MindfulnessMindfulness, Mitopoiesi, Territori della Consapevolezza, Notizie dall'Inconscio ...http://blog.libero.it/Blaze/2014-04-23T00:52:49+02:00Libero Blog*2014-04-23T00:52:48+02:002014-04-23T00:52:48+02:00http://blog.libero.it/Blaze/12742551.htmlBlaze_ZenE fui tempesta .. e fui vento ..<p>E fui tempesta .. e fui vento ..</p>502012-03-21T22:59:26+02:002012-03-21T22:59:26+02:00http://blog.libero.it/Blaze/11170452.htmlBlaze_Zen5050492012-03-21T22:59:10+02:002012-03-21T22:59:10+02:00http://blog.libero.it/Blaze/11170451.htmlBlaze_Zen4949Assoluto2011-07-02T19:52:10+02:002011-07-02T19:52:10+02:00http://blog.libero.it/Blaze/10388402.htmlBlaze_Zen "La comprensione non si trova entro i confini del tempo. La comprensione è adesso...<p style="text-align: center;"> </p><p style="text-align: center;"><img src="http://digilander.libero.it/Blaze_Zen/Image/Buddha.Green.1.jpg" alt="" width="207" height="248" /></p><p style="text-align: center;"> </p><p style="text-align: center;"><span style="color: #464646;"><span style="font-family: verdana,geneva;"><span class="ske03">"La comprensione non si trova entro i confini del tempo. <br /><em>La comprensione è <span style="color: #0099ff;"><strong>adesso o mai più</strong></span></em>." <br /><br />Jiddu Krishnamurti<br /><br /><em><br />"Il mio luogo è l'<span style="color: #0099ff;"><strong>Assoluto</strong></span></em>"<br /><br />Nisargadatta Maharaj</span></span></span></p>Gli Stati Emotivi2009-07-17T17:29:43+02:002009-07-17T17:29:43+02:00http://blog.libero.it/Blaze/7397254.htmlBlaze_Zen Gli stati emotivi sorgono e si placano in noi proprio come onde .. lunghe, brevi, profonde, su...<p> </p><p style="text-align: center;"><img src="http://digilander.libero.it/Blaze_Zen/Image/BigWave.jpg" alt="" width="369" height="276" /></p><p style="text-align: left;"><span style="color: #000000;"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;"><span class="ske03">Gli <strong><span style="color: #1e90ff;">stati emotivi</span></strong> sorgono e si placano in noi proprio come onde .. lunghe, brevi, profonde, superficiali .. <br />A volte sono moti che nascono dalle profondità abissali e salgono <strong><span style="color: #1e90ff;">prepotenti e anomali</span></strong>. <br />Non sono gli altri a scatenarli in noi, <em>ma noi stessi a produrli con la nostra ottusa visione degli accadimenti</em>. <br />Noi stessi siamo il Nettuno delle nostre profondità. <br />Ma laddove sorge l'attaccamento ad uno stato emotivo .. <strong><span style="color: #1e90ff;">esso è come una nostalgia di noi</span></strong>, di ciò che credevamo di essere ed ora scorgiamo come transitorio. <br />Ed è questa una delle potenti ancore che ci congelano nell'immutabilità della forma, attraverso una scelta rinunciataria. </span></span></span></p><p style="text-align: left;"> </p><p style="text-align: center;"><span style="color: #000000;"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;"><span class="ske03">Blaze</span></span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #000000;"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;"><span class="ske03"><br /></span></span></span></p>Una Fatica Consapevole2009-07-14T18:04:35+02:002009-07-14T18:04:35+02:00http://blog.libero.it/Blaze/7382954.htmlBlaze_Zen“Basterebbe che ci dicessero che abbiamo una grave malattia per comprendere che ciò che...<p style="text-align: center;"><img src="http://digilander.libero.it/Blaze_Zen/Image/SisyphusAncientGreekVase.jpg" alt="" width="280" height="288" /></p><p><span class="ske03"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;"><span style="color: #000000;">“Basterebbe che ci dicessero che abbiamo una grave malattia per comprendere che ciò che abbiamo e ciò che siamo ora, adesso, nella sua apparente incompletezza, è già tutto, e che basta. Il benessere è già in noi, è già possibile, la situazione attuale è il terreno migliore per “percepirci”, per sentirci consistere. Ma nella vita ordinaria noi questo non lo vediamo. Ciò che differenzia chi sta bene e chi non sa di star bene - e dunque ne soffre e sta male - è lo sguardo sulla realtà e su noi stessi. Un certo sguardo che non ci hanno insegnato a scuola né altrove. Uno sguardo che avevamo già in noi, da bambini, e che la cultura occidentale ci ha fatto atrofizzare. È uno sguardo che sta lì, con la nostra realtà attuale, istante per istante; la contempla, incantato e rispettoso, e <strong><span style="color: #1e90ff;">la lascia accadere</span></strong>, come un bambino che guarda una farfalla. Per fortuna questo sguardo c’è ancora. Va solo riscoperto. Perciò non serve lavorare sulle