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Le scie chimiche

Post n°9 pubblicato il 25 Agosto 2006 da duri_e_puri
Foto di duri_e_puri


Le normali scie di condensazione non sono un fenomeno nuovo: hanno iniziato a manifestarsi negli anni ‘40, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli aerei cominciarono a volare a quote elevate. Secondo le definizioni tratte da pubblicazioni di enti come l’EPA o l’FAA, una scia di condensazione consiste fondamentalmente di vapore acqueo, immesso nell’atmosfera dagli scarichi caldi di un motore in quantità sufficiente a saturare, una volta a contatto con l’aria fredda d’alta quota, e condensarsi momentaneamente in cristalli di ghiaccio o goccioline d’acqua. Di norma queste scie si formano soltanto dagli 8.000 metri in su, con temperature dai 40°C in giù e umidità relative non inferiori al 70%, e si dissipano mediamente in una cinquantina di secondi, o al massimo qualche minuto. Le cosiddette scie chimiche, al contrario, sono spesse e persistenti, al punto di poter arrivare ad attraversare l’intera volta del cielo e produrre una vera e propria copertura nuvolosa artificiale. Spesso vengono prodotte a quote inferiori ai canonici 8.000 metri da numerosi aerei non meglio identificati, in genere bianchi, i quali volano seguendo rotte non attinenti alle normali aerovie e con schemi geometrici che creano in cielo griglie, incroci e altre bizzarre figure che in seguito, mescolate dai venti in quota, nel giro di qualche ora trasformano un cielo azzurro in una massa lattiginosa. La formazione di questa nuvolosità è assolutamente innaturale: affinché possano formarsi dei corpi nuvolosi nell’atmosfera, è necessaria un’adeguata percentuale di umidità relativa nonché la presenza dei cosiddetti nuclei di condensazione, ovvero delle particelle attorno alle quali possa aggregarsi l’acqua sotto forma di goccioline. È un fatto ormai assodato che nella maggioranza dei casi queste scie diffondono del sottilissimo particolato nell’atmosfera, in particolare sali di bario (le cui caratteristiche igroscopiche tendono a fargli attirare l’umidità presente nell’aria) e solfato di alluminio. In USA è stata riscontrata la presenza anche di calcio, magnesio, titanio e altri composti. by Nitro

 
 
 

Citando Cheating

Post n°8 pubblicato il 21 Agosto 2006 da duri_e_puri


Volevo inizialmente fare un post in cui inventarmi un salottino in cui offrire agli ospiti the con un goccio di latte e biscotti alla cannella, spinto dalla curiosità di vedere come si rapportassero tra loro, e chi potesse poi sopraggiungere. Ma sono un pessimo ospite, non ho mai preparato dei biscotti, e il the mi piace senza latte. De gustibus non disputandum est. E se diciam che la cacca fa schifo, però non è un dato oggettivo, comunque est modus in rebus, in medio stat virtus, De Sade e Vladimir Harkonnen non condivideranno, qualcun altro ha pensato invece che regole e leggi possano avere un senso per limitare alcuni comportamenti. D’altronde l’essenziale è invisibile agli occhi, non si può fare di tutta l’erba un fascio (raccomando quella del vicino, che è sempre più verde, il mio giardino è una selva oscura, peraltro abitato da una fastidiosissima lonza), in interiore homine habitat veritas, la risposta è dentro di te… ma è sbagliata, la morale è sempre quella, fai merenda con girella. La mia cultura (kultura? qultura? xultura?… nozionismo?) è abbastanza scarsetta e ha più buchi di… beh, diciamo di un colabrodo, sono una persona fine. Si aggiunga la mia scarsa memoria. E in questa community ho riscoperto il latino, che credevo di gran lunga le lezioni più inutili che avessi mai seguito. Seguito, insomma, si fa per dire, tra una lista di nani e una di santi, gli open d’Australia e il gioco del tris (noioso? Provate a farlo in 4 o 5 dimensioni!). In un forum, ad esempio ho letto una volta “ad pene canis”, poi corretto in “ad penem canis”, anche se non ricordo se sarebbe stato corretto invece “pene canis”. Se qualcuno volesse in generale correggermi, apprezzerò, purchè non sia troppo pedante. “Qualunque cosa inizia a girare, se sottoposta ad opportune sollecitazioni”, disse un clarissimo professore, parlando di turbine mal progettate.

