulto.

3. Vi aiuta sul lavoro/1
Molti dei “colleghi” volontari che conoscerete potrebbero un giorno dare una mano anche a voi in campo lavorativo. E’ sorprendente quanto possa essere utile il passa parola, soprattutto se siete alla ricerca di prima occupazione o di un lavoro migliore. Per di più questi compagni di volontariato vi conosceranno come una persona altruista, disponibile, estroversa ma anche pronta a lavorare sodo. E chi non assumerebbe un tipo così?

4. Vi aiuta sul lavoro/2
L’attività di volontariato potrebbe esservi molto utile anche se non cercate lavoro perché l’avete già. Le abilità che conquisterete attraverso l’esperienza solidale vi possono aiutare a migliorarvi anche nel settore lavorativo, e quindi a fare carriera. Tutti i datori di lavoro sono normalmente attratti dalle qualità di un leader, e scegliendo di fare volontariato avete già dimostrato di possederne un bel po’.

5. Fa risparmiare soldi
Vi piacerebbe dare una mano alla vostra associazione preferita ma non avete molto da spendere? Offrire il vostro lavoro in cambio di una donazione è molto più importante per l’organizzazione e molto più vantaggioso per voi. Non è necessario impegnarsi due o tre volte la settimana: basta anche solo aiutare in occasione di eventi speciali, fiere, vendite straordinarie. Bastano davvero poche ore al mese.

6. Aiuta a trovare nuovi amici
Non c’è modo più facile e interessante di farsi nuovi amici che lavorare per un’associazione di volontariato. Oltretutto si tratta generalmente di persone simpatiche, generose, disinteressate. Insomma, gli amici perfetti per chiunque.

7. Riempie la vita
Perché sprecare il tempo libero nei centri commerciali o davanti alla tv? Fare volontariato è molto meglio: si partecipa ad attività interessanti, si mettono in circolo le idee, si fanno nuove esperienze, si esce di casa! Molti volontari hanno visto riempirsi senza sforzo la loro agenda sociale in poco tempo, e si divertono molto più di prima.

8. Vi fa viaggiare
Potete fare volontariato per l’associazione sotto casa, o sceglierne una che lavora all’estero. In questo caso avrete l’opportunità di viaggiare e vedere nuovi paesi a costi contenuti, contribuendo inoltre a migliorare le condizioni di vita di popoli lontani. Anche il turismo sociale è un’ottima occasione per migliorare se stessi e il mondo.

9. Vi insegna a dire grazie
Uno dei regali migliori dell’attività di volontariato è che vi fa rendere conto di quanto siete fortunati rispetto ad altre persone. E per questo vi insegna a dire grazie e a smettere di volere sempre di più, all’infinito. Vi cambia la prospettiva: capirete cosa conta davvero nella vita e vivrete in modo più semplice, autentico e rilassato. E’ sufficiente?

 
 
 

Beata Vergine Maria di Lourdes

Post n°36 pubblicato il 11 Febbraio 2014 da Andrea_8685
 
Foto di Andrea_8685

11 febbraio la Chiesa commemora la Beata Maria Vergine di Lourdes

In un secolo tutto incredulità, in una nazione pervasa di ateismo, quale era la Francia nel secolo xix. Maria si proclama Immacolata, e inizia una serie di miracoli che sono la più eloquente apologia del soprannaturale. 
Il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria SS. era stato proclamato da appena quattro anni, ma le discussioni in pro ed in contro continuavano tuttavia: Maria pone loro termine, confermando il dogma pontificio. 
La Vergine apparve ad un’umile pastorella, la giovane Bernardetta Soubirous, avverandosi anche in questo caso quanto Gesù diceva, pregando il Padre suo: « Ti ringrazio, o Padre, che hai nascoste queste cose ai prudenti e ai sapienti e le hai rivelate ai pargoli, cioè agli umili ». 
Era l’alba dell’11 febbraio 1858 e Bernardetta si era recata in prossimità della grotta di Massabielle. sulle sponde del torrente Gave. Su una rupe di questa grotta la Madonna le apparve biancovestita, col capo coperto di un velo scendente sulle spalle, i fianchi cinti d’una fascia azzurra, i piedi nudi, baciati da rose olezzanti, un volto celestiale. « Era la più bella fra tutte le donne ». 
Nella prima apparizione la Madonna insegnò alla pia fanciulla a far bene il segno di croce e a recitare il Rosario ed Ella stessa per prima prese la corona che aveva penzoloni al braccio e cominciò. 
Il secondo giorno Bernardetta, temendo un inganno del demonio, gettò acqua santa in direzione della Signora. Ma questa le sorrise con volto ancor più benigno. 
Il terzo giorno le ordinò di ritornare alla grotta altre quindici volte, dopo le quali si manifestò dicendo: « Io sono l’Immacolata Concezione ». 
Intanto avvenivano anche miracoli e la fama delle apparizioni si estendeva per tutta la Francia e anche all’estero, destando un concorso straordinario di devoti e curiosi. 
Per accertarsi che Bernardetta non fosse una visionaria o malata di mente, si ebbero più sopralluoghi da parte dell’autorità ecclesiastica e di quella civile; i medici constatarono la normalità e la sincerità della fanciulla, e la Madonna provava la verità dell’apparizione coi miracoli. 
In breve tempo i numerosissimi devoti edificarono una chiesa che fu dai Sommi Pontefici arricchita di titoli e privilegi. 
L’acqua scaturita nell’interno della grotta continua anche ai nostri giorni a operare prodigi; in questa vengono immersi gli ammalati e molti vengono miracolosamente sanati. 

 
 
 

Messaggio di Tenerezza

Post n°34 pubblicato il 07 Febbraio 2014 da Andrea_8685
 

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
e sullo scherma della notte proiettati tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno
apparivano delle orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finchè tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi sono fermato, ho guardato indietro,
notando che in certi posti
c’era solo un’orma.
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita:
i giorni di maggior angustia,
di maggior paura e di maggior dolore.
Ho domandato allora:
“Signore, tu mi avevi detto che saresti stato con me tutti i giorni
ed io ho accettato di vivere con te,
ma perché mi hai lasciato proprio nei momenti peggiori della mia vita?”.
Ed il Signore mi ha risposto:
“Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te durante tutta la camminata,
e che non ti avrei lasciato solo,
neppure per un attimo,
e non ti ho lasciato.
I giorni in cui tu hai visto solo un’orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio!”.
(Anonimo Brasiliano)

 
 
 
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Un blog di: Andrea_8685
Data di creazione: 31/07/2013
 

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