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Messaggi del 04/10/2016

La vera storia di Pizzarotti

Post n°1033 pubblicato il 04 Ottobre 2016 da nonna.fra
 

PIZZAROTTI-STORY
 
Per chi ha la memoria corta
 La nostra italica tendenza a conservare una debole memoria storica, unita ai buoni risultati che il sindaco di Parma ha indiscutibilmente ottenuto nei suoi quattro anni di amministrazione, ha forse creato smarrimento rispetto all’atto – dovuto – di sospendere Pizzarotti dal Movimento 5 Stelle. Costui ha tenuto nascosto un avviso di garanzia per abuso d’ufficio per tre mesi e fino a tre settimane prima delle elezioni amministrative, per dare solo a questo punto la notizia in pasto alla stampa. Condotta singolare, che crea un danno all’immagine del Movimento 5 Stelle, proprio a ridosso di una tornata elettorale, che ha fatto della trasparenza una delle pietre miliari della propria azione politica.
Ma ripercorriamo la storia di Capitan Pizza, impegnato talvolta in azioni senz’altro buone per la città, altre volte nei salotti televisivi, per brevi quanto effimeri momenti di gloria, a esprimere il suo dissenso distruttivo nei confronti del Movimento 5 Stelle e dei suoi fondatori.
Maggio 2012 – Appena eletto esce infelicemente su Repubblica, dicendo che a Parma ha vinto lui, non il Movimento 5 Stelle. E vabbe’, so’ ragazzi, una svista capita a tutti.
Sempre appena eletto, però, prende contatti con Valentino Tavolazzi (il primo espulso dal M5S per aver organizzato di sua iniziativa una sorta di congresso nazionale di partito) per conferirgli l’incarico di direttore generale del Comune di Parma. Per fortuna rientra dall’infausta scelta.
L’incontro e il tentativo di piazzare Tavolazzi si tingono poi di tinte interessanti quando si inseriscono nella cornice dei successivi incontri con Favia (spero non ci sia bisogno di ricordare chi è Favia).
Marzo 2013 – Dagli annunci in campagna elettorale “Mai l’inceneritore a Parma”, a “Decideranno i cittadini con un referendum senza quorum se pagare le penali a Iren o aprire l’inceneritore”, a “Non ho mai detto che non sarebbe partito l’inceneritore”, a nessun referendum e un inceneritore attivo.
Aprile 2014 – Si vota sul portale del Movimento 5 Stelle per selezionare i candidati per le prossime europee. Pizza esce su stampa e social criticando il metodo di selezione, aperto a tutti coloro che ne abbiamo i requisiti, com’è naturale in un Movimento che basa la sua azione politica sulla democrazia diretta attraverso la rete e non presenta liste imposte dall’alto. Troppa apertura per Pizza, che ora non è più d’accordo con le regole con cui egli stesso è stato eletto. Solidarietà da Favia e Civati.
Si rifiuta frattanto di sottoporre il suo operato al giudizio degli elettori: “Non è tecnicamente fattibile”, dice.
Giugno 2014 – Pizza interpreta dalla Gruber la parte dell’opinionista tuttologo da salotto televisivo del M5S, che al parlamento europeo dovrebbe confluire nei Verdi, in his (not so) humble opinion. La rete, per fortuna, la penserà diversamente.
In un’intervista, alla domanda “Lei sarà il leader dei fuoriusciti?”, invece che dire “No, non ci penso nemmeno” (come ci si aspetterebbe da un portavoce normale del Movimento 5 Stelle), risponde “Ho già molti impegni e il prossimo anno sarò anche presidente della Provincia.” Risposta che fece un attimino incazzare tutti. Solidarietà da Rizzetto, Pinna e Iannuzzi.
Luglio 2014 – Pizza è colto a questo punto da una decisione di buon senso: avvalersi del diritto di recesso dal patto di sindacato per le azioni Iren di proprietà diretta del Comune di Parma, contribuendo a mettere a rischio l’assetto di quel potere politico-finanziario gestito dal PD.
Salvo poi ripensarci. E Parma, all’inizio di quest’anno, rientra nel patto favorendo, di fatto, lo stesso PD che blinda ora il controllo della società. Cui prodest?
Settembre 2014 – Insieme ad altri dissidenti dichiarati e dichiarandi, firma una lettera con l’impegno a boicottare la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle alle regionali di novembre in Emilia Romagna.
Novembre 2014 – Sul blog di Grillo viene criticata la gestione della vicenda inceneritore: “Non è vero che tutto si è fatto per impedire completamento ed avvio del forno. Non aver combattuto e vinto la battaglia contro la ‘dirigenza politicante’ Iren, priva di strategia industriale moderna e capace solo di accumulare miliardi di debiti, ha creato un danno enorme al Paese, non solo al Movimento, quando Parma poteva diventare il simbolo di una svolta decisiva, in senso europeo, delle politiche ambientali e infrastrutturali nazionali: c’erano tutte le condizioni.” Pizza, di fronte all’evidente fallimento politico sulla vicenda, rilancia con “Mi spiace Beppe, il blog è ombra di se stesso, scritto da invisibili ma ben noti cortigiani”, e invita tutti alla prossima Pizzapolda del 7 dicembre.
Intanto a fine mese incontra Renzi in un “buon clima di confronto”, come riferito da fonti dirette.
Dicembre 2014 – A Parma la prima Pizzapolda, in cui scontenti, fuoriusciti e fuoriuscenti si radunano in una sorta di pseudo congresso stile vecchio partito. Presenti Artini, Rizzetto, Mucci, Bechis, Turco.
Febbraio 2015 – A Parma nasce nel frattempo un nuovo meetup, che nel mese di febbraio organizza in città i banchetti per la raccolta firme per il referendum “Fuori dall’euro”. Nessun portavoce comunale, per settimane, si rende disponibile quale certificatore.
Novembre 2015 – Partecipa come docente alla scuola di formazione per i giovani del Partito Democratico di Milano. Unico esponente esterno al PD tra i presenti. Esterno, per il momento.
Dicembre 2015 – Pizza, tanto perché si parli un po’ di lui, rilascia un’intervista al Corriere della Sera in cui attacca il “direttorio” e dichiara che alle prossime amministrative potrebbe candidarsi senza il Movimento 5 Stelle.
Gennaio 2016 – Pizza si presenta alla festa dem di Bonaccini. Dopo la partecipazione all’evento dei giovani dem dello scorso novembre e sotto i riflettori di un vociare sempre più insistente relativamente alla sua vicinanza a certi soggetti politici, non ci si può esimere da interpretazioni piuttosto verosimili.
Probabilmente Pizzarotti è il miglior sindaco che Parma abbia mai avuto. Non possiamo negare che abbia anche lavorato bene, almeno in parte, per la città. Ma non per questo è esonerato dal rispetto delle nostre poche e semplici regole, né degli impegni etici che qualsiasi portavoce 5 stelle condivide e sottoscrive al momento della candidatura.
Ora, possiamo lasciarsi trasportare da un umano moto di compassione nel vederlo piagnucolare nel suo ormai noto, ostentato vittimismo in tutte le tv. Oppure possiamo guardare ai fatti, uscire dalle logiche del consenso e riflettere su più sensate conclusioni.
Dobbiamo però ammettere che un errore con Pizzarotti lo abbiamo commesso: non averlo sbattuto fuori prima.(NON E’ FARINA DEL MIO SACCO l’ho copiato sul profilo di un mio amico.)