A volte mi piace citare, semplicemente mi diverte. Pur nella mia ignoranza e pressappochismo, non ricordando magari la fonte. Ognuno si diverte come può. Ci sono poi casi in cui le citazioni possono tornare comode perché, con poche parole, si può evocare tutto un contesto più ampio e sviluppato. Può essere utile citare certe persone, per ricordare promesse non mantenute, verificarne sia la coerenza che l’intelligenza in alcuni casi nel cambiare idea. Altri casi in cui è irresistibile, tipo per me “ti farò una proposta che non potrai rifiutare”, dopo aver visto il padrino: per una settimana cercavo solo occasioni per ripeterlo! Altre volte ci sono cose che altri hanno espresso meglio di come crediamo di essere in grado di riuscire a fare, per esempio frasi d’amore. Rifuggo invece l’ipse dixit, ossia non assumo per oro puro quello che il famoso tizio ha tramandato ai posteri (che ovviamente dovranno dare l’ardua sentenza), anche se spesso può valer la pena di tenerlo quantomeno in considerazione, se ci ha speso sopra una vita.

Chi vuole commenti pure il post (l’ho riletto, speravo di far meglio, sorry, e alcuni argomenti meriterebbero uno sviluppo ben maggiore!!!) Ma invito i gentili visitatori (e anche quelli sgarbati, per questa volta) a… citare. Quello che volete. Quello che vi diverte, o vi ricorda qualcosa, o amate, da film, canzoni, libri, sentito per strada o dalla nonna o in treno o intercettato dagli ufo, o apparso in visione, se volete attribuendogli un contesto o una motivazione, o sfidando a indovinarne la provenienza, o a manifestare per la citazione il vostro (s)gradimento.

“Squack!”, Paolino Paperino. E ripetuto in ben più di un’occasione.
(sardaukhar)

 
 
 

Chiamatemi semplicemente... Baka-san!

Post n°7 pubblicato il 20 Agosto 2006 da duri_e_puri


A grande richiesta (sorvoliamo da parte di chi, suvvia! Non perdiamoci in questioni di lana caprina!) ritorna laaaaaa LISTAAA! Protagonisti stavolta i santi, che accompagnano quotidianamente il nostro peregrinare in questa valle di lagrime, ma anche no, o forse si… lista sin qui nutrizionalmente carente in fibra e fermenti lattici vivi (un po’… stitica), priva di regole (a me venivano in mente (“mente”… parola grossa!) questi ma non scordiamoci anche del dono delle lingue), ma non di principi morali… orsù, chi ne offre di più?

San pei – protettore dei pescatori
San itario – cui rivolgrsi nel momento… del bisogno
San dalo – aiutaci a camminare e ad essere aulenti
San gria – che apri le nostre menti all’infinito
San bernardo – salvaci tu, o almeno lasciaci la botticella
San zione – allontanati da noi fino a che giunga l’ora
San scrito – che aiuti gli incompresi
San dman – oscuro e terrificante
San gallo – del pizzo non ci privare
San gue – che irrori le nostre membra
San nita – protettore dei laziali
San dokan – giallo il sole la forza ti dà
San sa – che ogni spreco è peccato
San culotto – che insegnasti la futilità della biancheria intima
San sone – che ci proteggi dalla caduta… dei capelli
San yo – dispensatore di tesori d’oriente
San dwich – che continui a immolarti per noi
San tippe – protettrice delle suocere
San giovese – che ci avvicini al cielo
San toro – protettore dei conduttori televisivi
San s-souci – consolatore degli afflitti
San tàl – dacci le nostre vitamine quodiane
(sardaukhar)

 
 
 

Compendio al post n.2 – (varie et) eventuali(tà)

Post n°6 pubblicato il 17 Agosto 2006 da duri_e_puri


“D’estate, come tutti sanno, la città di Ho Chi Min è orribilmente afosa. Inutile dire che” questo presenta assai poca incentranza con questo post. E coi neologismi. Un amico ha rilevato nel post n. 2 di questo vostro umile blog un eccessivo cripticismo, particolarmente nei riferimenti gastronomici. Faccio seguire quanto segue.
Correva l’anno di grazia 199Y, l’azione svolgevasi nella città X, e recavomi con Mr. P. ad una festicciuola, avendo faticuato non puoco a convinciuerlo (a partecipuarvi). Durante il tragitto, nel tentativo di entusiasmarlo in vista del presunto lieto incontro con una supposta notevole varietà di pulchrae puellae nonché amichevoli, sic recitavo: “dai, dev’essere pieno di materia prima, tanta tanta carne fresca!”
La dura realtà, giunti all’agognata meta, palesossi con cruda e cinica mancanza di tatto: poche pulzelle e impegnate, e pieno così di maschioni. Sigh, sob! Sulla via del ritorno, Mr. P. così apostrofommi: “si si, altro che carne fresca, tanta carne di cavallo, altro che…”


