Desperate Mammy

preda della frenesia...

Manca poco a ferragosto e già paradossalmente, si sente aria di rientro… Non so perché e se anche voi ci avete fatto caso, ma da qualche anno a questa parte, ogni cosa ha preso un andamento accelerato… Niente segue più i ritmi lenti di quando eravamo bambini, ma tutto pare preda di un vortice dal quale vien difficile estraniarsi… Ricordo che quando ero piccola il tempo era dilatato, soprattutto d’estate, ed avevo la possibilità di far tutto, compreso riuscire pure ad annoiarmi…Quanto mi arrabbiavo perché mi mandavano a letto a riposare “anche se non dormi ti riposi, e così non disturbi la gente”... queste erano le parole di mia madre o mia nonna, ed io mi chiedevo perché ben che non mi andasse, dovessi farlo… Non correvamo a comprare le cose di scuola, (anche perché fino a settembre non erano in commercio) eppure qui i turisti lo fanno, non si sbirciavano le vetrine, snobbando la collezione estiva per vedere quella autunnale… (che a ben vedere si differenzia da quella estiva ben poco) Si vive il tempo come si addenta un panino quando si è in pausa lavoro, e tutto perché si crede errando che esso sia tiranno, ma sappiamo bene che non è così... Il tempo, da che mondo è mondo è sempre uguale a se stesso, siamo noi che c’intestardiamo  a voler assolutamente fare cose che normalmente andrebbero fatte in più settimane, in poco più di una... Badate a come si gestisce la vacanza, io lo osservando qui al mare… Vale soprattutto per i turisti,  che arrivano in spiaggia come se dovessero fare un tour de force (per non perdere neppure un attimo ad oziare) eppure stranamente, tra queste mille cose compare raramente, il piacere di leggere un libro... I bimbi hanno ancora voglia di giocare con la sabbia, ma vengono attratti da mille e più giochi che  poco hanno a che vedere, con la fantasia che a noi dava un secchiello ed una paletta… I ragazzi poi, sono quelli che il mare lo dovrebbero vivere facendo gruppo, invece li trovi  soli seduti sotto l’ombrellone a smanettare con lo smartphone, oppure facendo selfie che raramente includono il paesaggio... Quando andavamo al mare noi, il massimo era giocare a biglie, fare castelli, seppellire uno di noi a turno sotto la sabbia, giocare a racchettoni o con la palla… I vù cumprà li portano ancora in spiaggia per venderli, ma è raro vederli acquistare… Il massimo poi, è quando arriva l’ora di pranzo… Prima, era impensabile scendere in spiaggia senza aver preparato il classico menù della domenica, oggi arrivano con le mega borse frigo, con dentro tanti panini patatine dolciumi vari… Superfluo dire che la vacanza deve essere vissuta un po da tutti, e che i pranzi dei nostri genitori ci costringevano a 3 ore abbondanti di digestione, ma ora  neanche una settimana a panini e pizzetta sono il massimo. Non c’è tempo per rilassarsi, perché farlo lo si vivrebbe come una perdita di tempo, eppure a ben guardare chi riesce in assoluto a godersi il tempo imbrigliandolo a se per poterselo gestire, è chi ha adottato un ritmo lento… Per cui, della nuova collezione autunnale non si preoccupa ma continua a guardare i costumi, dell’inizio della scuola neppure, per cui passa davanti agli stand dei quaderni senza vederli, in spiaggia non dico che porti la parmigiana di melanzane, ma una bella insalatona  con tanta frutta quella si, e che quando si siede sotto l’ombrellone invece di un mms o sms, guarda il mare o si perde nell’avvincente trama di quel libro che, durante l’inverno è stato sul comodino in attesa di essere letto…detto tutto ciò, felice ferragosto a tutti:-)