singole parti della realtà, mettendole a posto una a una sperando che un giorno il mosaico sia perfetto per star bene. Accade ciò che deve accadere, ma osservarlo in modo puro, <em><span style="color: #000000;">senza intervenire continuamente con giudizi e sforzi di orientarlo dove pensiamo che debba andare</span></em>, fa accadere ciò che deve accaderci davvero. La <strong><span style="color: #1e90ff;">contemplazione cedevole della realtà</span></strong>, istante per istante, è l’intervento più profondo, risolutivo e benefico che possiamo fare per agire concretamente su di essa a nostro beneficio. </span><br /><strong><span style="color: #1e90ff;">Ciò non nega la fatica del vivere, perché ogni età ha i suoi draghi da affrontare e da vincere, fino alla morte, ma è una fatica diversa: consapevole, utile, vitale e creativa</span></strong><span style="color: #000000;">. Umana.”. <br /><br />Raffaele Morelli </span></span></span></p>La Lettura Sonora2009-07-09T15:25:18+02:002009-07-09T15:25:18+02:00http://blog.libero.it/Blaze/7358694.htmlBlaze_Zen“Tra i Greci, la lettura ad alta voce costituiva la forma originaria della lettura. L’er...<p style="text-align: center;"><img src="http://digilander.libero.it/Blaze_Zen/Image/Bard1.jpg" alt="" width="312" height="275" /></p><p><span style="color: #000000;"><span style="font-family: Tahoma, Arial, sans-serif;"><span class="ske03">“Tra i Greci, la lettura ad alta voce costituiva la forma originaria della lettura. L’eroe greco sognava, morendo, di conoscere il <em>kleo</em>s, la “<em>gloria</em>” - ma <em>kleos</em> significava anche “<em>suono</em>”; e dunque egli desiderava che le sue gesta venissero declamate, recitate davanti ad un pubblico immenso, e così diventassero gloriose. Allora il testo non era, come per noi, una pura sequenza di segni: ne faceva parte la <span style="color: #1e90ff;"><strong>lettura sonora</strong></span>; <em>esso era composto da un ordito scritto e da una trama vocale</em>. Solo <em>la voce completava lo scritto, dandogli l’atmosfera e l’eco musicale di cui aveva bisogno</em>. Leggere veniva spesso indicato come <em>cantare</em>, e canora era la voce che interpretava. Chi leggeva, in Grecia e a Roma, stava in piedi: la voce era accompagnata da gesti e movimenti della testa, del torace e delle braccia; e questa lettura espressiva influenzava a sua volta la stesura del testo, che doveva <em>obbedire alle intonazioni, cadenze e ritmi della tradizione orale</em>. Il libro veniva ascoltato; e scritto per venire ascoltato. <br />Dopo secoli di lettura silenziosa, l’abitudine alla lettura ad alta voce ci riesce quasi incomprensibile. Siamo abituati a credere che il culmine del leggere stia nella nostra facoltà di capire, interpretare e identificarci col test; e come era possibile capirlo, se una voce straniera parlava dal di fuori, con gesti e inflessioni che non erano i nostri? Come era possibile interrogare il libro, fermarlo, percorrerlo all’indietro, meditarlo in un attimo fuori dal tempo? Anche i Greci ebbero dei dubbi sulla pratica della lettura sonora, come racconta Jesper Svembro. Ma è probabile che, in buona parte, i nostri dubbi siano fuori luogo. L’abitudine della lettura ad alta voce si fondava sulla <strong><span style="color: #1e90ff;">costruzione della memoria</span></strong>, e <em>sulla capacità della memoria di avere presente tutto il testo</em>, che noi abbiamo perduta. Platone, o Cicerone, comprendevano il libro come noi, anche se lo ascoltavano dalla voce di uno schiavo.” <br /><br /><br />Pietro Citati, <em>Sulla Lettura</em></span></span></span></p>La Maturità2009-07-08T14:15:44+02:002009-07-08T14:15:44+02:00http://blog.libero.it/Blaze/7353383.htmlBlaze_Zen“Crediamo di conoscere la giovinezza e la vecchiaia: ma la maturità – la lunga e ...<p style="text-align: center;"><img src="http://digilander.libero.it/Blaze_Zen/Image/VersoItaca1.jpg" alt="" width="389" height="203" /></p><p><span style="color: #000000;"><span class="ske03"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;">“Crediamo di conoscere la giovinezza e la vecchiaia: ma la maturità – la lunga e fugacissima età di mezzo, alla quale dovremmo affidare la parte migliore di noi – continua a rimanerci incomprensibile. Tutti i grandi poemi e romanzi raccontano come un uomo attraversi le soglie che introducono nell’età matura: talvolta senza sforzo e senza pensieri, <span style="color: #000000;"><em>talvolta dopo incertezze e terribili prove</em></span>. Nessun libro ci rivela, forse, l’atmosfera, lo spessore, il clima che regnano in quel tempo. <br />La lingua quotidiana assicura che la