MUSICA & POESIA

ULTIMO SOLE D'ESTATE ABBRACCIA CUORI E SORRISI COL SUO TIEPIDO TEPORE, NASCOSTO FRA LE NUVOLE SI FA ATTENDERE COME UN'AMORE SPERATO E NON ANCORA MANIFESTO..........E GOCCE DI FRESCA PIOGGIA CI RIPORTANO ALLA REALTA' DI UNA NOSTALGIA SENZA TEMPO. OGNUNO DI NOI ATTENDE UN CUORE CHE SAPPIA CAPIRE CHE SAPPIA APPREZZARE CHE SAPPIA AMARE.......E DOPO LA PIOGGIA TORNA SEMPRE IL SERENO........

Giuseppe.

Occhi grandi e sorrisi enormi, i bambini AMANO senza segreti e nell'impeto di giovinezza esultante, con fragore scoppiano abbracci di smisurato amore.

I bambini SOGNANO, sognano senza dormire, la loro mente segue immagini in movimento e loro, eterni esploratori delle più recondite avventure, vivono come pirati i loro sogni senza paure.

I bambini DIMENTICANO, la malizia non li imprigiona, i bambini dimenticano il male che subiscono e non capiscono; dimenticano il dolore, piangono sofferenze inaudite e cinque minuti dopo non ricordano neppure il loro pianto.

I bambini SPERANO, innocenti attendono mondi che sognano nei loro silenzi e che abbiano i grandi come protagonisti di un mondo più vero, sperano che le favole che noi alla sera leggiamo siano vere storie, che la vita sia diversa da quella che i loro occhi rifiutano di vedere, che il mondo sia un gioco leggero e l'amore sia un brivido sincero.

Giuseppe.

Amicizia e amore affetti diversi, un solo cuore. L'amicizia è un'amore libero.
Non soffoca e non fa star male si è contenti solo di donare.
Ancora oggi ricordo con dolore solo amicizie perse e non amori.
Tanti amici, tanto onore, ognuno di voi è una perla della mia collana che gelosamente conservo come il piu' unico dei miei tesori.

Giuseppe.

Com'era bello vedere il cielo nei tuoi occhi mentre inseguivi un pensiero lontano.

Mani e sguardi intrecciati, avevi me ed io te, era questo il mondo.

Stretti nell'abbraccio più lungo sognavamo senza che la realtà ci sfiorasse.

Giuseppe.

Mi sento come un naufrago nell'immensità dell'oceano, senza sapere mai a chi aggrapparsi al sopraggiungere della tempesta.

Non riesci mai a vedere la riva, e l'affanno diventa maggiore, nessun appiglio per poter rifiatare.

Non si placa la tempesta e non sai se lottare ancora fino a sfinirti, o lasciarti andare per sempre in balìa delle onde tumultuose.

Giuseppe.

La pioggia accarezza una musica lontana, macchie di stelle sparse fra la cupa oscurità del cielo. Uno spicchio di luna tagliente s'affaccia timido baciando l'asfalto bagnato nelle luci della sera, ed il freddo respiro del vento inquieto. Mille gocce blu intorno ad un misterioso silenzio, e la traccia di un profumo sbiadito dal tempo che va, un'alito d'aria leggera se lo porta via. Il vento sfiora nuvole col suo lento respiro, le loro ombre grigie abbracciano soffocando lo spicchio di luna. Piove, ricordi lontani e pensieri distratti. Piove su di me, e tu non ci sei. Piove ancora su quella musica lontana, fra i miei passi silenziosi.

Giuseppe.

Forse un giorno ti ritroverò per dirti che mi manchi, avrei sorrisi da regalarti quando nasce il sole e parole che non t'ho mai detto. Respiravamo libertà, pensieri e favole, ora niente sogni da dividere con te.

Non so se cercarti o lasciarti fra le righe di una melodia per farmi male ancor di più. Il tempo non guarisce in fretta ed alimenta rimpianti che non riesci più ad evitare. Anche oggi non ci sei tra i pensieri distratti del mattino vorrei dirti che mi manchi.

Giuseppe.

