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le celibi 

Post n°106 pubblicato il 04 Maggio 2006 da alfasica

"Una macchina celibe è un'immagine fantastica che trasforma l'amore in meccanica di morte"

MACCHINA NELLA COLONIA PENALE

E’ un congegno imponente profondamente infisso nel terreno e posizionato sull’orlo di una fossa non tanto profonda, sull’altro lato della fossa la terra scavata è ammucchiata in modo da formare un argine; il letto e l’incisore hanno la medesima circonferenza, assomigliano a cassettoni neri, l’incisore è fissato a circa due metri di altezza dal letto ed è fermato da quattro sbarre di ottone, tra i due cassoni è sospeso l’erpice a un nastro d’acciaio; c’è una scala a pioli per esaminare la parte superiore e la possibilità di strisciare sotto la macchina per delle riparazioni. Attivato da una manovella l’apparecchio lavorerà completamente da solo rimanendo in funzione dodici ore consecutive, sia il letto che l’incisore hanno una batteria elettrica autonoma, il letto per il proprio funzionamento e l’incisore per quello dell’erpice.

Letto (o parte inferiore): è interamente cosparso di uno strato di ovatta ottenuta con una preparazione speciale su cui il condannato viene disteso supino e nudo, compreso di vari tipi di cinghie per fissare le mani, i piedi oppure il collo; la testata del letto ha un piccolo tampone di feltro facilmente regolabile in modo da penetrare esattamente nella bocca dell’uomo con lo scopo di impedire che urli o si morda la lingua,  l’uomo è costretto a far entrare il feltro altrimenti la cinghia gli spezzerebbe il collo. Appena l’uomo viene fissato con le cinghie il letto entra in movimento, tremola compiendo piccoli e velocissimi spostamenti sia in senso ondulatorio che in senso sussultorio; i movimenti sono calcolati minuziosamente per avere una perfetta sincronia con quella dell’erpice. Incisore (o parte superiore): è l’ ingranaggio che regola il movimento dell’erpice quando viene combinato con il disegno previsto dalla condanna, il disegno si presenta come un labirinto di linee che si incrociano fittamente sulla carta tanto da creare difficoltà a riconoscere gli spazi bianchi e da risultare indecifrabile; la scritta vera e propria forma intorno al corpo solo una fascia esigua, il resto del corpo è riservato alle infiorettature, la complessità della scritta  permette una morte lenta in un lasso di dodici ore. Una ruota dentata dell’incisore è stata affilata eccessivamente per cui stride quando è in moto creando difficoltà di comprensione. Erpice (o parte mediana): l’erpice corrisponde alla forma di un uomo, un erpice per il tronco, due per le gambe, per la testa un piccolo aculeo; tutto l’insieme si fissa unicamente su un punto oscillante. L’esecuzione effettiva della sentenza è affidata all’erpice. Quando l’uomo è disteso sul letto l’erpice si abbassa sul suo corpo in modo da toccarlo unicamente con le punte; l’erpice è costruito in vetro per permettere a tutti di controllare l’esecuzione della sentenza. Ci sono due tipi di aculei in diversi raggruppamenti, accanto a ogni ago lungo ce n’è uno corto, quello lungo incide mentre quello corto spruzza acqua per detergere il sangue e mantenere la scritta ben visibile; l’acqua insanguinata viene raccolta in piccole condutture, scorre poi in una conduttura principale il cui tubo di scarico sfocia nella fossa. L’erpice sembra operare in modo uniforme, vibrando conficca gli aculei nel corpo che a sua volta vibra essendo disposto sul letto.

Condanna: l’erpice inizia a scrivere il primo tracciato sul dorso, una volta terminata la stesura srotola lo strato di ovatta e fa ruotare il corpo sul fianco per lasciare nuovo spazio all'incisione, nel frattempo le zone incise si dispongono sull’ovatta che per la sua speciale preparazione ferma subito il flusso del sangue e predispone a un ulteriore approfondimento della scritta; delle dentellature all’orlo dell’erpice strappano man mano che il corpo continua a girare l’ovatta dalle ferite e la gettano nella fossa. Per dodici ore l’erpice incide sempre più a fondo, dopo le prime sei ore il corpo viene girato anteriormente.

Reazione: Nelle prime sei ore il condannato continua a vivere come in precedenza solo che deve sopportare acute sofferenze, dopo due ore gli viene tolto il feltro dalla bocca dato che non ha più forza per gridare, diventa silenzioso dopo la sesta ora. Comincia a decifrare la scritta tramite le sue ferite, gli occorrono le ultime sei ore per completare la comprensione della sentenza poi l’erpice lo trapassa da parte a parte e lo scaraventa nella fossa.

Funzione: la macchina ha la funzione di incidere sul corpo il precetto violato, l’uomo non conosce la sentenza che lo riguarda e dovrà farne conoscenza sulla propria carne. Sul principio “la colpa è sempre fuori dubbio” l’uomo non saprà di essere condannato né gli viene lasciata la possibilità di difendersi.

 

 

 

 
 
 
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