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RITORNI SENZA ANDATE

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Ci sono giorni...

Post n°141 pubblicato il 20 Ottobre 2015 da bibe.mt

Ci sono giorni che vengono prima, giorni in cui i vestiti sono tolti velocemente, e lasciati alla rinfusa, sul letto, su una poltrona, perché tante cose ci attendono...

Perché c'è molto da fare.

Ci sono giorni che vengono dopo, giorni in cui i vestiti sono tolti con cura, e sistemati sugli attaccapanni, o piegati nei cassetti, perché poche cose sono arrivate...

Perché c'e molto da vivere.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Marieo il 20/10/15 alle 15:44 via WEB
Seguendo la metafora proposta e adattandola al disordine cronico della mia vita potrei dirti che sembrerebbe fosse scoppiata una bomba nel mio guardaroba, ma scarpe e mutande sono sempre riposte con cura certosina. Il fatto è che ho sempre fatto fatica a distinguere tra i giorni in cui c'era più da fare e quelli in cui c'era più da vivere (anche a posteriori) ma alcune cose (persone) le tratto comunque con molta cura
 
ldo67
ldo67 il 20/10/15 alle 23:51 via WEB
Ho letto il tuo post e ho sorriso. Perché oggi è stata una di quelle giornate in cui ho deciso che volevo vivere. Ho spento il pc dopo giorni di "dover fare" frenetico, ho camminato lentamente per la città, assaporando la mattinata piena di luce. Ho guardato le persone, incrociato i loro sguardi, fantasticato sulle loro vite. Ho passato il pomeriggio a cucinare, solo per il piacere di farlo. Niente di che, lo so. Ma per me anche questo è vivere. Uno spazio dilatato, dove i vuoti non fanno paura, ma sono il necessario preludio a nuove idee. E permettono di fare ordine nei pensieri (qualche volta anche negli armadi).
 
SANDRA1977
SANDRA1977 il 22/10/15 alle 14:23 via WEB
I miei giorni sono fatti di montagne di vestiti accumulati su poltrona, letto e qualunque altro piano d'appoggio. Quando mi accorgo di non avere più vestiti da mettere e di non riuscire più a muovermi, sono costretta a fermarmi, guardarmi intorno, riordinare (prima di ricominciare da capo).
 
sabif72
sabif72 il 04/11/15 alle 22:34 via WEB
Giorni,ore, minuti....che ansia! Corrono senza freno. Troppe cose da fare ! Il tempo non mi basta mai. Casa, lavoro, figli....impegni personali....e tic tac tic tac....l'orologio in cucina scandisce le ore . Eppure un tempo, quando ero bambina, mi sembrava che un giorno durasse molto di più. Impegni diversi, aspettative diverse, pretese diverse, non solo agli occhi di una bimba ma anche il tempo degli adulti sembrava avesse una durata differente! Mia mamma non lavorava, era a casa con noi e forse anche questo fa la differenza ! Ora nemmeno un'influenza ci fa rallentare. E allora dobbiamo frenare, devo rendermene conto. Non dobbiamo rendercene conto solo quando la nostra salute fa cilecca e ci obbliga a rallentare : in quel momento quanto tempo per pensare, per ricordare, per riflettere ( un minuto ha una durata di un'ora e pesa, eccome ! ) Non voglio nemmeno diventare anziana e trovarmi a guardare l'orologio perché le ore non passano mai. Giusta è la via di mezzo. Quella che ciascuno di noi , coscientemente deve porsi come obbiettivo. Alla fine tutto si ricollega in un 'unica parola : reali necessità o superfluo creatoci da una società sempre più avida di cose materiali?
 
daphne_65
daphne_65 il 14/05/16 alle 16:19 via WEB
Da quando la mia vita, ha subito un arresto tanto improvviso quanto imprevisto, non sono più stata capace di "rallentarmi". Ho riempito i miei giorni di tutto. Casa, famiglia, lavoro, amicizie, parrocchia, hobbies...addirittura al volontariato avevo pensato. Ci sono per tutti, per me un po' meno. Ma non ce la faccio proprio e ho dato un nome a questo mio bisogno: PAURA! Una paura fottuta che ciò che ho intorno mi venga improvvisamente a mancare, che venga di nuovo un momento in cui devo fermarmi e che mi restino ancora tante cose da fare o da dire. Perché, invece, non sono stata capace di dare al mio bisogno il nome "voglia di vivere"? In fondo forse è la stessa cosa, dipende da dove la guardo.
 
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