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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 05 Luglio 2007 da chow_mo_wan

Il rinnovamento dei ricordi       

Siamo in grado di distinguere un ricordo preciso da un ricordo vago? Sicuramente.
"Com'era quella casa?"
"Non ricordo bene, erano due o forse tre camere, all'ingresso mi pare ci fosse un lampadario vecchio stile con di fronte la porta per la camera da letto... o era la cucina?"
"E quell'altra invece?"
"Oh, quella la ricordo perfettamente come se l'avessi qui ora davanti ai miei occhi. Nell'ingresso si notava subito il poster murale sulla destra mentre a sinistra ecco il soggiorno con il divano blu, e c'erano due cuscini finché la gatta non ne fece fuori uno, sì me lo ricordo ancora. E poi il bagno con quelle tendine...".

Ci sono ricordi che rimangono scolpiti nella nostra memoria, potremmo litigare sulla vericidità di certi ricordi, forse persino rompere un'amicizia. Ci sono ricordi che siamo certi siano veri. Ma quanto può essere sbagliato un ricordo di cui abbiamo la consapevolezza sia giusto? Quanto può essere falso un ricordo vero?

Ero in macchina da diverse ore quando giunsi a Genova e non senza poca difficoltà ritrovai la strada che non facevo da quasi trent'anni. E che mai avevo fatto guidando dato che avevo lasciato quella città a 11 anni. Arrivai al capolinea del 46, la piazzetta era più o meno come la ricordavo. Proseguii e notai un edificio sconosciuto alla mia destra. Più tardi, parcheggiata l'auto, ripercorrendo a piedi l'ultimo tratto di strada avrei scoperto che la vecchia fabbrica abbandonata, relitto industriale già quando arrivai lì nel 1970, era diventata una scuola, la scuola media che ai miei tempi era vicino casa.

L'ultima salita, la curva a destra e... fortunatamente era il 15 agosto, traffico nullo. Inchiodai lì in mezzo alla strada non credendo ai miei occhi. A sinistra c'era la mia via, la via dove avevo vissuto 7 anni. Esattamente come la ricordavo, ma irriconoscibile. Non era una strada, era un budello stretto, a mala pena poteva passarci un'auto. Mi forzai a svoltare e poco più avanti, all'imbocco della scuola elementare, la mia scuola, parcheggiai e tornai indietro per cercare di capire. La strada era esattamente come la ricordavo, con i portici, il mio palazzo, di fronte ancora lo stesso bar. Ma la strada non era quella, ricordavo una strada larga, molto più larga e non era certo possibile che si fosse ristretta. Ero certo che la strada era larga esattamente quanto la ricordavo, ci avrei scommesso qualunque cosa, non poteva essere altrimenti. Dentro di me sentivo che il ricordo era giusto, eppure era sbagliato, qualcosa non quadrava.

Poi capii, capii che il ricordo era cresciuto con me. Da bambino quella strada mi era sembrata della larghezza "giusta", quella strada era larga quanto doveva esserlo. Ma nella mia memoria la larghezza non era stata codificata in metri quanto piuttosto in proporzione alla dimensione del mio corpo, e nel mio ricordo la "giusta" larghezza di quella strada era evoluta in quella tipica di una qualsiasi altra strada, come la può ricordare un quarantenne.

Il ricordo era cresciuto con me lasciando inalterate le proporzioni tra l'ambiente e l'uomo che in quell'ambiente era vissuto da bambino.

Da quel giorno ricordare per me assunse un significato diverso. Ricordare equivale a ricostruire la realtà, giorno dopo giorno. Con il trascorrere del tempo non solo ricostruiamo il nostro corpo, cambiamo le cellule, rinnoviamo il sangue. Anche la mente ed i suoi ricordi partecipano a questo incessante rinnovamento. Non si osserva mai due volte lo stesso passato mi insegnò tanto tempo fa Eraclito.

Oggi so che ricordare il passato può essere aleatorio quanto, se non di più, immaginare il futuro.

 music: a prospect that is simple - Markus Reuter                                                                            
                                                                                         scritto da Thela_Hun_G

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