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« .LA PAROLA ® »

_____________ IDEALIZZATO® _____________

Post n°35 pubblicato il 14 Novembre 2005 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD

La dualità dell'essere, si riflette anche nell'idealizzato.

Idealizzato innato, ossia tutta quella serie d'informazioni donateci che decidono quale gamma di colori, di sapori, di odori riteniamo gradevoli, ossia la linea guida del nostro principio di piacere.

Idealizzato sociale, ossia tutta quella serie d'informazioni apprese dall'ambiente circostante.

Una delle funzioni della fantasia, è quella del confronto conoscitivo che l'esperienza concede nella "costruzione" dell'idealizzato.

Uno dei prodotti principe della fantasia, è l'idealizzato comunemente detto .... si può affermare che l'idealizzato è un VOLERE dell'essere, conseguentemente una verità dell'essere, verità che al pari di tutte le verità, quando esce dall'essere per interagire con l'altro dotato d'altra verità, DEVE donarsi per ricevere, il prodotto sarà la verità del NOI ..... da rammentarsi che l'essere non è statico, ma in perenne movimento, la verità dell'essere lo segue evolvendosi.

L'idealizzato è il prodotto della dialettica con se stesso, sovente è una forma di dialettica in opposizione alla realtà, sospinti dal principio di piacere innato, ci si autocostruisce una sorta di realtà idèale, ma irreale.

La forza di questa irrealtà, è immàne, fa vedere colori, sentire sapori, provare sensazioni, percepire emozioni, al pari se non oltre l'alcol e gli stupefacenti ..... tentare di convincere l'alcolista che la sua stanza non è invasa dai ragni o quant'altro, è come voler convincere un sobrio che il sole è spento ----- essendo la realtà un'interpretazione, il confine con il "credere" è molto labile per chi non posside strumenti o per chi si trova a dover rifuggire il suo quotidiano reale, quindi, tutti indistintamente abbiamo i nostri momenti di credulità.

Questa sorta di rifugio nel credere, ci fa divenire "cosa", un prodotto dalla fantasia, l'attimo in cui rivolgiamo la nostra credulità all'altro, lo abbiamo trasformato in cosa, se l'altro attraversa uno dei suoi momenti di credulità, v'è una comunione di cose, bellissima, piacevolissima, tutto quel che si vuole, ma è come rincorrere le lucciole credendole stelle, ci si ritrova sempre al buio ..... altro fattore ludico, chi rincorre le lucciole consapevolmente e lo dichiara ......

Una delle cause principe dell'inaridimento dei rapporti, è questo continuo e solitario ascolto del proprio idealizzato, quando l'altro non collima con l'idealizzato, si cerca di farlo collimare con ogni stratagemma, o addirittura s'interrompe la dialettica per non infrangere il proprio idealizzato.

L'idealizzato, e una "fiction", si muove, pensa ed agisce secondo copione, se sorride così, mi sta pensando, se non mi telefona adesso, mi sta tradendo, se .... se ... se ... secondo copione .... la vita non è una fiction ..... per chi non ne fosse a conoscenza .... contrariamente a quanto comunemente s'immagina, l'idealizzato ha la funzione d'acchetare le pulsioni, perchè le affronta senza mettersi in gioco, "virtualmente" ..... anche se la realtà è un'interpretazione, per poter "giocare" è necessario l'essere intero, non solo la fantasia .... certo che capita di giocare un giochino "credendo" di giocare il gioco, solo che si rivela sempre per ciò che è, un giochino ..... quando non s'è più in grado di comprendere se è un giochino o il gioco, ci si avvicina al baratro della patologia, ci si crede e si vive da "cosa" ..... il volo del calabrone, non sarà mai un volo d'albatros ...... neppure credendoci follemente .....

La dialettica non è mai accondiscendente, la dialettica è figlia dei nostri desideri, dei nostri pensieri, della nostra materia, del nostro idealizzato, dei nostri convincimenti, perciò la dialettica è scontro su differenti interpretazione nel medesimo argomento, lo scontro è dato dal dolore d'abbandonare i nostri convincimenti, ma se non si offre, non si può cogliere, e l'offerta sono i nostri convincimenti, siamo anche i nostri convincimenti, NON solamente!

