Creato da Angie1970 il 15/09/2006

Bet Midrash

Cultura ebraica

 

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Gli ebrei nell'impero romano

Post n°55 pubblicato il 19 Novembre 2008 da Angie1970

GLI EBREI NELL'IMPERO ROMANO, SAGGI VARI A CURA DI ARIEL LEWIN, 2001 EDIZIONI GIUNTINA, EURO 25, 79

Questo volume costituisce un contributo importante per la comprensione dei rapporti fra ebrei e romani nell'epoca imperiale.

Sono riuniti insieme nel medesimo libro saggi scritti dai più eminenti studiosi del settore capaci di guidarlo verso l'approfondimento delle tematiche che maggiormente suscitano interesse come, le motivazioni delle rivolte ebraiche, il processo di Gesù la posizione giuridica degli ebrei all'interno del mondo romano, la conversione all'ebraismo da parte dei pagani, la presenza degli ebrei a Roma o nel mondo arabo, l'intolleranza verso gli ebrei da parte dei romani o viceversa l'approdo verso una pacifica coesistenza.

I saggi sono stati scritti da alcuni tra gli studiosi più rappresentativi a livello internazionale: M. Pucci Ben Zeev, H.M. Cotton, G. Firpo, D. Gilula, D.F. Graf, E.S. Gruen, W. Liebeschuetz, F. Millar, D. Olster, J. Price, A.M. Rabello, I. Shatzman, P. Trebilco, L. Troiani, P. Varon, C. Vismara.

RECENSIONE di Giulio Busi - Il Sole24ore:

Era da poco passata l'ora prima della notte. Con un cenno Augusto ordinò che cominciassero a ungergli il corpo. Per tutto il giorno non aveva toccato cibo e ora si concesse solo . Un digiuno fastidioso, soprattutto per un imperatore, ma pure portato a termine con successo. Augusto scrisse infatti a Tiberio, con un tono tra l'ironico e il sollevato: .
Questa giornata ascetica di Augusto - tramandata da Svetonio - sarebbe rimasta nella storia del giudaismo d'età romana. Che un imperatore potesse descrivere la propria esperienza quotidiana ricorrendo a un paragone tratto dalle consuetudini religiose degli ebrei è una testimonianza eloquente dell'importanza dell'ebraismo nell'antica Roma e della sua forte presenza nell'immaginario del tempo. Insediati sporadicamente nell'Urbe alla fine del II secolo a.C., gli ebrei ne divennero una componente significativa già al tempo di Cesare. In cambio dell'appoggio ricevuto durante le guerre civili, Cesare li favorì dal punto di vista legislativo, promulgando decreti che furono poi confermati e ampliati da Augusto. All'inizio dell'età imperiale, gli ebrei romani occupavano un'ampia zona della città al di là del Tevere ed erano soprattutto attivi nei traffici commerciali con l'area mediterranea.
La letteratura romana tratteggiò per lo più gli ebrei secondo stereotipi ricorrenti, confinandoli quasi sempre nel registro espressivo della satira. Del giudaismo colpiva soprattutto la fedeltà a costumi religiosi apparentemente eccentrici o la circoncisione, oppure il divieto di cibarsi della carne di maiale. Per i poeti romani, l'ebreo era spesso un mendicante importuno, un indovino che vendeva pronostici a poco prezzo, uno straniero dedito a riti superstiziosi.
Ma la realtà storica non fu così semplice. In un volume a più mani, Ariel Lewin, assieme a una quindicina di studiosi di varie università internazionali, racconta il mondo variegato dell'ebraismo della Roma antica e dei domini romani d'oriente. Nei primi secoli dell'era volgare, gli ebrei erano presenti in gran parte dei territori dell'Impero e sapevano adattarsi alle più disparate condizioni sociali ed economiche. Se in Palestina erano intenti a difendere una loro autonomia politica, nella diaspora mediterranea partecipavano per esempio alla vita della polis ellenistica o si arruolavano addirittura nei ranghi del l'esercito romano. Soprattutto nelle terre di lingua greca, il giudaismo mostrò per secoli una straordinaria forza di attrazione, che lo rese probabilmente la religione più prestigiosa della tarda antichità. Molti intellettuali pagani ed esponenti delle classi elevate si avvicinarono infatti all'ebraismo con un misto di curiosità e ammirazione, venendo talora accolti tra i proseliti o andando a costituire gruppi di simpatizzanti, che del giudaismo adottavano alcuni principi di fondo, pur senza compiere una conversione definitiva. Questi pagani-ebrei svolsero un ruolo essenziale di mediazione tra i valori della classicità e quelli propri dell'ebraismo, che venivano così inglobati nella koinè greco-romana. Di questa stagione di poliedrico sincretismo rimangono ampie testimonianze, soprattutto di carattere archeologico: iscrizioni lapidarie, decorazioni musive, amuleti e scongiuri magici, nei quali l'elemento giudaico, spesso dominante, è accostato a spunti pagani o ad antichi influssi di origine mesopotamica ed egiziana. Proprio questa attitudine polimorfa, che è l'eredità forse più inaspettata dell'ebraismo di età romana, permise all'antica religione di Israele di innestarsi nell'inquietudine dell'Occidente.


