chat e truffe

truffatori e chat

Creato da giustiziasiaf5 il 23/11/2008

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 10
 

Ultime visite al Blog

frascaenricodany6901NICKASOSAocchiazzurromare2robertosaliniBianconigliodueeluard64saradolcesara0nicdelsofantasiadinoterobertaluEnri1224dps75doncamillo04tu0pensier0
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

chat e truffe

Post n°14 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da giustiziasiaf5

Lunedì 30 Gennaio 2012 - 17:19

TREVISO - Dopo aver conosciuto una ragazza su Facebook decide di incontrarla. Ma il giorno dell'incontro lei lo porta al supermercato e , dopo aver fatto una lauta spesa, gli lascia il conto da pagare e scompare dalla circolazione. La brutta vicenda è capitata ad un 28enne di Tessera, paesino nel veneziano, che dabato si era recato a Treviso per incontrare la ragazza con cui chattava da mesi su Internet. Il luogo dove dovevano incontrarsi era nei pressi di un distrubutore Agip in via della Repubblica. Dopo i convenevoli iniziali, la ragazza avanza una richiesta: «Ti dispiace se andiamo un attimo a fare la spesa? Mi accompagneresti?». Così i due si recano al supermercato più vicino, dove la ragazza compra merce per 260 euro, ma all'arrivo alla cassa ecco una nuova richiesta: «Accidenti, non mi hanno accreditato lo stipendio, ti dispiace anticipare i soldi per me? Te li restituisco subito». Il ragazzo, da vero cavalieri, estrae il bancomat e salda il conto della giovane e la aiuta a caricare le buste della spessa nell'auto. Ed ecco il triste epilogo, la ragazza sale sulla sua Fiat Punto e lo avverte: «Vado un attimo a casa a posare la spesa».  Il 28enne ha aspettato due ore al dstributore, in attesa del ritorno della ragazza con cui voleva passare la serata. Dopo essersi accorto della truffa, non gli è rimasto che sporgere denuncia alla polizia e tornare a casa.

 
 
 

fuori un altro..mio caro sig g.p...un giorno anche il tuo gioco sporco finirà come questo....

Post n°13 pubblicato il 26 Novembre 2010 da giustiziasiaf5

Bello e disoccupato adesca professioniste ma poi le deruba

 

RIMINI - Contattava donne single on-line, in chat e attraverso social network, poi le invitava a cena ma quando riusciva a farsi portare a casa loro, le derubava. L'uomo, 37 anni nato in Svezia ma residente da circa 20 anni nel riminese, è stato denunciato dalla Polstrada di Rimini per furto, ricettazione e stalking. L'uomo infatti scattava anche foto compromettenti delle vittime, tutte inserite socialmente e con livelli di reddito medio alto, e poi le ricattava minacciandole di pubblicarle su internet.

L'indagato - alto 1 metro e 87, occhi azzurri, di bell'aspetto - vive a casa dei genitori ed è nullafacente. Alle vittime però si presentava come un facoltoso medico con villa a Miami. Era iscritto a diverse chat e social network, grazie a cui contattava donne sui 30 anni, che però alla fine degli incontri venivano regolarmente derubate di contanti, carte di credito, cellulari e gioielli. La prima denuncia a settembre, da parte di una donna di Arezzo che aveva subito il furto di 600 euro, due collane d'oro e un cellulare. Tra le derubate anche una professionista di Ravenna.

Per mandare alle vittime messaggi-esca, il 'medico' utilizzava un cellulare con il quale navigava su internet. Spesso, per carpirne la fiducia, faceva regali alle donne, 'girando' però alla nuova vittima quanto derubato alle precedenti. Gli agenti della Polstrada Riminese, in collaborazione con la Squadra Mobile di Ravenna, lo hanno individuato nella sua abitazione dove conservava ancora parte della refurtiva.

 
 
 

le chat.... sempre piu' campi minati.....

Post n°12 pubblicato il 23 Agosto 2010 da giustiziasiaf5

Facebook/Faceva sesso online e ricattava le amanti, arrestato

Lunedí 23.08.2010 10:32

facebook



Un uomo di 41 anni è finito in manette con l'accusa di aver ricattato la sua amante. Il presunto ricattatore, Mario Agnoletti di 41 anni, originario di Sabaudia (Latina) è un attore hard che che ha preso parte anche ad un film diretto dal regista a luci rosse Tinto Brass.

Secondo gli inquirenti l'attore avrebbe utilizzato l'ormai famoso social network Facebook non per stringere semplici amicizie virtuali, ma per addescare donne per poi incontrarle e filmare i loro incontri. L'uomo non si sarebbe limitato a riprendere le signore e registare le prestazioni sessuali, perchè avrebbe iniziato anche a ricattarle.

