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Creato da: kookkai il 18/09/2011
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Considerazioni Salienti Sull'Acqua Che Beviamo

Post n°98 pubblicato il 08 Marzo 2012 da kookkai
 

Una semplicissima considerazione, l'acqua non è una fonte rinnovabile, ovvero, noi oggi stiamo dissetandoci con la stessa acqua con cui si dissetavano i nostri antenati, gli uomini primitivi, che grazie al ciclo del vapore è ricircolata un innumerevole numero di volte.
L'inarrestabile degrado dell'acqua distribuita al consumatore italiano, è l'effetto di uno sviluppo tecnologico mal concepito, maldigerito e assolutamente incurante del futuro prossimo.
Nella nostra nazione il crescente livello dell'inquinamento presente nelle acque destinate al consumo umano è aggravato anche da una rete distributiva fatiscente che spreca circa il 40% dell'acqua immessa.


Il problema è risalente all'epoca romana e con soluzioni tecnologiche dell'epoca borbonica, alla stessa via via sono state abbinate tubazioni che vanno dal tubo in piombo, alle condotte in fibramianto ed al famigerato pvc non atossico.
Aggiungiamo che i livelli di alcuni inquinanti sono ritenuti a norma per il solo fatto che ne stata alzata arbitrariamente la soglia in contrasto con le prescrizione della comunità europea e per questo lo Stato Italiano paga una salata sanzione annuale definita "acqua potabile in deroga".
Resta un solo piccolo problema da risolvere: l'organismo umano non è informato di queste deroghe e per lui l'acqua distribuita quando contiene inquinanti è e rimane nociva.
Per esempio l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda per acque ad uso potabile un contenuto massimo di nitrati di 44ppm (mg/lt) ma in realtà, anche se ciò è accettabile per un adulto in buona salute, la scienza medica universalmente stabilisce che ad un anziano o ad un lattante non può, senza grave pregiudizio per la salute, essere somministrata acqua contente più di 10ppm !!!
Anche per chi utilizza l'acqua minerale naturale imbottigliata alla fonte, le cose non sono molto diverse, infatti per l'acqua minerale e per quella del rubinetto esistono due normative diverse e vengono fissati dei parametri più generosi per la minerale e più restrittivi per l'acqua di rubinetto.
Ad esempio la presenza dell'arsenico nelle acque potabili è tollerata fino a 50 microgrammi/litro, mentre nelle acque minerali raggiunge un valore 4 volte superiore.
Un altro problema dell'acqua minerale è che, a torto, essa viene definita come acqua "potabile".
In realtà si tratta di "acqua terapeutica" e come tale ha indicazioni e controindicazioni, peccato però che sulle bottiglie siano indicate in genere le prime ma non le seconde.
Ad esempio, se un'acqua è povera di sodio, ciò appare in bella evidenza sulla bottiglia perché ciò evita la ritenzione idrica, ma, se al contrario la concentrazione di sodio è alta, non sussiste l'obbligo di indicare che non è adatta per chi soffre di malattie cardiovascolari.
Per migliaia di anni la natura senza alcun aiuto è riuscita a mantenere il suo equilibrio, oggi, al contrario, l'inquinamento da sostanze chimiche, rappresenta uno dei più grandi problemi emergenti per le nazioni progredite.
Negli ultimi decenni, le sempre crescenti esigenze dell'industria e dell'agricoltura, hanno portato alla scoperta e produzione di oltre 500.000 nuove sostanze inquinanti.
In genere si tratta di sostanze derivate da idrocarburi ( plastiche, pesticidi, erbicidi ecc. ecc) per lo più non biodegradabili e quindi accumulabili nel tempo.
Molte di queste sostanze, oltre certi limiti, sono classificate come tossiche per l'organismo, e la loro pericolosità può aumentare quando si combinano con le sostanze comunemente presenti nell'acqua.
Laddove queste nuove sostanze siano usate, è inevitabile che gli scarichi industriali e le irrigazioni agricole ( nitrati ) finiscano per contaminare le acque superficiali e le falde sotterranee.
E' pertanto ragionevole prevedere che tracce più o meno consistenti di queste sostanze possano essere presenti nelle acque destinate all'uso alimentare e/o tecnologico e che quindi possano combinarsi con il cloro, comunemente immesso negli acquedotti per l'eliminazione della contaminazione batterica, formando una serie di idrocarburi e composti organici clorurati considerati dannosi alla salute ed in grado di interferire anche con il corretto funzionamento delle apparecchiature tecnologiche alimentate.

 
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