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Saga dei fantasmi

Lucina Cuccio

 
 

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IL MATRIMONIO DELLA MAGIA

Post n°60 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da lucinacuccio
 
Tag: AMORE, VERO

IL MATRIMONIO DELLA MAGIA

Il principe dei folletti, Thio, si era innamorato follemente della principessa degli elfi, Firla. Si erano conosciuti “all’Evento Annuale della Presentazione dei Nuovi Membri Nobili dei Mondi Magici”. Il principe Thio era rimasto abbagliato dalla principessa, appena presentata in società. Firla era bellissima! Lunghi capelli biondi incorniciavano un viso nobile e delicato come le primule, e gli occhi viola erano profondi  ma pensierosi. Le voci di palazzo descrivevano la principessa come un essere etereo, gentile e timido. Firla amava leggere e dipingere. Coltivava migliaia di rose intorno al castello reale e suonava il flauto e il pianoforte. Era buona con i sudditi e comprensiva con chiunque…una creatura meravigliosa che abbagliava chi la osservava. Aveva scelto il bianco e i brillanti per i suoi abiti, e il regno la guardava passeggiare fra i giardini del palazzo, avvolta da una nuvola candida e scintillante. Ed è così che apparve all’evento dell’anno  a Thio che, da quel momento, non le staccò più gli occhi  di dosso. Anche la principessa rimase colpita dal principe dei folletti e quella sera, nel salone da ballo del castello, fra il vortice delle danze e dei festeggiamenti, nacque il loro bruciante amore. Entrambi si accorsero che la vita era vuota ed inutile senza l’altro. Nessuno dei due poteva essere felice lontano dal compagno e così, dopo qualche settimana,   comunicarono la decisione di sposarsi alle loro famiglie reali e ai ministri dei regni. Tale notizia fece scoppiare un putiferio. Il mondo dei folletti e quello degli elfi era regolato da rigide e secolari regole che mai nessuno aveva infranto. La segretezza dei loro mondi, la coordinazione dei venti, della neve,  delle piogge, la crescita dei fiori e degli alberi e soprattutto la purezza della loro specie erano norme assolute. Ogni folletto ed ogni elfo aveva sangue puro nelle vene e quale principe poteva mai ereditare il regno se era frutto di due razze diverse? I genitori di Thio e di Firla decisero quindi di impedire ai giovani di incontrarsi, di parlare e comunicare per lettera. Immaginate la rabbia e la disperazione dei due giovani. Urlarono, piansero, imprecarono ma niente sembrava scalfire la decisione dei genitori. I sovrani stupidamente pensavano che dividere i due innamorati rappresentasse un bene per loro. Ma avevano decisamente sottovalutato l’amore dei due giovani che continuarono a ribellarsi e scappare dal castello reale per potersi incontrare. Fu così che Firla fu rinchiusa nel maniero più lontano e isolato del regno e Thio fu mandato nelle miniere d’oro a occuparsi  degli affari di famiglia. Ma più il tempo passava, più i due ragazzi soffrivano.  Firla non mangiava più, deperiva e smaniava mentre Thio aveva proprio perso la voglia di vivere e aveva cominciato a dormire tutto il giorno e a non parlare più con nessuno. Un anno dopo, i due principi erano ridotti come stracci, così i genitori, impietositi, li convocarono alla presenza dell’intera corte e del regno per affrontare una volta e per tutte la situazione. I quattro sovrani erano giunti insieme ad una drastica e sofferta decisione.

“Firla-mormorò la madre regina, affranta e preoccupata-hai sofferto troppo e la tua vita ora è in pericolo. La tua salute  è debole e lentamente ti stai spegnendo, così con tuo padre, il consiglio dei ministri e dei nobili siamo approdati ad una risoluzione del problema. Ti concederemo di sposare Thio, ma in cambio rinuncerai al regno, ai poteri magici e vivrai nel mondo reale senza nessun nostro aiuto. La corona sarà ereditata da tuo fratello che ha già accettato. Quindi ti chiedo formalmente se accogli  questa proposta in nome dell’amore che provi per il principe Thio. Sei disposta a rinunciare a tutto per lui?”

Firla rispose immediatamente:” Certo! Ho sofferto troppo lontana da lui e non desidero altro che sposarlo!”

“E tu Thio-chiese a sua volta il re dei folletti-anche tu accetti di rinunciare a tutto per poter sposare Firla?”

Il principe di getto esclamò: “Certo che accetto!  Nessun titolo nobiliare, nessun regno, nessuna ricchezza e anche i poteri magici mi farebbero più felice che passare il resto della mia vita con Firla!”

 

I genitori, commossi, sorrisero alle sentite dichiarazioni d’amore dei due giovani e così, pochi giorni dopo, Firla e Thio si sposarono. Andarono a vivere in una piccola casetta, nel folto del bosco, nel  mondo degli uomini. Il principe era diventato un falegname e la principessa zappava nell’orto per avere qualche verdura per la zuppa. Entrambi si alzavano all’alba e lavoravano duramente tutto il giorno. Ma alla sera, felici e appagati, guardavano il fuoco scoppiettare nel camino, paghi solo della presenza dell’altro, parlando e raccontandosi fiabe e racconti. A volte passeggiavano nella foresta, o andavano a pescare le trote al fiume. Ogni giorno recava contentezza e gioia e i loro genitori avevano notizie regolari della vita dei loro figli, contenti che la giovane coppia fosse così felice.  Molti elfi e folletti, nobili e ministri si chiesero come avevano fatto i due principi a rinunciare alla magia, ad ogni ricchezza e privilegio in nome dell’amore, abbracciando un’esistenza di duro lavoro e sacrificio ma quegli stolti non capivano come potesse essere straordinario e soddisfacente condividere la vera magia dell’amore.

 
 
 
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