Tra le vittime una donna vicentina, sposata, che avrebbe avuto una relazione con l'attore e che inizialmente sarebbe caduta nella trappola del ricatto. Avrebbe pagato dai mille ai duemila euro in cambio del silenzio per evitare che il filmino a luci rosse arrivasse su Internet. Ma quando l'uomo le ha chiesto altri soldi, la donna avrebbe deciso di denunciarlo ai carabinieri di Valdagno (Vicenza).

L'attore è stato arrestato, al momento pare si trovi agli arresti domiciliari. Sarebbe indagata anche la compagna di Agnoletti con l'accusa di concorso esterno in estorsione. Nell'abitazione sarebbero stati ritrovati moltissimi filmati erotici. L'attore si sarebbe difeso dall'accusa del ricatto giustificando i filmini a luci rossi con la sua passione per l'hard. Intanto i carabinieri continuano le indagini per cercare di capire se anche altre donne sono state ricattate dal porno attore.

 
 
 

UOMINI DA GALERA...

Post n°11 pubblicato il 16 Novembre 2009 da giustiziasiaf5

Seduceva e raggirava le donne via internet, l'uomo è ora sotto processoPubblicato da Marilena De Giorgio alle 10:45 in Cronacafacebook-chat.jpg

L'amore ai tempi di internet. Che la rete possa nuocere gravemente, se usata a sproposito, è un fatto. L'episodio di cronaca, che riporta La Stampa e che riportiamo integralmente sotto, è l'ennesima conferma di relazioni tessute via web con il solo intento di raggirare le protagoniste. Leggete la storia. A voi il nostro spazio commenti per le riflessioni.

Carla, 34 anni, torinese, impiegata di banca; Antonella, 44 anni, imprenditrice di Novara; Katia, 34 anni, impiegata di Torino; Silvia, 33 anni, di Alassio, cameriera in un bar; Francesca (Chica), 47 anni, di Alassio, commerciante; Francesca, 36, Torino, impiegata di un’agenzia immobiliare; Paola, 34, ex commerciante di Venaria. Poi: Cristina 27 anni, impiegata in uno studio legale e Silvia 39 anni, di Bologna. Seguono: una terza Francesca, di Torino; Anna, di Rivoli; Simona, Jennifer (di Verona). Più altri contatti femminili, sempre nel Nord Ovest, appena avviati e rimasti inerti sulle chat delle rete.

Tutte carine, con un buon lavoro, con un po’ di soldi a disposizione, pronte alcune ad accoglierlo anche in casa. Infine l’ex socio, Antonio G.

Qui l’amore non c’entra, sono spariti solo i soldi: 170 mila euro, in contanti e assegni. Una delle «vittime», Katia M., ha raccontato la sua storia ai detective del commissariato San Paolo: («Prima mi ha giurato amore eterno, poi mi ha rubato, in pochi mesi 20 mila euro»).

Dopo pochi giorni altre donne - contattate in modo seriale su Facebook e su altri siti da Roberto Giuseppe Martino, 41 anni, torinese di Venaria, ora indagato dalla procura di Torino (pm Valerio Longi) e anche di Novara - si sono messe in contatto con la giovane impiegata torinese per rivelare di essere cadute nella stessa rete.

Che lui costruiva con una particolare abilità. Si presentava come pluri-proprietario di negozi di abbigliamento a Torino, Alassio, Novara, Sottomarina di Chioggia o come «dirigente commerciale» di noti marchi o di ditte di cancelleria per uffici.

In questa storia di cuori spezzati e di colossali bugie (a tre, almeno, ha mostrato lo stesso futuro nido d’amore, una palazzina in via Cola di Rienzo a Roma che non è mai stata sua), cominciano a spuntare somme rilevanti: Antonella R., che s’è rivolta prima alla Finanza di Novara, precisa di aver perso una somma pari a 250 mila euro.

Tecnica semplice: prima un travolgente periodo di passione, la convivenza e la conquista della fiducia, cioè la delega a operare sui conti bancari. Lui che falsifica firma e autorizzazione. In pochi mesi Antonella è rovinata, le banche mostrano carte ed estratti conto da infarto. Nessuno, subito, le crede. Poi è la volta di Paola B., che denuncia la sparizione di 120 mila euro.

La donna, disperata, si consigliò con un amico nel vano tentativo di recuperare almeno una parte dei soldi, costui seguì un sistema illegale e tutti e due finirono in cella per tentata estorsione. «Mi tese una trappola. Quell’uomo, con cui nel 2007 avevo avuto una relazione, disse di volere comprare il mio negozio. Vendette tutto il mio campionario per mettere il suo. Piccolo dettaglio, nascondendomi che lo stava pagando con gli incassi giornalieri, i miei. Alla fine tutte le ricevute d’acquisto erano intestate a me. Mi ha rubato, più o meno, 120 mila euro. Ho perso il negozio, sono stata in carcere e ho difficoltà a guadagnarmi da vivere. Adesso c’è il processo, spero che i giudici valutino anche la mia storia».

