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RITORNI SENZA ANDATE

i fantasmi dell'arte

 

 

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Classificazioni

Post n°144 pubblicato il 06 Novembre 2015 da bibe.mt

Davanti all'unicità della Meraviglia, molti cercano disperatamente una sua classificazione consueta, per timore di non avere una scatola adatta a contenerla nel piccolo ripostiglio della propria intimità.

Davanti allo Stupore, è consolante applicare l'esperienza propria, o cercare quella "di quelli che sanno".

Quelli del "Barocco logistico nel Salento sabbioso", del "Manierismo cromatico intrecciato", del "Romantico neogermanico flambè nell'area settentrionale della Sassonia", del "Gotico infiorettato nei culmini ogivali delle polifore palatine", quelli dell'"Interpretazione poliforme della sferica onirica nella sua scansione rettile ed erettile".

Solo per trovare nel proprio interiore o in quello dei loro devoti apostoli solchi consueti e tranquillizzanti, per dare un numero, un'esperienza, un già umanamente vissuto all'inspiegabile.

 

A tutto ciò che non appartiene loro.

 

Per dare una classificazione e una terapia anche ai mali e ai bisogni dell'anima.

 

"Che dipinto! Che parole! Che fenomenologia! A che stile sono assimilabil... Da che Scuola proven... E' lei l'autore?

Suppostina?"

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Commenti al Post:
SANDRA1977
SANDRA1977 il 06/11/15 alle 12:26 via WEB
Siamo schiavi di CODICI, non solo di comportamento, ma anche di pensiero: la convivenza con gli altri rende non libero non solo il nostro agire ma anche il nostro pensare (anche se magari siamo convinti del contrario), perché manovrato, manipolato, condizionato da un pensiero convenzionale, quasi universale; involontariamente, lasciamo che questo entri dentro di noi, gli permettiamo di sporcare e rendere “impure” le nostre idee, cosicché ci troviamo a guardare tutto a occhi semi-chiusi, come se sapessimo già cosa abbiamo di fronte pur vedendolo per la prima volta. Non è tanto il nostro vissuto a condizionarci (ci vorrebbero come minimo 10 vite per accumulare l’esperienza necessaria a conoscere già a priori tutto ciò che ci può capitare o passare davanti agli occhi), ma piuttosto tutto ciò che ci viene imposto come etichetta...quasi fosse un “Galateo dei Pensieri”.
 
marieo80
marieo80 il 06/11/15 alle 12:33 via WEB
La tassonomia è necessaria per l'"Ordine". E' la base dell'approccio scientifico. Capisco la tua meraviglia (che è la stessa mia) nel volerla utilizzare anche in ciò che non è catalogabile nè sistematico. Volendo essere pignoli, quando si cataloga o si categorizza - in soldoni: si parla di insiemi - bisogna tener presente che va preso per valido l'assioma della scelta (e se non lo fosse?...) Quando poi si passa ai dettagli insignificanti l'ironia diventa assolutamente necessaria per evitare la volgarità. Sempre in riferimento al dipinto: "Che bel verde! Ha usato più giallo o più blu?" "Uni Posca"
 
ldo67
ldo67 il 07/11/15 alle 18:39 via WEB
Poter classificare è rassicurante. Difende dalla paura dell'ignoto, che in fondo è quella della morte. Ma solo chi ha il coraggio di sfidarla può creare meraviglie, qualcosa di ineffabile perché mai scritto, dipinto, pensato. Ci sarà sempre qualcuno, a posteriori, pronto a catalogarlo e, spesso, ad attribuire intenzioni inesistenti all'autore. Ma a chi non ha questa esigenza non resta che stupirsi in silenzio, commuoversi. Qualcuno dice che la Bellezza ci salverà. Non so se sarà così. Credo però che prendere ogni giorno una "pastiglia" di Bellezza (e ognuno saprà individuare quella più adatta a sé) accarezzi l'anima e lenisca i suoi dolori.
 
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