https://www.facebook.com/giuseppe.stelluti?hc_ref=NEWSFEED&fref=nf

 
 
 

Costituzione , ILVA , UPB, tumori ,Renzi e Russo

Post n°1032 pubblicato il 04 Ottobre 2016 da nonna.fra
 

Ma sì, facciamoci distrarre! Parliamo di tutto e del contrario di tutto ma mai di quello che tocca la pelle delle nostre vite. Microscopiche quanto mortali polveri velenose colpiscono i polmoni dei bambini di Taranto che si ammalano di cancro il 25% in più della media nazionale. Che sarà mai? Russo finalmente è fuori dalla casa! Ci sono stato questa estate a Taranto. E' sufficiente guardare il colore dei guard rail per capire che l'ILVA uccide. Ma siamo sempre al ricatto occupazionale. «Scegli! Malato o disoccupato?». «Ma il reddito di cittadinanza?». «Non si può, la Camera lavora dal martedì pomeriggio al mercoledì sera, non si fa in tempo ad approvarlo». «Ma come, solo un giorno e mezzo alla settimana?». «Sì, ma tu dì in giro che se il Parlamento è lento è colpa della Costituzione, il sistema chiede questo. Esegui e non farti troppe domande. Non sei contento? Russo è stato espulso!».

No, non ci facciamo troppe domande. Non sia mai. Le domande sono pericolose ancor di più se le risposte ci potrebbero costringere ad alzarci dal divano. Ieri l'UPB (l'ufficio parlamentare di bilancio) non ha validato le previsioni del DEF (documento di economia e finanza). La danno così la notizia e non ci si capisce nulla. Lo fanno apposta chiaramente. Traduco. L'organismo predisposto a giudicare i conti del governo ha detto che i conti non sono veri. Noi “popoluccio” lo avevamo già capito. E' bastato guardarci le tasche o sommare le bollette e poi leggere i tweet del Presidente del Consiglio per capire che qualche cosa non tornava. Ma non lo dite troppo forte! Shhhhhhhh. Silenzio. Si rischia di disturbare il manovratore, di ostacolare la sua propaganda per il Sì e soprattutto si rischia di svegliare chi si è addormentato con gli occhi aperti davanti alla TV!

 
 
 
 
 

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