Antonio G. s’è presentato, pure lui disperato, in commissariato a Torino: «Svaniti nel nulla 180 mila euro, mi sono licenziato dal lavoro (aveva già una sua attività e l’ha chiusa) per aprire un’attività con lui, s’è preso la mia parte e tutti i progetti si sono rivelati una farsa atroce», ha raccontato alla polizia.

Roberto Giuseppe Martino, difeso dall’avvocato Tom Servetto, almeno in un caso, s’è detto pentito. Ha proposto di restituire a Katia 17 mila euro. Ma lei vuole che la Giustizia le restituisca anche una parte, se non tutta, della sua «dignità di donna, massacrata da un uomo senza scrupoli, che ha usato e ingannato anche i miei familiari».

C’è il sospetto che una parte cospicua del bottino sia custodito in una banca localizzata in uno dei tanti paradisi fiscali. O affidato a persone che avrebbero riversato sui propri conti il frutto velenoso delle truffe.

 
 
 

CHAT PERICOLOSE

Post n°10 pubblicato il 04 Novembre 2009 da giustiziasiaf5

Narcotizzava e violentava donne conosciute in chat: arrestato un radiologoIl 50enne, spacciandosi per un'importante medico, prometteva trattamenti di favore per degli accertamenti. Al momento dell'incontro però, addormentava le vittime che si svegliavano seminude e con segni d'abuso
di Redazione - 03/11/2009
Adescava le sue vittime sul web, si fingeva un famoso medico, prometteva trattamenti di favore per accertamenti e visite varie e poi, dopo averle narcotizzata, violentava le donne che cascavano nel tranello. L'orrido meccanismo è stato però stroncato dai Carabinieri di via in Selci che hanno arrestato questa mattina quello che in realtà era un tecnico radiologo di 50 anni

L'uomo è accusato di sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni personali. In casa dell'arrestato sono state sequestrate 3 cartelle contenenti gli esiti di mammografie eseguite su altrettante donne, 25 flaconi di benzodiazepina, 2 macchine fotografiche digitali, 3 computer e 30 cd rom il cui contenuto è  in corso di verifica.

Le indagini dei carabinieri sono iniziate dopo la denuncia di una giovane albanese che a gennaio era stata avvicinata occasionalmente dall'uomo. Lui, spacciandosi come un affermato dottore aveva offerto alla donna la sua disponibilità per ogni tipo di esigenza medico-sanitaria nell'ospedale dove lavorava. Subito dopo però l'aveva narcotizzata sciogliendo farmaci contenenti benzodiazepina in un caffè che le aveva offerto al bar.

La donna da quel momento non ricordava più cosa fosse successo e si era risvegliata l'indomani seminuda in un letto all'interno di una abitazione di Roma risultata poi legata al radiologo oggi arrestato. Stessa situazione si è ripresentata con donna di 40 anni che ha conosciuto il radiologo tramite chat.

Dopo le denunce i carabinieri hanno intuito di trovarsi di fronte ad un maniaco seriale. Secondo i militari è possibile che il 50enne abbia colpito anche in altre occasioni. Per questa ragione è stato lanciato un appello alle eventuali vittime a denunciare situazioni del genere.

 
 
 

internet è anche questo....

Post n°9 pubblicato il 16 Giugno 2009 da giustiziasiaf5

Internet: attenzione ai maniaci della rete!
Data: giovedì 4 giugno 2009 - 10:42:42 PM

Uomo costringeva le donne a spogliarsi davanti alla webcam, ricattandole.

Internet: attenzione ai maniaci della rete!

 

Utilizzava foto e dati personali di ragazze della provincia di Napoli rintracciate in rete, per minacciarle e tentare di costringerle a spogliarsi davanti alla webcam.

Il maniaco, utente della rete, indagato in più procedimenti penali per accesso abusivo a dati informatici e violenza privata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, è stato sottoposto a perquisizione personale e domiciliare.

Le indagini sono partite dalla denuncia di alcune giovani donne. È emerso che l'internauta sceglieva le sue vittime sul sistema di chat Msn; quindi cercava sui siti di social network le giovani selezionate, ricerca possibile utilizzando una funzione apposita di «live space» servizio associato al programma di chat, utilizzato per creare blog di dominio pubblico - che permette di ricercare persone utilizzando uno o due più criteri, (nome, cognome, sesso, località, età...).

Dopo essersi appropriato dei dati personali, delle credenziali di accesso - sempre con profili informatici diversi - e delle foto delle vittime, passava ai ricatti, minacciando di alterare fotografie normalissime, in cui le ragazze erano riprese nella vita quotidiana (a scuola, a lavoro, a feste) e di pubblicarle su siti pornografici, se non avessero accontentato le sue richieste.

