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Un Viaggio è sempre una scoperta, prima di luoghi nuovi è la scoperta di ciò che i luoghi nuovi fanno alla tua mente e al tuo cuore. Viaggiare è sempre, in qualche forma, esplorare se stessi.

 

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Perù, esperienza indimenticabile – Parte 2: Paracas, Huacachina e Nazca

Post n°5 pubblicato il 07 Marzo 2012 da fselvaggio1969

Per spostarsi in Perù la soluzione più pratica ed economica è quella di prendere i pullman che attraversano tutto il Paese. Se si scelgono le compagnie giuste, si viaggia meglio che in aereo, e viaggiando di notte si risparmia anche tantissimo.

I pullman partono dai tanti terminal presenti in tutto il Paese. I peruviani usano moltissimo la rete di bus per ogni tipo di spostamento, portandosi dietro anche delle valigie immense. Viaggiare in pullman consente di vedere uno spaccato reale del Perù e della cultura latinoamericana. Io questa emozione non me la sono lasciata sfuggire. Tutti gli spostamenti li ho sempre fatti così. L’alternativa è noleggiare un auto o arrivare a Arequipa o Cusco direttamente in aereo, ma… ti perdi il meglio!

Foche a BallestasVerso Paracas fino ad Arequipa si può andare con la compagnia Cruz del Sur o con la Ormeno.

La compagnia Cruz del Sur (per orari e prezzi: www.cruzdelsur.com.pe) è senza dubbio la migliore. Decisamente la più cara, ma con poltrone comodissime, soprattutto per viaggiare di notte. I loro pullman sono anche i più puntuali. Per Paracas è meglio partire in tarda mattinata (max entro le 11:30) prendere il bus delle 13:00/13:30 ed è molto probabile che si arriva entro le 16:30/17:00 considerando eventuali soste.

Puntuali e di buon livello sono anche le compagnie Civa e Cial, che servono le stesse località più turistiche del Sud.

Già cominciando ad uscire da Lima cambia anche il clima e il mio entusiasmo cresce. Posso dire che il viaggio da ora prende veramente corpo: pensando alla regione di Ica.

Terra esoterica, dalla profonda fede religiosa, dune, valli e sole, Ica è la zona agricola per eccellenza, dove i campi di cotone, i fagioli, gli asparagi, gli agrumi e le vigne si alternano a estesi deserti dalle strutture e dai colori impressionanti. Nei suoi territori si svilupparono alcune tra le più importanti civilizzazioni dell’antico Perù, come quella Paracas e Nasca, che hanno lasciato un’eredità che dura nonostante il passare del tempo, della sabbia e dei venti.

Costituisce una tappa obbligata per qualsiasi viaggiatore la Riserva Nazionale di Paracas, area naturale protetta dallo Stato che, tra le spiagge e le formazioni rocciose di maestosa bellezza, dà rifugio ai leoni marini, alle nutrie, ai pinguini, ai delfini e a più di duecento specie di uccelli tra cui i fenicotteri, uccelli migratori da riva e uccelli del guano.

 A Paracas c'è senza dubbio la porzione di costa più spettacolare del litorale peruviano. Con uno scenario incomparabile dove il deserto di salnitro si consegna a un mare azzurro attraverso splendide spiagge, con scogliere gigantesche e rocce lavorate dalla forza delle onde; questa Reserva Nacional di 335.000 ettari è una delle destinazioni più raccomandabili. Attività come l'immersione, la pesca, il windsurf, la tavola da surf e la fotografia trovano a Paracas e nelle sue isole - le frequentatissime Isole Ballestas (ad 1 o 3 ore, a seconda dell'imbarcazione) - il luogo ideale. Dal porto partono delle imbarcazioni dirette alle isole per stabilire un contatto quasi diretto con i leoni marini, che emettono dei versi in segno di protesta e di benvenuto.

