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La Russa: onore dell'Italia.

Post n°14 pubblicato il 19 Maggio 2009 da Antares_89
 
Foto di Antares_89

Difende l'onore dell'Italia, il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e dei nostri marinai. Non fa marcia indietro, non piega la testa di fronte alle assurde critiche e accuse dell'Unhcr. Ricorda, com'è anche abbastanza ovvio pensare, che sia molto più umanitario respingere direttamente i clandestini piuttosto che portarli in Italia, rinchiuderli nei centri di espulsione (che, a detta della stessa sinistra, sono lager) e infine rispedirli indietro comunque. Tali parole, evidentemente, non sono altrettanto ovvie per l'Alto Commissario dell'ONU per i Rifugiati, Antonio Guterres, che torna sulla polemica dal suo stesso ufficio cominciata. Come se l'Italia lo volesse zittire, come se La Russa avesse avuto intenzione di smantellare la sua organizzazione proclama, come in un comizio, che gli attacchi del Governo italiano "non muteranno l'impegno dell'Unhcr nel perseguire il suo mandato e la sua missione umanitaria". In pratica, dalle sue parole, sembra che lui sia l'unico difensore dei poveri clandestini, brutalmente respinti dai cattivi italiani. Si mette anche a sostegno della sua portavoce in Italia, Boldrini, una delle artefici di questa polemica con il nostro Governo. Ma la parte più ridicola del suo discorso deve ancora arrivare. Continuando nel suo sproloquio, l'Alto Commissario sottolinea che il suo ufficio "è ben consapevole delle sfide che l'immigrazione irregolare pone all'Italia e ad altri Paesi europei". Seguendo il suo farneticante discorso, quindi, anche altri Stati europei sarebbero coinvolti nel problema dell'immigrazione clandestina. Portavoce dell'Unhcr per l'ItaliaVerrebbe da chiedersi, allora, quali siano questi altri Paesi. Forse la Grecia, dove da un governo di destra ci si può coerentemente aspettare una politica di violenta lotta agli immigrati clandestini? O la socialista Spagna, da cui invece sarebbe più ovvio aspettarsi una politica che accolga a braccia aperte i poveri africani, e non motovedette che sparano a vista se vedono un barcone? Sono loro gli unici altri Paesi europei con cui condividiamo l'ingrato compito di fronteggiare l'immigrazione proveniente dall'Africa. Non ho mai sentito, però, l'esimio Guterres lamentarsi con loro, o qualche suo altrettanto esimio portavoce accusare i loro governi di xenofobia. Eppure non si può certo dire che le loro pratiche siano più morbide delle nostre, o che i loro marinai siano più affabili di quelli della motovedetta Spica. A questo proposito, dei marinai, cioè, viene da chiedersi perché le stesse critiche rivolte all'Italia da Guterres non piovano anche su Tripoli. Un servizio di ieri sera del Tg3 mostrava, in esclusiva, le riprese fatte da una motovedetta libica, e i sottotitoli non lasciavano spazio a equivoci: i marinai intimano a un gommone di clandestini di spegnere il motore, altrimenti avrebbero aperto il fuoco. E questo viene detto senza mezzi termini, senza giri di parole: in pratica, spegni o sparo. Il gommone si arrende e si lascia abbordare. Probabilmente le riprese sono state fatte per dimostrare al nostro Governo quanto fossero efficienti i soldati di Gheddafi, e altrettanto probabilmente il Tg3 le ha rese pubbliche per farci vedere quanto inumani fossero gli accordi presi dal cattivo Berlusconi. Invece ci rendono solo consapevoli di come l'Unhcr sia solo un fantoccio, un'organizzazione senza onore, pronta ad attaccare l'Italia ma immobile di fronte alle politiche sicuramente più violente di altri Paesi. E che l'Italia non sia uno Stato razzista e xenofobo lo dicono le