Il maniaco pretendeva in particolare che le vittime si spogliassero davanti alla webcam, proponendosi a sua volta in pose oscene e autoerotiche; in qualche occasione ha minacciato di denunciare le donne, utilizzando le foto ritoccate, e si è spacciato per un agente della polizia delle Comunicazioni.internet

 
 
 

FUORI UNO!!!!FINALMENTE INIZIANO A PAGARE....

Post n°8 pubblicato il 09 Maggio 2009 da giustiziasiaf5

Home » Emilia Romagna » News

2009-05-09 11:09

Adesca sul Web donne fragili per spillare denaro, arrestatoSms a marito: scappo con lui. Che si era gia' fatto dare soldi

 

(ANSA) - PIACENZA, 9 MAG - Un palermitano di 44 anni, P.G., residente a Torino con la madre, e' stato arrestato dai carabinieri di Piacenza per circonvenzione di incapace.

E' accusato di avere adescato su Internet quattro donne con problemi psichici per spillare quattrini. All'ultima, di Modena, aveva promesso amore e la donna aveva abbandonato il marito. Sono stati intercettati a Piacenza mentre lei ritirava denaro in banca: 2.000 euro glieli aveva gia' consegnati. A chiamare l'Arma il marito, dopo un sms: 'Scappo con un altro uomo'. La donna era sotto tutela per problemi di salute mentale. (ANSA).

 
 
 

I PERICOLI DELLE CHAT......una lettera presa da internet...allucinante!!!

Post n°7 pubblicato il 20 Aprile 2009 da giustiziasiaf5


I pericoli delle chat (storia)

