Creato da marco.marino il 17/01/2009

Bobby è leggenda

Omaggio a Bobby Fischer

 

 

Non ci sono più campioni come Fischer...

Post n°10 pubblicato il 16 Giugno 2010 da marco.marino
 
Tag: F6

La verità è che non sono sorpreso dal fatto che il mio avversario ricorra all’aiuto di altri giocatori durante il match. Io stesso avevo contatti con altri GM prima e durante il match, di cui non dirò il nome. Quello che mi sorprende davvero non è neanche chi fosse ad aiutare Anand durante il match. Ciò che io non capisco è che egli possa accettare aiuto da persone che l’hanno umiliato per anni. E che invece di vergognarsene e tacerlo, egli se ne vanti pure! E’ noto a tutti come Anand veniva trattato da Kasparov durante il loro match a New York nel 1995 e negli anni a seguire. Anand fu anche obbligato ad accettare il match di Bonn 2008 (con Kramnik) già prima di vincere il mondiale in Messico nel 2007. Egli era stato praticamente escluso dal ciclo del mondiale basato sull’Accordo di Praga del 2002 e aveva dovuto ascoltare gli insulti del suo avversario prima del match di Bonn.

Adesso riesco a capire perché Fischer, anche se mentalmente instabile, era ammirato: per lo meno aveva una dignità!

Qualcosa che i campioni oggi non hanno, non importa quanti titoli essi vincano e quanto milioni guadagnino: essi viaggiano acquistando biglietti su aerei low-cost invece di raccogliere milioni per coltivare gli scacchi in India!

 
 
 

Ficherman

Post n°9 pubblicato il 01 Aprile 2010 da marco.marino
 
Tag: F5

 

 

E' ben documentato il fatto che Bobby Fischer amasse i fumetti.
Superman, Tarzan, li amava di qualsiasi tipo fossero, mentre odiava quando i Sovietici lo deridevano per questo.
Sotto questa luce possiamo affermare che l'Americano si sarebbe rallegrato (anche se difficilmente, possiamo altresi' affermare, ci fosse qualcosa che negli ultimi anni suscitasse la sua approvazione o il suo consenso) venendo a sapere che Toby Maguire abbia accettato di interpretare il ruolo di Bobby Fischer in un film, che porta iltitolo provvisorio di 'Pawn Sacrifice'.
Secondo il sito web firstshowing.net,questa mossa portera' Maguire, che ha accresciuto la sua celebrita' grazie alle brillanti interpretazioni di Spiderman in
SpidermanI, II e III, "da fanatico dei fumetti ad un completamente nuovo livello di secchione".
Per il momento le informazioni circa questo progetto sono scarse, ma la sceneggiatura sara' scritta da Steven Knight e la storia si basera' sull'acclamato libro
Bobby Fischer va alla guerra, scritto da David Edmonds e John Eidinow sul match per il Campionato del Mondo di Reykjavik del 1972.

 
 
 

Portorose 1958

Post n°8 pubblicato il 01 Marzo 2009 da marco.marino
 

Il mio primo incontro con Fischer fu relativamente breve. In risposta a un'Indiana di Re usai il mio "sistema Averbakh", l'arma più potente e collaudata del mio arsenale. Questa volta però, piuttosto che cercare di contenere il mio avversario, provai a cambiare le carte in tavola e, lasciando il Re al centro, sferrai un attacco di pedoni sul lato di Re. Fischer rispose sacrificando un pezzo! In una posizione molto tagliente e con problemi di tempo (entrambi eravamo rimasti con 10 minuti per 17 mosse), Bobby ad un tratto mormorò: "Patta?" Cos'altro avrei potuto fare? Continuare era troppo rischioso. In quella fase mi trovavo tra i primi e non mi andava di perdere mezzo punto, così accettai la proposta.

"Averbakh aveva paura di perdere con un ragazzino", disse Fischer più tardi, "e io avevo paura di perdere con un Grande Maestro. Ecco perchè abbiamo pattato!".

