Creato da Araya_Bahkty il 03/07/2013

ITALIA ABBANDONATA

la perizia dell abbandono vista attraverso i vostri occhi

 

 

VILLA LARDI, VENETO...

Post n°43 pubblicato il 01 Ottobre 2014 da zanna1999

 

 

“Fiòlo, t’iè nato in t’el ponaro e te dventarà el parón del palasso!”

È fu come la mamma che  li ha predetto. 

Nello Z. un giorno davvero  diventò proprietario di questa splendida villa. Il signor Nello racconta che non è cambiata rispetto a come si presentava quando lui era bambino. Ricorda le feste che si tenevano un tempo al palazzo, quando ancora era abitato, ricorda le numerose serate trascorse davanti all’enorme camino della cucina al primo piano.

 

 

Se l’esterno dell’edificio si conserva ancora bene, altrettanto purtroppo non si può dire dell’interno e ciò non è dovuto solo al tempo ma anche ai numerosi lavori di ristrutturazione della chiesa del paesino, il cui campanile sorge sulla base di quello antico, che apparteneva all’oratorio della villa stessa.

Infatti, all’interno della casa, una stanza veniva utilizzata come cappella finché non è stata costruita una nuova chiesa che è l’attuale di S. Luigi.

 

 

Le mura di questo palazzo hanno accolto tante persone per circa cinquecento anni. Ora è disabitato perché i costi di manutenzione e di ristrutturazione per gli attuali proprietari risultano eccessivi.

 

[fonte testo  www.ventaglio90.it ]

 
 
 

Il vecchio mulino

Post n°42 pubblicato il 08 Agosto 2014 da faustina.spagnol
 

Circondato da una oramai fitta vegetazione

riposa da anni questo vecchio mulino.

La sua ruota ha smesso di girare, ma

io ogni tanto vado a fargli visita e tanti

ricordi mi affiorano in mente.

                                                                            Tina

 
 
 

IDROVORA PESCARINA...

Post n°41 pubblicato il 06 Agosto 2014 da zanna1999

 

 

L’Idrovora della Pescarina venne costruita tra il 1856 e il 1858 dall’Istituto S. Spirito, su progetto dell’ingegner Sleghel, per rimpiazzare una precedente chiavica  d’inizio ’800 che serviva a derivare l’acqua del Po di Goro .

Allo stabilimento confluivano le acque dello scolo delle “campagne”, che venivano immesse nel "Po Morto" di Goro per sfociare in mare attraverso una chiusa settecentesca interrata nel 1960.

L’edificio è formato da tre corpi: le due ali laterali a due piani ed il corpo centrale ad un solo grande vano. L’ala sinistra fu costruita come abitazione in un secondo tempo e presenta finestre rettangolari, diversamente da quelle originali che terminano con arco a tutto sesto.

Il tetto è a due falde nel corpo centrale, che ospita la sala macchine, e a padiglione nelle due ali laterali. I muri esterni sono in pietra a vista.

Peccato che l’edificio non è aperto a pubblico.

[fonte testo win.liceoariosto.it]

 
 
 

EX ORATORIO DEI SANTI DIECIMILA MARTIRI

Post n°40 pubblicato il 22 Luglio 2014 da catanzarogiusep50_1
 

Dopo tanto tempo eccomi nuovamente con un post che vuole essere un grido dall'arme perché troppe opere d'arte inItalia si perdono per incuria dei cittadini e dei pubblici amministratori. Una buona serata, Giuseppe

 

 
 
 

Dal balcone... Le origini!

Post n°39 pubblicato il 16 Luglio 2014 da Araya_Bahkty

dal balcone

Ecco la veduta originale che m'ispirò per la frase:

“ Lascia una casa abbandonata, troverai una foresta!”

che a sua volta ispirò Natasha a questo blog,

sino poco tempo fà era una piccola foresta,

a coprire abtazioni abbandonate da decenni,

risalgono alla metà dell'800,

il muro fittizio è stato eretto per non perdere il diritto,

a seguito un crollo che si può osservare sul soffitto della costruzione.

bahkty!

 

 
 
 

EX FORNACE TOTTI ,VENETO...

Post n°38 pubblicato il 27 Giugno 2014 da zanna1999

 

La ex fornace Etna è la più vicina al centro di Villanova (RO),

costruita in legno e mattoni è ancora accessibile dall’argine, più distante, la grandiosa ex fornace Totti,

composta da un corpo centrale di cinque piani, palazzine per uffici, tettoie e magazzino.

Dopo la disastrosa alluvione del novembre ‘51 la ditta fornaci Totti che allora impiegava circa 300 operai entrò in difficoltà non riuscendo più a competere con i nuovi stabilimenti sorti nel triangolo industriale.

Probabilmente il fallimento della fabbrica è stato determinato non tanto da difficoltà oggettive attinenti al mercato, quanto dal fatto che le fornaci risentirono della recessione che colpì tutto il Polesine.

Con la “crisi” degli investimenti, anche l’ultimo imprenditore, un certo Zini, si ritirò e in seguito l’attività dell’industria cessò del tutto.

Al momento della chiusura le ex fornaci Etna e Totti occupavano ancora 160 operai, questo evento provocò una crisi economico-sociale di gravi proporzioni

per il comune di Villanova Marchesana che passò dai 3620 abitanti del ‘50 ai 1446 del ‘71.

