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Un romanzo fast

Post n°14 pubblicato il 14 Marzo 2014 da almacel

Et voilà l'ennesima delusione è servita, stavo considerando fra me e me mentre uscivo, sotto la pioggia, dall'ultimo appuntamento vano con un editore.
E m'incamminai verso la stazione.
Inutile descrivere quei miei momenti ed una città.
Che resterebbero i miei momenti ed una città simile a tutte le altre.
Il bomber "cinese" intanto cominciava ad inzupparsi e non dovevo mostrare proprio un buon effetto al vedermi.
Un signore molto distinto e dalla faccia affabile allora, credo mosso da tenerezza, affiancandosi mi prese sotto l'ombrello.
E prima che potessi esprimere la mia sorpresa parlò.
«Abito di fronte alla casa editrice e di scene del genere ne vedo tante dalla finestra.
Lo dia a me il suo libro.
Se vuole lo guardo io e poi le so dire.
Che in qualche maniera ho le mani in pasta e non si sa mai».
Pronto qua gli ho risposto.
Correlato di curriculum, sinossi, e mail e numero telefonico e...
ed ero arrivato in stazione.
Ad eventualmente risentirci quindi e grazie del conforto.
Dieci giorni dopo m'arriva posta sulla casella gi punto.
Sopra c'era scritto.
«Fantastico, complimenti, eccezionale!
Non ci crederà ma l'ho già venduto per tre milioni tondi di euro in contanti il suo scritto.
Che un tipo famoso in crisi di creatività lo vuole per pubblicarlo a suo nome e non intende lasciare tracce che dimostrino il contrario.
Se dice glieli ritiro e porto quando firmerà il contratto.
C'è un solo problema.
I soldi ovviamente così stando le cose non possono essere depositati in conto corrente.
Che tra l'altro non converrebbe nemmeno a lei per via delle tasse.
Bensì se riesce a procurarsi la disponibilità d'una cassetta di sicurezza e possibilmente nella sua banca di fiducia arrivo lì ed in presenza del direttore, che ho bisogno d'un testimone attendibile, in segreto firmeremo un contratto privato.
E dopo lui ci condurrà alla cassetta al che metteremo dentro i soldi e via.
Il libro sarà incontestabilmente di chi l'ha acquistato e... e lei non pretenderà mai più nulla al suo riguardo e non avrà niente da ridire se qualcuno lo pubblicherà a suo nome».
Ci provo ho inoltrato subito.
Ci provo.
Ed in effetti il direttore conoscendomi come cliente devoto e dalla fedina penale immacolata non ebbe obiezioni gravi.
Soprattutto quando gli soffiai la cifra in questione e che sarebbe stata spesa e gestita attraverso la sua banca.
«Vieni martedì tra le due e le due e mezza che saremo solamente io, te, lui e Franco l'impiegato.
E nessuno ci disturberà se prometti che ti ricordi di me».
«Alla grande!» mi rispose il signore.
«Non mancherò».
E non mancò ovviamente.
Presentazioni.
Stretta di mano.
Veloce controllatina al contante, «che non si sa mai» disse il direttore e via contratto firmato verso il caveau.
Io, il signore distinto ed il direttore.
Codice digitato prima porta che s'apre.
Codice digitato seconda porta che s'apre.
Codice digitato ultima porta che s'apre ed oooops facendo il passo per entrare il signore, chissà come, inciampò e cadde rovinosamente a terra.
S'è fatto male?
Chiedemmo immediatamente.
«Be' sono ancora tutto intero però la caviglia mi da un fastidio tremendo».
«Chiama Franco che porti una sedia» m'intimò il direttore.
E Franco arrivò svelto ed il signore, con una specie di bastone elettricamente molto narcotizzante e pressandocelo sul corpo, in un baleno ci stese tutti e tre cogliendoci evidentemente impreparati.
Ed in seguito, non lasciando nessuna impronta e prendendo i nastri delle telecamere, credo fece quel che volle, aiutandosi con attrezzi probabilmente prima nascosti e schermati in doppi fondi della valigetta, pensò la polizia.
Ed alla fine se n'andò, una volta aperte tutte le cassette, in massima tranquillità e con circa quarantasette milioni fra contanti, titoli facilmente permutabili e gioielli e... e solamente per parlare del danno successivamente dichiarato alle varie assicurazioni.
Che solo Dio sa cos'altro s'intascò.
Solo Dio.
Non vi dico i disguidi che ho avuto.
«Eri d'accordo.
Dimmi il nome del tuo complice e dove lo possiamo trovare.
Eri d'accordo!» mi sarà stato altrettante milioni di volte urlato in faccia.
No no!
A negare mi sono distrutto.
Io ho unicamente venduto il libro.
E non ditemi la storia del contante a voi avrebbe fatto rinunciare.
Che non ci crederò mai.
Che guaio passai insomma.
Che guaio.
Alla fine fui liberato per mancanza di riscontri che dimostrassero chiaramente la certezza di tutti.
Ed ora sono trascorsi cinque anni e... e da povero, squattrinato, scrittore rifiutato mi vedete qui in un posto esotico e bellissimo.
Dentro una villa extra large.
E senza manco l'ombra d'un problema finanziario per il resto della mia vita.
Per la mia famiglia.
E probabilmente pure per qualche di lei discendente.
E mi chiederete.
Di per cui i sospetti erano fondati?
Ed io vi risponderò che... che sì è vero.
Ho uno scheletro da romanzo nell'armadio.
Non posso nasconderlo oramai.
Se non altro perché l'avete appena letto.

 
 
 
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