Creato da aruki il 05/09/2006

Il ritmo del cuore

Bum-bum, bum-bum, bum-bum... sentito come batte?

 

 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 23 Aprile 2007 da aruki
 
Foto di aruki

Una riflessione sul mondo postindustriale: come sta cambiando la realtà del lavoro

Un ventenne ha una prospettiva media di vita di 60 anni. 60 anni equivalgono a 525.000 ore di vita. Lavorando per 40 – dai 20 ai 60 –, con il regime previsto dal nostro sistema normativo, che è pari alle 2000 ore di lavoro all’anno, un ventenne lavorerebbe in tutto 80.000. Mettiamo che per altre attività (di impegni domestici, per la cura di sé, per il sonno) sia occupato altre 10 ore al giorno, per un totale di 219.000 ore. Ebbene a questo ventenne resterebbe un monte ore di tempo libero pari a 226.000.
Il lavoro rappresenta 1/7 della lunga vita che gli resta.
(cfr. D. De Masi, Il futuro del lavoro, Bur, Milano 1999).

Il tempo libero è quindi aumentato.

Ma come impieghiamo questo tempo libero?

E poi è proprio vero che la maggior parte della popolazione lavora?

La situazione planetaria del lavoro

Nel primo mondo lavora soltanto il 20% della popolazione.

Nel terzo mondo solo il 10%.

Su circa 6 miliardi di abitanti del pianeta, i lavoratori – chi cioè ricava dal lavoro una retribuzione – non raggiungono neanche il miliardo di persone.

Il popolo dei rimanenti 5 miliardi è composto da bambini, anziani, pensionati,casalinghe, studenti, poveri che vivono di espedienti, ereditieri, lavoratori in “nero”, comunque non garantiti da un posto stabile (cfr. ibidem).

 

Il lavoro: un’emergenza recente

Come si è visto, solo un miliardo di persone sono regolarmente retribuite. 

Queste persone sono più garantite delle altre, sono più rispettate, possono ostentare la propria professione.

Secondo molti sociologi, solo chi lavora riesce a socializzare, a maturare, a realizzarsi.
Secondo alcune religioni, solo chi lavora riesce a
 riscattarsi dal peccato originale e a guadagnarsi il Paradiso.
Per migliaia di anni, fino all’avvento dell’età industriale, la parte alta della piramide sociale non lavorava affatto. Curiosa inversione di tendenza, non trovate?

 

 
 
 

Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 24 Marzo 2007 da aruki

Haiku del 24/03/2007

Mattino di primavera

contemplazione serena

di un tulipano giallo

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Haiku del 19/02/2007

Post n°19 pubblicato il 19 Febbraio 2007 da aruki
 
Tag: haiku

Velo di Maya

lampo esiziale

squarcio di consapevolezza

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Haiku del 16/2/2007

Post n°18 pubblicato il 16 Febbraio 2007 da aruki

Fiducia violata

sporche menzogne

precipitare nel buio dell'anima.

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L'immagine si intitola "Il buio della mente" ed è degli Architetti Senza Tetto

 
 
 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 26 Gennaio 2007 da aruki
 

Ogni lavoro su se stessi è un lavoro doloroso in cui si prende coscienza di ciò che si perde senza essere sicuri di guadagnarci e senza poter capire, quando si è fortunati, che cosa si è sul punto di guadagnare. Ma in effetti è «paradossalmente quando l'individuo non ha paura di disfarsi che ha le maggiori possibilità di raggiungere realmente ciò che egli è» (M. de M'Uzan, 1977, IX).

E' quando l'uomo accetta le proprie incongruenze, incoerenze, contraddizioni, i propri conflitti, i suoi stessi fallimenti, è quando vive questa esperienza, per quanto gli è possibile, senza cadere nel «dis-essere» mortifero, è quando c'è del «caos in lui» ed egli sa riconoscerlo e affrontarlo che forse, secondo la frase di Nietzsche, egli potrà «partorire una stella che danza».

A ciò l'individuo cosiddetto normale, corazzato nelle proprie certezze, risulta definitivamente inadatto.

Enriquez E. (1987), Il lavoro della morte nelle Istituzioni. in L'Istituzione e le Istituzioni.

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L'immagine è di Sylvie Robert. Il titolo è: "The gate of knowledge"

 
 
 
 

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Chin - Ning Chu: L'arte della guerra per donne 

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