Vi spiego dove sta la differenza tra Vittorio e Valeria
in Ultimissime / by Don Giorgio / on 23 novembre 2015 at 19:01 /
Vorrei partire con una domanda, apparentemente senza senso. Se invece di una sola ragazza italiana, fossero rimasti uccisi dieci o venti o trenta giovani, sempre italiani, li avremmo poi tutti quanti "santificati" a tal punto da far ricadere su ciascuno di essi quell'attenzione mediatica che invece ha avuto Valeria?
Di propositi ho detto "giovani", sì perché, se fossero stati degli anziani, forse avrebbero avuto solo qualche misera considerazione.
Ma la tragica fine di una sola, per di più ragazza, ha dato il via mediatico perché si arrivasse in pochi giorni a farne una eroina.
Non discuto sulla bontà morale della ragazza, discuto e non condivido tutta l'enfatizzazione che se ne è fatta, come se si trattasse di una martire sacrificata sull'altare della patria.
La vera domanda, comunque, è un'altra: chi è il vero eroe? A parte la mia personale antipatia verso la parola "eroismo", che andrebbe in ogni caso usata con eccessiva moderazione, basta per essere eroe restare "vittima" inconsapevole di un attentato terroristico? Per me, eroe è colui che, anche senza arrivare ad una tragica morte, ogni giorno si sacrifica per un nobile ideale, e per questo ideale rischia la vita. Non è tanto la sua morte tragica a farne un eroe, ma la sua fede e la sua testimonianza di vita per un ideale umanitario. Se, ad esempio, Martin Luther King, o Giovanni Falcone o Paolo Borsellino, o Vittorio Arrigoni fossero morti a causa di un banale incidente stradale, la loro testimonianza dovrebbe forse valere di meno?
Ma può capitare anche, ed è questo il paradosso, che la tragica morte di una normale ragazza per un attentato terroristico, può dare l'avvio a un tale meccanismo da metterla sullo stesso piano, ad esempio, di Vittorio Arrigoni. Ma con una differenza altrettanto paradossale: la ragazza tal dei tali (che si chiami Valeria o Marina, non importa!) ottiene un totale riconoscimento da parte di un intero Paese (che non ha ottenuto invece Vittorio Arrigoni, maltrattato anche dopo la sua morte), e un funerale di Stato (al funerale di Vittorio non c'era alcun rappresentante in veste ufficiale dello Stato italiano).
Vorrei essere ancora più chiaro. Non è mia intenzione mettere in antitesi due giovani per la loro rettitudine morale, ma vorrei dire che Valeria è rimasta "vittima", per caso, di un attentato, mentre Vittorio Arrigoni è stato ucciso, a causa del suo impegno umanitario.
Già dire "è rimasta vittima" dice la differenza tra una morte e l'altra. Vittorio Arrigoni non è stato la "vittima" di un gesto folle. Chiarisco meglio. Ai terroristi, di qualsiasi fondamentalismo, non interessa colpire i migliori, ma colpire alcuni "simboli" dell'Occidente odiato, per cui una persona vale l'altra (Valeria, Marina, Angela o Mario, Filippo ecc.). Le vittime dei terroristi sono per loro "anonimi". Vittorio Arrigoni, invece, non era un "anonimo": il suo nome e il suo volto davano fastidio, per questo lo hanno ostacolato, e fatto fuori.
Nella sua "Vita di Galileo", Bertold Brecht fa dire allo scienziato le parole diventate poi famose: «Sventurata la terra che ha bisogno di eroi», replicando all'allievo Andrea Sarti che aveva appena detto: «Sventurata la terra che non ha eroi». Brecht prefigurava una società futura e migliore, fondata sulla normalità di cittadini onesti e non sulle eccezioni.
Da parte mia, vorrei aggiungere: sventurata ancor più una società che s'inventa "eroi per caso".
Ritengo, dunque, del tutto paradossale e inaccettabile ciò che è successo in questi giorni in Italia, con la santificazione o sublimazione di una ragazza "normale", che ha avuto solo la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato e nel momento sbagliato.
Bastava dire che era una "brava" ragazza, a cui un tragico destino ha tolto quella vita che lei amava follemente. Tutto qui. Senza aggiungere altro.
Dire che è stata una eroina è come offendere tutte le brave ragazze d'Italia.
NOTABENE
Ho appena saputo della scelta dei genitori di Valeria di volere funerali civili per la propria figlia. Motivazione? Dare a tutti, di qualsiasi fede religiosa e non, di partecipare. La motivazione mi lascia di stucco. Certo, ognuno è libero di decidere tra funerali religiosi o civili, ma scegliere in vista di una maggiore partecipazione è sinceramente riprovevole.
Quando è stato ucciso Vittorio Arrigoni da più parti si sono invocati funerali civili, interpretando erroneamente una volontà inconscia dello stesso Vittorio. I genitori, con la sorella, hanno deciso per i funerali religiosi. Ho partecipato personalmente a quei funerali, e a dire la verità avevo qualche dubbio, data anche la grande partecipazione di palestinesi musulmani. Ma vi assicuro che è stata una cerimonia commovente: prima il momento religioso, a cui hanno aderito anche i musulmani con grande raccoglimento, e poi il momento civile.
