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Processo breve e altre cambiali firmate in bianco.

Post n°55 pubblicato il 29 Novembre 2009 da antonio.facchiano

Processo breve e altre cambiali firmate in bianco.

Ma la democrazia non è una cambiale firmata in bianco.

 

 

Sarebbe bello e anche molto democratico poter comunicare direttamente ai politici il prezzo che siamo disposti a pagare.

Lo sappiamo bene; ogni cosa ha un costo. Persino le operazioni chirurgiche hanno un rischio intrinseco imponderabile e inevitabile. Però mi chiedo:  chi deve decidere la soglia di accettabilità?

L’intervento chirurgico non si fa se il rischio associato è troppo alto. E l’ultima parola non ce l’ha il chirurgo (cioè chi fa l’operazione) ma il paziente; cioè, decide colui che subisce l’operazione, colui che in prima persona paga il prezzo che lui stesso ha deciso di definire accettabile. Ormai nessuna terapia può essere praticata senza il consenso informato del paziente. 

Invece nelle dinamiche politiche e sociali invece succede che il legislatore applichi le terapie senza alcun consenso informato, e  decida il "costo accettabile" di ogni legge che approva senza poi condividerne alcun tipo di costo, se non quello di una generica “responsabilità politica”. Esempi ce ne sono a centinaia, inclusi quelli dei tagli ai finanziamenti dei servizi pubblici, tagli che ai parlamentari legislatori creano forse pochi disagi perché il legislatore usufruisce probabilmente molto poco dei servizi pubblici (asili pubblici, trasporto pubblico, sanità pubblica, scuola pubblica, edilizia pubblica, sicurezza pubblica, verde pubblico, sport in strutture pubbliche etc).  Per qualche motivo, prendere decisioni gravi è molto più semplice se non se ne devono pagare le conseguenze. Alcuni pensano che bravi politici siano quelli con le palle, quelli che hanno il coraggio di fare scelte impopolari. Io credo che i bravi politici siano quelli che, senza mistificazioni, rendono condivise le scelte che sono necessarie ma impopolari.

In un tempo super tecnologico come il nostro, il potere dato dagli elettori agli eletti non può essere una cambiale firmata in bianco. Almeno per le leggi più importanti, il parere popolare (quello di milioni di persone, non quello sfiatato di un esiguo campione rappresentativo) dovrebbe essere richiesto spesso, diciamo mensilmente, magari attraverso un SMS, e tenuto in qualche considerazione.

Se ci fosse stato chiesto, forse avremmo comunicato che del digitale terrestre nessuno sentiva il bisogno (nessuno tranne le agenzie di pubblicità, le televisioni e i fabbricanti di televisori); forse avremmo anche comunicato che non eravamo disposti a pagare il prezzo dell’indulto mentre avremmo pagato volentieri il prezzo per la costruzione di nuove carceri e di più moderni programmi riabilitativi; forse avremmo comunicato il nostro dissenso a pagare il salvataggio dell’Alitalia con i soldi sottratti a progetti di ricerca scientifica   ref 1 ,   Ref 2 , Ref 3 ; forse l’Alitalia poteva essere salvata con i soldi  ricavati dal recupero dell’evasione fiscale; se ce lo chiedessero  forse diremmo che ci piacerebbe investire il costo del ponte di Messina in edilizia antisismica, energia pulita e difesa dell’ambiente. Forse avremmo indicato già da molti anni il taglio delle poltrone come un modo per evitare sprechi e clientele, recuperare fondi e migliorare la efficienza della pubblica amministrazione.

Se ce lo chiedessero diremmo cosa pensiamo della giustizia e della assoluta necessità di garantirla a tutti.

 
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