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IL NUOVO MONDO

Post n°999 pubblicato il 18 Gennaio 2017 da fresbe
 

L’idea che possa esistere un mercato mondiale in equilibrio, una Economia stabile, senza valutare l’impatto delle politiche economiche degli Stati Uniti sul resto nel sistema, è pura utopia. Il prossimo Presidente U.S.A, Donald TRUMP eletto “quasi a sorpresa”, anticipò le sue convinzioni in politica estera e tratteggiò già prima del giorno del giudizio, le sue strategie in favore della modifica dello “status quo”. Il problema per L’Europa, non starà certo nel condividere o meno le sue iniziative, ma nel bilanciare in modo differente gli interventi di politica economica, per essere in grado di reggere “l’urto”.

Alan Friedman, replica in questi giorni (17/01/2017) sul suo celebre blog, l’intervista realizzata con l’allora Candidato Repubblicano.
“L’Unione Europea, rappresenta di base, soltanto un mezzo per raggiungere gli obiettivi della Germania. La Nato è obsoleta e la Brexit una grande cosa e io farò un accordo con il Regno Unito. E ancora: Dobbiamo cominciare a fidarci di Vladimir Putin”
Le parole del presidente eletto Donald Trump, che da questo Venerdì (20/01/2017) sarà in carica a tutti gli effetti, sconvolgono l’Europa. Gli stessi concetti, l’allora candidato repubblicano li espresse a me, in un’intervista pubblicata sul Sunday Times di Londra e sul Corriere della Sera.
- Angela Merkel? “Ha fatto un errore madornale nel permettere l’ingresso degli immigrati in Germania. Un errore madornale!”. 
- Il Quantitative Easing di Mario Draghi? “Francamente nessuno sa se funzionerà o meno… Potrebbe anche rivelarsi molto controproducente nel lungo termine”. E la moneta unica? 
- L’euro? “Non ho amato l’idea dell’euro fin dall’inizio del progetto. E non inizia a piacermi ora”
L’intervista fu realizzata per il giornale britannico poiché il Venerdì successivo, il 24 Giugno, Trump sarebbe stato in Scozia, per una visita non politica: il tycoon infatti avrebbe tagliato il nastro per inaugurare il suo lussuoso golf resort Trump Turnberry, dopo tante polemiche locali e una ristrutturazione costata oltre duecento milioni di sterline. 
E così mi ritrovai nel caldo texano (oltre 37 gradi all’ombra) per realizzare la prima intervista concessa da Trump a un giornale non americano da quando era diventato candidato repubblicano in pectore alla presidenza. Ricordai a Trump come in diverse occasioni lui avesse dichiarato che la Gran Bretagna, (che il 23 Giugno sarebbe andata alle urne per decidere se rimanere o uscire dall’Ue) “Starebbe meglio fuori dall’Unione Europea. Personalmente sarei più incline ad uscirne per diverse ragioni, ad esempio per avere molta meno burocrazia, ma non sono un cittadino britannico. Si tratta solamente della mia opinione”  Quindi la conversazione si spostò su Vladimir Putin, che nel corso di un summit economico a San Pietroburgo, elogiò Trump descrivendolo come brillante e evidenziando il suo essere pronto a una completa ripresa dei rapporti russo-americani.
“Credo che quel che ha detto sia corretto — è la replica di Trump —. Credo che dovremmo intrattenere rapporti. Credo che andare d’accordo con la Russia sarebbe un’ottima cosa, che avrebbe ripercussioni positive in tutto il mondo”. Inviterebbe Putin a Washington? “Non avrei assolutamente alcun problema a farlo, davvero nessuno” Crede che l’America e la Russia dovrebbero unire le forze per sconfiggere l’Isis? Trump annuisce. “Credo che sarebbe molto utile se ci coordinassimo per raggiungere questo obiettivo comune. Anche loro vogliono battere l’Isis. La Russia è una potenza. Credo che uno sforzo coordinato sarebbe una cosa positiva, non negativa”
Cambiando argomento, gli chiesi come si comporterebbe con la Cina nel caso in cui venisse eletto presidente. “Stringerei migliori accordi commerciali”, è la sua risposta. 
“Stiamo perdendo miliardi e miliardi di dollari nei nostri accordi commerciali con la Cina, rinegozierei questi accordi. Questa è una delle prime cose che farei”.  

Aldilà di ogni dubbio, l’Economia sarà al primo posto nell’agenda del nuovo Presidente U.S.A., cesseranno gli embarghi alla ricerca di un nuovo equilibrio che serva a garantire gli Stati Uniti (e forse l’occidente) e la sua produzione industriale e manifatturiera, anche attraverso misure protezionistiche di politica economica. Il dialogo non comporta obbligatoriamente cedere sui punti fondamentali quali le importazioni senza controllo, il dumping e la difesa dei livelli occupazionali.
 
Introduzione alla Raccolta 2017 dei miei articoli di Economia
 


Commenti al Post:
fresbe
fresbe il 18/01/17 alle 12:52 via WEB
L'Economia per raccontare la storia, come causa di guerre, carestie, eventi climatici. Non è la natura ad essere impazzita ma è l'umanità. La ricerca ossessiva del profitto e l'avvento delle multinazionali, hanno corrotto il mondo e distrutto l'etica. Non fatevi traviare dalla Politica che è solo indebito arricchimento e difesa degli interessi dei poteri forti. Sarebbe necessario "pulire la lavagna" e ricominciare da capo, ponendo l'uomo al centro del nuovo progetto
 
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