[fonte testo web]

 
 
 

VILLA RAFFO - PALERMO

Post n°37 pubblicato il 24 Marzo 2014 da catanzarogiusep50_1
 

VILLA RAFFO - degrado a PALERMO

Nel XVIII secolo l'ordine dei Gesuiti, a Palermo, possedeva parecchie proprietà terriere, una di queste era presso la Piana dei Colli e precisamente il Feudo delle "Balate Lisce", termine dialettale per nominare pietre dalla forma piatta e liscia, affioranti dal terreno.
Il Feudo possedeva un antico baglio rurale che nel 1728 i Gesuiti trasformarono in villa residenziale, inserendo uno scalone di pregiata pietra di Billiemi, mentre al piano superiore crearono grandi stanze come dormitori, refettori, sale di studio e di riunione.
All'esterno crearono tre cortili, una cappella e due ingressi; uno, rivolto verso il mare e l'altro verso la montagna "Billiemi" da dove avevano ricavato la pietra per lo scalone, mentre nei terreni intorno per molti ettari erano coltivati a; fichi, fichidindia, mandorle, carrube, pistacchi e olivi.
Nel 1767 i Gesuiti furono espulsi e la villa venduta al Barone Giuseppe Maria Cugino, magistrato della corte borbonica del Regno delle Due Sicilie, il quale subito la trasformo per adeguarla al suo rango sociale. L'edificio che era di forma retta, fu arricchito e ampliato con forme verticali, orizzontali e triangolari settecentesche, il prospetto principale rivolto verso il mare e collocate quattro pilastri agli ingressi, da cui prese il nome: "La Villa dei Quattro Pilastri" (oggi due pilastri sono scomparsi).
Tranne che per lo scalone, la trasformazione degli interni fu radicale, al piano nobile, i vari saloni furono decorati in stile Rococò, con stucchi e dipinti del periodo, con scene floreali e di caccia, i tetti decorati con stucchi e alle pareti grandi specchi (ormai scomparsi), anche nelle sovrapporte erano inserite pitture in monocromia e bicromia.
A metà Ottocento la villa è acquistata da Nicolò Raffo, e rimasse di loro proprietà per circa cento anni, fino a quando l'ultimo erede alla morte l'ha smembrata, lasciandone una parte alla figlia e il resto a delle istituzioni di carità.
Per lungo tempo la villa, rimasta abbandonata e incustodita, è stata presa di mira da vandali e sbandati e solo da qualche anno è stata acquistata dalla Regione Siciliana, che né ha avviato il restauro, che è ancora lungi dall'essere terminato.

 

per le altre immagini vai all'indirizzo:

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10200963509449290.1073741916.1812902897&type=3

 

 
 
 

il vecchio asilo

Post n°36 pubblicato il 02 Marzo 2014 da faustina.spagnol

 

Adesso è tutto ricoperto di edere ma tanti anni fa è stato

un asilo. Ora niente voci di bimbi, solo una gran desolazione.

D'estate questi rami spogli si riempiono di foglie e diventa

un grande ammasso verde. A prima vista sembrerebbe

una grandissima pianta, ma io lo so che non è così.

Si trova nel comune di Codognè, in provincia di Treviso

                                                                   Tina

 
 
 

Il Cimitero acattolico Distrutto

Post n°35 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da catanzarogiusep50_1
 

Il Cimitero acattolico dell'Acquasanta
Da un ingresso monumentale, in Via Simone Gulì, un tempo via Acquasanta 21, si accede nel vecchio Cimitero degli Inglesi. La prima attenzione è il cornicione sul portone d'ingresso, fatto di pietra della contrada Portella di Mare, sul portale, il Genio della Salute (con un'ala spezzata) sostiene le insegne regali e ha accanto un'aquila e una cornucopia, molto deteriorata..
Entrando l'atmosfera è affascinante, ma il luogo versa in un avanzato stato di abbandono, anche se molte erbacce sono state recise da poco, vi sono molti alberi spontanei infestanti e tombe con lapidi a pezzi. Negli anni passati, svariati interessi hanno turbato il sonno di questi poveri morti, così pensare che questo dovesse essere un luogo di eterno riposo è difficile. Più volte, dalla fine dell'800 agli inizi del 900, il vecchio cimitero passò di mano e nel 1930 lo acquistò il giardiniere del Cimitero dei Rotoli, che n'era già il custode, ma già era stato deturpato dalla costruzione di un muro da parte dell'adiacente Regia Manifattura Tabacchi.
Infine alla fine degli anni novanta è stato usato anche come Pub estivo, dal nome esoterico; "Cimitero Pub" dove il - Bloody Mary - era servito in coppe a forma di teschio.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

MINIERA DELLA VAL IMPERINA

Post n°34 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da ipazia.0
 

Le Miniere della Val Imperina risalgono al 1400 e sono state chiuse nel 1962.
Si estraevano argento , rame e fino al 1700 il materiale estrattivo copriva il 50% del fabbisogno della Repubblica della Serenissima.
Ultimo proprietario la Montecatini.
Le miniere si affacciano sul fiume Cordevole.

 

 
 
 
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