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MERCANTILISMO O DELOCALIZZAZIONE? FORSE NON SOLO

Post n°1002 pubblicato il 23 Gennaio 2017 da fresbe
 

La scelta della politica economica, è uno di quei casi dove la programmazione di lungo termine, ha ragione d’essere. Produrre per esportare, considerando il mercato interno in sott’ordine, si definisce “mercantilismo”, e si deve accompagnare ad una struttura politico/economica d’inganno e sopraffazione.
La Germania pianificò a tavolino la moneta unica europea, per mediare le rivalutazione del Marco che in qualche modo era di ostacolo alle maggiori esportazioni. Nel contempo negli Stati Uniti, la comoda possibilità d’invadere i mercati di carta moneta che potevano stampare a piacimento, essendo venuta meno la convertibilità con la riserva aurea (Nixon 1971), indirizzava verso la drastica riduzione del costo del lavoro, ottenuto sulle spalle dei lavoratori americani. Delocallizzare (spostare all’Estero la produzione) non venne certo impedito a discapito dei livelli occupazionali dell’Industria USA. 
Le multinazionali non hanno bandiera, nazionalità, etica, rispetto ed i Governi avrebbero il compito di impedire gli eccessi. La Sede legale in Paradisi Fiscali, consente di mantenere ingenti capitali al di fuori dello Stato nel quale vengono effettivamente prodotti, privando di importanti possibilità di investimento.
Esiste una terza via, che dovrebbe rappresentare la soluzione. L’attività delle imprese non deve essere rivolta al solo ottenimento di un elevato livello di ricavi o di margini utili, ma deve contemplare anche il rispetto di obiettivi di socialità, quali consentire ai lavoratori impiegati e redditi conformi. Perché la macchina possa proseguire nella sua marcia, risulta essenziale il carburante e questo è fornito dal consumatore/ultimo fruitore, che deve essere messo nelle condizioni di poter spendere. Nel “lungo periodo” affamare il popolo, innesca le rivoluzioni e la trasformazione da utili strumenti che determinano la domanda in crescita, a guerriglieri senza pietà.

Commenti al Post:
fresbe
fresbe il 23/01/17 alle 14:24 via WEB
Il "mercantilismo" non è certo un sistema perfetto ed eterno. L'esempio della Cina, appare in tutta la sua chiarezza. Convertiti da una economia comunista, i Cinesi hanno invaso con le loro produzioni a basso costo (e qualità) la totalità dei mercati, SATURANDOLI. "Comprare cinese" ha causato il fallimento delle industrie Europee e mondiali, impossibilitate in conseguenza degli alti costi del lavoro a poter rivaleggiare sul piano commerciale. Nel lungo termine, innescata la crisi mondiale dei consumi, i cinesi hanno perso il mostruoso trend di crescita del PIL e sono stati costretti ad occuparsi del mercato interno, attraverso il riconoscimento di compensi al lavoratori adeguati al miglioramento delle condizioni di vita. Non più servi della gleba ma bensì lavoratori, con "qualche diritto" in grado di alimentare con i loro acquisti la domanda interna.
 
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