 
 
 

Gli scacchi erano la sua vita

Post n°7 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da marco.marino
 
Tag: Averbakh, F4

Per quanto mi ricordi, sentii parlare per la prima volta di Fischer nel 1953, leggendo un servizio giornalistico sulla comparsa negli Stati Uniti di uno scacchista-prodigio di nome Bobby Fischer. Successivamente, verso la fine del 1956, una rivista scacchistica statunitense pubblicò una brillante partita in cui il tredicenne Bobby sbaravagliava il forte maestro Donald Byrne con uno splendido sacrificio di Donna. Dopo aver analizzato la partita mi convinsi che il ragazzo aveva un talento notevole.

Nel 1957, alla vigilia del Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti di Mosca, la madre di Fischer (che per inciso si era laureata al Secondo Istituto di Medicina di Mosca prima della guerra) scrisse una lettera indirizzata, se non ricordo male, a Khruscëv in persona, in cui chiedeva che il figlio fosse invitato al Festival. Gli ingranaggi della nostra burocrazia andarono a rilento e mentre la questione era sotto esame il Festival finì. Ciononostante l’anno seguente, ovvero nel 1958, gli americani furono invitati a visitare l’Unione Sovietica.

Fischer, oramai già campione assoluto degli Stati Uniti, arrivò a Mosca accompagnato dalla sorella maggiore Joan. Fu accolto dal Comitato dello Sport “secondo il protocollo”: dotato di interprete e macchina con autista, tentarono di mostrargli le bellezze di Mosca e fu invitato a visitare il Bol’shoj. Ma Bobby era giunto a Mosca con piani ben diversi: sognava di giocare contro i “grandi” scacchisti sovietici, persino con Mikhail Botvinnik, il campione del mondo… Al circolo Centrale degli Scacchi di Mosca Bobby riuscì a giocare lampo con diversi giovani maestri, in particolare Nikitin, Vasjukov e Lutikov. Giocò anche alcune partite lampo con Petrosjan (Tigran in seguito avrebbe detto: “Il Circolo mi aveva designato per tenere testa a un giovane che stava battendo lampo i maestri moscoviti”). Bobby però non raggiunse il suo scopo, ovvero giocare contro il Campione del Mondo e i suoi sfidanti (con la sola eccezione di Petrosjan). Forse fu per questo che si comportò scortesemente con l’interprete, la quale presentò le sue rimostranze ai dirigenti del Comitato. Fischer lasciò Mosca prima del previsto, portando rancore al nostro paese e ai nostri Grandi Maestri.

Un paio di mesi più tardi si tenne un torneo Interzonale a Portorose, in Jugoslavia. Fu lì che vidi Fischer per la prima volta: uno spilungone in jeans e pullover, una specie di “selvaggio” quanto a capacità comunicative. Non nutriva il pur minimo interesse per lo splendido scenario della costa adriatica, non scese in spiaggia una sola volta, non fece una nuotata in mare. Era chiaro che tutti i suoi pensieri erano rivolti agli scacchi. Gli scacchi erano la sua vita. Bobby passava tutto il tempo alla scacchiera, giocando in sala da torneo o analizzando le partite in camera.

(Yuri Averbakh - "I russi contro Fischer")

 
 
 

Una forza della natura

Post n°6 pubblicato il 07 Febbraio 2009 da marco.marino
 
Tag: F1

Bobby Fischer era più di un semplice giocatore di scacchi: era una forza della natura! Se smetteva di giocare per qualche motivo, gli scacchi sarebbero molto probabilmente tornati alle antiche borse di 2500 dollari. Se continuava a giocare, gli scacchi sarebbero rimasti uno sport-arte-scienza-gioco affascinante, inebriante, reclamizzato in tutto il mondo. Bobby Fischer, da solo, aveva convinto il mondo intero che gli scacchi al massimo livello erano competitivi come il calcio, emozionanti come un duello all’ultimo sangue, esteticamente soddisfacenti come un’opera d’arte, intellettualmente impegnativi come qualsiasi forma di attività umana. Basterebbe questo a fare di Bobby Fischer il più grande campione di scacchi che sia mai vissuto!

(Harold C. Schonberg  - "I Grandi Maestri degli scacchi")

 
 
 
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