Ferisci pure, cos'è quel fulmine che balena dai tuoi occhi rabbiosi, di amara e fredda rivalsa? Stupido orgoglio che insinui strisciante nell'incompreso ed amaro stupore dei miei. Acide parole come lame d'acciaio lungo un corpo inerme che non comprende e spento si offre al tuo supplizio. Gesti scattanti come frustate e odio come lava incandescente, chiassosi come un fiume in piena che arenate contro la mia innocente e silenziosa indifferenza. Ma tu non ti accorgi mai del male che mi procuri.

Giuseppe. 

 Le lacrime più amare sono quelle che non ho mai pianto. Me le porto dentro e bruciano più del fuoco.

Sono i dispiaceri che divido con me stesso nella mia solitudine.

Queste lacrime accompagnano le ferite del mio cuore che non sono mai guarite.

GIUSEPPE.

Un giorno stanco muore nei miei occhi. Svaniscono lente le figure frastagliate di cime innevate, dalle quali mi arriva un fremito improvviso di vento caldo che, passando, lascia un lieve odore che sà di vita lontana. Ombre rosse dietro la collina di peschi. Un uomo lancia sguardi lontani e pensierosi. Polvere di stelle all'orizzonte, l'oscurità lo avvolge. E' la vita che scorre su di noi...

GIUSEPPE.

Le labbra che si accostano, contrasto tra ardente voglia e lenta delicatezza. Il silenzioso avvicinarsi, attesa eterna di occhi chiusi e cuore in fiamme. Labbra ormai vicine, sfiorano la pelle col loro respiro che anima brividi e batticuori. Il dolce calore diffuso delle labbra ormai congiunte ed il rapido propagarsi di sangue ribollente come mare in tempesta nel quale volentieri naufraghiamo.

Giuseppe.

Io e la luna, stanotte due anime inquiete che sembrano gridare insieme il loro disagio. Immerso nella tua coltre velata e quel dolce e soffuso bagliore che m'avvolge fascinosa e misteriosa mi parli senza voce. Mi guardi come solo un'amante tentatrice sa fare, nel suo gioco di sguardi penetranti e accattivanti. Luna metti a nudo i miei tormenti, scopri senza pietà la mia solitudine. Luna che come ansiosa moglie di notte in piedi resta ad attendere appassionata il bacio del suo mattino nascente. Luna ed io persi insieme in questa notte senza pietà che insieme restiamo in attesa di qualcosa che non arriva, la nostra inquietudine ci rende anime gemelle ed insieme restiamo a scambiarci sguardi e nei nostri pensieri ci parliamo. Ciao luna.

Giuseppe.

Mamma, presenza silenziosa nella mia vita burrascosa, il sole nelle tempeste delle mie delusioni. Senza chiedere leggi nei miei occhi ciò che sento.

All'improvviso una mano che si tende quando l'irreparabile nasce dietro l'angolo. Sempre pronta la soluzione più adatta, il consiglio più giusto.

Mamma sacrificio di una vita intera, quanto amore nei tuoi gesti, nei tuoi sguardi. Quanta sofferenza nei tuoi occhi nel vivere le nostre preoccupazioni.

Cosa ruberei alla vita per vedere la felicità impressa per un attimo sul tuo viso stanco.

Mamma, amore infinito.

GIUSEPPE.

Il sole è alto ormai, le nostre vite lente riprendono ad assaporare il freddo contatto con la realtà, lasciamo a casa i nostri sogni che poi è la vera vita che vogliamo vivere.
Indossiamo la solita maschera ed andiamo incontro al mondo, finita la giornata come bimbi che ritornano ai propri giocattoli, noi riapriamo la nostra magica scatola dei sogni e sorridenti ci rituffiamo nel nostro vero mondo dove tutto è così magico, lì dove stiamo davvero bene.

Giuseppe.

La nostra vita scorre lenta tra i rumori della gente indifferente e pensieri distratti che passano senza lasciare traccia, e soffi di vento ci riportano alla realta' in un susseguirsi di emozioni represse dalla freddezza di un mondo spento. Forse quello di cui abbiamo bisogno è di un po' d'affetto.

GIUSEPPE.