Come accennato, è anche il santuario di uccelli migratori e specie rare come il pinguino di Humboldt e il gatto marino. Le scogliere sono piene di vita, milioni di uccelli ci vivono e altri milioni arrivano dal Nord e dal Sud del continente. È consigliabile spostarsi oltre il collo della penisola, visto che in quella zona ci sono ancora spiagge da favola. A 7 km da Paracas, una piccola lingua di mare forma la spiaggia La Mina. L'acqua è di un trasparente color smeraldo e nelle vicinanza esiste un punto panoramico dal quale si possono osservare i leoni marini che ruzzolano su piccoli isolotti. Poco lontano, a 14 km da Paracas, un altro sentiero sterrato attraversa la parte alta della spiaggia La Catedral, così chiamata per la forma che le ha dato il capriccioso assedio dell'oceano agli scogli della costa. È facile scendere a piedi e fare un bagno nelle sue tranquille acque prima di entrare nella cupola naturale. Purtroppo i recenti terremoti hanno purtroppo distrutto gran parte di questo monumento naturale. Allo stesso modo, vale la pena di spostarsi fino alla spiaggia Mendieta, a 25 km, nel cuore del deserto. Si accede alla riserva e alle sue spiagge dalla strada asfaltata che parte da Pisco (all'altezza del km 24 della Panamericana Sud). Una volta superato il controllo, la strada diventa massicciata. Nella vicina zona balneare di Paracas e della spiaggia El Chaco è possibile trovare hotel, ristoranti e affitta barche. Adatte a ogni tipo di veicolo, la penisola e baia di Paracas è attraversata da un'infinità di scorciatoie percorribili in auto, molte delle quali costituiscono circuiti da trekking di prima qualità. Piane di salnitro giallo, dune di sabbia fine, scogliere erose dal vento e un mare straordinariamente ricco creano un ambiente unico lungo la costa peruviana.

Con un tour guidato, o una automobile o pulmino preso a noleggio si può arrivare al porto di Punta Pejerrey, dal quale s’intravede, lungo il fianco di una collina, il disegno di un Candelabro, simile alle Linee di Nasca, possibilmente di origine diversa: pirati che segnavano il luogo di un tesoro, combattenti per l’indipendenza, chi lo sa.

Candelabro de Paracas

Andando alle isole Ballestas con una imbarcazione, dal porto di Paracas, si può fotografare il candelabro dal mare, da ogni angolo (le barche si soffermano a lungo su tutti i luoghi della Riserva).

 

 Una volta arrivati sul posto con il bus da Lima e sistemati in hotel, è opportuno prenotare subito il tour (Riserva di Paracas + Isole Ballestas). Se hai intenzione di farlo la mattina presto, ovviamente meglio prenotare la sera prima.

Per dormire a Paracas: Hostal “Santa Maria” (Av. Paracas S/N costado de la Plazuela “Abelardo Quinones” Tel. 0051-056-545045), Hotel “Mirador de Paracas” (C. Paracas km 20 Tel 0051-056-545086), Hotel “Zarcillo”, Hostal “El Amigo di Paracas” (Calle Alan García Pérez Mz. D Lt. 1 Tel 0051-056-545042)

Per mangiare a Paracas: Ristorante dell’Hostal Santa Maria

In alternativa si può cercare hotel a Pisco, una cittadina di 90,000 anime, che non offre nulla di interessante, a parte il fatto di essere strategicamente vicino a Paracas. Occorrerà comunque trovare il modo (in taxi) per raggiungere la riserva.

Per dormire a Pisco: “Posada Hispana” (Calle Bolognesi 222 Tel 0051-56-536363), Hotel “Tambo Colorado” (Av. Bolognesi 159), Hostal “Pisco” (San Francisco 120 - Pisco)

Per mangiare a Pisco: Ristorante Posada Hispana, Ristorante La Tia Fela (a Lagunillas); al “Catador”, vicino ad Ica, si beve il miglior pisco sour della zona

Dopo la visita alla Riserva ed alle Isole Ballestas, si può prendere un bus (o un taxi) per Ica, e visitare un altro posto incredibile della provincia: la laguna di Huacachina.

Sandboard in HuacachinaLa laguna di Huacachina è una bella oasi a pochi minuti dalla città di Ica, racchiusa tra dune di sabbia, dove si può praticare il dune-buggies (corsa spericolata sulle dune del deserto con gli “areneras”) ed il sun bording (surf sulla sabbia). Vale la pena dedicare almeno tre-quattro ore.Oasi di Huacachina

E’ un luogo prettamente turistico, ma assicuro che praticare il surf sulla sabbia con delle tavole cosparse di cera (per scivolare meglio) o saltare da una duna all’altra su enormi jeep è stata una delle esperienze migliori di tutto il viaggio.

