E' una teoria che si basa sul modello di crescita neoclassico, considerando l'ipotesi di prezzi flessibili, per studiare come un vero e proprio shock per l'economia, potrebbe causare fluttuazioni del ciclo economico.
La ricerca di Kydland e Prescott (1982) è considerata il punto di partenza della teoria RBC e di modellazione del DSGE. La Banca centrale europea (BCE) ha sviluppato un modello DSGE, denominato Smets-Wouters, utilizzato per analizzare l'economia della zona Euro nel suo insieme (non i singoli paesi europei separatamente).
Il modello è inteso come alternativa al Area-Wide Model (AWM), un modello più tradizionale di previsione empirica, che la BCE ha utilizzato per diversi anni. Le equazioni del modello Smets-Wouters, descrivono le scelte dei tre tipi di attori protagonisti del mercato: le famiglie, che scelgono i consumi ed il numero di ore lavorate in modo ottimale, condizionate dal vincolo di bilancio; le imprese, che decidono quanto lavoro e capitale debbano impiegare; e la Banca Centrale, che controlla la politica monetaria. I parametri nelle equazioni sono stati stimati utilizzando le tecniche statistiche, in modo che il modello descriva la dinamica del PIL, i consumi, gli investimenti, i prezzi, i salari, l'occupazione e tassi di interesse per l'economia della zona Euro. Al fine di riprodurre fedelmente il comportamento semi-statico di alcune di queste variabili, il modello incorpora diversi tipi di attriti che rallentano l’adeguamento allo shock, come prezzi e salari interdipendenti, ed i costi di adeguamento degli investimenti. Michael Woodford, afferma che i modelli DSGE sono comunemente utilizzati dalle Banche Centrali di oggi, e hanno fortemente influenzato i politici come Ben Bernanke, tuttavia ciò che emerge dall’analisi dei modelli DSGE, non è poi così diverso da quanto derivante dalla tradizionale analisi keynesiana. Gli intenti di modellazione di molte istituzioni politiche, possono ragionevolmente essere interpretate come uno sviluppo evolutivo nell'ambito del programma di modellazione macroeconomica dei keynesiani dal dopoguerra ad oggi. Il Presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis, ha evidenziato come i modelli DSGE non siano stati utili, per prevedere la crisi finanziaria del 2007-2010. Egli sostiene che l'applicabilità di questi modelli sta migliorando, crescendo il consenso tra macroeconomisti in merito ai modelli DSGE, che hanno comunque necessità, di integrare la dinamica dei prezzi con le frizioni dei mercati finanziari. Il Congresso degli Stati Uniti ha ospitato nel 2010, varie audizioni sui modelli macroeconomici, per indagare il motivo per cui i macroeconomisti non siano riusciti a prevedere la crisi finanziaria del 2007-2010.
I modelli DSGE attualmente più diffusi ed utilizzati, danno per scontato come l'intera economia, possa essere interpretata come se fosse influenzata da una sola persona dai comportamenti coerenti e prevedibili, o da un gruppo, impegnato nella realizzazione di un piano razionalmente progettato ed a lungo termine, "solo" disturbato da shock inattesi.
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