Creato da blue.chips il 18/10/2007

save children

nessuno sarà mai solo

 

 

Dancing for peace (they never stop dancing)

Post n°249 pubblicato il 17 Giugno 2010 da blue.chips

 

Era nato in un luogo dove l'ingiustizia, la prevaricazione, i fondamentali diritti dell'uomo, erano calpestati su ogni soffio di vita. Lui aveva un'unica sorella.
Era bellissima e con l'anima ancora piena di sogni e fiducia nell'avvenire, nonostante la povertà e l'ignomia che doveva subire la sua famiglia; perché in ogni epoca di questo vivere al mondo, sembra che nascere ebrei sia come un marchio di lutto e disgrazia per sé e per il mondo intero. Un giorno lei scomparve.
Aveva solo quattordici anni.
Di lei, si trovò solo una lettera in cui diceva di voler andare via; senza una spiegazione, senza un perché.  Solo dopo dieci anni si seppe la verità.
Un vecchio domestico di una famiglia di alti funzionari di corte, volle raccontare di quella ragazza, rapita dal suo padrone invaghitosi di lei, per poi darla in pasto ai suoi amici corrotti e diabolici.
Nelle loro segrete stanze, la giovane visse di abusi inenarrabili, senza vedere mai la luce, per sette lunghi anni. Strappata ai suoi sogni visse l'inferno degli umani.
Morì di emorragia da parto prematuro.
Fu data in pasto ai maiali, assieme alla creatura che, come lei, le era stato impedito il diritto alla vita.
Quegli individui furono spazzati via dalle conseguenze della rivoluzione di Ottobre.
La bocca dell'inferno li divorò con la stessa violenza di cui era stata la loro vita.
Quella ragazzina era la compianta giovane sorella di mio nonno. L'unica.

Raccontare di questi episodi di vita vera, aiuta a vedere le cose del mondo nella crudezza e degli avvenimenti d cui siamo, spesso, inconsapevoli protagonisti; ma nonostante quella certa "inconsapevolezza", siamo direttamente o indirettamente colpevoli delle cose che accadono e ci accadono. Nessuno escluso.

Non credevo di poter scrivere fatti intimi legati alla mia famiglia, al mio vissuto, e malgrado una sorta di pudore che, spesso, denega il desiderio di urlare l'infinito strazio di vicende che dilaniano il cuore ad infinitum.
Ho imparato a sopravvivere anch'io. Ho imparato dallo stesso mio nonno ad avere misericordia e pietà per noi stessi e gli altri, davanti a qualunque tragedia possa coglierci.
Ero un giovane quattordicenne quando un giorno mio nonno mi portò nella sua personale biblioteca.
Prese una bibbia, e con voce profonda, emozionata, disse: "oggi ti rivelo un segreto. Promettimi di chiuderlo nel tuo cuore: ti servirà per sempre ad essere nel mondo e non del mondo".
Gli chiesi solo se potevo sopportare un segreto così profondo e vitale.
E lui: "non temere, sarà amaro mentre lo apprendi, ma diventerà dolcissimo quando sarà rinchiuso nelle stanze del tuo cuore".

Fu così che iniziò a leggere, con una certa commozione: "Questa lotta non è contro sangue e carne, ma contro i principati e le podestà che abitano i cieli; non ti sgomenti la paura che incutono e non ti agitare. Sii sempre pronto a rendere conto della speranza che rimane in te a tutti coloro che ti chiedono spiegazioni; ma fallo con mansuetudine e rispetto, avendo la coscienza pulita; affinché quando parlano male, rimangano essi stessi svergognati dalla tua buona condotta, perché è meglio soffrire per aver fatto il bene, se tale è la volontà di Dio, che per aver fatto il male.
Ma sappi che quando lui sarà manifestato saremo simili a Lui, perché lo vedremo così com'egli è. E chiunque ha questa speranza in Lui, si purifica com'egli è puro".

Dopo aver letto, fissandomi negli occhi, mi disse: ecco, ora tu sai che hai una discendenza che non viene da patto d'uomo, ma da Dio, in Cristo. Noi tutti saremo rivestiti con un corpo nuovo, avremo una patria celeste, per l'eternità.
Ingenuamente  gli chiesi: "nonno, allora rivedremo tutti coloro che abbiamo amato? Quasi urlando, rispose "SI" e pianse, come si piange un bene ritrovato, con le lacrime che invece di rigare solennemente il viso, saltellano riempiendosi di luce e gioia.

