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Vita (2)

Post n°138 pubblicato il 14 Settembre 2015 da bibe.mt

La percezione della vita non è stabile.

Il tempo in cui si formulano dei Giudizi relativi alla propria esistenza varia, muta.

Non può essere che così: i Bilanci intimi vengono redatti istante per istante, non alla fine  dell'anno solare, come nelle imprese commerciali.

Profitti... Perdite... Attivo... Passivo...

Valori non eguali tra loro compensano o ridimensionano gli altri.

Prendere o perdere un motoscafo o un bus di linea aiuta a superare la Paura.

A non pensare.

Si può vivere grazie agli altri.

Si deve vivere anche per gli altri.

Anche se l'entità che vive non sempre è completa.

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Commenti al Post:
SANDRA1977
SANDRA1977 il 14/09/15 alle 13:16 via WEB
Credo che a chiunque, prima o poi, capiti di porsi delle domande sul senso della propria vita, sul motivo della propria esistenza. Il punto è che non c'è un motivo vero e proprio, o per lo meno, se esiste, è patrimonio cognitivo di qualche entità superiore e non ci è dato saperlo. Veniamo al mondo. Nessuno ci insegna cosa fare, come vivere, come affrontare tutto ciò che ci capita (specie i momenti difficili); viviamo in contatto con altre persone, che a loro volta vengono al mondo e vivono in contatto con noi e con altri. Nessuno è veramente "completo": se leggessimo la mente della persona apparentemente più felice e fortunata di questa Terra, scopriremmo che in realtà non è del tutto soddisfatta, anche se agli occhi di chi è meno felice e fortunato non avrebbe nulla di più da chiedere dalla vita. Esistiamo...e anche se non sappiamo esattamente quale sia lo scopo, c'è qualcuno che ha bisogno di noi, della nostra presenza, della nostra amicizia, del nostro amore...e questo ci deve bastare per continuare senza farci troppe domande.
 
 
bibe.mt
bibe.mt il 15/09/15 alle 11:14 via WEB
La fatica più grande che contraddistingue il mio scrivere i post di questo blog, è lo "spersonalizzare". Per creare una pagina bianca con a capo uno spunto. Per non indirizzare troppo la conversazione. Per leggere pensieri come i tuoi. Come i vostri. Come i nostri. Grazie
 
ldo67
ldo67 il 15/09/15 alle 15:26 via WEB
L'anelito alla completezza è quello che ci spinge ad andare avanti nella vita. Se ci sentissimo appagati resteremmo sempre fermi e uguali a noi stessi. E anche se non volessimo cambiare, ci pensa la vita con i suoi eventi e incontri a modificarci, levigarci, trasformarci, come l'acqua con i sassi del fiume. E spesso lo fa senza quasi che ce ne accorgiamo. Così, quando ci guardiamo indietro, proviamo stupore, quasi tenerezza, per quell'Io che non è più, o distacco verso quelle idee di cui ci professavamo convinti. E' incoerenza questa? Non so dare una risposta. Il tempo muta le prospettive, relativizza tutto. Adesso che lo so, faccio fatica a dividere il mondo in bianco e nero. Sono stata pedina e anche padrona e probabilmente lo sarò ancora. E poi, a un tratto, c'è la spesa da fare, la telefonata urgente di lavoro, una scarpa che mi fa male. E, banalmente, ritorno nel mio microcosmo.
 
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Marieo il 16/09/15 alle 12:47 via WEB
Bilanci? Nella mia vita ho molto più ricevuto che dato, fatto che renderebbe il mio bilancio esageratamente attivo. Mi concentrerei più sul "fatto" e "da fare" per evitare di trovarsi in situazioni paradossali come la mia: per portare in parità il bilancio dovrei cominciare a dedicarmi esclusivamente agli altri, sperando di vivere molto a lungo... Il post fa trasparire una percezione eroica ed emozionale(*) della vita che, certamente, è fatta di emozioni, stati d'animo e sentimenti. La paura è un'emozione importante ma, in quanto emozione, è qualcosa di astratto/irreale e spesso irrazionale (a differenza del pericolo che può essere reale). L'unica arma che abbiamo contro la paura è la razionalità. Mai ho incontrato entità viventi "complete", meno che mai persone "complete". Ho accettato la mia fallacia e caducità, di essere entità incompleta che interagisce con altre entità incomplete; ho accettato di essere umano. Spero non sia una colpa. (*)Non ho usato "emotiva" perchè alcuni (non io) danno un'accezione diversa ai due aggettivi
 