Salve, dopo averci pensato a lungo ho deciso di scrivere una mail perchè una mia carissima amica ha avuto un esperienza piuttosto raccapricciante con una persona che certo non si può definire un galantuomo e per tutta una serie di circostanze, forse paura, disinformazione o chissà, ha deciso di tacere e portarsi dentro tutto questo dolore. La storia credo che sia cominciata in una chatt, in un periodo in cui il suo rapporto col su ex non era poi tanto in forma, si chatta cisi si dice solo per conoscere gente nuova, solo per un diversivo..... comunque, dopo  un pò di tempo dà il suo numero di telefono, si sentono, tutto sembra tranquillo, poi  si incontrano. Apparentemente lui sembra equilibrato anche se isterico e taciturno, amoreggiano nella macchina ma senza esagerare, lei è rapita da tanta gentilezza e da tanto affetto, lui si dimostra tranquillo, affettuoso, rassicurante, tanto che lei poi lo invita a casa sua a bere un caffè, tutto ok,  lei pensa di fare delle avances, ma lui sembra non approvare di conseguenza va via. Dopo vari giorni di silenzio totale, lei lo richiama, chiede informazioni, ma sopratutto chiede come mai lui non si faccia più sentire, per tutta risposta sente dirsi che ha impagni lavorativi, e che poi si è sentito rifiutato e per questo ha messo una foto su internet, mentre amoreggivano, per farle dispetto. Allora lei un pò indispettita dice che è meglio non sentirsi più, ma lui in modo piuttosto abile dice che è unoscherzo, che lui l'ha rispettata, che la desiderava, ..... però è stato corretto. Continuano a sentirsi, si lui non è di certo un oratore, e inizia a dire qualcosa a proposito di pensieri molesti nei suioi confronti che comunque da lei vengono presi con superficialità perchè questa persona ha ormai catturaro la sua fiducia. Decidono dopo telefonate un pò a sfondo piccante, dopo poco tempo di incontrarsi e lui si manifesta.
innazitutto chiede in maniera espilicita di sistemarsi in maniera femminile per lui, in modo da non farsi trovare trasandata, e questo va bene, una volta arrivato a casa sua, vuole subito un approccio passionale, violento visto che da subito se lei non acconsentiva ai suoi capricci, minaccia di arrabbiarsi, poi di andarsene, e quando lei dice di non essere interessata e che la porta per uscire dalla sua casa è quella. lui l'afferra per i capelli e glieli  tira lasciando completamente scoperto  il collo e la bacia in maniera piuttosto violenta, subito lei si ritrae, ma sa già che quella sarà un esperienza poco romantica.  Lui, anche se lei forse in maniera poco convincente dice che non ha voglia di fare nulla, la spoglia  la porta sul letto e si spoglia a sua volata. E' una situazione poco piacevole ma lei ancora non si rende conto di chi ha effettivamente di fronte. Subito lui chiede un rapporto orale, allora lei anche se a mala voglia lo accontenta, dopo circa 10 minuti lei smette e dice basta. Ed ecco che  lui la prende e le stringe il collo, e con uno sguardo da maniaco e con voce roca le dice , stringendole la gola, che ora lei avrebbe fatto tutto quello che lui desiderava, giusto perchè nessuno sapeva che lui era li, e nessuno poteva darle una mano. prima di leasciarle lentamente il collo le ricorda, ed ora vero tu non urlerai? lei è terrorizzata, ha paura, non sa che fare, non lo può colpire, la sua paura inoltre è ingigantita dal fatto che questa persona , pratica numerosi sport come la boxe, quindi in fatto di violenza o difesa poteva solo farle male. Lei cerca di scappare, inozia a piangere, lui la trattiene, la abbraccia e le dice che era tutto uno scherzo. ma non è vero. Dopo poco tempo ricomincia con le sue richieste e lei dice ancora di no, allora lui la minaccia, quindi lei a suo malgrado acconsente ...... dopo circa una mezzora, o forse anche di più lei si stacca e invita lui a dormire, che oramai era tutto finito, invece lui noo, dice che solo appena cominciato. si spegne la luce, si mette un profilattico e anche se lei dice che non ne ha voglia e che le fa piuttosto male, viste le dimensioni spropositate, viene utilizzata per circa 2 ore per il sollazzo di questo stupido individuo, che parla di punizione per le donne, che dice, ora hai capito tante cose su di me, e ridacchiando continua, a infierire, tu i giornali non li leggi, vero??? io sono un violentatore di donne. Comunque dopo finito questo macabro rituale, lei  va in bagno, lui addirittura le ordina di portarle da mangiare, e poi  dopo un pò si lamenta che lei non sta neanche ferma nel letto, visto che lui deve riposare perchè ha un importante appuntamento di lavoro. Lei si sente spaesata, non riesce a regire,non capisce se cio che le è successo è finzione o realtà. La mattina comunque lui ancora ordina di portarle un asciugamano e di portarle un bagnoschiuma.  Lui va in bagno, lei potrebbe controllare i suoi documenti nella tasca della valigia, ma è paralizzata, vuole solo che quello stupido individuo vada via, e non controlla, quella credo che sia stata la sua rovina. Lui  si riveste, e nel frattempo visto che lei anche solo per controllarlo entra in bagno mentre lui si lava cerca di farle delle domande, allora lui inizia a parlare e racconta che ama fare certi scherzi a delle sue amiche, impersonando dei ruoli, da maniaco. che forse in effetti è. poi controlla l'orario, dice che è tardi e che lei lo sta infastidendo perciò la butta fuori dal bagno in modo poco gentile, prendendola per il bavero di una giacca. dopo di che bevve il caffè, la saluta, la abbraccia e va via.
questa non è un favola, ma è cio che è successo ad una persona che ora non sà neanche come fare per far punire questo losco individuo, visto che dopo averne parlato con persone vicine a lei le è stato detto che non era una vera e propria violenza, di lasciar perdere tutto, si ma il dolore che si ha dentro, non ti lascia e la paura prima di dormire, ti attanaglia la testa, come ogni rumore viene ricondotto alla paura che il mostro si ripresenti alla sua porta. Forse si è passato troppo poco tempo e non ha havuto il modo di visualizzare bene l'accaduto. M la cosa che la fà più star male è che non conosce esattamente le generalità del suo aggressore perciò non può presentare nessuna querela o denucncia. Certo ha in possesso un numero di telefono che comunque potrebbe essere intestato a chiunque, e un contatto mail, sicuramente con un nome fasullo. Visto che lui in una delle tante telefonate ha de4tto che era praticamente irrintracciabile, di conseguenza lei pensa che sia una sua consuetudine comportarsi in questo modo con le donne. chiunque legga questa mail, non la cestini, la faccia leggere a qualcuno che ha la possibilità di fare delle indagini anche un pò così blande, o magari la faccia leggere ad un avvocato per chiedere se ci potrebbero essere glie estremi per una denucia, una querela o anche solamente un esposto. NON E' UNO SCHERZO. penso che la mia cara amica, se non riesce a tovare una mano d' aiuto possa compere qualche gesto tragico, o anche peggio rimettersi in contatto col suo violentatore per tenderle un agguato e magari farsi giustizia da sola. . un caro saluto

 
 
 

pericoli del virtuale

Post n°6 pubblicato il 07 Febbraio 2009 da giustiziasiaf5

PERICOLI ON LINE

Myspace caccia 90 mila maniaci
E' allarme anche per Facebook

I frequentatori dei social network si chiedono dove hanno trovato o troveranno riparo i 90.000 maniaci identificati ed espulsi da ‘Myspace' negli ultimi due anni. E l’allarme ha investito ‘Facebook’




Dimensione testo

Testo molto piccolo
Testo piccolo
Testo normale
Testo grande
Testo molto grande



facebook party (foto fastpopularity.com) Roma, 5 febbraio 2009 - Che molestatori sessuali e pedofili si nascondano dietro le maschere virtuali delle chat non è una novità. Ma i frequentatori dei social network si chiedono ora dove hanno trovato o troveranno riparo i 90.000 maniaci identificati ed espulsi da ‘Myspace' negli ultimi due anni.


