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RITORNI SENZA ANDATE

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Come si fa?

Post n°131 pubblicato il 12 Febbraio 2015 da bibe.mt

E' sempre più difficile il confronto con gli altri.

Viviamo in un epoca di "selfie", di auto-profili, di condivisione dell'ego. dove non si ascolta l'altro, dove non si guarda l'altro: gli si parla solamente. Ad alta voce.

Gli si parla meccanicamente, magari ripetendo concetti già detti, temprati negli anni e non bisognosi di alcun arricchimento.

Ed è difficile, in un confronto, partire da concetti condivisi, da punti di partenza comuni. La debolezza è diventata forza, e paventare l'ipotesi di un proprio sbaglio di comportamento fa adattare la realtà circostante a proprio uso, distorcendola, come fosse un paio di scarpe di cui trovare il numero.

Discorso, confronto, espressione di concetti diversi...

Tutto inutile se non si riparte da zero, con un metodo quasi socratico, dove la realtà deve essere riconsiderata e riconosciuta con gli occhi e i sensi di entrambi. Bruciare i propri diversi punti di vista per farne sorgere uno comune e da lì porre le basi per la costruzione del confronto.    

Per evitare questa "sindrome della Fenice", in questi anni mi sono sforzato di adattare il mio comportamento ad una realtà oggettiva, quasi asettica, cercando quella correttezza, quella eticità non discutibili perché mai legate alla convenienza personale.

E spesso mi chiedo se questo sforzo porti ai risultati attesi, dato che molti non hanno il dono del ricordo. Non serve essere corretti per anni, per decenni. Non esiste l'onestà intellettuale svincolata dal proprio tornaconto.

Se non hai abbastanza caramelle per tutti, nessuno ne ha diritto, neanche tu. Questo è il mio punto di vista.

E lo stronzo, invece, che per anni ha distribuito caramelle a chi gli pareva (generalmente per ottenere qualcosa), viene perdonato, compreso, accolto, anche da chi era stato escluso.

Forse perché spera di essere il prossimo a ricevere quella cazzo di caramella...

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Commenti al Post:
SANDRA1977
SANDRA1977 il 15/02/15 alle 22:38 via WEB
Non si può cambiare la propria natura, e adattarsi alla realtà oggettiva equivale ad arrendersi e rinunciare al confronto, rinunciare (ma anche arrendersi) a se stessi. Il tutto nel nome della "cosa giusta", che puntualmente NON è mai ciò che vorremmo veramente, NON coincide mai con i nostri reali desideri, ma solo con ciò che alla fine ci fa sentire in pace per aver compiuto il nostro "dovere". E cioè: permettere a chi urla il suo punto di vista di imporlo come realtà oggettiva, a cui doversi passivamente adattare.
 
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anna il 25/02/15 alle 01:04 via WEB
Bruciare i propri diversi punti di vista per farne sorgere uno comune e da lì porre le basi per la costruzione del confronto ... io direi: esatto. Che si fa ascolto e dialogo, dai quali scaturiscono valori umani e poco importa se mancano le caramelle
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
sammy il 27/02/15 alle 12:36 via WEB
La prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver letto questo blog è: quanto amore. Quanto amore verso ogni essere umano si cela dietro il cercare di essere corretti ed etici al di là di ogni convenienza personale, dietro al rinunciare ad una caramella che si potrebbe facilmente avere, solo perché non ce ne sono per tutti. E quanta delusione per tanta parte di questo amore sprecata.
 
sabif72
sabif72 il 10/03/15 alle 15:33 via WEB
Talvolta considero l'epoca in cui viviamo lontana da quelli che sono i miei valori della vita. Nonostante questo, posso fare una cosa : vivere qui, in questa società con la mia testa, col mio modo di essere, con il mio pensiero. Troppo spesso al giorno d'oggi la realtà viene usata e distorta a proprio piacimento e per i propri interessi. Anche i rapporti con gli altri sono difficili e, per quel che mi riguarda, non sono disposta a parlare con qualcuno che non mi ascolta e fare a gara con lui a chi alza di più la voce. Ho deciso di parlare di cose che ritengo importanti solo con coloro con cui posso parlare col cuore. Con tutti gli altri magari parlerò ugualmente ma fino ad un certo punto; non sono disposta ad annullarmi, ad annullare i miei modi di vedere le cose solo perché oggi va più di moda appoggiare la causa di chi fa della propria debolezza una forza, e non sono neppure disposta ad usare i soliti luoghi comuni pur di intrattenere un dialogo con chiunque. Mi piace portare le scarpe del mio numero. Oggi come oggi è difficile il "vero" confronto; il partire da concetti condivisi lo limito alle persone che ormai so da tempo come ragionano oppure a coloro che mi hanno dimostrato che la loro visione della vita è più simile alla mia. ( con loro vale la pena di " mostrare chi sei ", non credo che con tutti si possa fare un dialogo costruttivo in cui lo scambio di idee porta all'arricchimento dell'altro).Voglio poter guardare negli occhi le persone con cui parlo, voglio ascoltare le idee diverse dalle mie perché penso che solo gli stolti credono di avere sempre la ragione dalla propria parte, però non penso sia giusto annullarsi , annullare il proprio credo pur di avere un dialogo con chiunque o subire le opinioni altrui perché c'è chi sa imporre la propria alzando la voce. Penso sia giusto smussare i punti di vista troppo estremi se questi sono fonte di attriti, ma non penso sia giusto annullare le proprie ragioni pur di costruire qualcosa di nuovo al fine di trovare dei punti in comune con qualsivoglia interlocutore .Penso che sia giusto rendersi conto che ci sono soggetti con cui può non esserci affinità , con cui non esiste nulla in comune, con cui si decide di non voler condividere nulla poiché troppo diversi da noi (ritengo sia umano che succeda). Il rapporto che dovesse nascere come forzatura dal non essere sé stessi, penso che alla fine si tradurrebbe in un rapporto di " Finzione " forse dovuto a delle convenienze personali" e paragonabile al rapporto tra chi distribuisce caramelle a chiunque per avere qualcosa in cambio e colui che, pur essendo stato escluso dal riceverle la prima volta , oggi è disposto a perdonare qualsiasi cosa pur di rientrare tra coloro che saranno tra i prescelti in un futuro.L'onestà e la correttezza spesso non vengono riconosciute ma se ci fanno stare bene penso che questo, oggi come oggi ,deve essere più importante del riscontro che, ahimè, può venir meno in una società dove il tornaconto oscura la vista e gela il cuore. L'importante è riuscire a guardarci allo specchio e vedere il nostro io più profondo non la nostra immagine riflessa.Purtroppo sembra che oggi chiunque deva essere accettato da chiunque e che qualsiasi cosa si riceva deva essere ripagata. Il brutto è che per far si che ciò avvenga, spesso si ricorre a qualsiasi mezzo : ci si appropria di pensieri altrui, di identità altrui, di amicizie altrui, di caramelle altrui....MA COSA RIMANE DI VERO? Credo che tutto faccia parte di un grande progetto molto più profondo di ciò che a prima vista appare : l'UNIFORMARCI AI PEGGIORI MODELLI ( che tristezza!).
 
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