ldo67
ldo67 il 26/09/15 alle 00:12 via WEB
Si può vivere anche per gli altri...Sento risuonare questa frase molto forte dentro di me. Ci sono stati dei periodi nella mia vita in cui ho vissuto solo per gli altri, per continuare l'abitudine di far parte della loro vita. Perché dentro di me non esistevo più. Non era una sofferenza fisica la mia, ma un dolore dell'anima, così forte che alla fine non sentivo niente. Vivevo per gli altri, appunto, e facevo finta di vivere per me stessa. Attraversare quella porta è stato partorire un'altra me. Rinascere. E quando succede è impossibile poi rimanere indifferenti al dolore degli altri, passato e presente. Glielo leggi negli occhi, nel corpo, nei gesti. Lo senti fisicamente, ti entra nei pori, nei sei partecipe e per quanto possibile lo condividi. Non puoi farne a meno. E gioisci profondamente quando quella sofferenza viene superata. E poi gioisci per il solo fatto di esserci, per l'amore che si manifesta in mille modi nella tua vita, e che c'era anche prima, solo non ci facevi troppo caso. Sembra impossibile, ma arrivi a ringraziarlo quel pozzo nero in cui eri caduto.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Aldo il 01/10/15 alle 12:37 via WEB
Non saprei dare alcuna indicazione né a te né agli altri: i miei problemi si fermano al riuscire a sbarcare il lunario in una famiglia monoreddito di 4 persone. Il tempo per le introspezioni e per le rinascite è preso dalla ricerca del supermarket coi prezzi più bassi, dell'abbigliamento meno caro, dall'attenzione ai consumi... ...anche questa è vita...
 
 
bibe.mt
bibe.mt il 02/10/15 alle 07:51 via WEB
...Prendere o perdere un motoscafo o un bus di linea... ...riuscire a sbarcare il lunario in una famiglia monoreddito di 4 persone. Il tempo per le introspezioni e per le rinascite è preso dalla ricerca del supermarket coi prezzi più bassi, dell'abbigliamento meno caro, dall'attenzione ai consumi... ...aiuta a superare la Paura. A non pensare. Si può vivere grazie agli altri. Si deve vivere anche per gli altri... ...anche questa è vita... ...Anche se l'entità che vive non sempre è completa.
 
 
bibe.mt
bibe.mt il 02/10/15 alle 11:25 via WEB
Spesso le parole non bastano a dire le stesse cose...
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Marieo il 02/10/15 alle 12:09 via WEB
Concordo con te che la psicanalisi è cosa da benestanti, il punto qui è diverso: la crisi (economica) c'è e si sovrappone ai problemi esistenziali di ciascuno di noi. La riflessione riguarda la domanda: "Ci arrendiamo o continuiamo a lottare?". Se hai qualche minuto leggi i post precedenti di questo blog e capirai che chi lo tiene non è fa accademia ma tira qualche sasso nei pensieri stagnanti delle nostre menti. Buona fortuna!
 
 
SANDRA1977
SANDRA1977 il 02/10/15 alle 16:14 via WEB
Siamo "anima" (mente/cuore/spirito) e "corpo" (carne/automatismo/materialità). Il corpo non è più importante, ma si impone quasi sempre con le sue necessità immediate, costringendoci per forza di cose a tralasciare quell'altra parte di noi che ha meno esigenze(anzi forse una sola), meno urgenti, però non meno importanti. Così, ogni tanto, quando può e prima di essere messa nuovamente da parte, si fa sentire e reclama un po' di attenzioni…credo sia proprio quello che facciamo qui: dare un po’ di attenzioni anche a quella parte di noi che di solito siamo costretti a trascurare.
 
ldo67
ldo67 il 02/10/15 alle 20:32 via WEB
E' dolore dover affrontare una malattia cronica anche se hai un tetto sulla testa e un buon reddito. E' dolore dover subire un intervento chirurgico importante con tutte le sue incognite. Anche perdere un genitore quando sei poco più che una bambina è dolore, e te lo porti dentro sempre. Lo è dover fare i conti con uno stipendio solo e non poter accontentare, magari, i desideri dei figli. Ma lo è anche non trovare un senso nel vivere, pur con il portafogli pieno. Si dice che ce ne sia per tutti, ed è vero, e per qualcuno ce n'è anche molto di più. Penso che di fronte alle preoccupazioni e alla sofferenza abbiamo diverse scelte. Arrendersi o lottare come dice Marieo. Ma anche chiudersi in se stessi o aprirsi. Non so se la psicoanalisi sia roba da ricchi. Credo però che guardarsi dentro, da soli o con l'aiuto di qualcuno, aiuti a guardare meglio fuori e a capire che è negli altri che si trova la risposta.
 
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