parole del Ministro Frattini, che cerca giustamente di placare gli animi, ma è fermo nel difendere l'operato dell'Italia. Ci sono almeno tre ragioni che smentiscono le assurde parole della Boldrini: il nostro Paese salva ogni anno migliaia di vite umane, anche fuori dalle nostre acque territoriali, come, ad esempio, agendo in quelle di Malta, "ha una tradizione di accoglienza per la quale non è secondo a nessuno" e "applica regole europee" per contrastare, praticamente senza alcun aiuto (anzi), il fenomeno dell'immigrazione clandestina, nell'interesse non solo nostro, ma anche di tutta l'Europa. Ma dall'Europa arriva forse qualche aiuto? Certo che no, ma in compenso giungono accuse tanto infondate quanto offensive. Il Ministro della Difesa, lungi dal voler attaccare gli organismi internazionali, ha semplicemente rilevato di che genere fosse stato l'impiego dei nostri marinai, cioè di semplice respingimento. Ben lontano, cioè, da quello che fanno spagnoli e libici, che pure non ricevono la benché minima critica dall'Alto Commissario. La Russa ha precisato quale fosse lo scopo del suo intervento, e ha concluso dicendo: "Sto ancora aspettando dalla signora Boldrini la spiegazione del perché considera più umano riaccompagnarli in Italia, rinchiuderli nei Cie ed espellerli". E' chiaramente più corretto e civile impedirgli direttamente lo sbarco e risparmiargli la permanenza nei nostri Centri, cui peraltro farebbe seguito comunque l'espulsione. Da ciò si evince come la linea tenuta dall'ufficio dell'ONU sia semplicemente di avversione all'Italia, la cui nuova politica, pur perfettamente in regola con la legislazione internazionale, rompe l'equilibrio creatosi nel Mediterraneo.Ignazio La Russa, Ministro della Difesa Un equilibrio, costruito grazie alla politica della sinistra, che faceva gravare solo sulle nostre spalle l'intera spinta migratoria africana, che liberava le coste ispano - greche dal problema e che consentiva all'Unhcr di divertirsi a non fare nulla. Sarebbe corretto e anche abbastanza ovvio che di tale problema si occupassero tutti gli Stati mediterranei nonché l'Europa e gli organismi internazionali preposti, e invece, a quanto pare, dovremmo occuparcene solo noi. Perché altrimenti diventiamo xenofobi e razzisti. Tutti sanno che non è così, compresa la signora Boldrini, e tutti dovremmo difendere l'onore del nostro Paese. Eppure la sinistra, avida di voti e consensi, specula sul dramma dell'immigrazione schierandosi con l'Unhcr a favore di critiche ingiuriose contro i nostri soldati e l'intero nostro popolo. Immagino sia inutile chiedere a Guterres e all'intero ufficio delle Nazioni Unite pubbliche scuse all'Italia, ma almeno un po' di coerenza sarebbe d'obbligo. E non sarebbe neanche difficile: basterebbe applicare lo stesso metro di giudizio alla Spagna, alla Grecia e alla Libia, Paesi le cui politiche fanno sembrare la nostra, al confronto, la più accogliente che esista. A quanto pare, però, la coerenza non è di casa neanche all'Unhcr. D'altra parte, è molto più comodo mettersi contro l'Italia piuttosto che la Libia: al massimo da noi riceve le critiche di La Russa; dal dittatore Gheddafi, fiero sostenitore del terrorismo islamico, potrebbe arrivare ben di peggio. Evidentemente all'Alto Commissariato per i Rifugiati è più comune la paura di ritorsioni che il coraggio di rispettare i propri impegni e i propri valori. In Italia, invece, grazie a Dio, non abbiamo timore delle assurde intimazioni di Guterres o delle accuse dell'Unione Europea, e il nostro onore, impersonato in questo caso da La Russa, ci consentirà di proseguire per la nostra strada.

 
 
 
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