Ma torniamo al presente. Può capitare invece al fortunato mortale di uscirsene tranquillamente con amici per un panino vegetariano. Può altresì accadere che giunga una cameriera recando una birra per il nostro eroe, gentile omaggio delle fanciulle del tavolo all’angolo. In tal caso sarebbe d’uopo quantomeno andare a ringraziare. E la sosta al tavolo delle gentili donzelle potrebbe pure protrarsi, tra un frizzo, un lazzo, magari un gesto istrionico. Cosa mancherebbe ancora per un’appropriata conclusione di sì piacevole serata? Beh, ovvio, che le simpatiche (e pure carine) ragazze offrano anche il giro di grappa alla mela.

“I particolari sono esatti al 94 per cento, mentre il 6 per cento è costituito da inevitabili estrapolazioni.”
(sardaukhar)

 
 
 

Le nozze di Qana

Post n°5 pubblicato il 11 Agosto 2006 da duri_e_puri


C’era una volta… un re, direte voi, miei piccoli lettori. E invece no, c’era una volta… un popolo, quello ebraico. Su cui le barzellette si sprecano. Personalmente le adoro, eccone alcune:
- sapete quanti ebrei ci stanno in una cinquecento? Cinquecento… e tutti nel portacenere.
- Hitler passa in rassegna i prigionieri, prima gli presentano un italiano, 1.70, 56 kg, e dice all’attendente “da domani razione doppia per questo, li voglio in forza i prigionieri validi!”, poi un francese, 1.80, 54 kg, “idem”, indi un russo, 1.87, 52 kg, “i russi sono stati degni avversari, per questo da domani tripla razione!” e giunge all’ebreo, 2.07, 38 kg, gli pizzica la pelle cascante su quella che un tempo era stata una guancia e dice “pacioccone”
- Hitler passa davanti ai bambini del campo, si informa da loro come si trovano, le loro età e così via, finchè arriva da un piccolo ebreo “e tu, pampino, quanti anni hai?” “otto domani, signore” “ti piacerebbe, eh?”
E così via. E poi ci sarebbe tutto il repertorio di Moni Ovadia, anche se di altro tenore. Io ho pregiudizi nei confronti degli ebrei. Oh, sia positivi che negativi. Ma per par condicio, anche riguardo a qualsiasi altro popolo (specialmente il nostro). Beh, quasi qualsiasi altro, mancandomi riferimenti ad esempio per gli abitanti della Jacuzia. Pregiudizi (più spesso postgiudizi) non verso la singola persona, comunque, sto generalizzando.

E credo che se sono perseguitati da… quanto, 3000, 4000 anni? un motivo o tutta una serie di cause ci siano, anche se non mi sono chiare. Si, perché se la sono presa con loro gli egiziani, gli assiri, i babilonesi, più o meno chiunque passasse da quelle parti. Anche un po’ i romani. E nel medioevo i “gentili”, pur trattando con loro (a quali compromessi non si scende per il vil denaro!) li consideravano alla stregua di lebbrosi, solo lievemente più contagiosi. Tranne, ogni tanto, magari stuprarsi una delle loro donne, al limite un prete da convincere ad assolverti con qualche soldino sonante lo si trova sempre. In quel periodo i figli di Abramo si trovavano decisamente meglio presso gli arabi, che dominavano buona parte delle coste del mare nostrum, una società aperta e fiorente, in cui convivevano pacificamente tante culture, inclusa quella schiavista. Anche se gli schiavi ancora non si chiamavano così, la parola deriva dal veneziano ‘sciavo, quando la serenissima repubblica andava a rifornirsi in Jugoslavia. Le cose per il nostro popolo eletto poi migliorano, non così tanto, tendono sempre a venire un po’ isolati (ma anche a isolarsi) in ghetti (indovinate da dove deriva la parola “ghetto”!), ma si diffondono ancora di più in tutta Europa. Alcuni si mescolano completamente con gli indigeni (anima e corpo), altri continuano a vivere in piccole comunità, un po’ isolati talvolta, in modo anche strano, tipo la comunità “spagnola” di Budapest, altre comunità invece rafforzano i reciproci legami. Arriviamo alla Grande Guerra, niente di chè, da rilevare che già era iniziato un esodo ebraico verso il nuovo mondo, in particolare gli Stati Uniti, che si intensificherà, soprattutto in Italia, Germania, Austria, Svizzera et cetera. L’ho citato perché, tra le altre cose, questo ha comportato anche una vera e propria fuga di cervelli, l’Italia a inizio ‘900 era leader mondiale praticamente in qualsiasi scienza e tecnologia, poi, anche per altre questioni, abbiamo cominciato a perdere qualche colpo. I tedeschi, persa la guerra, non erano proprio al settimo cielo. Storicamente credo che, per quanto sia difficile vincere una guerra (per non parlare della difficoltà del riuscire a non farla iniziare), ben più arduo sia vincerla da signori, cercare di far sì che vi siano meno perdenti possibile, e, soprattutto, che i vinti perdano poco. Ma si sa, sono i vincitori che decidono chi sono i buoni e chi i cattivi. Anche senza televisione. Comunque, poste le premesse per la seconda guerra mondiale, i tedeschi, un po’ giù di morale, ma anche di economia, hanno bisogno e cercano una guida che li aiuti a ricostruire la Germania. E per molti aspetti Adolfino e i suoi fanno pure un ottimo lavoro. Tra l’altro, siccome ci sono in giro gli ebrei, a volte un po’ isolati e con usanze diverse, spesso con i dindi, mentre la disoccupazione rappresenta un importante problema, poi svariate altre ragioni, non è una cattiva idea unire gli alemanni contro di loro. Non è così difficile, e rende bene. Qualche problema perché i figli di Isacco ricoprivano anche ruoli chiave in industria, economia, e ricerca, ma sono dettagli. Poi, tra propaganda, tensioni internazionali etc, la cosa finisce per degenerare, anche il simpatico baffetto con la riga finisce per dar di matto completamente, la povera Eva non fa in tempo a risistemare i tappeti che già lui è lì a mangiucchiarne gli orli. Il finale è noto, la morale… mah.
Non che i cari giudei se la passassero così meglio nella Russia comunista… Stalin (l’altro baffetto celebre) e i suoi amichetti non sono passati alla storia per tentato genocidio, ma non è che si siano limitati propriamente a qualche peccatuccio veniale… d’altronde la Siberia è grande, sai quanta gente ci si può mandare…

