OCCASIONI PERSE

Diario delle occasioni perse e delle occasioni sprecate

Creato da Avvelenataforte il 16/11/2010

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Ci sono due modi per una donna di affrontare la vita: o con la testa o con la figa.

Post n°86 pubblicato il 15 Marzo 2012 da Avvelenataforte
 

Riflessione di prima primavera seduti al bar tra cicche e caffè

 

Prima parlavo del più e del meno ,con una cara persona che mi ha vissuta e che mi conosce, sul come la vita per scelta o necessità mi abbia portata ad essere quello che sono.

Per me la vita è sempre stata e sempre lo sarà, un gioco ad eliminazione. Non che ci siano dei concorrenti e nemmeno dei premi in realtà.
Ad essere eliminati sono i pezzi che la compongono.
Ed io di pezzi progressivamente ho scelto di perderne. Pezzi e persone.

In questa ipotetica guerra di sopravvivenza una Donna può scegliere con che armi combattere: o la testa o la figa.
Semplice.
Senza tanti giri di parole.
Senza tanta filosofia ipocrita da rimpianti scrittori. O una o l’altra. Come sempre nessuna via di mezzo.
Allora della Donna che sono e che sono diventata e che ho voluto diventare mi capita in alcune situazioni di fermarmi a pensare e guardare nelle altre la donna che potevo diventare per conformarmi, per essere la parte giusta.

Femmine garbati esempi di virtù e sani principi fisici e morali.
Laboriose brave mogli attente e servizievoli ed ubbidienti.
Un po’ come mia mamma avrebbe voluto io diventassi.

E forse per ripicca, per spirito di sopravvivenza, per indole ribelle ho passato anni a ribellarmi a lei e tutte quelle che hanno sentito il fatto di essere donne quasi come una grazia dal cielo che una grande opportunità da cogliere.

Le donne che guardo, le donne che frequentano i miei uomini sono impeccabili esempi, operaie di buone azioni, donne di biancheria stirata ed inamidata e cassetti ordinati con i collant divisi per gradazione di denari.
Donne che si sono col silenzio e l’ubbidienza guadagnate il consenso universale. Donne segnate da piccole come “brava bimba”, “ragazza per bene”, “studentesse da dieci in condotta”.
Donne portate in palmo di mano dalla famiglia, dagli amici, dai figli, madonne venerate da assumere ad esempio.
Donne uscite perfette dallo stampo di famiglie perfette, votate al Lavoro, allo Stato e alla Chiesa.

Io no:  io ho rotto il vincolo inviolabile della tradizione.
Io ho scelto io. Non ho fatto scegliere gli altri per me. Non mi sono accontentata che tutto andasse liscio come olio: Non ho accettato il progetto disegnato su di me.
Ed ho scelto come arma di difesa e di attacco la testa al posto della figa.
E con la testa mi sono innamorata come una triste puttana di cause perse, di parole giocose, di curiosità, di voler sapere, conoscere, capire.
Perché non mi è mai servito scoparmi un uomo per sentirlo mio.
Perché non mi sono mai scopata un uomo per ottenere qualcosa.
Perché le assurde brave bambine non mi sono mai piaciute.
Perché per prendermi qualcosa ho consumato l’asfalto dell’A4.
Perché per capire e lottare ho viaggiato su treni locali spersi nel vuoto.
Perché per conoscere mi sono accerchiata di persone che ne sanno molto più di me, che hanno esperienze di vita diverse dalla mia.
Perché quando vengo a sapere qualcosa che non conosco m’informo perché può sempre tornare utile saperla che non saperla.

Troppo semplice e facile aprire le gambe per sentirsi Donna.

 

 
 
 
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