Per chi "temesse" oltremisura la perdita dei propri convincimenti, nulla è cancellabile dalla mente, ma tutto è in perenne evoluzione.

Chiunque mosso da intento di costruire il NOI, rifiuti lo scontro dialettico con il classico: tu non mi capisci, sottintende, non mi capisci come vorrei ----- è un vuole coercere l'altro all'interno del suo idealizzato, vero che è doloroso, i convincimenti irreali, danno dolori intensi e reali, questo è lo scoglio biologico da superare con il pensiero, il medesimo pensiero che l'ha prodotto, a chi non è capitato con il senno del poi di darsi dell'idiota per sofferenze che non avevano nessun nesso reale, il darsi dell'idiota per le gioie date dal rincorrere le lucciole, incontra una qualche difficoltà maggiore insita nel principio di piacere, ma è il medesimo principio che rende patologici, obesi, alcolisti, tossici e quant'altro ..... è l'intento che eleva o meno il principio!

Vi sono esseri che sanno e "sentono" l'intento volto a loro, sono esseri che non sanno vivere una "storia" finta, onirica, idealizzata, virtuale, perchè non è gradevole ricevere attenzioni volte ad un convincimento e non a se stessi, NON è gradevole veder la persona che ti si rivolge secondo copione, NON è gradevole sentire che opera sempre per farti collimare con ciò che non può esistere perchè frutto della fantasia irrispettosa dell'altro, NON è gradevole ricevere una carezza sul volto ed un pugno nello stomaco perchè non collima con l'idealizzato.

Ho VOLUTO imparare ed esprimermi con il linguaggio dell'idealizzato altrui per fami comprendere, ma solamente in funzione esplicativa, chiarificante, il difetto di questo mio esprimermi, è quello di disvelare l'idealizzato per ciò che effettivamente è, una "cosa", sovente, questo mio disvelare, infrangendo le proprie autoconvinzioni, viene vissuto come un affronto, piuttosto che iniziare a pensare sentendo, si rifiuta financo di "sentire" e ci si rifugia nel "credere", nella raccolta dei cocci infranti del proprio idealizzato .... classico: non mi capisce ..... "come vorrei" .....

NOI, non soffriamo per le cose del mondo, ma per le nostre credenze, difatti; l'attimo in cui l'essere trasformato da noi in cosa, torna ad essere ciò che è, un essere, non può far altro che andarsene, in questo andarsene, porta via la nostra "cosa", il nostro idealizzato infrangendolo, ed è in quel momento che il "credente" si ritrova più solo, abbandonato anche dalla sua irreale fantasia infranta, abbandonato da se stesso .... siamo stolti al punto di costruirci una "cosa" irreale che al sorgere del sole svanirà e noi ne soffriamo terribilmente.

Sta alla dialettica con se stessi, con il proprio io, quella dialettica costruttiva, dotata d'autoconfutazione, sta al nostro VOLERE, all'intento nella "cosa" fantasia per rendere fantastica la realtà, difatti se applicato alle cose, è la leva del progresso, il pensiero poco contemplativo occidentale, è un pensiero prensile, che letteralmente prende e costruisce, dobbiamo ringraziare per l'ennesima volta chi ha potenziato e migliorato questa qualità innata, difatti le cose più belle, quelle che migliorano la qualità della vità, sono figlie del pensiero prensile, quello che VUOLE, l'errore è applicare il medesimo pensiero all'essere, con l'essere per prendere è necessario donare, il prodotto avrà "vita" autonoma, oltre coloro che l'hanno generato, al punto di divenire linea guida dei singoli, i quali mantengono al loro "interno" le loro prerogative originali, abbracciando quella sorte di piacevolmente VOLUTA interdipendenza che si riconosce nell'appartenenza simbiotica.

Trovo coecitiva la chiusura alla dialettica quando si perviene al medesimo argomento .... OGNI CHIUSURA .... NON è una difesa, ma un rifiuto a donare ............

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da un divoratore di ostriche ... moi©

il fascino di veder spuntare una perla dentro l'ostrica, NON ci fa venire in mente che è un "difetto" dall'ostrica stessa, così diamo un valore estremo al difetto e divoriamo l'ostrica, ma è l'ostrica depurata dal difetto che ci consente di vivere nutrendoci, e ci uccidiamo l'un l'altro per il difetto ....

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écoute©

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