E l’allarme ha investito ‘Facebook’, al centro di un clamoroso boom con circa 160 milioni di utenti in tutto il mondo. John Cardillo, un ex poliziotto che si è occupato dell’operazione di ‘pulizia', ha lanciato l’allarme.


Citato dal "Sun", Cardillo ha spiegato che "Facebook potrebbe essere ancora un rifugio per queste persone. In pochi giorni bbiamo trovato 8487 registrati che in passato hanno commesso reati a sfondo sessuale facendo una ricerca di base a cui ogni utente può accedere".


I responsabili di Facebook hanno assicurato una politica di "tolleranza zero" contro queste categorie di persone, ma secondo Cardillo, "i meccanismi interni per affrontare i reati a sfondo sessuale che Facebook sostiene di avere sono tristemente inadeguati" e ha spiego che "senza avere accesso a qualsiasi sistema interno di facebook abbiamo semplicemente usato la stessa funzione di ricerca che chiunque può usare e abbiamo trovato i trasgressori".


agi


 
 
 

delinquenti e chat

Post n°5 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da giustiziasiaf5
Foto di giustiziasiaf5

Attenti, non sono davvero cosi' Falsi imprenditori e finte bellissime: sul web cresce il numero di ''sedotti e truffati''
La storia MONICA PEROSINO TORINO E' il furto perfetto, pulito, senza segni di scasso. Eppure doloroso, di quelli che pochi hanno il coraggio di denunciare: il raggiro nel nome dell'amore. Pochi minuti di smancerie sulla rete, soldi facili nelle tasche di audaci TRUFFATORI. I marpioni delle CHAT sono uomini e donne che usano i sentimenti per arrivare al portafogli. E sono sempre piu' numerosi. Avevamo appena imparato a difenderci da frodi informatiche, carte clonate, scippi di identita' virtuali, spamming, fishing e tutta la spazzatura di Internet ed ecco infranta un'altra barriera: sono arrivati i seduttori della rete, uomini e donne che si nascondono dietro la poesia, poi spariscono con il malloppo. Le prime denunce L'allarme parte da Torino. Dal terzo piano della centrale operativa dei vigili urbani, dove lavora il Nis, Nucleo Investigazioni Scientifiche. Tre sottoufficiali e un ispettore capo che lavorano a testa bassa: da qualche mese, oltre a truffe on line, stalking e molestie, diffamazione e varie violazioni alle banche dati, si affacciano sulla rete volti NUOVI. Sfruttano l'aumento vertiginoso dell'uso delle CHAT, il potere immenso di avere a portata di mano, in pochi secondi, milioni di possibili vittime. Un mare pescoso in attesa di essere depredato. Gli uomini vengono accalappiati dagli scammer (dall'inglese scam, frode), le donne abbindolate da abili seduttori. «Sono forme subdole di truffa - commenta Marco Sgarbi, dirigente della Polizia Municipale torinese - che fanno leva sui sentimenti e sulla paura della solitudine». L'imprenditore vedovo Secondo una ricerca della clinica psichiatrica dell'Universita' di Palermo nel 2025 il 30% delle coppie occidentali si conosceranno online. A Torino sono a centinaia e seguono tutti lo stesso copione. In pochi mesi sono arrivate a decine le denunce. Sono fascinosi quarantenni che piazzano il loro profilo da mille e una notte su tutti i siti di incontri, da Meetic a Badoo. «Ciao, sono Luca e faccio l'imprenditore». La sua foto (l'unica cosa vera) mostra un atletico bruno dagli occhi blu. Aggancia le sue vittime selezionandole con cura: vivono in provincia (dove ammettere di andare in CHAT e' ancora impensabile) o hanno posizioni socialmente rilevanti, sono divorziate ( le zitelle non ci cascano), hanno uno o piu' figli piccoli e appartengono a classi socioeconomiche medio-alte. Lui ci sa fare, e' divertente, carino, un genio nella tecnica del tira e molla, che funziona da secoli. SilVIA (il nome e' di fantasia), 43 anni, dirigente in un'agenzia di grafica, e' stata fregata cosi': «Gli ho detto che mi piaceva il teatro et voila' - racconta - lui ha lasciato cadere, quasi per caso, di avere una laurea in storia del teatro e un master in tecniche espressive, ma di aver rinunciato alla vocazione per la sua famiglia». Ed e' qui che arriva il colpo da maestro. Che siano Luca, Max, Rodolfo o Andrea il dramma biografico e' identico: per loro la famiglia e' tutto e hanno tutti perso la giovane e amatissima moglie, incinta all'ottavo mese, in un incidente automobilistico. Da allora, poveracci, vagolano nel dolore. SilVIA, come tante altre, a questo punto, e' cotta a puntino. Pronta per conoscere questo principe sfortunato. I passi successivi sono gia' scritti: cenetta in un locale romantico, magari un dopocena. Poi il nuovo dramma: «Guarda, SilVIA, e' meglio che non ci vediamo per un po': mi hanno bloccato i cantieri e i conti in banca, rischio la bancarotta». Non hanno bisogno di chiedere soldi. Le borsette si aprono da sole. Oltre a SilVIA e' toccato anche a Maurizia e Giorgia, sedotte, abbandonate e alleggerite di 3mila e 10mila euro. Luca, Max, Rodolfo o Andrea spariscono con cifre che variano da 3 mila a 25 mila euro. «Quando li intercettiamo - commentano sconsolati i Nis - ci stupiamo di quanto sia facile fregare una donna». Una moglie bellissima Se per fregare le donne entrano in gioco i professionisti della seduzione, gli uomini si fanno abbindolare con mezzi piu' semplici. In CHAT o VIA mail compare la foto di una bellissima bionda, dotata di generose scollature: «Ciao, mi chiamo Katrina, ho 23 anni e abito a Kiev, in Russia, mi piacerebbe conoscere amici italiani». Certo, Katrina. Basta poco per immaginare piu' realisticamente la bella russa: e' uno scammer, molto probabilmente un signore nerboruto che vive negli Stati Uniti o in Canada che lancia migliaia di identici ami informatici. Iniziera' a cucinarsi il pollo facendo leva sull'istinto di protezione: «Gli uomini nel mio Paese sono violenti e ubriaconi. Io sono costretta a vivere nella miseria». Bastano poche mail: «Ti amo, vorrei conoscerti, vorrei vedere dove vivi, se davvero non sei sposato...». La truffa si conclude quando lo scammer chiede del denaro per il visto, per il VIAggio oppure per la famiglia in difficolta'. Naturalmente, una volta ricevuto il denaro, Katrina sparisce

