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Messaggio n° 205 15-06-2005  
 

Post N° 205

PARTITO UNICO/NUOVO:
LE DESTRE PER L'ITALIA

Concluso il referendum, si riaprono le discussioni sugli assetti politici che ci porteranno alle elezioni del 2006.
I commentatori politici hanno osservato come il bipolarismo che ha caratterizzato gli ultimi 11 anni di vita politica, è destinato ad evolversi: in un sostanziale bipartitismo o a subire una involuzione con il ritorno al proporzionale.
Chi scrive auspica la prima ipotesi e in tal senso porterebbe la realizzazione di quel Partito Unico/Nuovo del Centro Destra, quella Casa dei Moderati e dei Riformisti che ha in Silvio Berlusconi il suo promotore.
Per la verità, di un partito unico del Centro Destra se ne parlava sin dal 1994, con Marcello Veneziani che lo chiamava alternativamente Alleanza Italia o Forza Nazionale, e con l’ipotesi di un gruppo parlamentare unico dell’allora maggioranza, poi naufragata per il cedimento di Bossi alle sirene della sinistra e del ribaltone.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e oggi Bossi, o, meglio, la Lega, è l’alleato più affidabile del Cavaliere e si è fatta interprete di alcune importanti istanze abbandonate da Fini e dalla sua Alleanza Nazionale: la lotta all’immigrazione clandestina, i valori nazionali – pur se in chiave federale – contrapposti alla burocrazia di Bruxelles e dell’euro, il binomio “legge e ordine” ben interpretato dal Ministro leghista della Giustizia Roberto Castelli.
Paradossalmente è proprio la Lega che continua a rifiutare l’adesione al Partito Unico/Nuovo, facendo prevalere la sia voglia di identità, alla pari di quella parte di Alleanza Nazionale che si ritrova nelle posizioni della Destra Sociale e potrebbe rappresentare tutta quell’area che si colloca in una posizione particolarmente sensibile alle tematiche sociali e che è al momento frazionata in vari movimenti alla destra di AN.
Personalmente sono un sostenitore del valore aggiunto della pluralità delle Destre: Destra Sociale, Destra Federale, Destra Cattolica, Destra Nazionale, Destra Liberale (avendo cura di precisare che si scrive “destra” in un’ottica bipartitica quel che, nel panorama politico italiano, potrebbe essere definito “Centro Destra” o “Area Moderata e Riformista”), ognuna delle quali porta e mantiene la propria identità che, in una azione sinergica, ognuna svolge una funzione in uno propositiva e di riequilibrio sulle altre, la cui risultante è un’attività di governo svolta nell’interesse generale, per l’intera comunità nazionale, senza privilegiarne solo una parte.
Ciononostante è comunque auspicabile un’aggregazione che veda solo una parte di queste Destre confluire in un unico soggetto politico, mantenendo, magari per le istanze maggiormente identitarie, una separata organizzazione che, però, orbiti comunque, nell’ambito di un progetto di più ampio respiro e prospettive, attorno al nucleo maggiore.
Il progetto del Partito Unico/Nuovo ha una sua specifica valenza in chiave maggioritaria, ma la politica è l’arte del possibile e spesso le grandi riforme richiedono pazienza, tempo e una serie di piccoli passi di avvicinamento.
In questo senso si può interpretare l’ampia gamma di alternative che Berlusconi ha illustrato, ognuna delle quali può essere considerata una tappa, più o meno lunga, di avvicinamento al risultato finale e, tra queste, anche l’ipotesi, transitoria e di marketing, di un unico partito con una pluralità di simboli.
E in tale prospettiva è molto importante che il dibattito sia aperto, con iniziative specifiche come quella della
Rete delle Libertà e come le discussioni aperte nei blog di Tocqueville tra i quali citiamo Freedomland e RegimeChange.
Un dibattito che sconta inevitabilmente diffidenze e schemi consolidati, voglia di realizzare in fretta e prudenza eccessiva, ma che segna un percorso irreversibile verso quella confluenza delle Destre, di tutte le Destre, in un unico soggetto, per rilanciare, sotto ogni aspetto, l’Italianità in un mondo globalizzato dal quale non si può tornare indietro e che è ormai una realtà con la quale confrontarci quotidianamente nella cultura, nel lavoro e nella politica.

M.F.

(il Castello - blog)


COMMENTI: 2   Inviato da monsoreau @ 14:17
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