Da Paracas ad Ica il trasferimento in bus dura circa un’ora. Si possono prendere i pullman della sera, dopo aver visitato la Riserva e pernottare a Huacachina, o in alternativa, se partiti la mattina presto per Huacachina, rientrare in serata (scelta migliore per i trasferimenti ed anche perché praticamente la sera a Huacachina non c’è nulla).

Per dormire a Huacachina: “Mossone Hotel” (Balneario Huacachina – Ica Tel 0051-056-21-3630), “Hospedaje Del Barco” (Balneario Huacachina 180 – Ica Tel 0051-056-21-7122 email: hospedajedelbarco@hotmail.com), Hostal “La Sirena” (Urb. Los Ficus b - 25b Camino Huacachina – Ica Tel: 0051-056-22-8487), Hosteria Suiza (Huacachina Malecon 264 – Ica Tel: 0051-056-23-8762 email: hostesuiza@terra.com.pe)

Anche Ica merita una sosta per due particolarità del posto: le fabbriche di cioccolata, dove si può osservare la elaborazione di "Tejas" e "chocotejas", dolci tipici peruviani buonissimi, e le botteghe vitivinicole nelle quali si producono dei deliziosi pisco (il famosissimo liquore peruviano) e vini di eccellente qualità. Eh, sì sono godereccio! Ad Ica ho potuto gustare un ottimo vino presso la famosa cantina industriale Tacama, situata a circa 10 km dalla cittá. Lo stesso vino che ho aperto questa sera e che, passata un’ora a decantare, è buonissimo da gustare ora con queste atmosfere calde della costa meridionale del Perù.

Il desiderio di conoscere questa regione, così particolare, però mi ha spinto oltre.

Sempre in bus, (con Cruz del Sur o CIVA lungo la stessa direttrice che porta ad Arequipa), da Ica si può arrivare a circa due ore, dopo 50 km, fino a Nazca.

Linee di NazcaA Nazca il deserto fu ricoperto, centinaia di anni fa, da dei disegni giganteschi, figure enormi che rappresentano mammiferi, insetti, dei. Le Linee di Nasca, così chiamate dopo la scoperta avvenuta nel 1927, sono la testimonianza più inverosimile che abbia lasciato una cultura forgiatasi 300 anni prima dell’era cristiana: alcuni disegni raggiungono 300 metri di lunghezza e si possono ammirare solo dall’alto (a 1.550 piedi di quota). I Nasca, si suppone, non poterono conoscere le tecniche del volo. E allora come furono tracciate queste figure? Quale fu la tecnologia usata? E ancora, per quale motivo furono tracciati proprio lì?

Molte sono le teorie sorte intorno a questi misteriosi tracciati: da quella che suggerisce che servirono come pista di atterraggio di extraterrestri fino a quella che vede nelle linee un gigantesco sismografo. La cosa più probabile è che si tratti di un monumentale calendario astronomico le cui figure segnavano le differenti fasi solari. Fu Marila Reiche colei che scoprì l’antica pratica di fare delle tracce sul suolo duro e secco del deserto per poi ricoprirle con pietre trasportate da lontano. Il gesso, presente in gran qauntità nella zona, avrebbe aiutato a fissare, per migliaia di anni, le celebri figure: il colibrì, il ragno, il condor, la scimmia… sono oltre una trentina le figure tracciate. Le linee che, come un ricamo degli dei, abbelliscono il suolo desertico, sono state dichiarate Patrimonio Culturale dell’Umanità e custodiscono l’enigmatico mistero che le sue straordinarie figure nascondono ancora.

Per ora mi fermo qui. La prossima tappa sarà ad Arequipa: la città bianca. Spero di averti fatto respirare un po’ l’atmosfera che ancora oggi sento dentro. E magari anche fatto venire voglia di partire.

Ma prima finiamo di bere il nostro vino.

 
 
 
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Un blog di: fselvaggio1969
Data di creazione: 04/03/2012
 

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