Questo lungo post è anche una risposta ad una mia dolce e cara amica.
Anch'io, come te, carissima amica, non ti ho mai voluto "linkare".
So bene cosa significhi desiderare far abitare l'altro nel proprio cuore.
Tu hai avuto per me parole sacre, abbondanti d'amore e grazia. Io ti scrivo come errante su questa terra, quasi fossi abitante di un sottosuolo; ma sappi che mi hai commosso fino ed oltre le giunture del mio corpo; e sei entrata in me, da quella sottile lama di luce, nel luogo  in cui ho posto ogni mia preghiera, ogni mio bene. Dio ti faccia tesoro dei tuoi giorni, nel bene e nella purezza; 'ché la tua anima, pur nella sofferenza dell'oggi, contiene il luccicore del firmamento. Tu hai scritto: "non smetteranno mai di danzare".
E' come se tu fossi entrata nella profondità della storia, dello spirito di un popolo, di una parte della sua e§§enza.    
Potrò mai ringraziarti abbastanza per le tue premure, per il tuo cuore che hai mostrato essere così luminoso?

Mio padre, come tradizione di tutti i suoi avi, durante la solennità dello shabbath , pur essendo fedele a Cristo, onora la memoria di Israele danzando, in silenzio, alle prime luci dell'alba;  perché dove c'è danza al cospetto della propria anima, là è luogo di preghiera; è il momento in cui il corpo si fa tempio nel luogo in cui ti trovi.

«Hai mutato il tuo lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia» (Sal 30,21); «Di nuovo ti ornerai dei tuoi tamburi e uscirai fra la danza dei festanti» (Ger 31,4). Ecco. Dolce amica mia: un giorno danzeremo insieme; sangue nel sangue, cuore nel cuore.


Piccola H. è rimasta delusa di aver dovuto interrompere la sua vacanza al mare.
Ma non si lamenta. 
Mi ha confidato di essere più felice di stare ogni giorno con me, "anche se il sole qui da noi è più pallido e non colora la pelle".
Gli occhi di Jaana si sono dilatati dalla gioia di vedere la mia piccola al suo capezzale.
Appena entrata nella sua stanza, piccola H. si è letteralmente aggrappata al suo viso, raccogliendone le sue lacrime di gioia. Persino il dottore che era presente si è commosso. 
A volte si ha la sensazione che il cuore non possa reggere di fronte alla bellezza quando si tinge di ogni cosa pura.  E l'amore è il cardine su cui possiamo far girare la nostra vera umanità ed eternità.

Ho amato, ed amo, tutte le persone che si sono avvicinati ai miei scritti, in particolare ad uno/a che in un'ultima sua missiva ha chiesto perdono per tutti gli insulti fatti alla mia persona. Non so cosa sia successo nel suo cuore, ma le sue parole hanno destato in me un senso di gratitudine e speranza.
Caro amica/o: chiunque tu sia, se continui a leggermi, sappi che ci ritroveremo;  e le mie mani tese verso di te immagina siano un ensemble di melodie del cuore, straordinariamente bello.

Ho amato, ed amo, quelle persone a cui raramente scrivo o non del tutto.  Se non li visito ciò non vuol dire che non leggo i loro scritti. So che hanno un cuore forte, e il loro dire aiuta e conforta altri nel bisogno. A me basta, saperli giusti. Non occorre altro.

Infine, a coloro che si avvicinano col pensiero a Israele ed alla sua gente: sappiate che in Israele e nel suo popolo vi è un mistero grande; più grande di ogni nostro pensiero e speculazione.
Questo mistero è antichissimo, in parte rivelato. In questo mistero vi è racchiuso il futuro di tutte le genti;  ma a motivo della durezza del cuore di Israele e di noi tutti,  si rivela a pochi; a coloro che accettano il dono di Dio, in Cristo Gesù, della stirpe giudaica di Davide, affinché si riveli in tutta la sua potenza e grazia.

Shalom
Blue.chips

Ps: nessuno si dovrebbe vergognare di parlare di Gesù.  Eppure accade; più frequentemente di quanto si possa pensare. "Chi si vergognerà di me, io mi vergognerò di lui davanti al Padre mio che è nei cieli". Però, è vero: sarà sempre un personaggio scomodo. Soprattutto per ciò che diceva di essere. Soprattutto perché amava gli ultimi di questo mondo: quelli che a noi ribaltano la coscienza; quelli che incontriamo sulle strade del mondo e ci trovano indifferenti, avvinghiati ai nostri amuleti e vani ragionamenti.

 

 

 
 
 

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