Anche in questo sta una sostanziale differenza tra Vittorio e Valeria. Stavolta per merito o per colpa di genitori che hanno o non hanno guardato al falso consenso generale.
Di Vittorio è rimasto ancora un vivo ricordo tra la gente di un certo spessore morale e umanitario, di Valeria resteranno solo ceneri. Non lo dico con cattiveria, ma perché Vittorio ha lasciato un "segno Umano", Valeria solo una scia mediatica inconsistente che sfumerà, man mano passerà il tempo.
È veramente deprimente mettere su un piedistallo una persona "qualunque", uccisa per caso.
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Ecco, ho voluto riportare questo post letto, non perchè lo condivida in toto, anzi... devo dire che sento un po' di acredine nel sottofondo dell'articolo, che mi infastidisce e comunque, su alcune cose concordo mentre su altre no.
Parto dalla fine... Trovo inopportuno il criticare, da parte di Don Giorgio, la scelta dei genitori dei funerali civili, perché rifiuto categoricamente l'idea che abbiano fatto la scelta per avere una maggiore partecipazione ai funerali....
Ho trovato i genitori di Valeria Solesin (come a suo tempo quelli di Vik) estremamente dignitosi e coerenti con le scelte di vita della figlia, ed ho trovato in loro, la stessa forza di quel marito francese che, perdendo la moglie nella strage di bataclan, ha scritto ai terroristi che non avranno mai da lui (da loro) l'odio che fomentano... atteggiamento che trovo estremamente ammirevole, proprio come Vittorio chiedeva sempre ripetendo come un mantra "RESTIAMO UMANI" .
Anche io ho provato un senso di "fastidio" sentendo che tutti i media parlavano di Valeria come eroina, in riferimento a come è morta.... Condivido il fatto che essere "vittima inconsapevole di un attentato terroristico" non fa di NESSUNO un eroe... ma proprio perché anche per me "eroe" è la persona che ogni giorno rischia la sua vita per un ideale, che si sacrifica per una idea nobile..... se vogliamo vedere, Valeria non è morta da eroe (come tutti i mass media hanno scritto), ma ha provato a vivere cercando d'esserlo, avendo speso parte della sua breve vita, facendo volontariato dentro la struttura di Emergency (anche se non so con quale ruolo).
Avrei preferito insomma che don Giorgio mettesse in risalto le differenze tra la morte vi Valeria e quella di Vittorio (che io adoro), senza però svilire la persona di Valeria e senza rattristare (e forse offendere) i suoi genitori qualora leggessero le parole scritte da Don Giorgio..
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ITALIANOinATTESA il 27/11/15 alle 19:02 via WEB
Cara Laura ho letto con profonda tristezza il post da te ripreso. Ovviamente niente da dire sulla libertà di ciascuno, compreso quella di questo autore del post, di esprimere il suo pensiero. Questa è una porzione di libertà che è sempre opportuno salvaguardare.
Secondo me il confronto diretto non lo meritava VIK, ne lo meritava la povera Valeria.
Quante altre migliaia di confronti si sarebbero potuti inventare? E ciò a che scopo?
Secondo me dal confronto esce sconfitto chi lo ha fatto.
A VIK (e la sua famiglia, in particolare la madre) ho dedicato diversi post e due anni del blog. E, quindi, credo sia cosa buona lasciarlo stare tranquillo.
Ho evitato, senza fare alcun sforzo per la verità, di assistere a trasmissioni televisive che hanno parlato della povera Valeria che credo mai si sognava di fare questa fine.
Mi limito a riportare qui il pensiero che stamani ho lasciato alla tua replica sul post nel mio blog ove avevo pubblicato, abbastanza ermeticamente, un semplice pensiero rivolto a Valeria senza neppure nominarla e ricalcando soltanto i sentimenti che in qualche modo sembrano emergere dal seno della Sua Famiglia di appartenenza.
Questo piccolo mio "segreto" è stato da te opportunamente svelato e ciò mi ha fatto molto piacere. Considerato pure che ormai quasi tutte le persone che conosco su questo portale non ci sono più.
ITALIANOinATTESA il 27/11/15 alle 10:39 via WEB
E' qualcosa anche in più dell'amore oppure Amore. E' semplicemente "AMORE", qualcosa in più che va "OLTRE" al normale oltre che di solito già apprezziamo. E vale per tutti; a prescindere di tutto ciò che è accaduto prima e di ciò che potrà accadere dopo. Un modo di dare tutto se stesso senza, però, concedere alcun sconto. Forse è un processo che si sviluppa nell'animo di una Persona e nessun'altro può togliere o aggiungere niente.
Un po' ciò che in modo, forse, audace, ho inserito nella chiave di lettura del mio arcano inventato de "Il Caos": “L’ultima chance possa costituire sempre la penultima occasione concessa”. Essenza della vita vista al positivo.
Non so se sono stato chiaro e, in qualche modo, comprensibile. Un abbraccio, M@.
Io l'ho vista così. I sentimenti sono individuali ed intimi e vanno sempre rispettati da tutti gli altri. Compresi quelli del "prete".
Viva VIK
Viva Valeria
ciascuno a suo modo.
Un saluto e grazie, M@.
(Rispondi)
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