Le Torri di Malta

Non si può certo dire che il mio ultimo blog abbia avuto vita lunga. Anzi, non è durato che poche settimane, nonostante vi avessi profuso tutto il mio impegno e la mia attenzione. Lunedì pomeriggio, al ritorno dall'università, mi sono accorto che tutto quanto avevo creato era scomparso. Non solo il blog, che nonostante la breve vita mi aveva preso molto tempo dandomi molte soddisfazioni, ma anche il mio profilo, che, invece, esisteva da molti mesi, fin dalla mia prima registrazione sulla Community di Libero, e cha avevo sempre tenuto sotto controllo anche quando non avevo il blog. E' stata proprio la cancellazione del profilo, più che quella del blog, a gettarmi in un primo momento di sconforto, in cui ho anche pensato di chiuderla definitivamente con Libero e le sue censure. Uno sconforto che è durato poco, per la mia volontà di ricominciare a scrivere senza darla vinta a chi mi voleva zittire, e soprattutto grazie alla vicinanza e all'appoggio dei miei amici, che si sono subito fatti sentire non appena ho attivato questo nuovo profilo. E oggi inauguro il blog. Non ho nessuna intenzione di aprirlo con un post intriso di vittimismo e lacrime, bensì con una riflessione, in omaggio al significato di diario che fu dato in origine all'applicazione blog dai suoi creatori. Una riflessione sullo stato della censura applicata da Libero ai suoi utenti, di cui sono stato mio malgrado bersaglio, e di cui ho anche accennato nella mia e-mail al 'censore' conferencemaster, in cui ho chiesto legittime spiegazioni circa il trattamento ricevuto. Perché, effettivamente, non ho capito bene dove ho sbagliato. Probabilmente sarò stupido, ma non mi sembrava di aver contravvenuto in alcun modo né alle regole della Community né alla netiquette. O, almeno, non più di altri utenti, che pure, adesso, continuano la loro esperienza virtuale nella Community come se niente fosse. E, forse, è stato proprio il basarmi sull'esempio di altri a trarmi in inganno. Le regole del portale recitano che gli utenti devono impegnarsi a non "fornire materiale che può offendere la comunità di Internet incluse espressioni sfacciate di fanatismo, razzismo, odio o irriverenza": a parte il fatto che non penso di essere mai stato sfacciato, ritengo di non essere colpevole neanche delle altre imputazioni. Penso di avere semplicemente espresso le mie idee, forse in un modo un po' forte, ma non offensivo né fanatico. Immagino che il censore non si sia basato su questo, perché altrimenti avrebbe dovuto cancellare molti altri blog e profili. Per esempio, ne esistono molti in cui, tra le 'cose che odio', figura Berlusconi e i suoi elettori: io dovrei quindi sentirmi offeso da questo, e magari denunciare l'abbonato? Altri utenti inneggiano alla rivoluzione, alla violenza, all'anarchia, e auspicano il rovesciamento del sistema e la distruzione della 'casta': questo non dovrebbe essere considerato come istigazione ad attività illegale, altro punto sulle regole di Libero? Quanto all'irriverenza, purtroppo sono vari gli abbonati che sbeffeggiano e offendono il nostro Pontefice, assimilano tutti i sacerdoti a pedofili, irridono la religione cattolica e considerano tutti i fedeli, cristiani e non, stupidi creduloni: non è forse irriverenza? Inoltre, non è difficile trovare profili e blog che espongano tranquillamente immagini come minimo erotiche, in aperta contravvenzione alla regola di non "esporre materiale di carattere pornografico o erotico". Fondandomi su questi esempi ho ritenuto che le regole della Community fossero quantomeno elastiche, e che la mia attività fosse completamente legale. Ovviamente mi sono accorto che non era così. E' impossibile e ingiusto che il mio profilo sia stato cancellato mentre quelli d'infiniti altri continuino ad esistere, pur commettendo i miei stessi errori e violando le stesse regole. La censura, se esiste, deve valere per tutti: se davvero Libero vuole avere un controllo tanto potente da poter cancellare senza preavviso profili e blog le sue informazioni devono essere capillari e continue. Non ci si può basare solamente sull'indicazione, magari faziosa, di qualche utente isolato. Io non ho mai denunciato nessun blog, né penso che lo farò mai: salvo che non si tratti di pedofilia, terrorismo e pericolo per la vita umana e l'ambiente non vedo motivo di farlo. Che fastidio mi può dare uno che vota comunista mentre io voto a destra? Che fastidio mi da un ateo se io sono cattolico? Perché dovrei segnalare un blog con immagini erotiche? Se mi offendono, mi basta non visitare più quello spazio. Evidentemente qualcuno non la pensa così, perché a Libero è arrivata una segnalazione che mi ha condannato. Come fosse una lettera aperta, mi rivolgo al mio delatore: se il suo scopo era di zittirmi o di abbattere le mie idee devo darle una brutta notizia. Come può vedere sono ancora qui, e l'unica cosa a cambiare è stata la punteggiatura del mio nick. Grazie al prezioso aiuto e ai consigli dei miei amici da oggi sarò più cauto nella scelta delle immagini, in modo che i meschini come lei non trovino più motivi validi per segnalarmi. Un grazie particolare a chi mi ha consigliato di cercare la copia cache del mio blog sul motore di ricerca, permettendomi di recuperare tutto il recuperabile. Confesso che la mia ignoranza informatica mi aveva impedito di arrivarci. Sempre come questa fosse una lettera aperta, vorrei esprimere un'esortazione alla dirigenza di Libero. Se mi fosse arrivato, anche solo il giorno prima, un perentorio invito del censore a regolarizzare la mia posizione, io avrei agito, rimediando subito. Avrei certo preferito togliere qualche immagine o cambiare qualche parola piuttosto che perdere tutto. E invece il metodo, secondo me abbastanza discutibile, di censura di Libero (!) ha cancellato tutto. Direi che il sistema è certamente migliorabile, sia in favore del censore sia in favore degli utenti.
Mi scuso fin d'ora per la vena di vittimismo che temo di non essere riuscito ad evitare del tutto. Prometto che da domani ricomincerò a parlare di politica senza più piangermi addosso. Era solo uno sfogo che volevo condividere, ma l'importante è che il blog sia al suo posto.