maturità è un culmine. <span style="color: #000000;"><em>Qualcosa di gracile si colma e diventa perfetto</em></span>: resta per qualche anno in questa condizione, prima di decadere lentamente; come se la maturità fosse una fase fra due movimenti, un arresto tra una crescita e una decadenza. <br />Giunge quando e come vuole, nelle età più diverse, nei modi più inaspettati, accompagnata dalla felicità o dalla sventura. Tamino e Pamina diventano maturi nella giovinezza, <span style="color: #000000;"><em>dopo aver attraversato l’ardore delle fiamme e lo strepitio delle acque</em></span>; Don Chisciotte un istante prima di morire, quando abbandona le illusioni che lo hanno fatto vivere; <strong><span style="color: #1e90ff;">Ulisse quando torna a casa, dopo essere rimasto nove anni rinchiuso in un’isola e aver domato il suo istinto di fuga</span></strong>; Marcel appena comincia a scrivere il grande libro che forma attorno a lui un’isola chiusa del più invalicabile degli oceani; Wilhelm Meister e Lucine de Rubempré non varcheranno mai la soglia… <em>In ognuno di questi casi, la maturità è insieme una conquista e una rinuncia. La perdita di un’incertezza, di un’illusione, di uno slancio, di un vagabondaggio, di un dubbio</em>: <strong><span style="color: #1e90ff;">mentre lo sguardo apprende a vedere, l’intelligenza a cogliere il nucleo delle cose, il cuore a sopportare le cose tollerabili e quelle intollerabili</span></strong>.” <br /><br />Pietro Citati, <em>La Maturità</em></span></span></span></p><p><span style="color: #000000;"><span class="ske03"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;"><br /></span></span></span></p>Soltanto ciò ..2009-07-06T18:56:19+02:002009-07-06T18:56:19+02:00http://blog.libero.it/Blaze/7344701.htmlBlaze_Zen "I sogni non mi hanno mai mostrato che cosa dovessi pensare di una persona, ma soltanto ci&ogr...<p style="text-align: center;"><img src="http://digilander.libero.it/Blaze_Zen/Image/Dream1.jpg" alt="" width="297" height="382" /></p><p> </p><p><span class="ske03"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;">"I sogni non mi hanno mai mostrato che cosa dovessi pensare di una persona, ma <strong><span style="color: #1e90ff;">soltanto ciò che io pensavo effettivamente di lei</span></strong>… "<br /><br /><em>J.E.Erdmann, Phychologische Briefe</em></span></span></p><p><span class="ske03"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;"><em><br /></em></span></span></p>L'Angelo della Conversazione2009-07-03T20:06:42+02:002009-07-03T20:06:42+02:00http://blog.libero.it/Blaze/7331724.htmlBlaze_Zen Quando scriviamo, la gioia di esprimerci sembra più pura: cogliamo un pensiero, afferri...<p> </p><p style="text-align: center;"><img src="http://digilander.libero.it/Blaze_Zen/Image/AccessoProfondo.jpg" alt="" width="427" height="164" /></p><p><span class="ske03"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;">Quando scriviamo, la gioia di esprimerci sembra più pura: cogliamo un pensiero, afferriamo un’immagine, e cerchiamo di fermarli per sempre – netti, definitivi. Sappiamo bene che la gioia maggiore non è nella precisione: ma <strong><span style="color: #1e90ff;">nella voce lontana che parla in noi</span></strong>, nel remoto vento che ci trascina, giungendo da chissà dove, <strong><span style="color: #1e90ff;">e ci obbliga a dire cose che non sapevamo</span></strong>. Quando parliamo questa voce è meno forte, <em>ma non è spenta</em>. A volte discorriamo per ore, posatamente, <em>all’esterno di noi</em>, comunicando notizie e informazioni. Ma se siamo con amici, o anche con persone estranee che vogliamo divertire e affascinare, allora quale vento si leva dentro di noi. La voce lontana si risveglia, e all’improvviso diciamo cose che ignoravamo, gorghi di immagini felici vengono alla luce, accecanti intrichi sintattici ci attraversano, <strong><span style="color: #1e90ff;">scopriamo pensieri che non avevamo mai pensato</span></strong>, e che dimenticheremo cinque minuti dopo. Qualcuno ha detto che la conversazione è soltanto un esercizio superficiale. Non è vero: perché nei momenti di vera ebbrezza dialogica, <strong><span style="color: #1e90ff;">le parole escono dalle profondità</span></strong>, prorompono dalle tenebre, esattamente come nella letteratura. Allora, diceva Barbey d’Aurevilly, “<em>l’Angelo della conversazione ci prende per i capelli come un profeta</em>”. <br /><br /><br />Pietro Citati, <em>L’Arte della Conversazione</em></span></span></p><p><span class="ske03"><span style="font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif;"><em><br /></em></span></span></p>