Finita la scaramuccia, quale destino assegnare ai nostri eroi, dopo averli liberati dai campi estivi e invernali? I loro capi ormai è un po’ che stanno facendo un pensierino a uno stato tutto loro… proposte? In centro Europa? No, meglio un clima più mite. Argentina? La proposta non sarebbe così malvagia, posticino tranquillo, isolato quel giusto… però… però… La terra calpestata dai profeti, quella in cui riposano le spoglie dei padri è la Palestina, lì si sono già stanziati diversi coloni, che hanno già trasformato aree di deserto in prati fioriti, è già stata comprata della terra… E via al nuovo esodo, stavolta senza dividere il mare, tra giuochi e tradimenti politici, gli attentati terroristici non mancano da nessuna parte, gli europei che a un certo punto decidono di filarsela… Poi l’Egitto, blitz di qua e di là, l’attacco palestinese, la Siria, la Giordania, i riconoscimenti di Israele come stato… Insomma, un intrigo internazionale decisamente ben strutturato, e giungendo a oggi, gli Ebrei che vengono bombardati qua e là, ogni tanto un’esplosione con, nel peggiore dei casi, qualche decina di morti al colpo, in discoteca o alla fermata dell’autobus o dove capita, che a casa loro del tutto sicuri non è che si sentano, considerata anche la profonda stima e amicizia che li lega alle nazioni vicine. E i palestinesi, che tanto furbi non è che si siano dimostrati nei loro attacchi contro Israele, che sono lì, un po’ incerti, pure un po’ discriminati, più poveri (anche se va detto che prima del ritorno dei figli di Giacobbe non è che la striscia tra il Giordano e il mare risplendesse a livello mondiale per la sua florida economia…), tra l’altro non voluti da nessuno, perché se, ad esempio la Siria permettesse a molti palestinesi di entrare, magari a riabbracciare i propri parenti, perderebbe qualsiasi pseudo presunto diritto a impadronirsi di terre la cui popolazione è in buona parte palestinese (Golan), di cui fino a qualche decina di anni fa non fregava niente a nessuno, essendo totalmente arida, ma dopo che gli ebrei l’hanno resa fertile (e senza bisogno di miracoli divini), il discorso un po’ è cambiato…


… La situazione attuale… bambini che muoiono.