Da http://www.giuntina.it/home.asp

Commenti al Post:
esseesse84
esseesse84 il 23/02/09 alle 23:29 via WEB
gentile amministratore, sono interessato all'argomento perchè appassionato di storia antica e affascinato dalla storia di Israele.Da ignorante ti pongo una domanda:secondo te perchè gli Ebrei riuscirono a godere di vari privilegi all'interno della società romana.Il mio parere è che molti di loro dovevano occupare delle posizioni di prestigio nella società o comunque che possedessero un potere economico tale da guadagnarsi il consenso dei vari governanti.Ti faccio questa domanda perchè sono ,ribadisco,ignorante in materia e sarei interessato a documentarmi..non so quanto pertinente sia la mia domanda..magari se non tu,conosci chi potrebbe rispondermi.ti lascio la mia mail:salis.simone@alice.it nel caso volessi rispondermi anche per dirmi che non ne hai idea e che sono stato inopportuno.ti ringrazio comunque per il prezioso riferimento bibliografico segnalato nel tuo blog.saluti.simone.
 
 
Angie1970
Angie1970 il 24/02/09 alle 00:19 via WEB
Credo che il volume sopra citato possa venirti in aiuto, almeno lo potrebbero quanto meno alcuni capitoli. E' più comodo cmq sentirsi per e-mail. A presto!
 
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MATERIA GIUDAICA, Rivista dell’AISG, L'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo,a periodicità semestrale. 

http://www.humnet.unipi.it/medievistica/aisg/AISG_05Materia/AISG_Materia.html

 

STORIA DEGLI EBREI D'ITALIA

Storia degli Ebrei d'Italia 

Una presenza che dura da 2000 anni in 15 avvincenti capitoli

dal sito Morashà

 

Sorgente di vita è la rubrica televisiva di vita e di cultura ebraica che viene realizzata in collabrazione tra la RAI e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.va in onda a settimane alterne su RAI DUE la domenica sera alle O1,20 circa e viene replicato due volte: la sera successiva alla stessa ora e otto giorni dopo, il lunedì mattina, alle 9,30 circa. Nel corso degli anni SORGENTE DI VITA ha realizzato centinaia di programmi in Italia e all'estero sui più diversi temi. Tra gli altri, la vita e la storia delle comunità in Italia e i loro problemi, aspetti della tradizione ebraica anche legati a temi di attualità, ricorrenze del calendario ebraico, reportage sulle comunità all'estero, inchieste su Israele, antisemitismo, razzismo, neonazismo, tutela dei beni culturali ebraici, dialogo interreligioso.

 

E' l'unica rivista che, accanto a temi generali di cultura ebraica, si occupa degli aspetti storici e culturali che interessano l'ebraismo italiano.La Rassegna ha pubblicato, in particolare, raccolte di articoli sulla cultura sefardita, su quella ashkenazita, sulla letteratura israeliana, sulla poesia ebraica italiana, sul mondo yiddish, sul Risorgimento e minoranze religiose, testimonianze sulla Shoah, e una numerosa documentazione sulla storia dei vari gruppi ebraici in Italia.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

http://www.ucei.it/areeAttivita/rassegnamensiledisrael/RassegnaMensileIsrael.asp

 

MUSICA KLEZMER

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E’ in Renania che quasi mille anni fa nasce il canto popolare yiddish da una tradizione musicale vecchia di 2500 anni.