 
 
 

la nuova malavita usa internet....

Post n°4 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da giustiziasiaf5
Foto di giustiziasiaf5

Ammiratori malfattori. Su Facebook, histoire d'O

Pubblico l'articolo completo, uscito oggi su Nova24 in versione ridotta. Perché era lunghissimo.

Io l’amicizia non l’ho mai negata a nessuno. Dunque, quando Fabio Siro Girardi mi ha chiesto di diventare sua amica, ho risposto sì. Due giorni dopo, quando mi ha chiesto di chattare insieme, anche lì gli ho detto sì, e abbiamo cominciato a chiacchierare. Poi, quando dalla chat mi ha chiesto il numero di telefono del cellulare, e se mi potesse chiamare direttamente, ho risposto ancora sì”.

La sventurata, che chiameremo Olga per motivi di anonimato, rispose. Rispose sì per tre volte, su Facebook, e nel giro di due settimane si ritrovò divertita, poi spaventata, poi terrorizzata, poi felice, innamorata, e infine, derubata, e truffata. Alti e bassi, fiducia e repulsione per una “relazione virtuale” che ha similitudini con tante altre storie, tutte italiane, in cui gli accadimenti sono sempre gli stessi. Lui adesca una ragazza single su internet, ne diventa amico, la corteggia all’inverosimile e poi, grazie ad una tragedia simulata (normalmente un incidente) chiede di spedire del denaro su un conto corrente.

Piccole somme che è difficile negare ad un presunto “amore della tua vita” che sta viaggiando verso la tua città per conoscerti. Il presunto principe azzurro che ogni donna, in fondo in fondo al cuore, sogna, e non ha mai rinunciato a sognare. Nonostante nel mondo reale non ne abbia ancora incontrato uno, e nonostante su Facebook, come su ogni altro luogo di incontro digitale, i sedicenti tombeur del femmes siano sempre più furbi, scaltri e metodici, nell’approccio, e poi nella truffa.

Olga non è una ragazzina, e nemmeno una stupida. Ha circa trent’anni, vive in centro Milano – ha fatto il Liceo Parini – ed è autrice televisiva. Usa sempre il computer, mentre lavora, e le capita spesso di chattare. Su di lei, che conosce per mestiere le umane meschinerie, un gigolò organizzato non avrebbe dovuto aver gioco.

E invece anche lei, c’è cascata: “è stato bravo – spiega Olga, che abbiamo intervistato su Skype - molto bravo. Sin dalla prima telefonata mi ha raccontato di essere un architetto veneto in giro per il mondo, e di lavorare al momento a Cape Town per costruire ponti. Mi ha dato subito l’idea di una persona facoltosa – diceva, sto prendendo il caffè in hotel, aspetta che apro al servizio in camera, vuoi un iPhone? Io ne ho tanti, te ne faccio mandare uno – di praticare sport estremi, di avere 34 anni da compiere a breve, di avere i genitori in Cina per le Olimpiadi, di vivere un luogo pericoloso… Mi ha preparata a ciò che sarebbe accaduto dopo poche telefonate. Un incidente in seguito al quale tale Anthony, un passante, avrebbe raccolto il cellulare di Fabio Siro Giardini che, derubato di documenti e di averi, era finito in ospedale”.