Non mi interessava qui proporre una sintesi storica. Né parlare di ebrei, palestinesi, o del Libano, o di petrolio o di dittatori, di gnocca o del gurzo del borneo meridionale (e infatti non li cito). Volevo raccontare di tavole attorno a cui si riunisce la gente per parlare. Non di tavole alle quali possono mancare invitati importanti, come quella di Roma, con il suo “potere” di chiedere una tregua… Di quelle tavole rotonde che possono diventare talvolta i blog, qui in digiland. Ne ho scorsi un po’, talvolta con un senso di dejà-vu da scorsi e riscorsi vichiani… (ma non arrivai)…
Di questi luoghi mismoplasticamente virtuali in cui spesso ho letto discussioni sul conflitto israelo-palestinese, e su mille e deinde altera milia argomenti, con talvolta annessi, connessi e disconnessi… con gente che esprimeva il proprio pensiero, arricchiva il dialogo approfondendo, sviluppando argomentazioni, apportando ulteriori informazioni, talvolta di parte, altre in disparte, con rispetto o a dispetto dell’interlocutore… Ho letto di persone affermantesi penosamente rotte, con lo sfizio (provocatorio (?)) di nuclearizzare ciò che si trova tra il Giordano e il mare (cosa non si è disposti a fare per amor di pace!), dare del fascista a chi schieravasi per la parte ad egli invisa, nick parteggiare con la critica lucidità ed oggettivo equilibrio di calcistiche tifoserie per l’uno, e affanculo l’altro! Incazzarsi per la noia di sentire anche qui sempre le solite cose riproposte dai media perché trascurano i morti di serie b, tipo quelli di Bagdad, o quelli di serie c1 (colpito e affondato), o in promozione, come le vittime del colera in qualche oscuro staterello africano o le vittime di tante altre piccole guerre “secondarie” e diamine, decisamente “meno importanti”, in cui capita al più che bambini arruolati come soldati, dopo opportuno lavaggio del cervello, quando manca l’acqua magari non per la doccia ma da bere, siano mandati ad uccidere le loro stesse famiglie (beh, solo quelli che non vengono usati come “scopri-mine” e riescono nell’impresa, chiaramente!). Dimenticandosi che i media, in buona parte, propongono solo ciò che il gentile pubblico chiede. E se qualcuno dovesse sentirsi “urtato”, ad esempio, dalle barzellette che aprono questo post, beh, non sarebbe altro che un bigotto moralista ipocrita, perché invece di venir qui a spiegare che taluni potrebbero sentirsi offesi dalla mia mancanza di sensibilità, avrebbe dovuto trovarsi da qualche altra parte a distribuire vaccini. Lasciamo stare discorsi del tipo “volemmose bbene!”. Insomma, da scimmie quali eravamo, non abbiamo ancora perso del tutto il pelo, figurarsi il vizio. Ah, questo becero moralismo che propugnerebbe l’amore universale! Ma insomma, è così grave evitare qui dentro di inviare cioccolatini e rose senza troppe spine a chi mi sta sulle gonadi?

Mi sono stufato e la faccio breve. In troppi casi, in molti blog, ho assistito a deliberati tentativi di ferire persone, troppe volte parole pesanti cadere, o meglio, venire scagliate, gratuitamente o meno, in troppe discussioni è venuta meno l’intenzione di comprendere ciò che volesse dire l’interlocutore, la capacità di ascoltare, al di là del fatto di cambiare idea o rimanere sulle proprie posizioni, troppo spesso è mancato il dubbio che non si sia tutti uguali, per sensibilità e valori, che se la parola “stupido” a me scivola addosso, ad altri magari no, che uno stia semplicemente giocando, mentre per un altro il limite arriva molto prima, che è normale che si possa pensarla in modo diverso, e non bisogna per forza parlarne, e ognuno può stare nel suo, ignorando l’esistenza dell’altro. Che peccato però. Tante occasioni perse… per conoscere, sapere, capire… Capita che ci siano due tesi incompatibili, e per questo esistono i compromessi, anche… per vivere in pace. Mi sento patetico, e inadeguato… ma come cazzo si fa a parlare di guerra e di pace, di morale e di legge, se poi, qui dentro, seppure a parole ci si scanna così per questioni di così poco conto,seppure fa audiens! Credo che in proporzione, date le differenze e la situazione, ci sia più comprensione e rispetto e volontà di dialogo tra palestinesi ed ebrei… è un paragone, più che surreale, del cazzo, senz’altro, ma se per questioni così futili ci si aggredisce in tal modo, senza farsi tanti problemi, come ci si può meravigliare che altrove, con diversità di base ben più marcate e priorità ben più essenziali, possa essere così difficile “fare la pace”…

Quanto precede non è che una bozza, incompleta e da sistemare… poi ho assistito al simpatico dibattito mentre prendevano il tè tra “moralizzatori” e “liberisti”, e di questo post ho pensato:
“ma che ve lo dico a fare?!?”
(sardaukhar)

 
 
 
 
 

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