E’ però intorno al XV secolo che gli Ebrei dell’Europa orientale cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze religiose o sociali. La musica dei klezmer, musicisti ebrei professionisti o semi professionisti, è la musica strumentale tradizionale degli ebrei dell’Europa Orientale di parlata yiddish e le sue origini si perdono nel medioevo.

La parola yiddish klezmer significa letteralmente "musicante" e deriva dall’ebraico antico kli, "strumento" e zemer, "canzone".

I klezmorim (musicanti klezmer) non hanno una formazione musicale qualificata: non esistono infatti conservatori o scuole di musica, ma i musicanti imparano a suonare gli uni dagli altri.La loro passione li porta a comporre anche arrangiamenti scritti che essi provano e riprovano sino a raggiungere esecuzioni perfette. I membri di questi piccoli gruppi sono dotati di particolare talento e di fertile immaginazione; la musica è per loro contemporaneamente divertimento e virtuosismo. Non godono però di grande considerazione nella società. Considerati quasi dei fannulloni, vengono infatti invitati a suonare in occasioni di feste e di banchetti e non mancano mai ai matrimoni, addirittura impensabili senza di loro, ma il compenso pecuniario è minimo e in genere ricevono solo da mangiare. Per questa ragione, quasi tutti sono costretti a cercare delle occupazioni parallele per poter sbarcare il lunario. Molti di loro sono barbieri, calzolai o sarti e si esercitano quando non hanno clienti o ricevono i clienti quando non si esercitano.

I klezmorim sono ingaggiati nelle ricorrenze tipiche del culto ebraico la Simcha Torà (inizio e fine del ciclo annuale con lettura della Torà), la benedizione di una nuova Torà, la prima notte di Channukka (festa delle luci) e il Purim, festa che celebra la storia di Ester. Le orchestrine dei klezmorim suonano anche negli ostelli, nelle case da ballo, nei cortili e, quando si sviluppa il teatro yiddish alla fine del XIX secolo, i klezmorim trovano un ulteriore campo di attività.

Per chi non avesse avuto modo di ascoltare questo genere musicale segnalo questo link:

http://www.badeken-di-kallah.de/mp3/05mp3.mp3

 

RICETTE KASHER

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Alla base di ogni pietanza cucinata seguendo lo stile della tradizione ebraica, c'è il rispetto in primo luogo della Kashèrut ovvero l'insieme delle regole alimentari ebraiche, che indica generalmente "l'essere adatto".
Quando un determinato prodotto è chiamato Kashèr - valido, adatto, buono - vuol dire che corrisponde a precisi requisiti di idoneità alle prescrizioni bibliche. Se un cibo è Kashèr significa che può essere consumato poichè è stato preparato nel rispetto delle norme alimentari ebraiche.

ALCUNE RICETTE TRATTE  DAL SITO MORASHA'

 

GIORGIO PERLASCA

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Giorgio Perlasca è mandato come incaricato d'affari con lo status di diplomatico nei paesi dell'Est, a Budapest per comprare carne per l'Esercito italiano.

Quando i tedeschi prendono il potere  i nazisti ungheresi, iniziano le persecuzioni sistematiche, le violenze e le  deportazioni verso i cittadini di religione ebraica. Giorgio Perlasca grazie a un documento che aveva ricevuto al momento del congedo in Spagna trova rifugio presso l'Ambasciata spagnola, in pochi minuti diventa cittadino spagnolo inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) sta già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.

A fine novembre Sanz Briz deve lasciare Budapest, e dal dicembre 1944 al gennaio 1945, per 45 giorni Perlasca come diplomatico regge pressoché da solo l'Ambasciata 
spagnola, organizzando l'incredibile "impostura" che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica.

In totale riesce a portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

Dopo l'entrata in Budapest dell'Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, e dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia  rientra finalmente in Italia. Da eroe solitario diventa un "uomo qualunque": conduce una vita normalissima e chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà

Grazie ad alcune donne ebree ungheresi, ragazzine all'epoca delle persecuzioni, che attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate, la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio. Giorgio Perlasca è morto nel 1992. Sepolto nel cimitero di Maserà (Padova) ha voluto essere sepolto con al fianco delle date un'unica frase: "Giusto tra le Nazioni", in ebraico. 

IL 09 GIUGNO 1988 YAD VASHEM HA RICONOSCIUTO GIORGIO PERLASCA GIUSTO TRA LE NAZIONI .

http://www.lager.it/giorgio_perlasca.html

 
 
 

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