Sul cellulare, il messaggio suonava più o meno così: alle persone che conoscono il proprietario di questo cellulare, aiutatemi a raccogliere informazioni su di lui. Non ci sono documenti e la polizia ha bisogno di identificarlo. Anthony.

“In quel momento, anche se non avevo grande intimità con Fabio Siro Girardi – che evidentemente, nonostante il suo profilo compaia ancora su Facebook, è un nome fasullo – mi sono sentita chiamata in causa: e se non avesse risposto nessuno a quel messaggio? E se Fabio, che già mi faceva la corte, e che già mi chiamava più volte al giorno, non avesse avuto altre persone intorno? Non mi sono posta troppi problemi: ho risposto al messaggio dicendo come si chiamava e anche come l’avevo conosciuto. Anthony, il passante suo complice nell’operazione, mi ha subito richiamato: Sto andando in ospedale e ti faccio sapere come va. Ha avuto un brutto incidente e l’hanno derubato di tutto. Ti tengo informata, ma intanto grazie grazie grazie per avermi scritto. Adesso sappiamo chi è… Poi mi richiama, dall’ospedale, dicendomi che Fabio si sta svegliando, e che sarebbe bello che sentisse una voce amica al risveglio. Tutti gli altri numeri della sua rubrica non hanno risposto al messaggio… Così, anche se un po’ in imbarazzo, decido di chiamare. La risposta di Fabio – oggi dico la recita – era perfetta. Ha parlato in inglese per circa una decina di minuti, sembrava davvero disorientato. Poi è scoppiato a piangere, perché aveva le gambe erano rotte. Da quel giorno, io, la sua voce amica e salvatrice, sono stata investita da un amore totale e profondo. Io, l’infermiera della post-tragedia, divento la sua morfina, e vivo in una bolla di sapone, aspettando le sue telefonate. Me ne innamoro”.

Finché una mattina Fabio Siro dice che dovrebbe fare una cosa, ma si vergogna a chiederlo ad Olga. Gli hanno chiuso i conti in banca a causa delle carte rubate e deve pagare gli ultimi tre giorni di ospedale. Gli mancano 670 Euro, e non vuole dare preoccupazione ai genitori, che sono in Cina a godersi le Olimpiadi.
“Penso che potrebbe essere una truffa per un nanosecondo – riprende Olga - ma poi lui mi dice di chiamare l’ospedale, di controllare pure. Mi dà un’impressione di trasparenza e fiducia. Gli faccio dunque il bonifico e continuiamo la nostra relazione telefonica, anche successivamente alla ricezione dei soldi. Io penso che allora non era una truffa, era amore vero… finché un amico, al contrario di tutti gli altri, mi dice che sono stata una stupida, e che devo controllare l’ospedale”.

A quel punto Olga chiama la famosa clinica di Cape Town, alla quale non risulta proprio la presenza di Fabio Siro Girardi. A quel punto, Olga capire e decide di andare alla Polizia Postale, che però le spiega che non si tratta di una truffa, perché lei l’ha fatto consapevolmente, quel gesto. E poi, per una cifra così bassa, non è il caso di disturbare l’Interpol…

Nel frattempo, Fabio Siro continua a rispondere al telefono, con la sua bella faccia tosta, e le dice che le può spiegare tutto, che in realtà lui è un riscossore di debiti e che picchia la gente per soldi, che la sua è una storia molto triste… che lei deve capire. Le promette che le restituirà tutto, ma intanto, l’incantesimo, si è rotto.

“Mi sono sentita una stupida, un’ingenua, a volergli credere. E’ che ho questa idea di fiducia nel prossimo in testa, e probabilmente cercavo delle conferme, al fatto che fosse possibile fidarsi, anche soltanto conoscendosi via internet…” dice Olga.

Qualche giorno fa ha ricevuto una mail dall’indirizzo di posta di Fabio Siro, in cui un’amica di lui chiedeva di contattarla perché non ha più notizie di lui. “Sempre la stessa storia. E’ incredibile quanto sia stata ingenua, ed è assurdo come ancora questo delinquente ci provi, a riagganciarmi”.

I sentimenti sono sempre stati un ottimo strumento per convincere le persone. Non vedremo questi gigolò digitali in tribunale, come Vanna Marchi, perché due numeri di telefono del Sud Africa, degli indirizzi di Hotmail e delle false identità su network digitali non valgono nulla, per i magistrati, e soprattutto possono essere falsi, e non portare a vere identità.

Il fatto impressionante, è che la malavita si stia organizzando, anche su internet, e cerchi di concupire persone che non sono deboli. Semplicemente, quelle che ancora hanno voglia di credere alla gente perbene.

Nova100

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963